Chi vuol essere Percassi
Il presidente dell'Atalanta ha unito tradizione delle proprietà italiane e supporto finanziario internazionale: oggi il suo è un modello aziendale che funziona e molti vorrebbero copiarlo.
Berlino, 7 novembre 2025
Il prezzo è quello che paghi, il valore quello che ottieni. (Warren Buffet)
Alla vigilia della finale di Europa League scrissi, in “L’Atalanta, a prescindere da tutto”, che:
Per una volta possiamo scomodare il tanto abusato termine di “modello” perché l’Atalanta va considerata tale per coerenza e continuità, anche e forse ancora di più se a Dublino dovessero vincere gli altri.
Perché un club calcistico è modello (ne sono convinto) molto più nella sconfitta che nella vittoria.
Sappiamo tutti come è andata: la vittoria per 3-0 sul Bayer Leverkusen ha regalato il primo trofeo europeo ai bergamaschi e portato in Italia la prima Europa League della storia, visto che nell’ultimo trionfo - quello del Parma - era ancora chiamata Coppa Uefa.
All’Atalanta guardano in tanti, non solo per la capacità di reclutamento dei giocatori, dentro un percorso coerente - quantomeno nel medio lungo periodo - con la propria storia.
I presidenti italiani degli altri club guardano all’Atalanta perché quando nel febbraio del 2022 il presidente Antonio Percassi annunciò la cessione della maggioranza al fondo americano guidato da Stephen Pagliuca, egli inaugurò una nuova stagione nel calcio italiano: quella della finanza strategica, a supporto di un management italiano che si era dimostrato capace.
A Pagliuca va riconosciuto un merito: quello di aver individuato un partner affidabile, che parla la sua lingua finanziaria ed ha dimostrato sul campo di sapersi muovere con profitto. A Percassi quello di aver costruito il ponte.
Altri sono arrivati con maggior fanfara a spiegare la finanza sportiva a stelle e strisce agli italiani - al netto delle banalizzazioni - salvo poi licenziare un direttore sportivo vincente e votarsi al modello “comando io sono io il boss e tutti lavorano per me” che non risulta nei manuali di economia aziendale made in USA.
Per portare l’Atalanta al punto in cui è oggi, va ricordato, sono servite anche operazioni finanziarie come quella dell’aprile 2023.
Qualcuno si risentì quando feci notare mesi fa che Giampiero Gasperini avrebbe fatto meglio a non citare dati economici fuori contesto (altri invece, anche tra gli atalantini, mi fecero sapere che condividevano molto il senso del mio tweet).
Ciò che volevo sottolineare in quell’occasione, anche provocatoriamente, lo ammetto, è che per vedere il calcio italiano crescere è bene uscire dalla narrazione per cui la finanza è sempre male, e imparare a riconoscere le operazioni funzionali e quelle distorte (ad esempio quelle che portano a pignoramenti, anche se passati proporzionalmente sotto silenzio rispetto al resto).
Ed in questo senso, lo ribadisco, l’Atalanta è un esempio virtuoso - fino a prova contraria, perché non metto mai la mano sul fuoco per nessuno - di utilizzo funzionale della finanza. Per quello che le manovre finanziarie (e anche l’indebitamento) dovrebbero essere in una sana gestione.
Per questo tanti presidenti oggi vorrebbero essere Percassi.
Recentemente è stato messo in vendita l’Empoli, club in mano alla famiglia Corsi da trent’anni, che ottiene risultati incoraggianti ed ha vari elementi che potrebbero essere d’interesse per gli investitori.
Fabrizio Corsi che, come Antonio Percassi con il figlio Luca, ha messo la figlia Rebecca alla vicepresidenza del club, ha le carte in regola per provare a imitare il modello Atalanta: con un socio, anche di maggioranza, che dia continuità alla sua gestione managerialmente inappuntabile.
Non va nemmeno escluso che il contatto RedBull - Urbano Cairo, negato dall’interessato e riconfermato dai giornali, sia funzionale non tanto ad una cessione in toto nel club ma all’acquisizione di un partner strategico di grande know how che recentemente si sta muovendo (vedi Leeds e Paris FC) soprattutto su quote di minoranza, come ho scritto in “Klopp e la nuova era del business RedBull”.
Recentemente poi, tra i club in vendita, c’è pure il Monza, dove Adriano Galliani ha recentemente riferito di un interesse mai arrivato al dunque. L’ex presidente di Lega non ha più l’amico Silvio Berlusconi a sostenerlo a fondo perduto ma non è impossibile immaginare che il suo vero obiettivo sia quello di trovare un investitore che poi lasci in mano a lui la gestione del club.
Ed infine il Brescia, in Serie B, che risulta in vendita o meno a corrente al terna, in base al periodo dell’anno o ai risultati delle ultime 3 partite della squadra. Una vicenda della quale si sa per certo che uno studio milanese è stato incaricato della vendita circa un anno e mezzo fa.
Anche qui non è difficile immaginare che in un calcio globalizzato, in cui un presidente protagonista in Serie A per vent’anni non riesce oggi, da solo, a garantire nulla di meglio che il tredicesimo monte stipendi della Serie B, il sogno sia quello di un socio forte che lo lasci gestire.
Sarebbe stato uno scenario perfetto per il compianto Gino Corioni, un grande direttore sportivo per visione e lungimiranza costretto suo malgrado a fare anche il presidente.
Ma ovviamente, per essere Percassi, bisogna avere i contatti internazionali, la credibilità manageriale e la caratura morale di Antonio Percassi. Mica noccioline.
Note a margine.
Il futuro di Gravina. Per capire cosa succede tra Lega Serie A, Federazione e altre componenti del calcio italiano avete due opzioni. La prima è quella di leggervi ondate di frasi fatte e dichiarazioni dei protagonisti. La seconda è seguire i reportage di StorieSport.it che anche stavolta è arrivato puntuale a fare luce (ed anticipare) su quanto sta accadendo. A questo possiamo aggiungere questo scenario descritto da CF che sintetizza gli schieramenti in Lega.
Gli spettatori in Serie A… Calcio e Finanza ha pubblicato il dato sugli spettatori in Serie A fino a questo punto della stagione, che sono in media 31.288 (leggermente inferiori al dato offerto da Stadiapostcards: 31.641) e confermano l’apprezzamento della gente nei confronti di un campionato sempre più avvincente ed incerto, in crescita rispetto ai 30.967 dello scorso anno, ma anche il fatto che la pandemia ci ha costretti tutti in casa ma anziché ridurci tutti nel medio lungo periodo davanti al video ha rivitalizzato la voglia di eventi dal vivo.
…e nel Volley. In una intervista a Sport e Finanza, Mauro Fabris, presidente della Lega Volley Femminile, sottolinea il successo del movimento pallavolistico italiano, culminato nell'oro olimpico. E un dato emerge su tutti: “quest’anno - dice Fabris - abbiamo iniziato la stagione con un +40% di abbonamenti”. Pur avendo creato una struttura competitiva, Fabris lamenta la mancanza di sostegno economico da parte delle istituzioni, auspicando agevolazioni fiscali per le sponsorizzazioni, ovvero la voce più importante per il sostegno agli sport che per popolarità vengono dietro al calcio.
Outro.
EA Sports fa soldi a palate.
Una settimana fa EA (Electronic Arts) - scrive Finimize - ha aumentato le previsioni di entrate per il 2025, grazie al successo dei suoi giochi sportivi come Madden NFL e College Football. L'azienda ha rivisto al rialzo le stime per le entrate annuali, portandole tra i 7,50 e i 7,80 miliardi di dollari, rispetto alla precedente stima di 7,30-7,70 miliardi.
Questo aumento è stato spinto dalla forte performance dei giochi sportivi.
Per evitare che le vendite dei giochi sportivi si ostacolino a vicenda, EA ha lanciato il pacchetto EA Sports MVP Bundle, e nel secondo trimestre le prenotazioni nette hanno raggiunto i 2,08 miliardi di dollari, superando le aspettative degli analisti. Anche i guadagni trimestrali hanno superato le stime, con un utile per azione di 2,15 dollari, contro i 2,02 previsti.
EA ha dimostrato di saper gestire con successo il mercato dei giochi sportivi, aumentando le previsioni sugli utili netti a oltre un miliardo di dollari.
L’azienda inoltre evidenzia una tendenza nel settore dei giochi digitali, dove la domanda per i titoli di successo si mantiene costante durante l'anno. Questo mostra come i giochi possano resistere a pressioni economiche e continuare ad attrarre un vasto pubblico.
La strategia dimostra come un contenuto coinvolgente e un forte riconoscimento del marchio possano avere un impatto positivo sia sulle finanze aziendali sia sulla posizione di mercato globale.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni