[40] Il connubio tra sport e intelligenza artificiale
Il 2023 è stato l'anno in cui l'AI ha fatto la sua comparsa nel dibattito mainstream. Analisi dati e tattica, scouting e giornalismo: lo sport non poteva essere estraneo a queste e molte altre novità
Berlino, 9 dicembre 2023
La newsletter di questa settimana è piuttosto lunga, ma densa di cose che volevo raccontarvi. Mettetevi quindi comodi e cominciamo…
A me i bilanci di fine anno sono sempre piaciuti. Nel bene e nel male.
Se l’anno è stato positivo, ti lasciano lieti ricordi che ti danno la spinta a continuare.
Se è stato negativo, puoi prendere fiato e intravedere - anche in quello che, in fondo, è un evento irrilevante che chiude solo convenzionalmente un ciclo - un segno di svolta.
Mi piacciono anche i buoni propositi per l’anno nuovo. E devo dire che sono piuttosto bravo a seguirli: che siano letture, ascolti, visioni.
Un esempio?
Un anno fa mi ero imposto più riflessione, letture più significative, meno tempo perso. Il 2023 si chiude con un allontanamento ragionato dai social, una migliore organizzazione dei contenuti che ricevo ed una condivisione settimanale con voi che mi dà grande soddisfazione, oltre ad una selezione in divenire di contenuti a pagamento in base ad un budget da me programmato e dedicato agli stessi.
Ed ho ascoltato più podcast su Blinkist, una app (a pagamento) che consiglio a tutti perché permette di avere dei riassunti di libri che nella peggiore delle ipotesi vi lasceranno qualche nozione in più su temi interessanti e nella migliore vi stimoleranno a nuove letture.
È l’economia dell’attenzione, direbbe il mio amico Ivan Ortenzi, che periodicamente mi invita - con mia grande soddisfazione - a parlare ai suoi studenti del Master in Sport Business de Il Sole 24 Ore. Ed è gratificante potersi sentire in controllo della propria attenzione, in questo mondo di social succhiatempo rumorosi.
Missione compiuta, quindi.
Questo rapporto con la fine dell’anno vale anche, direi soprattutto, quando lavorando nello sport sei più portato a ragionare in termini di stagioni: la vita si svolge da giugno a giugno, con i vari eventi mensili extracalcistici a scandire il calendario sportivo ed economico finanziario dello sport mondiale.
Dicembre - in particolare l’ultima decade del mese - in fondo è solo la pausa tra il primo e il secondo tempo, ma l’idea di poter tornare subito in campo e arrotondare il risultato o tentare la rimonta mi dà grande energia.
Gli anni della pandemia furono, in questo senso, quelli del focus sulle mie attività collaterali, in particolare la corrispondenza con Tuttosport, che si era arricchita durante il primo lockdown dell’incarico di coprire anche il calcio tedesco oltre all’inglese.
Non è un caso se poi, sentito finito il ciclo, me ne andai a fine luglio dopo il successo della nazionale agli europei.
Il 2022 fu quello di una nuova avventura, di cui ho parlato anche in questa newsletter: scrivere il terzo numero del Commentario di Officina Strategia, Percorsi, uscendo dal seminato puramente calcistico e sporteconomico.
Focalizzarmi su quel che avevo mi aiutò a non perdermi durante il lockdown: i primi tre mesi li passai letteralmente da solo, a Schöneberg, trasferitomi dopo la fine di una storia di 7 anni, in un appartamento di 50 metri e in una città di cui non parlavo la lingua.
E credo sia stato un segno del destino se proprio a fine giugno di quell’anno cambiai subito trasferendomi nell’appartamento di Prenzlauerberg che poi è stata casa mia fino a gennaio di quest’anno.
Muovermi verso nuovi stimoli è stata la catapulta del 2022, e credo di dovere anche a quell’esperienza la partenza collaterale di questo progetto, Fubolitix, che prese il via in diverse riprese proprio nel 2022 e nel 2023 ha avuto ulteriori sviluppi, una pausa estiva e la ripresa (con notevole soddisfazione) autunnale accompagnata dal lancio di giovanniarmanini.com.
Il 2024 sarà l’anno della formazione. Sento il bisogno di acquisire nuove competenze, skills, come dicono quelli bravi.
Mi dedicherò a studiare i numeri, nel calcio, nell’editoria, nel mondo che mi circonda. Ho chiesto ad un amico che di dati si occupa da una vita (prima a Manchester e poi in Italia) di suggerirmi un percorso ragionato, che seguirò.
Ho già iniziato in questi giorni con un corso - di cui parlo più avanti in questa newsletter -, dedicato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nello scouting calcistico.
E naturalmente ci saranno i corsi dell’Ordine dei Giornalisti, che sono per me un tradizionale momento di fine anno (non una corsa dell’ultimo minuto), con focus quest’anno su AI (ancora) e fake news.
C’è un comune denominatore a tutti questi passaggi.
Ed è il RACCONTO.
Anni fa partecipai alla Meanight un evento di Officina Strategia in cui a diversi relatori, tra cui io, veniva chiesto a cosa associassero la parola “felicità”. La mia risposta fu:
felicità è avere sempre una nuova storia da raccontare
Ne sono ancora intimamente, profondamente, convinto. È per questo che sono qui ogni settimana: perché ogni esperienza significativa, nella mia vita, nel mio modo di vivere, ha senso se merita di essere raccontata e condivisa.
Perchè se siete giornalisti per davvero lo siete anche (e soprattutto) nel giorno di riposo. Quando vi capitano le storie più belle e indimenticabili.
Buona lettura
Giovanni
Postilla di dicembre
Venerdi scorso è uscita l’ultima Postilla del 2023, la newsletter che curo per Officinastrategia.it e che trovate qui. Si parla come sempre di aziende e lavoro. Tra le cose più interessanti della settimana alcuni suggerimenti di ascolto e lettura per chi vuole creare una community tematica, ma anche due libri per interpretare l’Italia ai giorni nostri.
Questa settimana
1. Nato morto
Il regolamento della FIFA, che tra le altre cose riordina il tema delle commissioni agli agenti di calciatori, ha subito un’altra sconfitta da parte di un tribunale inglese dopo che lo stesso era già accaduto in Germania (giovanniarmanini.com).
2. Nessi casuali
Se vi piace il tennis non potete perdervi Warning, la newsletter di Ubitennis (il sito di Ubaldo Scanagatta) scritta da Claudio Giuliani. E con colpevole ritardo vi segnalo quanto il nostro ha scritto dopo il trionfo italiano in Coppa Davis, riportando il passaggio secondo me essenziale:
Jannik Sinner ha vinto la Coppa Davis da solo.
Che classe, veramente. Noi siamo praticamente neutrali, ma veramente proviamo ammirazione per la signorilità di questo ragazzo che, per diventare forte quanto lo è oggi, a settembre decise di allenarsi invece di giocare contro Diallo e Galernau scatenando campagne giornalistiche al limite della diffamazione, tanto negli articoli che leggevamo su di lui mancavano solo frasi tipo “Sinner che non difenderà i sacri confini di Bologna dalla poderosa avanzata della terribile armata canadese che ci sta bombardando con le foglie d'acero, ricordiamo inoltre che ad oggi Jannik non ha ancora preso le distanze da Hamas”.
Sinner era invece consapevole che una squadra che ambisse a vincere il “campionato del mondo a squadre di tennis” doveva comunque avere giocatori in grado di farcela. Tanto è vero che l’Italia ce la fece.
L’analisi di Warning ha un punto chiave: abbiamo vinto perchè abbiamo Sinner. Il che mi pare innegabile. Come innegabile è che Sinner ad un certo punto ha iniziato a crescere perché ha fatto di testa sua.
Il Sole 24 Ore invece ha dedicato una approfondita analisi alla crescita del movimento in Italia. Scrive Marco Bellinazzo:
Gli investimenti negli ultimi due decenni nelle strutture e nei grandi eventi hanno portato il tennis italiano a un successo sportivo ed economico senza precedenti. Il giro d’affari della Federtennis è aumentato del 900%, i tesserati sono passati da 140mila a oltre 600mila e le Atp Finals di Torino hanno avuto un impatto economico sul territorio superiore ai 230 milioni di euro.
Lo stesso Bellinazzo esordisce trionfale: il successo del tennis italiano non è casuale.
Il che probabilmente è vero, perché i progressi sono lì da vedere, ma se poi non trovi il Sinner di turno che trascina la squadra la Coppa Davis non la vinci.
Permettetemi quindi un certo scetticismo in questa narrazione che piace tanto al giornalismo sportivo italiano: attribuire modelli vincenti a nessi casuali e confini sottili come quelli che corrono tra la vittoria e la sconfitta.
E questo non perchè non sia vero che il lavoro sia stato fatto bene, ma perché per me nello sport parlare di un percorso solo per la vittoria e non per il miglioramento mi pare limitativo. La bontà del miglioramento andrebbe apprezzata sempre - anzi, soprattutto - a prescindere dalla perfezione della vittoria.
3. Viva Bologna
Qualcosa di simile a quanto descritto sopra lo troviamo in questo articolo di Domani (scritto da un bravo collega come Giorgio Burreddu, che sentivo spesso ai tempi in cui scrivevamo di calcio dilettantistico tra Brescia e Bergamo) molto ben fatto, informato e dettagliato su Bologna, ma imperniato sul nesso - a mio giudizio inesistente - tra la crescita del Bologna e quella della sua bellissima città.
Io, sia chiaro, Bologna la amo (nonostante l’organizzazione delle finali di Nations League di volley nel 2022, roba da terzo mondo sportivo), ma credo che puoi anche fare bene i compiti a casa, ma se poi non trovi il Giovanni “Sinner” Sartori di turno continui ad arrancare nella parte destra della classifica.
4. La storia a un passo
Giorgio Chiellini ha collezionato solo 18 presenze e 4 subentri nelle 52 partite (un record) disputate dalla sua squadra, Los Angeles FC, quest’anno. Ma il club è approdato comunque alla finale di MLS Cup vincendo per il secondo anno di fila la Western Conference. La squadra può ora diventare la seconda in MLS a vincere il campionato per due anni consecutivi, proprio nella stagione in cui ha tagliato importanti traguardi economici (giovanniarmanini.com).
5. Community o broadcaster?
Cronache di spogliatoio, community online fondata da Giulio Incagli, che basa la sua notorietà sul traffico generato principalmente su Instagram e Youtube, trasmetterà semifinali e finali del Mondiale per Club FIFA che vede il Manchester City come favorita d’obbligo. Dopo l’esperienza di quest’estate la community calcistica più grande d’Italia ha compiuto un ulteriore passo nell’acquisizione di diritti tv (Calcio e Finanza).
6. I diritti tv di Premier League
Crescita del 4% rispetto all'accordo precedente. Incremento atteso ora anche dal mercato internazionale. Si consolidano le piattaforme esistenti (Sky e TNT), fuori Amazon, resta sulla porta DAZN. La mia analisi su giovanniarmanini.com
7. Premier league vendesi (ancora)
Anche il Brentford secondo quanto scrive Bloomberg è stato messo in vendita dal suo proprietario Matthew Bentham, di cui avevo raccontato la storia qui.
Su giovanniarmanini.com ho analizzato la situazione provando a spiegare come mai tutti i club londinesi tranne Arsenal e Fulham, sono o sono stati da poco interessati a movimenti di capitale. La ragione ha a che fare con la Superlega e le leghe aperte. Nonostante i ricchi ricavi che i club si garantiscono in Premier (ma non in Championship).
L’intelligenza artificiale nello sport
Dal mondo della tecnologia periodicamente emergono nuovi trend, che fanno riferimento ad altrettante narrazioni, che occupano spazi del dibattito specialistico ma soprattutto mainstream.
Accade da almeno 30 anni, sin dall’inizio dell’era Internet quando la narrazione sulla “new economy” finì con la bolla di inizio anni 2000.
Ricordo gli entusiasmi per Second Life o quelli più recenti e ricorrenti per le cryptovalute, gli NFT. Ognuno, ne sono certo, ricorda almeno una delle tante bolle degli ultimi anni.
Vale oggi anche per l’intelligenza artificiale (AI)? In parte. Con alcuni distinguo.
Iniziamo a isolare ad esempio la narrazione mainstream dirompente, entusiastica ed acritica, e la realtà sotterranea che si muove nei suoi tempi, modi e luoghi.
L’AI come tutte queste novità porta rischi ed opportunità che emergeranno quando i tempi (non ci è dato saperlo) saranno maturi. L’importante è distinuguere (e saper distinguere) come sempre realtà e narrazione.
Nulla emerge secondo un disegno preordinato.
Così come la bolla del 2000 fece da preludio al mondo dei social network ed alla sharing economy (Airbnb, Spotify…) in cui oggi siamo immersi senza accorgerne, allo stesso tempo mi aspetto che l’AI faccia passi in tempi e modi che difficilmente potremo pianificare.
Del resto non pianificammo che nel 2006 un giochino di voyeurismo universitario diventasse la più grande rete sociale del mondo, o che poco dopo un sito di microblogging si trasformasse in un potente strumento di instant journalism finito poi in mani sbagliate.
Insomma, il presente è ciò che è accaduto mentre raccontavamo come sarebbe stato il futuro, in genere a nostra insaputa.
Fatta questa doverosa premessa: l’AI ha il potenziale per essere qualcosa di simile e di superiore a quegli altri fenomeni che abbiamo visto evolversi negli ultimi 20 anni.
Secondo l’Independent, ad esempio, l’AI potrebbe arbitrare una partita di calcio, fra 30 anni. Il che vale quel che vale, e ad oggi desta più interesse per capire quel che bolle in pentola piuttosto che capire se quella previsione poi si realizzerà veramente.
Ma di certo può essere qualcosa di dirompente, in grado di far vacillare anche il filosofo francese Jean Baudrillard (una rilettura de “Il delitto perfetto, la televisione ha ucciso la realtà?” è sempre doverosa in questi casi) che già in epoca pre-Internet si poneva il problema del rapporto tra la realtà in sé e quella che ci viene raccontata.
AI e sport
Come in tutti i fenomeni di questo tenore, lo sport avrà un suo ruolo.
I rischi.
Sports Illustrated é una celebre rivista americana che da tempo è in crisi. Paragonabile - con le dovute distanze - alla progressiva perdita di rilevanza del Guerin Sportivo in Italia, un settimanale, poi mensile, che una volta dettava l’agenda e il vocabolario del dibattito calcistico, e che oggi non produce un contenuto rilevante e dibattuto nemmeno per sbaglio.
Una grande firma di SI fu Grant Wahl, il giornalista morto durante Qatar 2022 (proprio un anno fa, il 10 dicembre), pioniere del calcio USA che una volta raggiunta rilevante notorietà preferì concentrarsi sulla sua pagina Substack più che sul vecchio SI. Dimostrando come dicevo una settimana fa che per fare il giornalismo serve più testa che testata, e che molti giornalisti oggi in virtù della loro credibilità possono fare da soli.
Ebbene, il sindacato interno a SI accusa ora l’azienda di aver utilizzato l’intelligenza artificiale per sviluppare contenuti e profili finti di scrittori.
Un rapporto di Futurism afferma che SI attribuisce abitualmente la scrittura di articoli ad autori che non esistono e utilizza immagini generate dall’intelligenza artificiale per dare a questi falsi autori una presenza visiva. La storia suggerisce fortemente che SI potrebbe aver persino utilizzato l’intelligenza artificiale per generare articoli.
SI in parte respinge le accuse pur riconoscendo che i contenuti creati da AdVon Commerce (un service esterno) utilizzavano pseudonimi e per questo la partnership è stata ora interrotta.
Il caso ha creato stress sulla proprietà. Per molti anni marchio di punta della ex Time Inc., SI esiste ora con una struttura proprietaria e operativa a più livelli. Le azioni del gruppo Arena (che oltre a SI controlla anche The Hockey News e Athlon Sports) hanno chiuso martedì in ribasso del 27%, poiché gli investitori erano chiaramente allarmati dalle affermazioni. Il titolo è crollato dell’80% dall’inizio dell’anno.
Ad essere onesti (racconta Joe Pompiano nella sua newsletter Huddle Up), i contenuti generati dall’intelligenza artificiale non sono necessariamente nuovi. Altre organizzazioni mediatiche come Associated Press (AP), Buzzfeed e Gannett Newspapers lo fanno da anni. Ma la grande differenza è che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale hanno sempre un disclaimer. Dichiarano, in altre parole, di esserlo. Così come si dovrebbe ad esempio fare con quelli pubblicitari.
Gli scenari.
Ad un anno dal lancio di Open AI (Chat GPT) che ha imposto l’AI all’attenzione dei media mainstream, e con note turbolenze interne all’azienda (qui e qui due approfondimenti), l’intelligenza artificiale si appresta a entrare nel 2024 con molte incognite di breve periodo ma un futuro di lungo percorso che appare segnato come inevitabile.
Ho un’intima convinzione: dell’AI si è enfatizzato soprattutto l’aspetto legato alla generazione di contenuti e non quello che secondo me sarà il vero effetto rivoluzionario soprattutto nel giornalismo: il fact checking.
Continuo a pensare che la capacità di empatia e scenario di un autore abbia un ruolo preponderante, mentre piuttosto l’AI sarà uno strumento di insostituibile velocità quando si tratterà di validare e aggregare dati utili a sostenere un contenuto originale e certificarne la veridicità.
Nel frattempo - soprattutto in quella terra di mezzo tra lo sport praticato e quello raccontato - mi pare cresca sempre di più un mondo ibrido, dove i contenuti degli addetti ai lavori si intersecano con quelli degli osservatori giornalistici.
Ne ho avuto prova partecipando martedi 5 dicembre scorso al corso di David Sumpter (l’autore de “La matematica del gol” uno dei miei libri di riferimento in materia) dedicato allo Scouting attraverso l’intelligenza artificiale, con la presentazione di una applicazione che permette di profilare calciatori attraverso una intelligenza artificiale capace di raccontarli attraverso i dati.
Raccontare il calcio attraverso i numeri, in fondo, è qualcosa che nel mio piccolo cerco di fare sin dal 2000, quando ebbi la mia prima indimenticabile esperienza lavorativa alla Digitalsoccer, ora Panini Digital.
Cose che ho imparato sull’AI ascoltando Sumpter.
al centro di tutto sta il Language Model, ovvero il modello di linguaggio che permette al cervello artificiale di selezionare le informazioni.
l’altro passaggio chiave è la generazione di un Prompt, ovvero la capacità di formulare la giusta richiesta, con il giusto numero di dettagli, per ottenere una risposta affidabile
l’AI rispetto all’intelligenza naturale ha un grave difetto, ovvero non ha conoscenza fisica, ma solo nozionale, di linguaggio. In altre parole mentre l’uomo impara per esperienza (possiamo banalizzare dicendo che siamo una tabula rasa che poi progressivamente viene riempita di contenuti), l’AI impara per esclusione: viene riempita di parole e dall’associazione di queste trova le risposte.
questi due passaggi sono fondamentali per capire il concetto di “allucinazione” ovvero gli errori dell’AI nel fornire risposte. Un problema non risolvibile nel breve se non tornando al secondo punto, ovvero fare domande corrette e comprensibili.
La necessità a cui l’azienda di Sumpter (Twelve) prova a rispondere è quella di spiegare a parole un calciatore anziché con grafici e numeri che possono risultare di non immediata comprensione.
Una data analysis riportata alla dialettica quotidiana insomma.
Ovvero quello che normalmente fa un normale osservatore.
La cosa interessante non è tanto il processo, a mio giudizio, ma la risposta, che può essere personalizzata in base alle esigenze (giornalistiche o di scouting ad esempio). Perché quello che l’AI al momento ci può dire
Una nuova release - che secondo me sarà davvero interessante - nei prossimi giorni permetterà invece di contestualizzare un giocatore in un campionato in cui non ha mai giocato.
E questo è un grande salto di qualità proprio perché non avendo la AI una conoscenza fisica, di contesto, ma solo monodirezionale e linguistica, questa capacità acquisita permetterà non solo di creare un contenuto basato sull’esperienza ma anche di creare uno scenario, ovvero un ambiente ipotetico, quello in cui il nuovo giocatore si inserisce andando nella nuova squadra in una nuova lega.
Immaginatela in fase di mercato: come giocherà Matic alla Roma? Io lo feci qui in un video. L’AI permette di farlo con più velocità (e forse accuratezza).
Come ogni processo che è in fase iniziale, a mio giudizio, in questo momento il punto non è tanto quello di enfatizzare acriticamente tutto quello che arriva o di criticarlo per partito preso, ma di immaginare scenari, ambiti applicativi, perché in fondo dietro all’AI ci sono soprattutto uomini che questa AI la pensano e mettono in campo.
Sul tema consiglio anche la lettura di due episodi della newsletter Substack “Calcio Analytics” scritti dal Ceo di Soccerment, Aldo Comi (il primo qui, ma anche il secondo che dedica ampio spazio all’attenzione della stampa sportiva al tema) sui sette modi in cui l'AI avrà un impatto importante sui club calcistici, dentro e fuori dal campo.
Nel dettaglio i 7 ambiti sono: scouting, match analysis, personalizzazione di tutti gli aspetti della preparazione di un atleta, arbitraggio, ticketing, fan engagement, virtualizzazione delle carriere.
Soccerment peraltro ha creato a sua volta Aida | xvalue che si basa sostanzialmente sugli stessi presupposti di quanto detto prima a proposito del lavoro di Sumpter.
Ed un altro tool interessante in tema di Scouting e AI lo trovate qui.
In entrambi i casi la registrazione è richiesta.
Outro
E anche per questa settimana siamo arrivati al termine.
Vi ricordo che qualsiasi vostro feedback - o suggerimento di contenuti da trattare - è sempre molto ben accetto.
Noi ci sentiamo la settimana prossima, ma anche quotidianamente, con i contenuti che - come avrete certamente notato - stanno arricchendo di giorno in giorno giovanniarmanini.com.
A presto!
G