Il non-modello: la Premier League brucia soldi come non mai
La sostenibilità rimane una chimera: la narrazione si scontra con la realtà, senza il finanziamento da parte dei proprietari i club sarebbero messi molto male.
Brescia, 13 settembre 2024
Hanno venduto i tifosi lungo il fiume (Sir Alex Ferguson)
La finestra di calciomercato estiva 2024 della Premier League ha segnato un drastico calo delle spese, segnalando una svolta significativa rispetto agli anni precedenti.
L’analisi dei conti è impietosa e sembra portare a conclusioni piuttosto lontane da quelle di chi indica il campionato inglese come torneo modello.
Ne ha parlato diffusamente, nei giorni scorsi, ESPN, evidenziando come la strada per la sostenibilità sembra ancora lunga e impervia soprattutto per alcuni dati emersi da recenti analisi, tra gli altri, di Swiss Ramble.
Uno dei principali fattori che ha sostenuto i club fino ad ora è stato il finanziamento da parte dei proprietari, che nel 2022-23 ha raggiunto livelli record, con 1,1 miliardi di sterline (1,45 miliardi di dollari) iniettati nelle casse delle società.
Non possiamo certo parlare di mecenatismo tout court, chi immette i soldi lo fa perché pensa che nel medio o lungo termine questi gli torneranno, ma il fenomeno sottolinea la crescente dipendenza dei club dagli investimenti esterni per mantenere l'equilibrio finanziario, e non è un trend che va nel segno della sostenibilità.
Ci sono tre ragioni principali per cui un proprietario investe in un club:
il piacere di essere coinvolto in una squadra;
l'aspettativa di profitti futuri;
la speranza che il valore del club aumenti nel tempo.
Al momento nessuna di queste motivazioni sembra particolarmente attraente per la maggior parte dei club e la sostenibilità rimane una chimera.
La spesa netta si è ridotta di oltre il 40% rispetto al 2023, attestandosi a circa 629,8 milioni di sterline (827,7 milioni di dollari), secondo i dati Transfermarkt. Questo dato rappresenta il livello più basso dal 2019, eccezion fatta per il 2021, condizionato dalla pandemia di COVID-19.
Il calo della spesa potrebbe essere interpretato come una "correzione" economica, un riequilibrio necessario dopo anni di eccessiva spesa da parte dei club della Premier League (indotto anche dalle prime sanzioni per inosservanza del PSR, ovvero il fair play finanziario interno), che si sono ritrovati a fare i conti con perdite finanziarie crescenti e costi insostenibili.
Nonostante la Premier League continui a spendere più delle altre principali leghe calcistiche europee (come la Bundesliga e la Serie A), anche i club più ricchi e popolari stanno adottando un approccio più prudente e moderato.
Un'analisi approfondita dei bilanci finanziari, condotta da Swiss Ramble, ha rivelato dati preoccupanti.
Le perdite operative dei club della Premier League sono più che triplicate tra la stagione 2018-19 e la stagione 2022-23, passando da 413 milioni di sterline (542,3 milioni di dollari) a 1,338 miliardi di sterline (1,75 miliardi di dollari).
Il Manchester United e il Liverpool sono esempi di club che speravano di attirare acquirenti disposti a pagare cifre astronomiche per acquisire quote di maggioranza, ma le loro aspettative non si sono concretizzate.
Su Fubolitix ne ho parlato diffusamente più volte in vendesi Premier League (qui).
I Glazer, proprietari del Manchester United, avevano valutato il club fino a 8 miliardi di sterline (10,5 miliardi di dollari), ma alla fine hanno venduto solo una piccola quota a una valutazione di circa 5,25 miliardi di sterline (6,9 miliardi di dollari).
Allo stesso modo, il Fenway Sports Group, proprietario del Liverpool, aveva sperato di vendere il club per 3 miliardi di sterline (3,95 miliardi di dollari), ma non ha trovato acquirenti interessati.
Nel tentativo di ridurre i costi e migliorare la sostenibilità finanziaria, i club stanno adottando strategie più oculate. Ad esempio, piuttosto che spendere enormi cifre per giocatori esperti, i club stanno ora preferendo investire in giovani talenti con contratti a lungo termine.
Questo approccio è più conveniente e offre anche la possibilità di rivendere i giocatori in futuro con un profitto. In passato, si credeva che l'acquisto di giocatori affermati e con esperienza fosse essenziale per il successo, ma ora i club stanno rivalutando queste credenze grazie all'uso dell'analisi finanziaria e dei dati.
Oltre al calo delle spese di trasferimento, anche le entrate dei club stanno subendo pressioni sia per quanto riguarda biglietteria e sponsor che per i diritti tv. La Premier League, pur rimanendo il punto di riferimento globale, sta vedendo una stabilizzazione dei contratti televisivi, con una riduzione di quasi un terzo rispetto a dieci anni fa.
La situazione dei ricavi commerciali è leggermente migliore, con un aumento del 40% rispetto al 2019, ma gran parte di questi guadagni proviene da settori come il gioco d'azzardo e le criptovalute, entrambi a rischio di essere regolamentati o vietati in futuro.
Ma questi aumenti non sono sufficienti a coprire l'incremento vertiginoso dei salari dei giocatori, che sono cresciuti di quasi un miliardo di sterline nella Premier League dal 2019.
Il crescente divario tra i ricavi e i costi ha portato a una situazione in cui molte squadre hanno dovuto adottare misure drastiche per contenere le spese.
Alcuni club, come il Chelsea, hanno cercato attivamente di liberarsi di giocatori con contratti onerosi, spingendo atleti come Romelu Lukaku e Raheem Sterling a trovare nuove squadre. Allo stesso modo, Ilkay Gündogan, dopo una stagione brillante con il Barcellona, ha visto il suo contratto annullato, mentre diversi giocatori veterani come Adrien Rabiot e Memphis Depay hanno trascorso l'intera finestra di mercato senza trovare nuovi club.
Questa tendenza al risparmio e alla riduzione delle spese non è una sorpresa.
Considerato dal punto di vista dei club, è una fortuna che la maggior parte dei giocatori sia sotto contratto a termine, il che significa che ogni anno circa un quarto della rosa di una squadra termina il proprio contratto, consentendo al club di liberarsi dei salari più elevati e di sostituirli con giocatori più giovani e meno costosi.
A lungo termine, il calcio sopravviverà a questa fase di contrazione finanziaria. A differenza di altri settori, come le grandi infrastrutture o l'industria pesante, i costi nel mondo del calcio possono essere ridotti relativamente rapidamente.
Tuttavia, per il momento, i club devono abbandonare le aspettative di una crescita esponenziale e verticale che molti si aspettavano qualche anno fa. Il futuro sembra essere più sobrio, con una maggiore attenzione alla sostenibilità economica piuttosto che agli investimenti sconsiderati.
Note a margine.
NFL in Brasile. Front Office Sports racconta come l'NFL giocherà la sua prima partita in Brasile tra i Green Bay Packers e i Philadelphia Eagles a San Paolo, un evento mirato a espandere il football americano in Sud America. La partita sarà trasmessa su Peacock e fa parte di un piano più ampio per globalizzare lo sport. Nonostante l'entusiasmo, ci sono preoccupazioni sulla sicurezza, sollevate da giocatori come Darius Slay, riguardo al tasso di criminalità della città. Tuttavia, l'NFL vede questo evento come un'opportunità per rafforzare il suo impatto globale.
Tempo effettivo. Trovo sempre surreale lo stile narrativo degli arbitri. Già le regole non li aiutano, dopo di che loro fanno di tutto per peggiorare la situazione. A Lissone in un confronto tenutosi il 9 settembre scorso il designatore Gianluca Rocchi ha annunciato che siccome nelle prime tre giornate infatti è stata riscontrata una difformità nella durata effettiva delle partite, motivo per cui l’obiettivo degli arbitri sarà quello di avvicinare i minutaggi anche attraverso il recupero. Non ha aggiunto altro il che lascia la cosa sufficientemente vaga da essere interpretata come si vuole.
In un video di qualche anno fa avevo parlato di come la quantità dei minuti di recupero non influisca proporzionalmente sul tempo effettivo. Trovo sconcertante che gli arbitri non lo sappiano o fingano di ignorarlo.
Giallo Totonero. IWF del 10 settembre 2024 riporta che la Cina ha imposto divieti a vita a 38 giocatori e cinque ufficiali di club a causa di un'inchiesta sul match-fixing. Questa drastica misura segue una vasta operazione anti-corruzione nel calcio cinese, mirata a ripristinare l'integrità del gioco. La decisione rappresenta uno dei più grandi interventi contro la corruzione nello sport del paese e sottolinea l'impegno della Cina a combattere il fenomeno del match-fixing.
Outro.
Ho visto Maradona.
13 settembre 1986: 36 anni fa iniziava la cavalcata del Napoli verso il primo scudetto e un giovane me vide per la prima (e unica) volta dal vivo Diego Armando Maradona, che avevo tifato a Messico '86 ed avrei sportivamente detestato a Italia '90.
Qualche mese fa - durante un momento pre-natalizio coi colleghi in cui ognuno è stato invitato a dire la sua sul suo rapporto col calcio - ho citato quel giorno come la più bella memoria calcistica della mia vita e la cosa che mi ha stupito maggiormente è che mentre tutti parlavano di partite e di squadre del cuore io mettevo al centro un giocatore non particolarmente amato ed un momento che aveva una valenza storica praticamente solo per me.
E qui sta l’essenza di Maradona: la narrazione lo porta nella leggenda e supera di gran lunga le pur ottime cose fatte in campo. Non a caso credo che il miglior articolo post-mortem che sia stato scritto su di lui (giornalismo, non fiction) è certamente quello di Rocco Cotroneo su Domani.
L'articolo sottolinea come la sua esistenza sia stata segnata da una combinazione di gloria calcistica e profonde sofferenze personali.
Nonostante i successi sul campo, in particolare con il Napoli e l'Argentina, Maradona ha affrontato continui problemi di salute e abusi di sostanze, e viene ricordato per il suo impatto sul calcio e per la sua umanità complessa, con un destino segnato da cadute e risalite ma evidenziando il contrasto la sua straordinaria genialità e il suo travagliato percorso di vita con un titolo lapidario: un idolo che nella vita ha più sofferto che goduto.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni