[12] Plusvalenze, le responsabilità dell'Uefa
Uno studio dimostra come il Fair play finanziario abbia incentivato le società di tutta Europa a far ricorso al player trading per raggiungere il pareggio di bilancio.
C’è un effetto indotto abbastanza evidente nella sentenza plusvalenze che ha colpito la Juventus. Mai come questa volta il detto “colpirne uno per educarne 100” sembra essersi realizzato in pieno.
Certo, il nostro calciomercato da tempo non brillava per disponibilità di spesa, ma il punto è proprio la mancanza, in questo momento, di quella parte creativa che lo aveva caratterizzato, fatta di prestiti, scambi e controscambi.
Penso, con questo, di sottolineare un fatto non opinabile, ma sono disposto ad ascoltare i vostri commenti in proposito nell’apposito spazio di questa newsletter.
Io li ho visti cosí #19
L’ultima puntata del mio format sulla Serie A disponibile su Youtube
Plusvalenze, l’autogol dell’Uefa
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento esponenziale delle plusvalenze nel calcio. Un interessante studio pubblicato sul Social Science Research Network – e riportato dal sito lavoce.info – mette in correlazione l’introduzione del Fair Play Finanziario UEFA con il crescente ricorso alle plusvalenze come asset sempre più centrale per le società calcistiche, individuando chiare responsabilità dell’Uefa.
Non stiamo parlando qui di situazioni italiane ma diffuse in tutto il calcio europeo.
L’analisi di 815 bilanci e 4.626 operazioni di cessione di calciatori ha fatto emergere alcuni effetti indesiderati dell’introduzione del Fair Play Finanziario da parte della UEFA (a regime dal 2013).
Lo studio mostra come l’incentivo più forte a generare plusvalenze “opportunistiche” sia riconducibile alla necessità di raggiungere il pareggio di bilancio. L’analisi dimostra quindi che che, mentre prima dell’introduzione del FPF la percentuale di imprese “sospette” era simile per le società UEFA (quelle che partecipano alle coppe e quindi sono monitorate dal FPF) e non-UEFA, rispettivamente del 29 e 26%, dopo l’introduzione del FPF le squadre UEFA fanno maggiore ricorso alle plusvalenze.
Per ulteriori approfondimenti potete far riferimento all’articolo dettagliato de Lavoce.info.
La Premier League NON è la Superlega
C’è una frase che mi irrita molto quando viene pronunciata ed è la seguente: “La Superlega esiste già ed è la Premier League”.
Non ci sono dubbi sul fatto che la Premier League sia il campionato più forte economicamente, grazie ad una strategia lungimirante iniziata 30 anni fa.
Ma davvero l’affermazione si deve fermare a questa banalità nota a tutti?
In questo bello studio di Football Benchmark troviamo i dati che lo dicono.
E non è un caso se Andrea Sartori, founder della stessa Football Benchmark, afferma: “Il concetto di Big5 non esiste più, meglio parlare di Big1 + 3,5” (con il mezzo rappresentato dalla Francia, gigante della politica sportiva associativa ma nano economico in proporzione al suo potere, rappresentato peraltro in questi ultimi anni dal Nasser Al Khelaifi del Psg).
Il punto semmai è un altro. Cosa devono fare gli altri club europei - o meglio, con sede nell’Unione Europea - per attaccare questo strapotere? Il divario è una sentenza di condanna o esiste una prova d’appello? Esiste una somma che può dare origine a qualcosa di superiore alla Premier League?
Io credo che, se - come sembra e come i fatti di aprile 2021 dimostrano - i club di Premier League si chiuderanno a riccio a difesa dello status (cosa peraltro ampiamente giustificata sotto molti aspetti), la Superlega (o come la vorranno chiamare, visto che gli stessi promotori la definiscono, privatamente “brand tossico” per la cattiva pubblicità che si è fatta nell’ultimo anno e mezzo) diventerà la prova d’appello dei club dell’Unione Europea per mettere in discussione status quo della Premier League.
La sfida parte dal basso e da dati semplici. L’Inghilterra è parte di un’isola di 130 mila km2 con una popolazione di 56 milioni di persone. È pensabile che l’Ue che si estende su un’area 33 volte superiore (4.300.000 km2) e con una popolazione 8 volte superiore (447 milioni) pensi ad un nuovo modello sportivo per permettere ai suoi top club di non vedersi ulteriormente impoveriti nel lungo periodo?
Cos’é il calcio del popolo? Quello che concentra le risorse in Inghilterra ed esclude la maggior parte della tradizione calcistica europea? È uno status quo? O è (può diventare) un obiettivo?
Al momento quel che manca è la volontà di iniziare un nuovo processo, che di certo non porterà un’eventuale Lega Europea dentro una piramide calcistica dell’Unione Europea a sopravanzare immediatamente la Premier League inglese, ma che nel medio e lungo periodo ne ha tutte le potenzialità.
Il problema al solito è tra una visione riformatrice e la difesa dello status quo.
E qui dobbiamo essere onesti: anche i club promotori della SuperLega non sembrano pronti a mettere in discussione l’esistente, visto che la loro inziativa si è incagliata su passaggi che denunciano una strisciante volontà di difesa di status individuali più che di creazione di opportunità diffuse.
Superlega su Apple Tv
Conoscevo modi migliori di perdere 4 ore della mia esistenza, poi nello scorso weekend ho guardato la serie tv di Apple Tv dedicata alla Superlega.
Non voglio scomodare quanto dice il ragionier Ugo Fantozzi a proposito della Corazzata Potiomkin (o come si scrive…) ma il documentario è qualcosa di simile a un polpettone indigeribile.
Vi è un tentativo di storytelling che non va mai dentro i significati, senza contestualizzazioni e senza una visione d’insieme, a fronte di una sostanziale accettazione acritica del tanto sbandierato concetto di calcio del popolo di cui l’Uefa si sente portatrice.
Tuttavia i 4 episodi e la costruzione stessa della serie mi hanno portato a due convinzioni.
La prima su Aleksander Ceferin. La sua battaglia non solo non ha nulla a che vedere con il calcio, ma nemmeno con l’Uefa. Si tratta di una pura reazione condizionata volta alla sopravvivenza politica personale. In questo senso capisco il suo personalizzare (soprattutto rispetto ad Andrea Agnelli) utilizzando continuamente il termine tradimento che fa riferimento a categorie di rapporti umani, per spiegare decisioni altrui che sono puramente legate a strategie di business (giuste o sbagliate che siano).
La sua inadeguatezza si percepisce in maniera plastica, dalla rivelazione della riforma pensata da lui e Agnelli, respinta anni fa, per toccare l’intera narrazione di una sorta tra il bene e il male in cui lui rappresenta il bene supremo, come se i problemi del calcio europeo non fossero in grossa parte da imputare proprio alla conduzione Uefa da 30 anni a questa parte.
La seconda riflessione sull’Uefa. La federazione europea del calcio continuerà ad esistere a prescindere dalla vicenda Superlega. Non escludo che già oggi ci sia chi stia pensando ad una organizzazione ridotta nei suoi poteri ma pur sempre al centro dell’ecosistema calcistico continentale.
Il futuro degli investimenti nello sport
C’è un interessante punto di vista espresso da Andrew Petcash, fondatore della community di sport business Profluence Sports (a cui anche Fubolitix si ispira), che scrive una newsletter di sport business da una prospettiva statunitense.
Petcash sostiene che il futuro dipende dagli sportivi stessi, che sono sempre più propensi a finanziare iniziative sportive di vario tipo. L’esempio che viene fatto è quello del pickelball (che praticamente sta al tennis come il padel sta allo squash), ma ce ne sono altre dal calcio femminile Usa (con oltre 20 atleti coinvolti nei capitali) alla futura Pro Volleyball Federation (con Joe Burrow, quarterback di Football Americano, tra i fondatori). Ma anche nel Lacrosse, Basket, Hockey e molte altre discipline si registrano queste partecipazioni.
Potremmo, in chiave europea citare l’esempio di Gerard Piqué che sta facendo successo con una lega calcistica di calcio a 7 a supporto di un già affermato canale Twitch. Di questo si è molto parlato a causa della presenza di un calciatore mascherato che in base a quanto rivelato dovrebbe essere un giocatore reale della Liga Spagnola.
Al di là degli aspetti che mischiano sport e spettacolo rimane la realtà dei fatti ovvero il crescente coinvolgimento degli sportivi in iniziative di questo tipo, sia in sport minori che come partecipi di operazioni più ampie giostrate dai fondi di investimento.
Outro
Anche per questa settimana siamo arrivati ai saluti, Fubolitix torna come sempre sabato prossimo alle 9.
Restiamo in contatto!
A presto