La Juve e il senso di quotare in Borsa un club
Perché i club si rivolgono al mercato azionario? É profittevole per un risparmiatore dare loro fiducia? Analizziamo i pro e contro di un fenomeno nato 40 anni fa passato attraverso varie vicissitudini
Lòdz, 25 giugno 2024
Non investire mai in una attività che non puoi capire
(Warren Buffett)
Riflettevo poco fa sul fatto che da quando ho intensificato le uscite di Fubolitix ho scritto già da 5 posti diversi: Berlino, Colonia, Amburgo, Antalya ed ora Lòdz. Il giornalismo é una cosa bellissima se riesci a farlo nel modo giusto e quando me ne sono andato dall’Italia il 12 febbraio 2015 non sapevo se avrei mai fatto il giornalista ancora nella mia vita.
Poi ho avuto la possibilità di fare il corrispondente dall’Inghilterra per Tuttosport, di partecipare al lancio di Calcio e Finanza e di diventare caporedattore di OneFootball continuando a specializzarmi in sport business e seguendo diversi altri sport…
Quindi oggi, se me lo chiedete, vi risponderei che sono felice.
Anni fa consigliai ad un amico di acquistare le azioni della Juventus in un momento in cui il dominio bianconero portava molti analisti a dire che le azioni erano ampiamente sottovalutate e sarebbero cresciute.
Mesi dopo quell’amico mi ha ringraziato avendo investito e disinvestito con buoni guadagni.
Un collega invece considerava l’acquisto di azioni di un club calcistico “un atto di fede”.
Lo spiegava cosi: difficilmente distribuirà dividendi, probabilmente farà aumenti di capitale nel breve. Se non ci sono finalità speculative (acquistare e rivendere nel medio-breve) non ha grande senso.
Ma è una buona idea investire in un club di calcio?
L’attività dipende molto (ma non solo) dai risultati sportivi, che a volte possono essere casuali e dipendere da dettagli che sfuggono alla razionalità. Diamo un'occhiata più da vicino.
Tutto è iniziato con il Tottenham nel 1983. Per costruire il loro nuovo stadio a Northumberland Park, il club londinese ha venduto azioni per raccogliere circa £350.000.
Questo tentativo riuscito ha ispirato altre squadre europee a seguire lo stesso percorso.
Tra le più importanti ci sono Juventus F.C., A.S. Roma e S.S Lazio in Italia. In Germania, solo il Borussia Dortmund, in Francia, l'unica squadra quotata in borsa è l'Olympique Lyonnais, nei Paesi Bassi l'Ajax Amsterdam, in Scozia il Celtic Glasgow.
E ancora in Portogallo FC Porto e Benfica, in Turchia Besiktas e Galatasaray.
La Premier League inglese è oggi di gran lunga il campionato più potente dal punto di vista finanziario, quindi dovrebbe essere anche il più attraente per gli investitori, giusto?
Ma la crescita non é andata di pari passo con la presenza nei mercati azionari.
Sebbene club come Tottenham, Manchester United, Manchester City e Arsenal siano stati in borsa prima della maggior parte delle altre squadre, sono tornati alla proprietà privata dopo essere stati acquistati da ricchi proprietari.
Le ragioni per tornare al privato erano in parte per poter controllare il club il più possibile, senza bisogno dell'approvazione degli azionisti per le decisioni, e in parte perché lo consideravano più redditizio.
Quasi tutti i club quotati in borsa hanno visto scendere il prezzo delle loro azioni.
Allo stesso tempo, tuttavia, i ricavi sono aumentati.
È quindi più redditizio per un club di calcio non essere quotato in borsa?
Qui si pone una domanda, perché i club decidono di aprire il loro capitale al pubblico in primo luogo?
La prima cosa che potrebbe spingere una squadra ad aprire il suo capitale è essenzialmente la stessa ragione per cui una società tradizionale lo farebbe: vuole far crescere il proprio business e ha bisogno di nuovi fondi per farlo.
Diciamo che possiedi un club e vuoi svilupparlo - ad esempio per costruire il tuo stadio e possederlo. Al momento non hai i soldi, poiché la maggior parte di essi è destinata alla gestione del tuo club - gli stipendi dei tuoi giocatori, i costi operativi del tuo stadio di allenamento, i fondi che destini ai trasferimenti.
Ma non vuoi nemmeno andare in banca per un prestito, perché i tassi che offrono sono troppo alti.
Quindi potresti decidere di vendere azioni del tuo club. Dividi la proprietà della società, o capitale, in, diciamo, 1.000 azioni.
Supponiamo che ne vendi 400 sul mercato aperto. Hai venduto il 40% della tua società, il che ti permette di mantenere il controllo, ma ti ha dato nuovi soldi che non devi restituire.
Tutti coloro che hanno acquistato almeno una di quelle azioni sono ora co-proprietari della società con te e hanno diritto agli utili allo stesso modo di te. Questo si chiama IPO (Initial Public Offering).
Che dire quindi dell’investimento dal punto di vista del risparmiatore?
Sebbene sia comprensibile perché i proprietari di club di calcio aprano il loro capitale al pubblico, è una buona idea per gli investitori, tifosi o meno, investire i loro soldi?
A prima vista, investire nel proprio club preferito può sembrare attraente per i tifosi.
In effetti, cosa potrebbe essere più intenso che sentirsi legati, corpo, anima e portafoglio, a un'entità che supporti fin da giovane.
Ma investire nel calcio può essere ancora più incerto che investire in aziende più tradizionali. Spesso è una scommessa più rischiosa rispetto a obbligazioni o ETF. I risultati dei vari club quotati in borsa variano notevolmente.
Ad esempio, mentre il prezzo delle azioni dell'Ajax Amsterdam è raddoppiato negli ultimi dieci anni, quello del Borussia Dortmund è dimezzato dalla sua introduzione 20 anni fa.
Per quanto riguarda un club come l'Olympique Lyonnais, il prezzo delle sue azioni è addirittura sceso di quasi l'85% dalla quotazione del club nel 2007, passando da €13,14 per azione a €2,34 al momento della stesura di questo articolo.
Una ragione fondamentale per i prezzi fluttuanti dei club di calcio è che i loro principali asset sono i loro giocatori.
Giocatori che hanno un valore su un altro mercato: quello dei trasferimenti.
Un mercato generalmente considerato completamente scollegato dalla realtà economica.
Un mercato, peggio ancora, basato principalmente su voci. Queste voci possono avere una certa influenza sul prezzo delle azioni di una squadra.
Ad esempio, nell'agosto 2018, il prezzo delle azioni del Borussia Dortmund è aumentato fortemente da €5,93 all'inizio del mese a €7,58 alla fine di agosto a causa di una voce di trasferimento secondo cui il club avrebbe inviato il giocatore francese Ousmane Dembélé al Barcellona per oltre 100 milioni di euro.
Dembélé si è poi guadagnato un posto d’onore in una mia analisi che evidenzia un dato secondo me incredibile che ci fa capire l’illogicità del calciomercato: la quantità di flop tra i giocatori pagati dai 100 milioni in su.
Un'altra ragione è la cosiddetta incertezza dello sport.
Mentre una società tradizionale può stabilire obiettivi ragionevoli e anticipare i suoi risultati, questo è molto più complicato nello sport.
Un autogol del tuo difensore in una partita cruciale, un errore del tuo portiere, un infortunio a lungo termine del tuo miglior giocatore.
Questi sono tutti motivi imprevedibili che possono trasformare la stagione del tuo club in un incubo e impedirgli di raggiungere i suoi obiettivi.
Il prezzo delle azioni del club italiano Juventus, ad esempio, è sceso di quasi il 10% dopo che il club ha perso contro l'Olympique Lyonnais nei quarti di finale della Champions League 2020.
Ma la bellezza del calcio è che suscita un'emozione nei tifosi. Lo stesso vale per gli investitori.
Data la volatilità dei prezzi dei club di calcio, potresti ottenere più divertimento limitandoti a godere dei risultati sportivi del tuo club preferito che per il suo prezzo delle azioni.
L’impressione generale é che il collega che parlava di puro atto di fede avesse qualche ragione, e che l’amico che scelse di fare un investimento di breve termine alla “prendi i soldi e scappa” abbia fatto la scelta migliore.
La storia dei club in borsa fino ad oggi sembra avercelo insegnato abbastanza bene.
Note a margine
Quando qualche mese fa ho iniziato a scrivere dei grattacapi finanziari in Premier League in pochi credevamo che l’escalation sarebbe stata così rapida. Ieri il Daily Mail riportava che ora la lega vigila sugli scambi gonfiati. E farebbe già ridere così se non fosse che la cosa puzza di arbitrarietà in lontananza. Monitoriamo.
Programmazione. Poche ore dopo essere stato promosso in Serie A il direttore sportivo del Como, Carlalberto Ludi, dava lezioni a destra e a manca. Morale? Il Como cerca ospitalità a Verona perché lo stadio non sarà pronto per l’inizio del campionato. La programmazione!
«È merito della solidità della famiglia Hartono: prima ha lavorato sulla comunità, poi ha investito. Fabregas è stato centrale nello sviluppo del progetto Como. Stadio? C’è già un progetto di rifacimento per renderlo congruo per la Serie A. Ma senza dimenticare le tante opzioni per un piano B. Ci faremo trovare pronti per il campionato. Como esempio da seguire? Lo spero».
Sono arrivato a Lódz e da domani inizierò la mia corrispondenza con iVolleyMagazine per le finali di Volleyball Nations League maschile. Quindi se amate la pallavolo e volete leggermi mi trovate li. Qui vi proporrò comunque qualche link. L’Italia gioca venerdì alle 17 contro la Francia. In caso di passaggio del turno ci sarà la vincente di Polonia - Brasile in semifinale, ma non sarà facile, perché per ora a tener banco é soprattutto il fatto che qui in Polonia Fefé De Giorgi si è portato una squadra sperimentale, lasciando le prime linee (8 giocatori) in Trentino a allenarsi in palestra in vista delle Olimpiadi. Anche nella pallavolo - se possibile anche più che nel calcio - tiene banco il tema dei calendari ingolfati.
Outro
St. Pauli
Tra i club tedeschi più chiacchierati il Sankt Pauli di Amburgo é sempre un caso interessante che desta attenzione.
Io stesso ne ho parlato diverse volte parlando di club identitari, ed al St. Pauli ho dedicato parte dell’articolo sull’Identità nello sport pubblicato nell’ultimo Commentario (di cui parlo anche in questo video), una pubblicazione di Oxigenio, società di marketing strategico e organizzazione aziendale con cui collaboro da tempo.
Il St. Pauli il prossimo anno giocherà in Bundesliga (non accadeva dal 2010/11 quando scese subito in 2.Bundesliga) la sua nona stagione nel massimo campionato tedesco.
È trentatreesimo nella classifica perpetua del calcio tedesco e recentemente Analytics FC gli ha dedicato una approfondita analisi che evidenzia il metodo seguito in questi anni dal diesse Andreas Bornemann, ex direttore di SC Freiburg, Holstein Kiel, e 1. FC Nürnberg.
Bornemann si é focalizzato sull'acquisto di giocatori giovani e sottovalutati, con 22 trasferimenti tra il 2019 e il 2024, di cui solo cinque sopra i 25 anni.
Non si é mai opposto alle offerte dei grandi club, per mantenere la struttura salariale del club, reinvestendo in nuovi talenti. Ha venduto Daniel-Kofi Kyereh per 4,5 milioni di euro, utilizzando i proventi per acquistare più giocatori promettenti che hanno contribuito alla promozione del club.
Particolare attenzione é andata ai giovani talenti provenienti dalle divisioni inferiori, come Jakov Medic e Elias Saad, che si sono rivelati fondamentali per il club, ma ha spesso esplorato anche il mercato britannico, portando giocatori come Jackson Irvine e Oladapo Afolayan, dimostrando il valore del talento inglese nel contesto tedesco.
In questo senso ha applicato il concetto di continuità culturale dei gruppi di lavoro, che troppo spesso viene trascurato e che da noi viene svilita con il cliché “serve una base di giocatori italiani” per fare una buona squadra.
Cosa impariamo dal caso Bornemann?
Che le vittorie a differenza dei metodi non si pianificano e che - come avevo avuto modo di scrivere parlando di Atalanta - di modelli si parla dopo le vittorie, ma i modelli sono tali, molto di più, quando vengono confermati dopo le sconfitte.
A presto!
Giovanni