[8] Superlega: l'Uefa non viola la concorrenza
Il pronunciamento dell'Avvocatura Generale della Corte UE ha riconosciuto la legittimità del monopolio in base alla specificità dello sport. A marzo la sentenza.
Il calcio mondiale è ad un bivio.
Domenica sera a Doha si celebra una finale mondiale che potrebbe essere storica. Chi si aspettava l’ultimo duello Messi - Ronaldo, con la Coppa del Mondo a sancire infine chi sia stato il migliore, troverà invece in campo Messi e Mbappè, ovvero l’era che va a concludersi, segnata da qualità e personalità dell’argentino, e quella che va ad iniziare, caratterizzata dallo strapotere fisico e tecnico dell’attaccante francese.
In Europa intanto si è arrivati al primo pronunciamento dell’Avvocatura Generale della Corte di Giustizia Ue, e l’avvocato Athanasios Ranthos ha dato ragione a Uefa e Fifa, pur senza escludere clamorosi (quanto al momento assai difficili da attuare) sviluppi futuri.
Il calcio mondiale è ad un bivio perché, senza troppi giri di parole, la sfida tra Superlega e Uefa è anche quella tra chi vuol andare oltre il sistema attuale e chi invece lotta per la sua conservazione. Ne parliamo in questa newsletter.
Riletture
Voglio aprire questo ottavo numero di Fubolitix con un invito alla lettura. Siccome in questi giorni si parla molto di Messi, e troppo di Messi e Maradona, voglio linkare qui quello che considero il più bel pezzo scritto su Diego Armando Maradona dopo la sua morte.
Diritti tv mondiali
Dopo la grande depressione dell’anno 2020 segnato dal Covid, i diritti tv sportivi a livello mondiale hanno toccato livelli mai visti in precedenza. Lo riporta Sport Techno Hebdo su Twitter. A trainare sono soprattutto i nuovi accordi Nba, Nfl e Premier League. Come noto il campionato inglese dal 2020 in poi si è concentrato sui diritti internazionali. Dal febbraio 2022 incassa più dalle trasmissioni fuori dal Regno Unito che da quelle domestiche.
La popolarità della Serie A
Una settimana fa, commentando la vicenda sulla dilazione delle scadenze fiscali della Serie A scrivevo: il calcio al momento ha zero capacità di comunicare il suo valore e la sua specificità, subendo anni di pessima reputazione quando si tratta di parlare degli aspetti gestionali e di una organizzazione che tutto ha fatto tranne comunicare all’esterno sobrietà ed equilibrio. Facile quindi cadere nell’equivoco e diventare sport più odiato d’Italia essendo al contempo anche il più amato. Le mie impressioni sembrano confermate da questo sondaggio secondo il quale 2 italiani su 3 sono contrari a qualsiasi forma di aiuto ai club.
Intanto il Governo…
L’Ansa ha riportato che la norma sul pagamento dei contributi sospesi delle società sportive si farà, ma senza scudo penale e confluirà in manovra. Il ministro Andrea Abodi ha confermato: “già esistono misure per le imprese e verranno utilizzate quelle”. Rimane da capire quale sarà la penalità (Lotito aveva chiesto di portarla dal 10% di interessi - aliquota normalmente applicata - al 3%) ed al momento in cui sto chiudendo questo numero il passaggio non è del tutto chiaro.
Come le migrazioni influenzano lo sport (e i Mondiali di calcio)
Si parla molto del Marocco e dei suoi 14 giocatori nati all'estero. Ma il "fenomeno" non è nuovo, e vox.com gli ha dedicato un interessante e dettagliato reportage.
Già nel primo Mondiale del 1930 il 5% dei calciatori convocati non era nato nel paese che rappresentava. Ho dedicato un lungo Thread su Twitter all’argomento (e già che ci sei, se ancora non lo fai, seguimi).
Superlega, il pronunciamento
La materia non è di immediata interpretazione, ma su un fatto non ci sono dubbi: l’avvocatura generale della Corte di Giustizia Ue, rappresentata da Anthanasios Rantos, doveva esprimersi su diversi quesiti che chiedevano se l’Uefa e la Fifa con le loro limitazioni stessero violando le norme della concorrenza Ue.
Il pronunciamento del 15 dicembre - lo ammetto, con una certa sorpresa da parte mia - ha sancito che no, non vi è alcuna violazione. Inoltre sull’esistenza di un monopolio delle suddette federazioni internazionali sul calcio il parere è duplice e a loro favorevole:
essere ente regolatore e organizzatore al contempo non è di per sè proibito
il monopolio è giustificato dalla natura particolare dello sport, peraltro sottolineata anche dal Trattato di Lisbona.
Gli stessi club promotori (Real Madrid, Barcellona e Juventus), hanno riconosciuto che il passaggio non è positivo per loro: "Sancito il monopolio dell'Uefa padrona illegittima del calcio, la nostra iniziativa continuerà in ogni caso".
Da qui in avanti si possono fare molti distinguo e tenere aperti spiragli, a partire dal fatto che nel mese di marzo la Corte di Giustizia Ue potrebbe anche ribaltare il parere (cosa che accade 1-2 volte ogni 10 sentenze), ma si tratta - appunto - di spiragli. Ed a tal proposito per approfondire si possono leggere le articolate opinioni di un legale come l’avvocato Felice Raimondo, che enfatizza maggiormente il fatto che l’Uefa di fatto abbia anche sancito che i club siano liberi di organizzarsi, anche se a costo di una scissione" (qui tutte le motivazioni). O chi come Guido Vaciago (riprendendo peraltro un mio pensiero espresso su Twitter), evidenzia che la vittoria è della Premier League più che dell’Uefa. Lo stesso Vaciago inoltre individua lo spiraglio: L’Uefa vieta la Superlega, in quanto competizione chiusa che priva le squadre escluse di accesso al mercato, ma se il progetto Superlega fosse "aperto" (come è il nuovo format proposto da A22), il monopolio autorizzato dell'Uefa come dovrebbe comportarsi? Si tratta di una questione molto interpretabile e il resto del documento è, invece, molto chiaro. Per l’appunto, uno spiraglio.
Outro
Ho volutamente omesso la vicenda di corruzione al Parlamento Ue, legata alle pressioni qatariote per avere l’appoggio politico ai Mondiali 2022, perché intendo tornare a freddo sulla vicenda dopo che la palla si sarà fermata e a Doha una tra Argentina e Francia avrà alzato la Coppa. Lo farò nel mese di gennaio. Nel frattempo la newsletter si prende qualche giorno di meritato riposo natalizio.
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Buone Feste!
Buonasera Giovanni. Come sempre ho apprezzato la tua newsletter e mi sono andato a leggere anche i vari articoli che hai linkato nel testo. Mi ha molto interessato quello riguardante i giocatori
del mondiale che giocano per una nazionale diversa da quella del paese in cui sono nati. Anche perché in fabbrica lavoro a stretto contatto con colleghi marocchini e sull'onda del loro entusiasmo avevo già approfondito un po' il discorso sui giocatori della loro nazionale. Ma andando a leggermi l'articolo in inglese che hai linkato sono rimasto colpito nel vedere che proprio noi italiani abbiamo fatto da apripista nel lontanissimo mondiale casalingo del '34, riempiendo la nostra rappresentativa dell'epoca di oriundi, sudamericani e in particolar modo argentini, pur di riuscire a vincere quel mondiale e poterlo aggiungere ai fasti del regime fascista (oltre al calcio una mia grande passione è la storia, soprattutto quella moderna e contemporanea). Colgo l'occasione per augurarti delle buone festività.