[13] Calciomercato, Serie A ai minimi storici
Si è chiusa la finestra più avara di affari per i club italiani, con un esborso mai così basso dalla stagione 2003/04. Intanto la Liga, dopo la SuperLega, dichiara guerra anche alla Premier League.
Stavolta iniziamo da un GRAZIE: questa settimana la newsletter ha toccato e superato i 400 iscritti. Per una newsletter giunta solamente al suo 13esimo numero e nata 3 mesi fa é un risultato incoraggiante.
Grazie di cuore! Mi farebbe piacere sentire il tuo parere su quanto leggi ogni settimana. Suggerimenti, critiche, consigli: fallo nei commenti.
Naturalmente puoi anche sostenermi (per ora) condividendo questo numero con chi pensi possa essere interessato, o sulle tue pagine social.
Il mese di febbraio iniziato da qualche giorno segna l’ingresso di Apple Tv nel mondo dei diritti tv del calcio, attraverso l’avvio dell’accordo decennale con la Major League Soccer americana.
In questi giorni sono stati resi noti i prezzi dell’abbonamento alla piattaforma di Apple e personalmente mi aspetto molto da questa produzione, soprattutto dal punto di vista dello storytelling che va al di là delle pure dirette delle partite di MLS.
I prezzi sono interessanti: 14.99 dollari al mese o 99 all’anno (-45%), oppure 12.99 se siete già iscritti a Apple Tv e 79 all’anno (-50%). Condivisibili fino a 6 account “famiglia”. I maxisconti sono attrattivi ma vanno considerati i 2 mesi e mezzo di stop, parliamo comunque di un -30 sul pacchetto più caro e 36% per chi ha già Apple tv.
I primi segnali sono incoraggianti.
Per la prima volta una lega calcistica sarà visibile su una unica piattaforma a livello mondiale.
Non sono tra quelli che immaginano una MLS dominante nello scenario calcistico mondiale nell’immediato futuro, e onestamente nemmeno nel lungo periodo.
Penso, tuttavia, che dallo sport USA ci sia molto da imparare sia in termini economici (sostenibilità, creazione di valore) che sportivi (competitività e alternanza al vertice).
Basti pensare, tra le altre cose, che una recente valutazione di Forbes attribuisce tra gli altri ai Los Angeles FC una valutazione di un miliardo, che é sostanzialmente quello che valgono Milan e Inter in Serie A.
A dimostrazione che il sistema entro il quale un club opera, unito alla progettualità di lungo periodo fanno sempre la differenza.
Molti dei temi della newsletter di questa settimana ci riporteranno qui: all’idea dello sport Usa come ad un modello a cui, inevitabilmente, si deve guardare se si vuol migliorare il funzionamento dei nostri sistemi in Europa.
Calciomercato: il bilancio di Serie A
Una settimana fa citavo la vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo la Juve tra le cause che hanno frenato molto gli investimenti dei club italiani sul mercato.
A chiusura del calciomercato di gennaio sono arrivati i numeri: l‘esborso economico del nostro campionato è stato di soli 31,22 milioni di euro (secondo i dati di Transfermarkt), mai così basso dalla stagione 2003/04 quando era stato di 29,82.
Ora, non sono tra quelli che considerano il ricorso al mercato un bene in assoluto, ma pare evidente che un tale sgonfiamento delle spese non sia effetto di una strategia consapevole ma più di una sorta di panico generalizzato dovuto a varie concause.
Ne cito tre su tutte: la già menzionata paura di sanzioni in misura simile a quanto toccato alla Juventus, il campionato di fatto deciso a favore del Napoli e sostanzialmente indirizzato anche in coda, i conti sicuramente non brillanti (ma non poi cosí tanto peggiori da quanto registrato in passato).
L’improvvisa austerità, quindi, appare come non voluta dai club di casa nostra e lascia presagire l’ingresso in un ciclo di vera e propria recessione di cui al momento é difficile delineare contorni e portata generale.
Su questo tema, in particolare, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate? Come mai a vostro giudizio i club di Serie A sono arrivati a questo punto? C’é solo la malagestione?
Ancora sulla Juve
Credo meriti una lettura l’articolo di Fabrizio Bava, professore ordinario in Economia aziendale nel Dipartimento di Management dell’Università degli studi di Torino, che analizza la sentenza che ha portato ai 15 punti di penalizzazione della Juventus da un punto di vista decisamente originale e profondo.
Qui trovate l’articolo, dal quale riporto - prima di lasciarvi alla lettura completa - quello che per me è il passaggio chiave: l’amministratore delegato di una SpA in perdita (persino quotata in Borsa) ha il dover di perseguire politiche (legali) di massimizzazione del risultato. Nell’ambito delle squadre di calcio i ricavi da plusvalenze sono da considerare di natura ordinaria. È infatti attività ordinaria in tale business l’acquisto e la cessione dei calciatori, esattamente come lo è per un’impresa manifatturiera sostituire i macchinari. In situazioni di squilibrio economico, laddove il budget stimi perdite di gestione (e si badi bene, il bilancio con le maggiori plusvalenze è quello del Covid), per contenere le perdite, non essendo sufficienti le altre tipologie di ricavi (diritti televisivi, stadio, merchandising, ecc.), l’unica leva attivabile è quella delle plusvalenze.
Tebas contro la Premier League
Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha definito “economicamente dopati” i club di Premier League, parlando a chiusura del mercato di gennaio che ha visto gli inglesi protagonisti assoluti del mercato del pallone.
I dati sono noti e li ha ben sintetizzati Football Benchmark in questo grafico.
Nella sessione di calciomercato di gennaio il Chelsea (330 milioni spesi) ha investito più di Serie A, Liga, Bundesliga e Ligue 1 aggregate (260 milioni di euro).
Ma andiamo un passo oltre. Al di là di quello che si può pensare su Tebas, non nuovo a queste uscite e sempre pronto a puntare il dito contro le altre leghe calcistiche europee, le sue parole vanno analizzate con attenzione.
Ci viene in aiuto una analisi di OTP, un sito danese specializzato in sport business e data analysis che evidenzia come in effetti i club di Premier League abbiano avuto sí un fatturato di 5,3 miliardi di sterline al 30 giugno 2022, ma anche perdite aggregate per 530 milioni di sterline.
Si può anche al contempo notare che tale perdita è dimezzata rispetto a quella realizzata nell’esercizio maggiormete impattato dalla pandemia da Covid-19, che ha fatto seguito ad un quadriennio in cui i club avevano ottenuto utili importanti come dimostra il grafico qui sotto.
I puri numeri, insomma, vanno contestualizzati, e non vi é dubbio che le spese dei club inglesi siano tutt’altro che folli, pienamente spiegabili sul piano economico strategico e tutt’al più da considerarsi come investimenti in vista di una valorizzazione dei club che - non bisogna mai dimenticarselo - hanno l’esigenza vitale di rimanere in Premier League per poter mantenere il loro valore nel tempo.
L’accusa di Javier Tebas, pur se non campata in aria, sconta quindi un difetto di corto respiro che porta ad una strumentalità abbastanza evidente (che peraltro caratterizza le frequenti uscite del presidente della Liga quando si parla d’altri) e va quindi contestualizzata in una logica di lungo periodo.
Non tutto è oro ciò che è Disney
Una storia in qualche modo legata a quanto detto finora.
Questa settimana Huddle Up - una newsletter di sport business a cura di Joe Pompliano - ha pubblicato l’interessante storia degli investimenti del gruppo Disney nello sport americano degli anni 90, facendo notare come il gruppo di fatto abbia perso circa 100 milioni di dollari.
Pompliano parte dalla constatazione di come gli stessi club oggi abbiano moltiplicato anche di 30 volte il loro valore complessivo e sottolinea quello che é di fatto il dilemma dell’investitore nel mondo dello sport: “meglio perdere partite o perdere soldi”?
Dietro questo interrogativo sta una constatazione: l’investimento sportivo ha sue caratteristiche peculiari ed é in grado di produrre risultati nel lungo periodo molto più dal punto di vista patrimoniale (moltiplicando il valore di vendita di un club) che sotto quello della pura redditività (overo garantendo utili annuali), ingenerando cosí un conflitto strisciante tra parte manageriale (che vorrebbe poter pianificare a lungo periodo) e shareholders (ovvero gli azionisti, che esigono remunerazione del loro capitale attraverso dividendi ogni anno, o quasi).
Una interessante considerazione soprattutto in un momento in cui, a livello calcistico, sembra prepararsi una nuova generazione di proprietari. Dopo il Chelsea anche Liverpool, Manchester United e Tottenham sono in vendita in tutto o in parte, e la Premier League potrebbe assistere nei prossimi mesi ad una rivoluzione significativa.
777 Partners investe ancora
Il momento di investire in startup sportive
Nel mese di gennaio dagli USA sono arrivate notizie che descrivono un momento particolarmente attivo per gli investitori che guardano al mondo sportivo.
Interessante la riflessione di Andrew Petcash dalla sua newsletter settimanale Profluence Sport: L'inflazione fa schifo e siamo in recessione, ma in genere è il momento migliore per costruire un'azienda. Durante una recessione, c'è meno concorrenza, più creatività e persone motivate che cercano di iniziare qualcosa di nuovo.
Secondo Petcash, insomma, lo sport può essere un settore interessante in cui investire oggi perché “a prova di recessione”. Un argomento che in qualche modo ci riporta a quanto detto sopra a proposito di Disney e dei club inglesi, un modo originale di vedere allo sport come industria in cui investire nel lungo termine.
Il senso dello scouting nel calcio
Su The Athletic, John Muller - che si occupa di sports data analysis - racconta come i metodi tradizionali di scouting nel mondo del calcio possano considerarsi sostanzialmente fallimentari.
Il sito web The Ringer - scrive Muller - ha analizzato 13.000 segnalazioni di giocatori dilettanti di un club della Major League (baseball) ed ha rilevato che, nel complesso, le vecchie valutazioni del potenziale degli scout erano "solo un po’ migliori ai fini della capacità predittiva rispetto al lancio di freccette su un tabellone con l’elenco dei giocatori" .
Negli ultimi anni, non solo perché hanno visto o letto Moneyball, le squadre di baseball hanno rivisto il loro reclutamento per rendere lo scouting più rigoroso e meglio integrato con i dipartimenti di analisi dei dati in crescita.
Conosciamoci meglio
Se hai votato “altro” puoi aggiungere nei commenti la tua squadra del cuore ed una breve motivazione :) io ad esempio direi Brescia, per ovvie ragioni di nascita.
Si può vivere senza calcio
Qualche mese fa sul mio canale Youtube avevo analizzato una intervista del direttore di Sky Sport, Federico Ferri, che faceva capire come - una volta passata la paura per la perdita dei diritti tv della Serie A - Sky sia riuscita al momento a riequilibrarsi scoprendo - diceva sostanzialmente Ferri - che si può sopravvivere anche senza calcio.
Il tema è tornato d’attualità con la pubblicazione dei dati relativi agli abbonati che confermano come Sky sia ormai una piattaforma matura con una base di utenti consolidata e non più cosí dipendente dal calcio come in passato.
Il nuovo libro di Sandro Modeo sul Tennis
Sandro Modeo é stato l’autore de L’alieno Mourinho, un libro che sta sempre tra i miei consigli di lettura in materia calcistica. Vado quindi in fiducia dicendo che il suo nuovo libro I tre. Federer, Nadal, Djokovic e il futuro del tennis finirà presto nella mia libreria.
Del resto sullo sport in generale e sul tennis in particolare la casa editrice 66thand2nd é da anni una garanzia assoluta.
Outro
Una settimana fa é morto l’ex presidente Figc Carlo Tavecchio. Ne ho scritto qui cercando di compilare un quadro abbastanza esauriente di una figura politica cosí complessa e - per usare un eufemismo - contraddittoria, del nostro calcio.
Anche per questa settimana siamo al capolinea, ci sentiamo tra sette giorni. Rimaniamo in contatto! A presto
In questo momento non investire è segno di saggezza: i club hanno già un valore economico (giocatori e ingaggi) più elevato di quello che saranno i possibili ricavi, a meno di riuscire per es. a fare strada in Champions League per più anni di fila. Hanno visto il disastro della Juve che avendo capito l'impossibilità di uscirne ha proposto un altro modo di distribuire i soldi (Superlega) e ora tutti prima di muoversi vogliono vedere come va a finire la Juve coi processi e la Superlega. Poi, probabilmente recessione per 5-10 anni
Werder Bremen 💚