Il Real Madrid va oltre la Superlega e apre agli investitori
La strategia di Florentino Perez nel discorso all'assemblea del club: è rimasto isolato in Europa e si sente sotto attacco da parte de La Liga, per questo vuole trasformare i membri in soci azionisti.
Berlino, 4 dicembre 2024
Non vorrei mai far parte di un club in cui accettano gente come me! (Woody Allen)
Il Real Madrid per iniziativa del suo presidente Florentino Perez potrebbe presto cambiare radicalmente la sua natura passando da club cooperativo di proprietà dei membri iscritti a club aperto a soci sottoscrittori ovvero azionisti.
Perez sta pianificando uno scossone aziendale che consegnerebbe il capitale ai membri del club, e che di fatto aprirebbe le porte a investitori terzi.
Ovviamente, ça va sans dire, con un introito miliardario di fondi freschi da utilizzare per gli investimenti futuri del già club più ricco del mondo.
In base alla proposta, i membri diventeranno "i veri proprietari del club", come ha affermato il presidente Florentino Pérez durante l'assemblea generale del Real Madrid domenica scorsa, senza fornire ulteriori dettagli tecnici ma chiarendo lo scenario politico che sta dietro al suo pensiero.
Abbiamo 100.000 membri e possiamo distribuire un asset che credo valga più di 10 miliardi di euro tra loro, ha affermato, aggiungendo che la proposta sarà sottoposta, come da statuto, al voto dei membri.
Attualmente il Real Madrid è un club senza scopo di lucro formato da centinaia di soci, tifosi paganti (come il Barcellona del resto), un sistema che impedisce agli investitori privati di possedere quote in quanto i tifosi non possiedono azioni e ciascuno rappresenta un voto assembleare.
Sotto Pérez, che presiede il club dal 2009 e ha ricoperto l'incarico anche tra il 2000 e il 2006, il Real Madrid ha consolidato la sua posizione di club di maggior successo in Europa.
Non possedendo una quota del Real Madrid, Pérez non investe denaro proprio nel club, a differenza di altri investitori che gestiscono squadre in tutta Europa e che possono coprire le spese di tasca propria. Pérez viene eletto dai membri e il club deve coprire le spese con i fondi che genera.
L’obiettivo di Perez ora è quello di difendere il club, come spiegato nel discorso di 90 minuti all'assemblea annuale del club.
Tradotto: difendere significa rendere il club più forte sul piano patrimoniale, di fatto vendendo le quote azionarie ai membri.
Sullo sfondo sta la guerra aperta con Javier Tebas e LaLiga, in seguito all'accordo di investimento di CVC partners, un fondo che distribuirà 2 miliardi di euro ai club spagnoli in cambio di futuri ricavi dalle trasmissioni.
Sostanzialmente Perez vuole tenersi i ricavi rimpiazzando quei soldi (che fanno comodo anche se fatturi un miliardo a stagione) con l’operazione straordinaria sul capitale.
Stiamo lavorando per difenderci dagli attacchi alla nostra ricchezza finanziaria.
Il nostro club dovrebbe avere una struttura che ci protegga come istituzione.
Faremo tutto il necessario affinché il club appartenga ai suoi membri, in modo che nessuno possa portarci via i nostri beni finanziari.
Posso confermare che presenteremo una proposta di riorganizzazione aziendale a un'assemblea, che garantisca che i membri siano i veri proprietari del nostro club.
Volevano toglierci i guadagni per darli alla Liga.
Pérez non ha fornito dettagli su cosa comporterà la riorganizzazione. Ma è evidente che la strategia rappresenta anche un passo avanti rispetto alla questione Superlega.
Negli ultimi anni il presidentissimo ha usato il suo discorso all'assemblea per esprimere ripetutamente la sua opposizione alla UEFA e al nuovo formato della Champions League, e insistere sulla necessità di un cambiamento radicale nel calcio europeo.
Rimasto praticamente da solo a livello europeo dopo la decapitazione della Juventus e le difficoltà finanziarie del Barcellona, e non riuscendo ad andare oltre lo status attuale, il presidente madrileno prova a rafforzare il club internamente non potendo farlo all’esterno.
Il tutto peraltro strizzando un occhiolino alla politica locale, ovvero spiegando che il Bernabeu (che incassa solo l’1% dai concerti) sarà aperto alla città per gli eventi (cosa che invece interessa molto ai consiglieri comunali della capitale spagnola).
Un riposizionamento, insomma, che si copre su più piani e che mantiene le attuali istituzioni del calcio come principali antagonisti. L’evoluzione potrebbe portare ad una rivoluzione incredibile e, peraltro, potrebbe aprire scenari che anche il Barcellona potrebbe ad un certo punto copiare, soprattutto alla luce delle difficoltà finanziarie blaugrana.
Non rimane che attendere gli sviluppi.
Note a margine.
Verona in vendita. Presidio Investors, un fondo di private equity con sede ad Austin, Texas, è in trattative avanzate per l'acquisizione dell'Hellas Verona, club di Serie A. La società americana si specializza in investimenti in aziende di medie e piccole dimensioni, in particolare in settori come tecnologia, media e servizi finanziari. L'operazione per l'acquisto del Verona si aggira intorno ai 75 milioni di euro per una quota di controllo. Al momento si parla di una conferma dell’attuale management aziendale del Verona, una cosa simile a quanto accaduto per l’Atalanta e di cui ho parlato in “Chi vuol essere Percassi”.
Sauditi in Italia. I sauditi del fondo PIF sarebbero interessati a RCS Sport, ovvero al Giro d’Italia e nell’affare potrebbe rientrare anche il Torino. Al momento Urbano Cairo, presidente di RCS MediaGroup, non sembra intenzionato a cedere questa divisione, a meno di offerte eccezionalmente elevate, dato il suo contributo significativo ai bilanci del gruppo. Il Giro e le altre corse (dalla Milano-Sanremo alla Strade Bianche, dalla Tirreno Adriatico allaMilano-Torino e al Giro di Lombardia) sono riconducibili alla galassia Rcs. Il Torino è invece detenuto da Ut Communications, azionista di maggioranza di Cairo Communications.
Atalanta plus. L’Atalanta continua a distinguersi nel panorama calcistico europeo per la sua capacità di generare plusvalenze significative. Nell'era della presidenza Percassi, il club ha accumulato oltre 500 milioni di euro da cessioni di giocatori, con una media annuale di 33,7 milioni di euro. Dal 2010, le operazioni di mercato rappresentano circa il 26% dei ricavi complessivi e il club va verso il record storico di 85 milioni nel 2024/25 dopo che il club bergamasco ha svelato i dati nei conti del primo trimestre della stagione: la cifra è spinta dalla cessione di Koopmeiners alla Juventus.
Outro.
Diritti tv, Premier ancora su.
Il responsabile dei media della Premier league, Paul Molnar ha detto all’assemblea dei club che per il prossimo ciclo triennale, che inizia nella stagione 2025-26, i ricavi aumenteranno del 17 percento, ovvero 1,75 miliardi di sterline totali, grazie a un altro round di accordi globali eccezionali.
La Premier League - unica al mondo - ha accordi internazionali che per valore superano quelli domestici e che crescono nonostante la crisi dei diritti tv a livello mondiale di cui ho parlato in diversi numeri di questa newsletter tra cui “La fine dei diritti tv (per come li abbiamo conosciuti)”.
Con enormi aumenti già incassati per gli Stati Uniti e altrove, il reddito totale della Premier League dalle emittenti estere era già aumentato del 27 percento nel ciclo 2022-25.
Il vantaggio finanziario del calcio inglese su ogni altro campionato nazionale del pianeta è quindi destinato ad aumentare.
Di questo tema ho scritto in una lunga analisi su come la Premier League ha costruito la sua ricchezza in questi 30 anni di attività che uscirà sul prossimo numero di Rivista Undici che vi segnalerò nuovamente quando pubblicato.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni