Fanta, dagli USA all'Italia: storia di un fenomeno
La prima pausa nazionali è il momento in cui si concentrano le aste dei fantacampionati e per raccontare come questi giochi sono percepiti da noi e altrove.
Brescia, 12 settembre 2024
Quando ho segnato contro il Carpi è stato bellissimo perché mi ero schierato e ho beneficiato del gol. (Daniele Ciofani)
Settembre, prima pausa nazionali. Tempo di asta del fanta. Al bar dell’oratorio del mio paeseino mi chiamavano “il re del fanta”.
In realtà non lo vincevo mai, ma io ero quello che organizzava, che metteva insieme i partecipanti e moderava l’asta pur da parte in causa avendo anche una squadra da creare.
E la mia goduria maggiore era quella di inventare regole sempre più sofisticate per fare in modo che i risultati rispecchiassero davvero il calcio reale. Alcuni esempi:
non si vince di mezzo punto, devi averne sempre 3 di vantaggio e se fai 66 a 65.5 rimane 0-0;
se a parità di gol esempio 71-67 (1-1 con le regole classiche) fai 4 punti in più vinci 2-1;
il portiere che para un rigore non fa +3 ma infligge un -3 all’avversario, perché non sta segnando, sta impedendo di segnare (questa cosa mi fa diventare matto ancora oggi). Un 66 pari con rigore parato diventa un più realistico 66-63 (1-0) non un 69-66 (1-1).
Magari oggi qualcuno di voi usa queste regole ma io ricordo esattamente di averle elaborate nel mio cervello e quindi le considero originariamente “mie”.
Quella lega non è durata molto in realtà, era solo il seguito di una lega che non avevo più, quella dei miei fanta-natali con i miei compagni di classe delle superiori. Ma fu bellissimo. E poi c’era il torneo che giocavo con Diego, che in quegli anni era il mio migliore amico, e che purtroppo non c’è più.
Giocavo anche sul newsgroup del fanta che mi piaceva molto perché era in 4 serie: partivi dalla D e tra un anno e l’altro se promosso ereditavi una rosa retrocessa e potevi confermare 12 o 13 giocatori prima del draft, se retrocedevi ne ereditavi una promossa e se restavi in categoria potevi confermare i tuoi giocatori con un effetto storico affascinante.
Poi quando iniziai a scrivere (stiamo parlando della stagione 1999-2000) e per me raccontare il calcio divenne lavoro (inizialmente dilettantistico: tornerei a fare domani se ce ne fossero le condizioni) mi allontanai progressivamente sia dal fanta che dai vari simulatori come Football Manager e Pc Calcio.
Riversai la mia fame di numeri e statistiche sulla raccolta di dati reali sui campionati dilettantistici: e fu così che iniziai a fare il telecronista per Studio Tv 1 di Treviglio.
Ma questa è un’altra storia.
Due anni fa mi sono fatto convincere da Marco - che gestisce un winebar a Berlino, e quando vai da lui e non c’è gente sta sempre al computer, ma non a curare la contabilità dell’esercizio… - a partecipare ad una delle sue innumerevoli leghe.
Ma non mi diverto più, io sarei un ottimo presidente di lega (se volete assumermi sono a disposizione). Il resto mi annoia.
Il fanta nacque in Italia nel 1988 al Bar Goccia d’Oro di via Ausonio a Milano (qui un web-reperto archeologico su quella Lega: bello e decadente come si conviene).
In America invece era nato nel 1980 come fanta baseball e poi come fanta football americano gli italiani, in particolare Riccardo Albini, riconosciuto come il primo organizzatore di un torneo, che ebbe a raccontare:
la mia idea nasce negli anni '80, di ritorno dagli Stati Uniti dove avevo osservato un gioco simile legato al baseball ma ho impiegato vari anni, insieme ad alcuni amici, a perfezionarne le regole. Ma noi siamo comunque avanti rispetto ad altri fantasy game. Fanta calcio è stato il primo, da subito, ad avere le sostituzioni come nella realtà. In alcuni giochi analoghi di molti altri paesi non esistono ancora.
Ed in effetti la versione fanta di Albini è molto avanti anche rispetto, ad esempio, a quello della Premier league perché adottando i voti come parametro introduce un elemento che molto più che nel Fantasy PL equalizza i giocatori, pur con un gap tra ruoli d’attacco e di difesa che del resto sta nella natura del gioco e si esprime ad esempio attraverso i reali valori di mercato.
Esiste peraltro una serie tv che si chiama The League e che mi piace molto perché oltre ad avermi insegnato il concetto di eskimo brother è basata non tanto sul gioco in sé ma sulla sua essenza: che è la socializzazione tra le persone, con il fanta come pretesto per stare insieme e giocare, cosa che agli adulti riesce poco e sempre meno (pensate a cosa sono diventati i nostri bar: ping pong, biliardo e altri giochi ingurgitati dalle slot machine, solo le freccette di recente ci salvano).
Anche attraverso il fanta, poi, esce il carattere di una nazione.
Quando emergono i grandi numeri noi italiani vediamo fenomeni sociali e culturali. Gli americani vedono mercati.
Loro infatti hanno creato veri e propri colossi dei fantasy sports come Fan Duel e Draft Kings. Il loro caso peraltro mi ha aiutato molto a capire la politica americana. Non solo, in una sua recente analisi Andrew Petcash ha indicato il fanta football americano come uno degli asset che rendono la NFL la lega più forte al mondo.
Il settore era non regolamentato con DraftKings e FanDuel che già nel 2015 dominavano il mercato del fantasy sport quotidiano, competendo in un'industria da miliardi di dollari.
A quel punto la politica sollevò incertezze legali sul fatto che questi giochi siano basati sull'abilità o sul caso e quindi dovessero entrare nel novero delle scommesse (ai tempi non permesse) o meno. Indovinate chi iniziò a finanziare i partiti democratico e repubblicano da allora?
Nel 2018, la Corte Suprema degli USA eliminò il divieto sulle scommesse sportive. DraftKings e FanDuel avevano pianificato di fondersi nel 2016, ma annullarono l'accordo per problemi antitrust.
Nel 2018, FanDuel fu venduta a Paddy Power, mentre DraftKings andò in borsa nel 2020. Oggi controllano il 65% del mercato del gioco online USA. Si monitorano costantemente per mantenere il dominio. Recentemente, DraftKings ha subito perdite su investimenti come il mercato NFT mentre realtà come ESPN Bet e Fanatics Sportsbook stanno cercando di competere, ma la loro crescita è incerta.
Noi invece, da questa parte dell’oceano, ci sbizzarriamo e creiamo le declinazioni ludiche come il Fantacontrario in cui vinci se i tuoi giocatori sono scarsi (ma devi giocare in 11 perché un assente conta 10 punti) e il Fantanostalgia, in cui puoi ancora comprare Totti, Vieri e Del Piero e Mazzone corre ancora felice sotto la curva dell’Atalanta.
Ma in generale il fanta rimane soprattutto un fenomeno di socializzazione, tra amici, fatto di goliardia e della giusta dose di competitività, in fondo non siamo un paese con 60 milioni di CT?
Note a margine.
Si volta pagina. Il calcio mondiale sembra vivere un momento di cambio epocale che negli ultimi giorni si è manifestato in due modi. Il primo è stato evidenziato da SoFoot che parla dell’ampio ricambio che c’è stato nella lista dei 30 giocatori del Pallone d’Oro. Il secondo riguarda Lionel Messi, che ha ricevuto il suo punteggio più basso in 16 anni (88) nella classifica dei giocatori di EA Sports FC25, scendendo da 90. I primi posti sono occupati da Kylian Mbappé, Erling Haaland e Rodri, tutti con un punteggio di 91. Jude Bellingham ha avuto il miglioramento più significativo (90) dopo il suo trasferimento al Real Madrid. Il campionato Premier League domina con 11 giocatori in classifica.
Nazionale. Calcio Datato riflette sull'Italia nelle partite di Nations League, sottolineando che, nonostante un avvio difficile e un gol subito dopo pochi secondi contro la Francia, la squadra ha mostrato una reazione inaspettata. In particolare è interessante ragionare sulla nuova identità della Nazionale sotto pressione (italianismo all’ennesima potenza, nient’altro che quello), evidenziando aspetti del gioco che spesso sfuggono agli spettatori meno attenti. Una riflessione su cosa significhi vedere l'Italia con occhi diversi.
Euro-NFL. Sportspromedia analizza le vendite dei biglietti per la stagione NFL 2024-25, evidenziando come gli eventi internazionali stiano avendo crescente popolarità. Grazie a piattaforme come Viagogo, la domanda per le partite internazionali, in particolare nel Regno Unito e in Germania, è aumentata. Questi mercati internazionali rappresentano un'opportunità di crescita significativa per la NFL. La rivalità tra le squadre e il desiderio dei tifosi di vivere l'esperienza live contribuiscono all'aumento della vendita dei biglietti.
Outro.
Comproprietà impossibili.
C’è un interessante dibattito sulle testate angloamericane che riguarda le comproprietà dei club calcistici.
Sportspromedia esamina la proprietà del Chelsea sotto Todd Boehly e Clearlake Capital raccontando come l'acquisizione del club nel 2022, la nuova dirigenza ha implementato grandi cambiamenti, investendo pesantemente in nuovi giocatori, ma con risultati altalenanti in campo. Il focus è sulle sfide legate a gestire un club di Premier League sotto il controllo di fondi di investimento, con il Chelsea che rappresenta un esperimento significativo nel mondo del calcio moderno. Il club mira a diventare una potenza globale, ma la transizione è complessa.
E pure The Athletics (che come ricordano quelli che vogliono screditare gli avversari sui social “è il New York Times”) riflette sulle difficoltà e le tensioni che possono sorgere quando un club di calcio di alto livello è gestito da una co-proprietà.
Un esempio storico è il Liverpool, quando nel 2007 i co-proprietari George Gillett e Tom Hicks, pur avendo iniziato con buone intenzioni, si sono rapidamente scontrati, portando a una "guerra civile" interna che si è conclusa con la vendita del club.
Il Chelsea sembra ripetere quel modello, con Todd Boehly e Behdad Eghbali, co-proprietari del club, che stanno affrontando tensioni simili. Boehly, con una quota minore, è una figura centrale, ma è Eghbali di Clearlake Capital che detiene la maggioranza delle quote. Come per Liverpool, queste tensioni interne potrebbero avere ripercussioni significative sulla gestione del club.
Il parallelismo con altre squadre, come Crystal Palace e Newcastle, evidenzia che le co-ownership nel calcio, specialmente con investitori che hanno visioni strategiche differenti, può portare a conflitti che rallentano o minano il progresso del club.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Quanto mi manca aver avuto amicizie di gruppo con cui divertirsi in questo modo...
"Quando emergono i grandi numeri noi italiani vediamo fenomeni sociali e culturali. Gli americani vedono mercati". Chapeau Giovanni, hai reso benissimo la differenza di 2000 anni di sedimentazioni storiche...
Grazie, sei sempre fonte di stimolo... Sto ancora cercando le parole giuste per rispondere (ma che rispondere, chiaccherare) sul tema calcio e nazionalismo, ma al limite vengo su a Berlino a parlarne direttamente al winebar del tuo amico...
Marco