[48] Perché la Premier League non ha punito il ManCity?
Analisi della decurtazione di 10 punti inflitta all'Everton e differenze con il caso dei Blue Mooners, per capire quando arriverà il giudizio e perché i tempi sono così diversi.
Berlino, 24 febbraio 2024
Sabato scorso come molti italiani mi sono goduto la finale del mondiale di pallanuoto, persa dai nostri ai rigori, che ha portato in bacheca il secondo argento in 3 edizioni disputate dal 2022 ad oggi.
La finale mondiale di Pallanuoto Maschile: Italia-Croazia ha raccolto 492.000 spettatori con il 4.8% (primo tempo a 396.000 e il 3.7%, secondo tempo a 565.000 e il 5.8%, rigori a 689.000 e il 7.3%).
L’amaro in bocca a fine gara è stato mitigato da un fatto: a partire dal 2023 il torneo è diventato a cadenza annuale, sostituendo la World League che è, invece, stata soppressa e di cui eredita il regolamento ed il meccanismo di qualificazione.
Ciò mi ha portato a riflettere su come una organizzazione di questo tipo, di fatto, svaluti il titolo di campione del mondo, inflazionandolo.
Vincere il titolo iridato, per un pallanuotista, non è più il sogno di una vita. Ogni anno ci sarà un’opportunità. Mal che vada ci si riprova l’anno prossimo.
La cadenza biennale non avrebbe cambiato la sostanza di questo concetto.
Succederà, tra l’altro, nella pallavolo, Mondiale ogni due anni dal 2025.
Finora invece il calcio ha scampato il rischio. La FIFA voleva, ricorderete, il mondiale ogni due anni, ma non è riuscita a imporlo.
Mi è tornata alla mente una nota gag televisiva degli anni 90. Quella in cui Vittorio Sgarbi risponde a una boutade populista di Pasquale Squitieri (regista e politico, morto nel 2017) con un Maurizio Mosca d’annata in una delle sue più famose performance.
In quell’occasione in realtà Sgarbi dice una grandissima verità, che vale la pena di riportare qui.
Un calciatore produce un’emozione che è identica a quella di un artista e nessuno si stupisce che Picasso sia miliardario.
Sorvolando sul resto, che era puro teatro dell’assurdo, il concetto espresso da Sgarbi può essere ripetuto e proporzionato per qualsiasi sport.
E dentro quel concetto sta, per una ragione di valore sportivo, prima ancora che economico, quello di scarsità.
I mondiali di calcio sono epica perché sono l’occasione di una vita. Perché quelle emozioni le vivi ogni 4 anni, non ogni estate.
Basti dire che esistono solo 8 calciatori che hanno partecipato a 5 edizioni del mondiale.
Lionel Messi - Argentina (2006, 2010, 2014, 2018, 2022)
Lothar Matthäus - Germania Ovest e Germania (1982, 1986, 1990, 1994 e 1998)
Cristiano Ronaldo - Portogallo (2006, 2010, 2014, 2018, 2022)
Rafael Marquez - Messico (2002, 2006, 2010, 2014, 2018)
Gigi Buffon - Italia (1998, 2002, 2006, 2010, 2014)
Andres Guardado - Messico (2006, 2010, 2014, 2018, 2022)
Antonio Carbajal - Messico (1950, 1954, 1958, 1962, 1966)
Guillermo Ochoa - Messico (2006, 2010, 2014, 2018, 2022)
Per estensione il concetto si può ulteriormente allargare alla popolarità del calcio, che è tale anche perché si tratta di un gioco di grandi numeri ma di eventi rari, i gol, che si prestano per quell’eccezionalità che sta nella loro stessa natura ad essere memorabili ed iconici.
Qui potremmo riprendere Maurizione nostro quando diceva, ridendo sotto i baffi:
Della pallacanestro mi piacciono gli ultimi 5 minuti perché il resto non esiste, cosa vuol dire 118 a 112? Chi se ne frega!
Noi ci possiamo scherzare fin che vogliamo, ma poi l’NBA commercializza un tipo di abbonamento che ti dà accesso solo all’ultimo quarto…
Io credo, tornando al tema, che oggi sia compito di tutti coloro che amano lo sport difenderlo dagli attacchi dei burocrati federali che vogliono svuotare il senso delle grandi manifestazioni iridate (e non solo), in nome del loro personalissimo business personale, che non ha alcuna attinenza con una produzione di valore che, per sua natura, è in gran parte fatta di eccezionalità e scarsità.
Buona lettura e ben ritrovati su Fubolitix.
Giovanni
Questa settimana
1. Italiano d’Australia
Il 2024 non è solo l’anno di Jannick Sinner vincitore dell’Australian Open. C’è anche l’interessante storia di Andrea Melisi, tennista partito per insegnare in Australia ed attualmente al numero 5 del ranking di padel in Asia-Oceania.
L’exploit di Melisi è l’occasione per ricordare come negli ultimi due anni, l’Italia ha investito 77,6 milioni di euro nel padel. Solo la Svezia ha fatto di più. Anche dal punto di vista economico, infatti, il padel è un successo. Secondo un rapporto di Banca Ifis, nel 2022 il giro d’affari ha sfiorato i 700 milioni di euro.
2. Il monte stipendi in Serie A dopo il mercato di Gennaio
Sky ha publicato il monte stipendi di Serie A dopo il mercato di Gennaio che conferma come il calciomercato di inizio anno sia, in queste ultime stagioni, un meccanismo di correzione dei conti al ribasso più che di rilancio in vista di obiettivi sportivi da centrare a fine stagione. È una tendenza in atto da almeno tre anni di cui va tenuto conto.
3. Più forte del brand
Viviamo in un’epoca di individualismo marcato, soprattutto nello sport e non solo negli sport individuali. Non stupiscono quindi le numerose cause tra gli atleti e le case di abbigliamento che spesso decidono di dedicare loro specifici brand. In settimana si è diffusa tuttavia la notizia che in seguito all’addio a Nike, Tiger Woods non farà nulla per rivendicare il brand TW che rappresenta un must per molti golfisti e negozi di abbigliamento sportivo.
4. Tutti Bellerin
Una critica al mondiale FIFA 2030 che si svolgerà in 3 continenti, con la fase finale tra Marocco Spagna e Portogallo dopo l’apertura in Sud America, è arrivata dal capitano del Betis Siviglia, ex Arsenal, Hector Bellerin, che ha dichiarato:
Il calcio sta diventando qualcosa di più elitario ogni giorno che passa, e avere il campionato in tre paesi diversi rende più difficile per i tifosi seguire la propria nazionale. Con competizioni diverse, stiamo perdendo un po' dell'essenza di ciò che il calcio veramente è e chi sono le persone che hanno effettivamente reso grande il calcio, ovvero le persone che ci seguono, le persone che ci guardano ogni fine settimana.
Bellerin non ha certo detto qualcosa di nuovo, ma ve lo immaginate un giocatore italiano che critica apertamente un mondiale da giocarsi soprattutto in Italia? Farebbe notizia, o no?
5. Cosa fa la mela
Dopo Vision Pro, Apple ha lanciato in questi giorni Apple Sports, un'app dedicata allo sport che mira a diventare un punto di riferimento per i fan. Cupertino ha l'ambizione di diventare la piattaforma digitale per lo sport, piuttosto che un gigante della trasmissione televisiva. Apple è abituata a fare le cose a modo suo: la partnership con la NFL non si è concretizzata, il Friday night di MLB ha avuto scarsi risultati. La partnership più importante è l’accordo decennale da 2,5 miliardi di dollari con la Major League Soccer (MLS), che nel primo anno ha superato i 2 milioni di iscritti (SBJ). Ora la MLS è stata selezionata per sperimentare nuovi dispositivi come Apple Vision Pro mixed reality. L’impressione è che Apple stia facendo qualcosa che avrà ritorni certi a 5-10 anni. La scelta del calcio non è casuale, l’amore che non sboccia con gli sport tradizionali anche.
6. Bundes-stop
La Lega Calcio Tedesca (DFL) ha abbandonato i piani di introdurre investimenti privati nel settore dei diritti televisivi della Bundesliga. Dell’operazione avevo parlato nelle scorse settimane su giovanniarmanini.com. La decisione è stata presa in seguito a proteste dei tifosi e alle divisioni interne alla DFL e ai club. L'opposizione dei tifosi è stata alimentata dal voto favorevole dell'amministratore delegato del club di seconda divisione Hannover 96, Martin Kind, nonostante il club fosse contraria alla proposta di investimento. Questo ha generato critiche e proteste, poiché sembra andare contro la regola del '50+1', che garantisce ai tifosi il 50% dei diritti di voto nei club di calcio tedeschi.
Dico la mia. Per la seconda volta negli ultimi 3 anni i tifosi condizionano le scelte strategiche di club e leghe. La prima naturalmente fu la protesta inglese contro la Superlega dell’aprile 2021. Le conseguenze del fallimento dell'accordo potrebbero essere più significative dell'accordo stesso. In primis mostrano che ci sono scelte strategiche che non possono essere lasciate ai tifosi, se non al costo di conseguenze peggiori. La DFL, ad esempio, sarà costretta a esplorare alternative per investire nella digitalizzazione necessaria. E la prima opzione - assai impopolare - è l’aumento dei prezzi dei biglietti. Da capire cosa faranno club favorevoli all’accordo come il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund.
Un etto di Superlega magari?
Perché l’Everton si e il Manchester City no?
I tifosi dell’Everton, prima della partita contro il Manchester City, hanno protestato per la penalizzazione di 10 punti in campionato per violazioni del fair play finanziario interno.
Un aereo è stato fatto volare sopra l’Etihad Stadium prima del match del 10 febbraio scorso, poi vinto dal City per 2-0, con la scritta “Premier League = Corrotta”.
Ne ho parlato anche in un video sul mio canale Youtube, dove da qualche giorno ho ricominciato a pubblicare contenuti.
Ma cosa è successo all’Everton in materia di Fair play finanziario?
E perchè ad un anno esatto da quando il City è stato colpito da 115 accuse dalla Premier League per presunte violazioni delle sue regole finanziarie, siamo ancora in attesa di una sentenza?
L'Everton è stato accusato di aver violato i regolamenti di profitto e sostenibilità della lega nel marzo 2023, relativamente alle spese per un periodo di tre anni fino alla stagione 2021-22, e il caso è stato deferito a una commissione indipendente.
Un'udienza di cinque giorni si è tenuta in ottobre 2023 quando il club è stato trovato in perdita di £124,5 milioni, superando il massimo consentito di £105 milioni ($132m) dalla lega.
Un mese dopo l'Everton è stato colpito da una penalità di 10 punti, la più grande punizione nella storia della lega, che il club ha descritto come “completamente sproporzionata e ingiusta”.
Ma non è finita, perché nel gennaio 2024 l'Everton e il Nottingham Forest sono stati entrambi accusati di aver violato le stesse regole finanziarie anche successivamente, per il periodo fino al 2022-23.
Il caso del Manchester City invece era iniziato qualche settimana prima: il 6 febbraio 2023, quando il club ha ricevuto 115 accuse per aver violato le regole della Premier League tra il 2009 e il 2018, il periodo immediatamente successivo alla acquisizione guidata da Sheikh Mansour dell'Abu Dhabi United Group nel 2008.
Secondo la lega, il City avrebbe fornito informazioni finanziarie non accurate, ingannando i regolatori sulle sue entrate, compresi i suoi introiti da sponsorizzazioni e i costi operativi.
Il City è stato anche accusato di violare le regole sulla redditività e la sostenibilità dal 2015 al 2018 - le stesse regole che l'Everton è stato trovato ad aver violato.
Ed ecco le differenze tra i due casi.
L'Everton ha contestato l'importo di denaro perso nel primo periodo (per il quale sono stati decurtati 10 punti), solo di £7,9 milioni secondo il club, giustificandolo con fattori mitiganti tra cui il finanziamento del nuovo stadio e l'impatto della pandemia.
Tuttavia, e qui sta il punto, i dirigenti dell’Everton hanno ammesso di aver superato i limiti di spesa. Il caso contro di loro, quindi, è chiaro e definito.
Se da una parte i tifosi e i dirigenti dell'Everton possono sostenere che la portata della punizione sia ingiusta, nessuno ha potuto contestare la violazione in sé.
Il City, invece, nega qualsiasi illecito.
Leggiamo in un comunicato ufficiale emesso in seguito all’apertura delle indagini:
"Il Club accoglie con favore la revisione di questa questione da parte di una Commissione indipendente, per considerare imparzialmente il corpus completo di prove inconfutabili che esistono a supporto della sua posizione. Pertanto, attendiamo con impazienza che questa questione sia definitivamente risolta."
Mentre la lega ha prove evidenti nei conti dell'Everton, il caso sul City è diverso: il club è accusato di mentire sulle informazioni fornite, cosa molto più difficile da dimostrare.
C’è poi un aspetto da tenere in giusta considerazione.
Il City ha subito un doppio processo da parte dell’Uefa.
Nel maggio 2014 viene multato per 60 milioni di sterline, deducibili a 40 nel caso in cui una serie di obiettivi fiscali vengano rispettati nel breve termine, con riduzione della rosa ammessa alla Champions League.
Successivamente, in seguito a rivelazioni del periodico tedesco Der Spiegel, l’Uefa riapre il caso.
Nel febbraio 2020 l’Uefa squalifica il City per due stagioni dalla Champions league, ma nell’estate dello stesso anno perde il ricorso al TAS di Losanna.
Le motivazioni sono molteplici: alcune contestazioni sono già state sanzionate nel 2014, altre sono prescritte, altre invece non dimostrate.
Fondamentale inoltre ricordare che questo secondo caso è nato perché il City venne hackerato, ovvero derubato di documenti interni.
Questa operazione di spionaggio informatico portò a diverse conseguenze.
Rui Pinto, l’hacker portoghese che sta dietro al sito Football Leaks, viene arrestato a Budapest nel settembre 2019, finisce in carcere e sotto processo. Le udienze iniziano il 4 settembre 2020.
Nel settembre 2023, il tribunale portoghese ha condannato Pinto a quattro anni con sospensione della pena dopo averlo dichiarato colpevole di tentata estorsione, accesso illegale ai dati e violazione della corrispondenza.
La seconda è che - nonostante l’estorsione - tutti i file vengono ammessi nel giudizio sul Manchester City.
Per la legge svizzera - dove il TAS di Losanna opera - vale il principio giuridico secondo cui l’accertamento della verità è più importante del giudizio sulla liceità dell’atteggiamento tenuto nell’acquisizione dei documenti.
Nonostante questa mole di carte, il City viene sanzionato con una multa da 10 milioni di euro per aver tenuto un atteggiamento considerato non collaborativo, mentre non viene squalificato dalla Champions League, che successivamente vincerà nel 2023.
Aggiungo un inciso doveroso. Fino al giudizio del TAS tutti in Inghilterra tutti considerano quello del TAS il vero passaggio chiave per il City, visto che il Fair play finanziario inglese sostanzialmente riprende le linee di quello dell’Uefa.
Un’altra differenza chiave è la scala delle accuse che il City affronta rispetto all'Everton.
Il fatto che il club stia combattendo contro 115 capi d’imputazione rispetto all'unica accusa (ora due) che l'Everton contestava significa che ci sono molte più prove da considerare.
Ma anche il fatto che il City sia già stato giudicato a Losanna, e che di fatto l’attuale procedimento rappresenta l’accoglimento del dossier trasmesso dall’Uefa alla Premier League. Inevitabile.
Inoltre, a differenza dei casi dell'Everton e del Forest, non c'è una scadenza per l'esito dell'indagine sul City.
E questo è un ulteriore dato che non aiuta di certo il club di Manchester.
La Premier League ha cambiato le sue regole l'estate scorsa per obbligare le violazioni finanziarie a essere punite entro 12 mesi.
Tuttavia, le nuove regole non si applicano al caso del City poiché sono state accusate prima che entrassero in vigore.
L'Everton dovrebbe conoscere l'esito della seconda accusa in aprile (parliamo del filone aperto nel gennaio 2024, contro il Nottingham Forest) mentre qualsiasi processo di appello dovrà chiudersi entro il 24 maggio - la settimana successiva alla fine della stagione.
I Toffees potrebbero quindi retrocedere a tavolino dopo l'ultima partita della stagione contro l'Arsenal.
Il direttore esecutivo della Premier League, Richard Masters, ha detto a una commissione parlamentare il mese scorso che è stata fissata una data per l'udienza del City, pur non potendo dire quando.
Outro
Questa newsletter doveva chiamarsi “Viva Las Vegas” e successivamente “Il grande bluff dello sport come business”, ma ho deciso di tenere in freezer i due temi. Per ora.
Il primo sostanzialmente perché voglio tornare più approfonditamente sul tema della liberalizzazione delle scommesse negli USA (2018) che sta portando ad un crescente impegno della città di Las Vegas nello sport (recentemente celebrato con il SuperBowl 2024).
Intanto registriamo i numeri record che il mercato delle scommesse sta facendo negli USA. Con un valore totale che per la prima volta nel 2023 ha superato i 100 miliardi di euro.
Il secondo perché si tratta di un tema ampio che si riconnette a diversi fattori politici e a situazioni di prospettiva nell’Unione Europea. Sul quale tornerò più avanti.
In particolare nelle ultime settimane ho accennato alla lettera, fortemente voluta dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha di fatto dato supporto all’Uefa nella diatriba sul futuro delle competizioni calcistiche europee, affermando la necessità di mantenere la centralità statale delle stesse.
Ci sarà tempo di tornarci. Questa settimana aggiungo solo alla mia riflessione una convinzione che ho da tempo.
Il futuro dello sport europeo è strettamente legato alla visione politica del futuro europeo. E ad oggi l’UE si conferma essere una pura somma di Stati in cui gli interessi prioritari sono quelli singolari, non quelli comunitari.
Lo si può capire seguendo le manovre politiche in vista delle elezioni del prossimo mese di giugno.
E per rimanere aggiornati su quanto accade a Bruxelles, sempre più importante non solo per lo sport ma per il futuro di tutti, vi invito a leggere una newsletter di cose europee che si chiama Il Mattinale Europeo e viene scritta da David Carretta, corrispondente da Bruxelles di Radio Radicale.
Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento qui sotto.
Ci leggiamo lì, e ci risentiamo tra una settimana.
A presto!
G
one of your best pieces, G!