Calcio in diretta su EA Sports, la rivoluzione che non ti aspetti
I giochi di simulazione calcistica si sono trasformati da redditizio prodotto per il tempo libero in un canale chiave di coinvolgimento per l'industria sportiva, un passo nel futuro dei diritti tv
Ieri ho dato su questa colonna una notizia sulla quale ho promesso che sarei tornato, ovvero il fatto che per la prima volta, una competizione calcistica professionale verrà trasmessa in diretta all’interno di una piattaforma mobile per videogiochi.
La Major League Soccer (MLS) e EA Sports hanno annunciato un accordo che prevede la trasmissione live di alcune partite della stagione regolare 2024 attraverso EA FC Mobile, tramite il nuovo canale integrato “FCM TV”.
[lo so, la foto non c’entra nulla col mobile ma mi piaceva cosi]
L’iniziativa segna un momento storico nell’evoluzione della fruizione visiva degli eventi sportivi, rappresentando la prima incursione di EA Sports nel live streaming all’interno di una delle sue proprietà videoludiche.
Il debutto avverrà il 10 maggio con il rematch della MLS Cup tra Los Angeles Galaxy e New York Red Bulls, seguito da altri tre incontri trasmessi nel corso della stagione.
I contenuti saranno trasmessi in simulcast con MLS Season Pass, il servizio in abbonamento distribuito in esclusiva su Apple TV, e gli utenti del gioco riceveranno un mese di accesso gratuito. L’operazione rientra in una strategia congiunta MLS–Apple–EA orientata a rafforzare l’engagement di una fanbase giovane, digitale e globale.
"Questa partnership rappresenta un'evoluzione nella strategia direct-to-consumer," ha dichiarato Camilo Durana, EVP di MLS. "L'integrazione di contenuti live all'interno di ambienti digitali nativi consente di espandere la portata della lega al di fuori dei canali tradizionali e di sperimentare nuove forme di interazione con i tifosi."
Il contesto è quello di una MLS che, dal 2023, ha centralizzato i diritti di trasmissione globale in un accordo decennale da 2,5 miliardi di dollari con Apple (chi è qui da tempo forse ricorderà che ai tempi la considerai la notizia di sport business più importante del 2023), superando il tradizionale modello frammentato basato su broadcaster regionali.
Questo ha permesso maggiore flessibilità nel rilascio e nel testing di nuovi modelli distributivi, come il presente esperimento con EA Sports.
Ed il poter fare questi test non è un dettaglio da poco, ma fa parte di una strategia di lungo corso che permette di assaggiare soluzioni come in questo caso per capire quali scenari futuri si prospettano.
Parallelamente, EA sta posizionando EA FC non più solo come videogioco ma come hub digitale calcistico completo, con contenuti esclusivi, partnership commerciali (es. Amazon, Pepsi) e ora anche trasmissioni live.
Dopo la separazione dal marchio FIFA, il publisher ha accelerato il suo percorso verso un ecosistema proprietario.
Dal punto di vista dell’industria, questo approccio prefigura un’evoluzione delle logiche di distribuzione sportiva.
L’evento live non è più solo veicolato da piattaforme OTT o lineari, ma si integra nei touchpoint dove l’audience già si trova, come ambienti videoludici e social media. Un asset fondamentale per attirare segmenti demografici difficilmente raggiungibili tramite i canali tradizionali.
In conclusione, la trasmissione live di partite MLS su EA FC Mobile non è solo una novità operativa, ma un indicatore chiaro di come l’entertainment sportivo stia convergendo con il gaming per costruire piattaforme multi-funzione e crossmediali, capaci di ridefinire le dinamiche di accesso, monetizzazione e fidelizzazione nel panorama sportivo globale.
Guardando in generale, tuttavia, bisogna anche far notare come di fatto siamo in presenza di un nuovo modo di intendere i diritti sportivi.
Fino a qualche anno fa i player sul mercato erano orientati ad acquisire i costosissimi diritti come parte centrale del loro business.
Oggi i diritti tv sono sempre più una commodity.
Ne ho parlato tra le altre cose in Diritti tv, 2024 fuga dal mercato.
Sul mercato abbiamo ad esmpio:
Amazon, che compra diritti ma lo fa per attirare abbonati al suo pacchetto Prime (sostanzialmente, shopping);
Apple, che sta passando ad un ecosistema sempre più basato sui contenuti anzichè sugli hardware;
Cosa li accomuna? Acquistare diritti tv per vendere la visione delle partite come obiettivo finale del business non è più l’obiettivo principale.
Piuttosto: acquistare diritti tv è una strategia di marketing per avvicinare una clientela ampia a dei servizi che avrebbero avuto probabilmente un pubblico limitato.
Al contempo le piattaforme storiche cambiano, di conseguenza:
Sky ha abbandonato la concorrenza massiccia ed anzi, tende sempre più a portare canali esterni nei suoi pacchetti;
Dazn con l’ingresso dei sauditi, come già raccontato, entra in una fase in cui ci sarà forse più politica che mercato nelle sue scelte (ovvero più softpower e meno ritorni sull’investimento a guidare le strategie);
i canali tv in chiaro tradizionali sono diventati o emanazioni delle piattaforme di cui sopra (che concedono loro qualche partita in chiaro) oppure vanno su diritti di valore inferiore e specificamente studiati per il chiaro.
Spiace che in tutto questo il servizio pubblico non riesca a trovare una sua collocazione, non riuscendo a capire che la sua vocazione dovrebbe essere, a questo punto, la valorizzazione del territorio (ci torneremo) e delle sue specificità.
Sul tema, infine, vi consiglio anche di rileggere quel che scrivevo in La fine dei diritti tv (per come li abbiamo conosciuti).
Non lo faccio per il piacere che provo ad autocitarmi, ma per dare a voi una traccia temporale che serve per orientarvi in quello che sta accadendo in questi anni.
Siamo dentro una rivoluzione in corso, e quando questa sarà compiuta, come in tutte le rivoluzioni silenziose e di successo, ci sembrerà che la realtà, in fondo, sia sempre stata la stessa.
Note a margine.
Non solo in Italia. Ieri parlavamo di stadi e delle supercazzole mainstreami in materia. Poi dopo poco l’uscita della newsletter il co-proprietario del Chelsea, Todd Boehly, ha dichiarato che i tifosi potrebbero dover attendere fino al 2042 per vedere completato un nuovo stadio. Dopo l'acquisto del club nel 2022, Boehly e i suoi soci hanno previsto un arco temporale di 15-20 anni per realizzare il progetto, riconoscendo le complessità legate alla costruzione di un impianto moderno a Londra. Le opzioni includono la ristrutturazione di Stamford Bridge o la costruzione di un nuovo stadio a Earls Court, entrambe con sfide significative. Boehly sottolinea l'importanza di una struttura che rifletta la grandezza del club e offra un vantaggio strategico. Questo per quelli che “succede solo in Italia”…
Questioni di valore. Nonostante questi anni non proprio sportivamente edificanti la Juventus secondo Sportico è ancora il club che vale di più in Italia.
Emendare. Il governo britannico è pronto a sostenere un emendamento al Football Governance Bill che vieti a Premier League e English Football League di disputare partite ufficiali all’estero. Sebbene non promuova direttamente l’emendamento, il governo è favorevole al principio. Dell’argomento avevo parlato in L’assurda storia delle partite di Serie A negli USA. Quello che mi fa sorridere, qui, è che la politica inglese, che sul Football Governance Bill si è incartata e non riesce a venirne a capo (si tratta di una legge che rischia fortemente di non passare per le incredibili intrusioni alla libertà d’impresa che contiene), starebbe sostanzialmente emendando una legge che non riesce ad approvare, intrisa di populismo a cui aggiungerebbe altro populismo. Perché io sono d’accordo sul fatto che la Premier si debba giocare solo in Inghilterra, ma non spetta al Governo deciderlo, bensì alla Premier stessa, ovvero le società. Le questioni di metodo non sono un dettaglio, cribbio! Qui invece siamo alla stratificazione di un bolso populismo sulla demagogia che lo ha preceduto. Follia pura.
Outro.
Ma ha anche dei difetti.
Sapete che non sono mai stato tenero con le istituzioni del calcio italiano.
Eppure quando fanno cose giuste va detto. E quindi è bene salutare con favore il fatto che tra un mese esatto, il 6 giugno prossimo, avremo i calendari 25/26.
Non è una novità da poco, secondo me. Anche se so, naturalmente, che i tempi anticipati non sono una novità di quest’anno.
Quando vivevo in Inghilterra, ho sempre visto con favore il fatto che i calendari di EPL arrivassero a metà giugno mentre con calma la Serie A li emetteva a fine luglio.
Ora la Serie A gioca d’anticipo, e questo incontra sia le possibilità delle società di pianificare stagione e campagne abbonamenti ma anche le vendite dei biglietti.
Insomma, una novità da salutare con favore. Dopo di che non esiste Lega in grado di far direttamente aumentare il business dei suoi associati se questi non si strutturano opportunamente per vendere meglio i loro prodotti.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni.