La fine dell'era Gasperini [IVC #29]
L'allenatore dell'Atalanta perdendo lo scontro diretto con l'Inter potrebbe aver perso ogni residua chance di vincere lo scudetto: ecco i 3 aspetti chiave per capire la stagione dei nerazzurri.
Dopo otto anni di crescita, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini sembra aver perso lo slancio ad andare oltre e migliorare ulteriormente alzando l’asticella del suo record di punti in serie A.
Parliamo di punti fatti come indice di performance.
I due anni con il miglior punteggio sono stati il 19/20 (Juve campione) e 20/21 (Inter campione) in cui i bergamaschi hanno totalizzato 78 punti. Per vincere il campionato ne servono almeno 82 quando la quota è molto bassa (Inter 2010 e Milan 2011).
Quest’anno la squadra sta di fatto viaggiando a 2 punti a partita di media. Ma, appunto, non basta.
Ci sono secondo me 3 ragionamenti da fare rispetto a ambizioni e prospettive della squadra bergamasca che, ricordiamolo ha numeri di bilancio certamente diversi da quelli delle milanesi e pure del Napoli campione d’Italia.
Il primo è di ordine economico.
L’Atalanta in questo momento (dati Capology) ha il nono monte ingaggi lordo annuo di Serie A, pari praticamente a un terzo di quello dell’Inter. Il dato cambia di anno in anno con la società dei Percassi che oscilla tra il nono e l’undicesimo posto.
Letto esclusivamente alla luce di questo dato, quello che i nerazzurri stanno facendo nel navigare costantemente in zona Champions League è encomiabile. Clamoroso per continuità stagione dopo stagione.
Il secondo è di ordine tecnico, e in qualche modo, se volete, diretta emanazione del primo, di ordine economico.
Dal 2016/17, stagione dell’arrivo di Gasperini sulla panchina nerazzurra, l’Inter ha rappresentato l’ostacolo diretto per la squadra bergamasca: i nerazzurri milanesi hanno battuto la Dea ben 10 volte su 18 incontri (6 pareggi, 2 sconfitte).
Un dominio netto confermato anche nelle ultime stagioni, con l’Inter che ha vinto otto sfide consecutive contro l’Atalanta in tutte le competizioni, un’impresa che non si verificava dal periodo 1964-1967.
Insomma, a dividere l’Atalana dallo scudetto c’è semplicemente il fatto che ogni anno c’è stata in Serie A una squadra migliore di lei in Serie A: Juve, Inter, Milan, Napoli sono quelle che hanno vinto.
E sono tutte realtà che viaggiano dai 100 milioni in su di monte ingaggi, più del doppio dell’Atalanta, sostanzialmente.
Il terzo infine è di ordine congiunturale, tattico.
Perchè quando poi ti trovi lì e te la giochi vanno in campo undici uomini più le riserve e a quel punto conta poco il conto in banca.
Se l’Inter ha imposto il proprio dominio, l’Atalanta sta vivendo un momento difficile.
La squadra di Gasperini non vince da sei partite casalinghe in Serie A (4 pareggi, 2 sconfitte), un record negativo che non si vedeva dal 2015/16, quando in panchina sedeva Edoardo Reja.
Nonostante la solidità difensiva, garantita tra gli altri da Marten de Roon, che con 262 presenze sotto la guida di Gasperini è diventato il giocatore con più partite disputate con un singolo allenatore nell’era dei tre punti, la Dea sembra aver perso brillantezza.
Mentre alcuni giocatori dell’Atalanta, come Ederson (100 presenze in Serie A con la Dea) e Sead Kolasinac (50 partite in Serie A con l’Atalanta), raggiungono traguardi personali, il club si trova a un bivio.
Gasperini ha scritto pagine storiche per il club, ma il suo ciclo potrebbe essere giunto al termine, e io credo onestamente che Dublino a questo punto abbia rappresentato un punto massimo oltre il quale non basta il gioco, non basta un grande allenatore, non basta quello che l’Atalanta oggi può mettere in campo.
Per vederla scudettata servirebbe un ulteriore innalzamento delle prestazioni che mi pare lontano dal diventare possibile, od al contempo un crollo di Inter e Napoli che tuttavia stanno già navigando ampiamente al di sotto delle loro performances negli anni in cui hanno vinto gli ultimi scudetti (andando sempre, per chiarezza, a quota 90 punti).
Per questo, a mio giudizio, è giunto il momento di un addio tra Gasp e l’Atalanta che, più di così, onestamente non sono in grado di fare.
Note a margine
Statistiche Opta prese da SportMediaset.
Come Delneri. La Juventus è in caduta libera e i numeri certificano una crisi senza precedenti. La squadra di Thiago Motta ha subito due sconfitte consecutive con almeno tre gol di scarto, un evento accaduto solo due volte nella sua storia, nel 2011 e nel 1957. Contro la Fiorentina, i bianconeri non sono riusciti a tirare in porta nel primo tempo, come già accaduto contro l’Atalanta: un segnale allarmante. Nel frattempo, la Viola ha riscritto la storia, battendo sia Juve che Inter con tre gol di scarto nella stessa stagione per la prima volta. La qualificazione Champions è ora a rischio.
Il carattere non basta. Dal 2025, con l’arrivo di Sergio Conceicao, il Milan è una delle squadre che ha guadagnato più punti da situazione di svantaggio nei principali campionati europei, superato solo dal Bologna. In questa Serie A, i rossoneri hanno conquistato 15 punti in rimonta, un record per loro dal 2021/22, anno dello scudetto. Il Como ha invece perso 22 punti da situazioni di vantaggio, tra le peggiori in Europa.
Newcasstle e ritorno. Il Newcastle United ha vinto la Coppa di Lega inglese battendo il Liverpool 2-1 al Wembley Stadium, ponendo fine a un digiuno di trofei che durava da 70 anni. I gol decisivi sono stati segnati da Dan Burn e Alexander Isak, mentre Federico Chiesa ha accorciato le distanze per il Liverpool nei minuti finali. Questo trionfo rappresenta il primo trofeo importante per il Newcastle dal 1969 e il primo titolo domestico dal 1955. Il manager Eddie Howe è diventato il primo allenatore inglese a vincere un trofeo nazionale significativo dal 2008, quando Harry Redknapp conquistò la FA Cup con il Portsmouth.
Outro.
Bagarre.
La lotta per il quarto posto in Serie A è più accesa che mai: a nove giornate dalla fine del campionato, sei squadre sono racchiuse in soli sei punti, tutte in corsa per un posto nella prossima Champions League.
La classifica attuale vede il Bologna al quarto posto con 53 punti, seguito dalla Juventus a 52, Lazio a 51, Roma a 49, Fiorentina a 48 e Milan a 47.
Il calendario delle prossime partite sarà decisivo per determinare quale di queste squadre riuscirà a qualificarsi per la massima competizione europea.
Il Bologna, guidato da Italiano, dovrà affrontare sfide impegnative contro Napoli, Atalanta, Inter, Juventus, Milan e Fiorentina.
La Juventus, dopo le recenti sconfitte con Atalanta e Fiorentina, ha un calendario che prevede scontri diretti con Roma, Bologna e Lazio, oltre a partite contro squadre sulla carta più abbordabili come Genoa, Lecce, Parma, Monza, Udinese e Venezia.
La Lazio, attualmente a 51 punti, dovrà cercare di mantenere la continuità per rimanere in corsa, mentre Roma, Fiorentina e Milan sono chiamate a recuperare terreno per non perdere il treno Champions.
Con 27 punti ancora in palio, ogni partita sarà fondamentale e la lotta per il quarto posto si preannuncia avvincente fino all'ultima giornata.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni