Corsa a tre per il tricolore [IVC #16]
Le sconfitte di Fiorentina e Lazio, ma soprattutto le conferme di Napoli, Atalanta e la capacità dell'Inter di straripare delineano già il tema del girone di ritorno del campionato in chiave Scudetto.
Brescia, 17 dicembre 2024
Il calcio è questa cosa qui: dopo 40’ la Lazio aveva il 55% di possesso con 191 passaggi riusciti a 158, dopo 5’ invece l’Inter aveva fatto più tiri, migliori per qualità, più xG.
E stava 2-0.
Il risultato finale conta poco perché nel calcio vincere 6 volte 1-0 è sempre meglio che farli tutti insieme.
Certo, manda un segnale, ma mi pare più un fatto congiunturale che strutturale, la goleada all’Olimpico non aggiunge nulla sul valore della squadra campione d’Italia.
Quando nel calcio il tuo avversario imposta la partita per colpirti ripartendo e lasciandoti la palla, e quando la tattica riesce, il gioco del calcio arriva alla sua essenza.
Conta la qualità tecnica con cui fai le cose.
Poteva andare diversamente? Si. Ma non con una squadra che nella prima frazione è stata incapace di mandare l’avversario in apnea - nel momento in cui entrambe facevano la partita che avevano impostato - e mettere a dura prova Sommer.
Il possesso palla fine a se stesso è come essere ricchi a Monopoli, è bello ma non dà da mangiare.
Lazio - Inter è stata la vittoria del calcio di qualità contro quello di pura quantità. Quello che libera gli spazi per attaccarli, invece che occuparli dovendosi fidare poi delle individualità per scardinarli.
Marco Baroni resta l’allenatore più interessante di questo girone d’andata dopo il capolista Giampiero Gasperini, ma ieri sera ha perso su tutta la linea. Nessun vaticinio, nessuna condanna, nessun processo, solo una gara andata così.
L’Inter è potenzialmente prima alla pari con gli altri nerazzurri, perché le manca una partita all’appello, ma sarà contro la Fiorentina che va in difficoltà quando attaccata, mentre l’Inter tende a far giocare, in certe partite, per esprimersi al meglio.
E questo con i viola potrebbe essere controproducente.
La sedicesima giornata di campionato ha scremato le pretendenti al titolo: Atalanta, Napoli e poi Inter secondo i punti attuali in attesa del recupero. Tre di vantaggio sulle inseguitrici, al netto appunto della Fiorentina che vincendo lo scontro diretto con l’Inter potrebbe accorciare.
Sarà quindi sfida a tre, ma soprattutto tra le due nerazzurre, perché il Napoli che fa 5 punti su 12 negli scontri diretti con le prime 5 su 6 classificate nelle prime posizioni ha una debolezza intrinseca che va superata quanto prima, ma che al momento è un dato reale e attuale.
Atalanta e Inter invece hanno solidità e rotazioni che non appartengono ai partenopei. Lo scudetto, a voler ulteriormente restringere il cerchio, si gioca soprattutto tra loro.
La giornata in numeri
Statistiche Opta prese da SportMediaset.
Atalanta. L'Atalanta ha vinto 10 partite di fila per la prima volta nella sua storia in Serie A e rimarrà prima in classifica in solitaria per almeno due turni di fila per la prima volta da quando la Serie A è tornata a 20 squadre (dal 2004/05). Sulle prestazioni dei singoli, invece, rimando alla fine degli highlights di questa settimana.
Inter. Con 47 gol segnati in trasferta l’Inter ha battuto il suo miglior record storico di reti lontano da casa nel girone d’andata: risaliva al 1949 ed ammontava a 47 reti totali. Superati i 43 del 2021.
Napoli. Cresce il peso specifico di Romelu Lukaku, che è uno dei soli cinque calciatori ad aver preso parte ad almeno 10 reti in questa Serie A (10 – sei gol e quattro assist): Mateo Retegui (15), Marcus Thuram (13), Ademola Lookman (12) e Moise Kean (10) gli altri quattro. Interessante invece in chiave tattica quello che scrive Calcio Datato questa settimana: era dalla rimonta sul Parma – quella con l'uomo in più e Del Prato in porta – che il Napoli non riusciva a concludere una così alta percentuale di costruzioni dal basso con un tiro o un ingresso in area di rigore.
Juventus. La Juventus è, con il Paris Saint-Germain, una delle uniche due squadre ancora imbattute nei maggiori cinque campionati europei. Ma ha ottenuto solo 6 vittorie nelle prime 16 partite di questo campionato; nell'era dei tre punti a vittoria solo una volta i bianconeri avevano ottenuto così pochi successi dopo altrettante gare in Serie A (nel 1998/99).
Milan. La squadra rossonera sembra soffrire come la Juventus di sindrome della coperta corta. Quando segna subisce, altrimenti risulta sterile. E questa constatazione nasce dal fatto che il Milan ha mantenuto la porta inviolata in almeno sei delle prime otto gare interne stagionali di Serie A per la prima volta dal 2002/03 (sette in quell’occasione). Quella di Paulo Fonseca è la squadra che conta più clean sheet interni in questo campionato (sei). Solo il Bologna (tre) ha subito meno gol dei rossoneri (quattro) in match casalinghi nel torneo in corso. Tuttavia: e qui il preoccupante contraltare della coperta corta, il Milan non è riuscito a segnare in tre delle ultime quattro partite interne di Serie A, tante volte come nelle precedenti 45 gare al Meazza nella competizione.
Viola. La Fiorentina perdendo 1-0 a Bologna ha interrotto la sua striscia record di vittoria consecutive in Serie A: 8 come nel 1960. Per capire la sconfitta facciamo ancora una volta riferimento a Calcio Datato: la Fiorentina non aveva mai tenuto palla per periodi così brevi, in questo campionato.
Ritorno rossoblù. Nelle ultime 7 giornate di campionato il Bologna - giunto a 4 clean sheet di fila - ha raccolto 16 punti (5-1-1), meno solo dell’Atalanta (21). E alla base di questi risultati c’è soprattutto il rendimento interno: il Bologna ha perso solo una delle ultime 25 gare casalinghe in Serie A (15-9-1) – 1-0 contro l’Inter lo scorso 9 marzo – inoltre, è una delle quattro formazioni imbattute in incontri domestici nel torneo in corso, insieme a Fiorentina, Lazio e Juventus. I 25 punti dopo 16 gare sono esattamente quelli ottenuti l’anno scorso.
Sprofondo Roma. 16 punti nelle prime 16 giornate di campionato è un record negativo per la Roma nell’era dei tre punti a vittoria in Serie A. Questa è la quarta volta nella storia che la Roma esce sconfitta in almeno 8 delle prime 16 gare stagionali di un campionato di Serie A, dopo 1973/74, 1950/51 e 1949/50.
Wonderkids. C’é un dato da tenere dentro la crisi Milan di quest’anno, e riguarda i giovani esordienti: Mattia Liberali (17 anni e 253 giorni) è il quarto giocatore a scendere in campo dal primo minuto con la maglia del Milan in un match di Serie A prima di compiere 18 anni d'età nell'era di tre punti a vittoria (dal 1994/95) dopo Gianluigi Donnarumma, Francesco Camarda e Michele Piccolo.
Azzurri. Dentro il primato dell’Atalanta ci sono un paio di dati interessanti per la nazionale.
Nicolò Zaniolo ha segnato (da subentrato, dopo soli 97 secondi) in almeno due presenze di fila solo per la seconda volta in Serie A, dopo il periodo tra ottobre e novembre 2019 (tre match consecutivi in quel caso). Curiosa la distribuzione dei suoi gol: tutte le ultime otto reti di Nicolò Zaniolo in Serie A sono state realizzate in trasferta, dopo che sei dei suoi sette precedenti gol nel torneo erano arrivati in match casalinghi.
Nelle ultime due stagioni nei cinque maggiori campionati europei (dal 2023/24), solo Álex Grimaldo (15) ha fornito più assist di Raoul Bellanova tra i difensori (11, al pari di Antonee Robinson e Mitchell Weiser).
Big5.
Esoneri. Paul Simpson su Pitch - che è una delle tante pagine Substack con contenuti di qualità che meritano di essere letti e seguiti - ha analizzato gli esoneri scoprendo che nella Premier League 2022/23, 41 allenatori si sono alternati, ma nonostante i cambi, Leeds e Southampton – che hanno cambiato tecnico tre volte ciascuna – sono retrocesse. Questo evidenzia l’inefficacia degli esoneri: il 58% delle squadre che cambiano allenatore in zona retrocessione retrocede comunque. In molti casi, il cambio di guida tecnica non offre soluzioni immediate ai problemi strutturali delle squadre, e il tempo per modificare lo stile di gioco è insufficiente. Anche casi emblematici come quello di Ranieri al Leicester nel 2016 dimostrano quanto sia precaria la posizione di un allenatore: celebrato per il titolo vinto, fu esonerato pochi mesi dopo per una serie di sconfitte e tensioni interne. In definitiva, nonostante le attese di risultati immediati, cambiare allenatore si rivela spesso inefficace, come dimostrato dalle difficoltà di molte squadre, incluse quelle che retrocedono comunque.
Scouting. Le strategie di reclutamento dei calciatori sono sempre un tema interessante per chi vuol capire qualcosa di più su come funziona il calciomercato soprattutto dei club minori. E questa settimana ci sono ben 3 articoli da segnalare che meritano di essere letti e studiati. Riguardano il Cercle Brugge, il Monaco e il Royale Union St. Gilloise, e dimostrano tutti a loro modo come ciascuno segua strategie variegate e creative, ma anche controintuitive, che si basano su opportunità, collegamenti e interessi economici e non per forza sulla ricerca “del prossimo Messi”, in un approccio sempre più relativo e legato alla identità di un club ed a quella dei suoi dirigenti, in una logica che possiamo di tanto in tanto scomodarci a chiamare “di progetto”.
Saudade. Interessante notazione di SportMediaset sul ruolo ormai marginale dei brasiliani in Serie A. Scrive Matteo Dotto:
Per trovare, oggi, nella classifica cannonieri della nostra Serie A il nome di un brasiliano bisogna scendere oltre la 50esima posizione: a quota 2 gol troviamo l’atalantino Ederson (l’unico brasiliano a brillare nei piani nobili della classifica a squadre) e il lariano Strefezza. Poi altre “briciole”: una rete per Messias (Genoa), il “vice-Kvara” David Neres (Napoli), brillante sabato a Udine, Hernani (Parma) e Brenner (Udinese).
La miseria di 8 reti made in Brasil su un totale di 423”.
Outro.
Instant team.
ESPN questa settimana ha analizzato i casi dei rinnovi contrattuali che riguardano alcuni giocatori ultratrentenni come Mohamed Salah, Virgil van Dijk e Kevin De Bruyne.
Nonostante siano ancora tra i migliori giocatori del campionato, questi atleti stanno entrando negli ultimi sei mesi dei loro contratti, sollevando dubbi sul loro rinnovo.
I casi sono diversi ma tutti significativamente nello stesso gruppo di valutazioni:
Mohamed Salah (32 anni): È in ottima forma, con 13 gol e 8 assist in stagione, ma i recenti infortuni muscolari possono destare preoccupazioni sulla sua durata a lungo termine.
Virgil van Dijk (33 anni): Dopo un grave infortunio al legamento crociato nel 2020, la sua condizione fisica è stabile, ma il suo avanzare d'età richiede attenzione.
Kevin De Bruyne (33 anni): Ha sofferto diversi problemi fisici, in particolare agli ischiocrurali, e probabilmente riceverà solo un'estensione annuale a condizioni ridotte.
Le decisioni sui rinnovi non si basano solo sulle prestazioni attuali, ma anche sul contributo previsto nei prossimi 1-2 anni. Si valuta anche:
Stato fisico e storico degli infortuni.
Possibilità di sostituire il giocatore con un talento più giovane.
Sostenibilità di ingaggi elevati per giocatori in fase calante.
I club possono adottare approcci pragmatici, come offrire contratti più brevi e stipendi ridotti per mantenere i giocatori esperti. Tuttavia, la decisione finale deve bilanciare il rischio di un investimento a lungo termine contro l'impatto immediato sulla squadra.
In sintesi, per i club è fondamentale decidere se continuare a puntare su questi giocatori o agire con freddezza, pianificando il futuro.
Ma se usciamo dalla Premier league c’è un tema diverso che riguarda questi giocatori altrove. Perché nomi come quelli citati qui sopra possono diventare utilissimi per chi segue strategie da Instant Team, ovvero squadre che magari offrono qualcosa di più nel breve per provare a cercare gloria immediata.
E questo riguarda sia campionati come MLS o Saudi Pro League, sia realtà di Serie A italiana (come Fiorentina, si veda il caso De Gea, o Inter, maestra del reclutamento di giocatori maturi) andando quindi a modificare spesso la competitività nel breve dei club soprattutto a livello europeo.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni