[32] Diritti tv, un futuro senza limiti geografici
Dopo l'affare MLS, Apple pare pronta a prendersi la Formula Uno in tutto il mondo: un modello rivoluzionario che supera i limiti geografici in nome dell'accessibilità
Se leggi questa newsletter da tempo sai che l’accordo Apple Tv - MLS per me ha rappresentato la notizia di sport business più importante del 2022.
Per la prima volta un’unica piattaforma si è aggiudicata i diritti a livello mondiale di una lega sportiva. Un fatto che ha rilevanza a prescindere dalla dimensione e dal bacino d’utenza della competizione.
Ne parlai su Youtube in un video che metto qui perché la notizia della settimana ne riprende i contenuti in pieno.
Mi riferisco ai rumors su una potenziale offerta Apple da 2,4 miliardi di euro all’anno per i diritti della Formula Uno (CF).
La maggior competizione motoristica al mondo, oltre che raddoppiare il business attuale (non registriamo un incremento tale dal +70% che nel 2016 proiettò la Premier League nella nuova era) farebbe un ulteriore passo nel futuro alla F1.
L’intesa sbloccherebbe uno dei due punti chiave - di cui parlo nel video qui sopra -ovvero l’accessibilità, che altro non è se non il superamento delle limitazioni geografiche che tutti conosciamo.
L’altro invece è l’allungamento dei termini, ma considerando la mentalità USA (ed il mercato relativo) si può immaginare che Apple punti a qualcosa di non inferiore al decennio, che fissi un prezzo da qui al 2035 o anche oltre.
Per capire l’approccio americano in termini temporali basti dire che il megacontratto NBA con ESPN, ABC e Turner annunciato nel 2014 arriva fino al 2024/25 e che contratti decennali per i diritti tv sono all’ordine del giorno: danno certezze ai alle leghe, ai club, e tempi di sviluppo e investimento ai broadcaster che con tempi ristretti rischiano di ritrovarsi scoperti nel breve periodo.
L’unico scoglio da superare al momento è quello dei contratti in essere e della territorialità dei diritti, visto che alcuni contratti hanno una durata di almeno ulteriori cinque anni.
Ma secondo le indiscrezioni, Apple potrebbe iniziare ad acquisire i diritti e pagare una commissione proporzionale fino a raggiungere l’esclusività del 100%.
Non è ancora chiaro quando Apple potrebbe presentare un’offerta ufficiale, ma l’orizzonte sembra chiaro e conferma la strategia rivoluzionaria dell’azienda: acquisire tutta una competizione a livello mondiale o non occuparsene minimamente.
È la classica situazione da monitorare.
Nba in chiaro
Sempre a proposito di diritti tv c’è un’altra novità che riguarda il mercato tedesco.
Da questa stagione, sull’ondata di entusiasmo che inevitabilmente la vittoria tedesca al Mondiale di basket ha portato, l’NBA verrà trasmessa in chiaro da ProSieben in Germania.
Al momento ci sono 7 giocatori tedeschi impegnati nel campionato americano, il più famoso dei quali è Dennis Schroeder dei Toronto Raptors, MVP dell’ultimo torneo iridato, che peraltro ha già vestito anche le prestigiose maglie di Boston Celtics e Los Angeles Lakers.
Potenzialmente in Germania sta succedendo qualcosa di molto simile a quanto accadde in Italia ad inizio anni 90 con la pallavolo sulla scorta della vittoria al Mondiale brasiliano (che fece seguito al trionfo all’Europeo 1989) determinando la crescita esponenziale del nostro movimento pallavolistico.
L’operazione NBA - ProSieben, oltre ad aumentare l’accessibilità del più prestigioso campionato di basket al mondo ai tifosi tedeschi, potrebbe essere certamente un incentivo mediatico notevole alla pratica del basket in un paese che - posso testimoniare - ha una grande attenzione per gli sport americani (il football americano ha un discreto seguito), e per la prima volta si sente protagonista di una disciplina fortemente influenzata dalla cultura a stelle e strisce.
Non solo SportBiz
Piccola parentesi personale.
Da quasi due anni ormai collaboro con Officina Strategia, una community di imprenditori e professionisti creata da Oxigenio, una società di consulenza strategica di Brescia che seguo e apprezzo da circa 15 anni.
Per Oxi curo una newsletter mensile, Postilla, sui temi della cultura d’impresa (a cui ci si può iscrivere qui) ed ho realizzato Percorsi l’ultimo numero del Commentario (che si può acquistare qui) che parla tra le altre cose di aziende, lentezza, Lisbona, lavoro da remoto e modelli organizzativi innovativi.
Lo dico e scrivo qui, sfidando l’off topic, perché qualcuno in questi mesi mi ha scritto che avrebbe voluto leggere altri miei contenuti ed ecco, volevo solo far sapere che la mia attività giornalistica - pubblicistica non si limita al solo mondo del calcio e dello sport business :)
Scommesse illegali
Il caso che ha coinvolto Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo oltre ad avere contorni sportivi e legali rilevanti ne ha anche di personali.
Non so, non sappiamo, ancora se è il caso di parlare in questo caso di ludopatia e scomodare un fenomeno certamente dirompente nella nostra società, che è sempre causa di drammi umani e familiari prima che economico finanziari, ma una certa attenzione a questi aspetti finirà, mi pare, per fare breccia al di là del perimetro giuridico del caso.
In attesa di conoscere meglio i contorni della vicenda e gli sviluppi della stessa per meglio inquadrare quel che realmente è accaduto, fino a che punto i giocatori sono coinvolti e quale è la reale portata del caso, c’è un articolo de IlPost che mette in fila i fatti fino a questo modo ed aiuta a farsi una prima chiara idea, senza corse in avanti.
Sport Tech
C’è un trend interessante che sta crescendo in tutto il mondo ed è quello dell’home fitness. Un business in crescita con enormi potenzialità di sviluppo e che vede una escalation anche come occasione di creazione di eventi legata alle versioni hi-tech di vari sport.
Recentemente Netflix ha aperto la sua piattaforma ad allenamenti e yoga grazie ad una partnership con Nike.
Tra le grandi novità in arrivo c’è anche la realtà virtuale, attraverso la partnership con Rezzil, una startup inglese con sede a Manchester che ha iniziato nel 2017 a sviluppare simulazioni sportive in VR e che si sta espandendo.
Un prodotto, quello di Rezzil, che conosco bene in quanto nel 2018 io stesso ho collaborato con l’azienda (che allora si chiamava MiHiepa) aprendo il mercato italiano e portando la piattaforma in numerose squadre di calcio italiane.
Il modello iniziale era orientato soprattutto alla match analysis (grazie al simulatore VR che permette di stare in campo a dimensioni naturali), al recupero infortuni ed allo scouting dei calciatori, ma le enormi potenzialità hanno portato lo sviluppo in diverse direzioni (e discipline) potenzialmente più remunerative anche perché rivolte al mercato B2C (tifosi e appassionati) e non solo B2B (professionisti e club).
Il trend dell’hi tech sportivo è in grande crescita a diversi livelli e un’altra novità sono gli investimenti in eventi sia fisici che mediatici legati ai virtual sports.
Interessante tra le altre cose quanto sta facendo Tiger Woods negli USA attraverso il suo investimento in TGL una lega di golf high-tech affiliata alla PGA.
Il 6 ottobre è stato annunciato l’accordo con ESPN per la trasmissione dei tornei che vedranno la partecipazione di diversi campioni.
TGL peraltro ha già una casa, il SoFi Center: una sede di 23 mila metri quadrati che può ospitare quasi 2.000 fan nelle serate delle partite. All'interno della sede sarà presente uno schermo gigante del simulatore alimentato dalla tecnologia Full Swing che misura 20 metri di altezza e 14 di diametro, circa 20 volte la dimensione di uno schermo di simulatore standard.
Accanto al simulatore all'interno della sede ci sarà un dinamico complesso per giochi brevi che comprende tre bunker di sabbia e tre green virtuali individuali da 4,5 metri x 8,2 metri all'interno di un'enorme superficie di putting di 1160 metri quadrati.
Sul terreno dello sport hi-tech siamo solo all’inizio.
Arabia Saudita 2034, cambiano le regole
Attualmente la FIFA chiede, ai paesi candidati ad ospitare i campionati Mondiali di calcio, quattordici stadi idonei con almeno 40mila posti a sedere, sette dei quali già esistenti o in costruzione al momento della candidatura.
Nel 2034 di stadi esistenti ne basteranno però quattro, che è esattamente il numero di impianti che l’Arabia Saudita riuscirà a soddisfare (due dei quali verranno ristrutturati e un altro è in costruzione).
Vale la pena registrarlo.
L’estate del volley
Il tecnico della nazionale di pallavolo, Ferdinando De Giorgi, ha pubblicato sul suo profilo Instagram un suo personalissimo bilancio finale sulla lunga estate del volley azzurro.
Al di là dei giudizi individuali e della retorica che inevitabilmente fa parte del suo messaggio la parte saliente mi pare quando De Giorgi dice:
A parte il dispiacere di Rio, sono sereno perché il ranking che ci siamo guadagnati con i risultati fatti fino ad adesso( non ce li ha regalati nessuno) ci permette di guardare alla qualificazione alle Olimpiadi con grande ottimismo! Sono sereno perché anche quest’anno abbiamo avuto 6 esordienti di cui 3 (Rinaldi, Sanguinetti e Bovolenta) in pianta stabile.
Cosí facendo De Giorgi di fatto evidenzia in maniera proattiva quelli che sono anche i due punti deboli al momento della nazionale.
le Olimpiadi alla fine arriveranno grazie a quanto fatto nell’ultimo triennio (2021-2023) e non nell’ultima estate che va vissuta come momento di transizione e ripartenza dopo la doppietta Euro-Mondiale
il problema principale di questa nazionale al momento è la panchina corta, la mancanza di alternative che per esperienza prima di tutto possano dare maggiori certezze
C’è tuttavia un problema più ampio e riguarda l’attuale organizzazione del volley.
I club di fatto rilasciano i giocatori il 15 maggio e li rivedono il 15 ottobre.
Quale sport può realmente sostenersi su una attività che prevede 5 mesi di tornei tra le nazionali?
Questo strapotere delle federazioni, che vediamo anche nel calcio, è un problema comune a moltissimi sport e che va superato.
Cosa c’entra con le prestazioni degli azzurri?
Non aiuta certo la nazionale il fatto che la nostra Superlega a 12 squadre sia di fatto il campionato più competitivo del mondo con un livello di incertezza incredibile.
I polacchi nelle ultime stagioni si sono giovati di questo (soprattutto alle finali di Champions League) anche perché loro con 16 squadre hanno valori più diluiti.
Ecco quindi che in uno sport come la pallavolo la gestione dello stress di continui impegni ad altissimo livello diventa sempre più cruciale.
Personalmente nutro grandi speranze non solo per l’approdo ma per la vittoria dell’oro alle Olimpiadi di Parigi, una impresa storica che il nostro volley non ha mai incredibilmente compiuto, ma dentro questa rincorsa ci deve stare per forza un rinnovato dialogo con le Federazioni, pena l’incremento di problemi (mentali e fisici) crescenti in un gioco bellissimo che deve - come tutti gli sport - mettere tra le priorità quella del benessere dei propri campioni.
Outro
Per indole personale, oltre che per deformazione personale, sono sempre alla ricerca di contenuti di qualità che mi diano informazioni, approfondimenti e punti di vista di valore che possano arricchire la mia visione del mondo attraverso ciò che - sul piano contenutistico - maggiormente amo: lo sport e lo sport-business, ma anche temi economici, culturali e di politica internazionale.
In questi mesi mi sono reso conto che il mio interesse, tradizionalmente focalizzato sul calcio, si è spostato su una gamma più ampia di sport.
Certamente vivere in Germania mi ha portato a questo: in Inghilterra era inevitabile concentrarsi sul calcio mentre qui ho scoperto discipline come la pallamano (che già seguivo distrattamente a Brescia) e riscoperto passioni come quella per la pallavolo.
Ma tornando ai contenuti di qualità mi sono reso conto che il centro di approvigionamento di questi contenuti si è spostato sempre di più dai social media alla mia casella di posta elettronica.
I social nonostante la presenza di strumenti interni (come le liste di Twitter o i gruppi di Facebook per citarne un paio) che teoricamente aiuterebbero a focalizzare la propria attenzione, stanno diventando sempre più rumorosi e dispersivi, tossici e conflittuali.
Un utilizzo attento dell’e-mail invece permette di ricevere i migliori contenuti attraverso newsletter (nel mio caso in italiano, inglese e francese) o anche notifiche che si decide di seguire.
Mail che peraltro mi risulta meno invasiva (e comunque spesso alternativa) rispetto alle notifiche push sul cellulare.
L’aver realizzato cosa dovevo eliminare (gli account al momento sono ancora attivi ma ho eliminato Twitter, Facebook e Instagram dall’iPhone e dai bookmarks: lontano dagli occhi lontano dal cuore) mi ha dato un senso di liberazione e di svolta.
Vi terrò aggiornati (anche attraverso la mia pagina LinkedIn, che per varie ragioni è l’unico social che mi pare al momento avere ancora una qualche utilità) sull’operazione che ho chiamato “2024 fuga dai social”.
Per questa settimana è tutto. Ci sentiamo sabato prossimo.
Restiamo in contatto!