La libertà, negata alla Superlega, ma che tutti vogliono per sé
Club, Leghe, Governi, Federazioni, Uefa e Fifa: nel calcio è guerra aperta tra tutte le componenti e alla fine tutti si appellano alla "odiata" sentenza del dicembre 2023 della CGUE.
Berlino, 11 luglio 2024
Tonino, sta cambiando tutto. C'è da rifare l'Italia, ricominciamo da zero. C'è grande confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Dai, costruiremo un gran bel paese per viverci, te lo prometto. Dai, è anche il nostro dovere.
(Diego Abatantuono - Nicola Lorusso, Mediterraneo)
Viviamo tempi meravigliosi. Il mondo del calcio é entrato in un tutti contro tutti da cui giocoforza usciremo con qualche vittima.
i grandi club europei vogliono liberarsi dalla Uefa attraverso la Superlega ma le Federazioni si mettono contro e i Governi le appoggiano;
i club italiani uniti nella Lega Calcio vogliono liberarsi dalla Federcalcio ed allora giocano di sponda sul Governo, ma l’Uefa minaccia di escluderne i club dall’Europa, e allora ecco la marcia indietro sull’emendamento Mulé (che avrebbe dato più autonomia alla Serie A dalla FIGC);
il Governo italiano che ha sempre contestato la Superlega ora invece contesta l’Uefa della quale era alleata contro la libertà altrui;
le Leghe europee vogliono liberarsi dalla FIFA, semplicemente perché il Mondiale per club non sembra offrire i soldi promessi, e per farlo si appellano alla sentenza Superlega che ha sempre contestato
i giocatori vogliono giocare meno partite ma non rinunciano alle nazionali, la FIFPRO - che è il loro sindacato internazionale - li sostiene, l’AIC loro associazione attacca la FIFA e per una volta anche la Lega calcio è d’accordo
l’Uefa dopo aver incassato la sconfitta contro il Manchester City sulla questione FFP trova un escamotage per permettere al Girona, club controllato dal City, di giocare la stessa competizione nel 2024/25
Mentre A22, società che era stata investita del progetto Superlega, sembra sparita dai radar, la sentenza del 21 dicembre 2023 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea viene evocata da più parti come vessillo di libertà.
Sono come detto le Leghe europee a volerla utilizzare per difendersi dalla FIFA cercando di impedire lo svolgimento, tra un anno, del mondiale per club negli USA.
Se ricordate, nel mio contenuto sull’autonomia avevo ricordato quando nel gennaio 2021 l’Italia venne minacciata di esclusione dai giochi olimpici di Tokyo per violazione delle regole sull’autonomia.
La situazione si è ripetuta nella stessa maniera: Governo attivo, Uefa minacciosa, emendamento ritirato.
Ma non è finita perché è interessante capire su quale passaggio l’emendamento Mulé viene rivisto. Si tratta di quello sulla giustizia sportiva nella nuova versione il passaggio che veniva introdotto con l’emendamento sul «ricorso diretto innanzi agli organi della giustizia amministrativa in sede di giurisdizione esclusiva» (il comma 4 dell’articolo 16-ter) verrà stralciato, mentre sarà appunto riformulato e mantenuto il principio del maggior peso e autonomia delle leghe professionistiche.
Ma qui come sappiamo c’è il famoso ricorso Agnelli che il Tar ha rimesso alla Corte di Giustizia Europea, e quindi sarà ancora una volta la CGUE a dirci quali sono i confini dell’autonomia del diritto sportivo, e se questi sono esercitati in modo corretto.
In tutto questo caos è interessante pur il modo in cui la UEFA ha stabilito che Manchester City e Girona, Manchester United e Nizza, potranno competere nelle stesse competizioni europee per club durante la stagione 2024-25. Ne ha scritto The Athletic.
Il Manchester City ha l’incredibile potere di venire sempre fuori vincente:
indagato per quasi un decennio sul FFP ha vinto il ricorso al TAS di Losanna, nonostante questo l’UEFA per fare ulteriore casino nel gennaio 2024 ha ribadito che si, la sentenza è quella, ma non ci sono dubbi che il City abbia barato: assurdo!
in patria dovrà difendersi da oltre 100 imputazioni per violazione dei regolamenti finanziari, ma si è appellato alla libertà d’impresa ed ora l’intero impianto anglosassone trema;
invece di affondare il colpo su un tema che la vedrebbe sicuramente vincente, come quello delle multiproprietà, l’UEFA ne esce con un cavillo ai limiti della supercazzola.
Le regole della UEFA stabiliscono che nessun individuo o entità legale può avere “controllo o influenza” su più di un club partecipante a una competizione UEFA per club, e l’organo di governo del calcio europeo deve essere soddisfatto che i rispettivi club siano entità separate per mantenere l’integrità dei loro tornei.
Il City Football Group (CFG), la società madre del Manchester City, detiene una quota del 47% nel club della Liga Girona, che si è qualificato per la Champions League per la prima volta nella storia del club la scorsa stagione.
CFG e UEFA erano in trattative su come Girona e City potessero entrambi giocare in Champions League nel 2024-25 per evitare che un club venisse retrocesso.
Il Nizza della Ligue 1 è di proprietà della società di Sir Jim Ratcliffe, INEOS, che ha completato l'acquisto di una quota di minoranza del Manchester United lo scorso dicembre.
Ratcliffe e azionista di minoranza nello United — con la sua quota destinata a salire al 29% — ma il suo investimento di 1,3 miliardi di sterline ha permesso a INEOS di assumere il controllo delle operazioni calcistiche a Old Trafford. Entrambi questi club si sono qualificati per l'Europa League 2024-25.
In una dichiarazione di venerdì, la UEFA ha affermato che “dopo l'implementazione di cambiamenti significativi da parte degli investitori interessati” sia nel Nizza che nel Girona, nessuno ha “controllo o influenza decisiva” su entrambi i team.
Girona ha confermato i cambiamenti al suo consiglio di amministrazione all'inizio di questa settimana, con Matthew Shayle, Edward Hall e Paul Hunston che hanno sostituito John MacBeath, Simon Cliff e Ingo Bank nel loro consiglio di amministrazione.
La UEFA ha dichiarato che in entrambi i casi, i rispettivi club “non trasferiranno giocatori l'uno all'altro, sia in modo permanente che in prestito, direttamente o indirettamente, da luglio 2024 fino a settembre 2025, con l'eccezione degli accordi di trasferimento preesistenti”.
In tutto questo c’è una buona notizia per i tifosi della Juventus.
Da qualche settimana è noto che il Manchester United non avrebbe potuto chiudere per il difensore centrale del Nizza Jean-Clair Todibo a causa delle regole multi-club della UEFA. E il club bianconero potrebbe approfittarne.
Ma la situazione, come detto, é caotica e totalmente fuori controllo.
Popcorn.
Note a margine.
Il calcio in tv. Romano Righetti, External and public affairs director Europe di DAZN durante una audizione in Senato ha spiegato a proposito dei prezzi degli abbonamenti: «portiamo avanti un lavoro di graduale innalzamento. In un’ottica di confronto con i principali campionati d’Europa, non solo Inghilterra, ma anche Spagna, Germania e Francia, questi Paesi hanno abbonamenti di molto superiori a livello di costo rispetto all’Italia. In UK il costo medio è di 90 euro al mese, in Grecia addirittura tra i 47 e i 50 euro al mese con un numero partite limitato e un solo accesso allo streaming».
Fatta la grazia gabbato lo santo. Ora che le multiproprietà sono di fatto liberalizzate (dopo Redbull anche su CFC e INEOS come visto si è trovata la scappatoia) aumentano gli appetiti: il Fenway group (Liverpool) punta il Bordeaux.
Vendesi Celtics. Wyc Grousbeck, proprietario dei Celtics, ha avviato il processo di vendita della squadra, con l'obiettivo di stabilire un nuovo record nell'industria sportiva. Attualmente, il record NBA per la vendita di una squadra è di 4 miliardi di dollari per i Suns, ma i Celtics sono valutati circa 4,7 miliardi di dollari.
Outro
Siamo già forti abbastanza
Roger Mitchell è un consulente con una notevole esperienza internazionale che ogni tanto cito in questa newsletter perché scrive una interessante rubrica settimanale di libere elucubrazioni intorno allo sport business.
Intorno al 2007, divenni amico del proprietario della Sampdoria, Roberto Garrone della ERG.
Era un imprenditore energetico, serio e di successo a Genova, che apparentemente voleva incontrarmi per capire "il concetto che sta dietro la Premier League".
Garrone prefigurava come l'Italia stesse perdendo il suo dominio degli anni '90 e sarebbe presto stata in difficoltà competitiva rispetto al nuovo ricco calcio inglese e alla loro Premier League.
Mi presentò a coloro che gestivano la Serie A, in particolare un certo Mattarese e Adriano Galliani dell'AC Milan.
Entrambi operatori della vecchia scuola, ascoltarono educatamente mentre spiegavo loro il manuale di governance moderna del calcio di una lega.
Un forte esecutivo centrale con poteri, con una governance semplice.
Un buon modello di distribuzione dei fondi, per minimizzare la polarizzazione e rendere tutte le squadre competitive.
Nuovi stadi per incoraggiare una demografia familiare più ampia, aumentare i ricavi del giorno della partita e togliere lo sport dalle mani intransigenti degli hooligans/ultras.
Investimento obbligato in accademie giovanili, dato che il calcio di strada era finito.
Una strategia proattiva e intelligente per i diritti mediatici, sia domestici che esteri.
Sponsorizzazione centralizzata e un senso di brand globale.
Era una presentazione dannatamente buona.
Galliani mi guardò e mormorò, con quel suo sorriso falso e untuoso:
Abbiamo appena vinto la Coppa del Mondo. Siamo a posto. Grazie per il tuo tempo.
Garrone si dimise dalla Lega in preda alla disperazione, e il resto è storia.
La sintesi del pensiero di Adriano Galliani è sostanzialmente quello che scrivevo nei giorni scorsi a proposito di sostenibilità: vincere oggi o lavorare in profondità per essere competitivi in un arco di tempo più ampio?
Tutti sappiamo in quale situazione è stato lasciato il Milan berlusconiano, in mano ad un imprenditore cinese insolvente dopo due soli anni e fuori dalla Champions League per più di un lustro, fortunatamente dotato del paracadute Elliott (un intervento assai pianificato mi pare).
Galliani faceva esattamente questo: vincere oggi senza preoccuparsi della sostenibilità del club e tantomeno della salute del sistema. Il tifoso è portato a osannare chi vince titoli dimenticando di valutare anche gli effetti di medio lungo periodo che sono solo ed esclusivamente a favore della gloria personale.
Il resto lo potete commentare voi.
A presto!
Giovanni
misericordia... l'inizio dell'articolo mi aveva abbattuto, ma il finale ha dato al tutto un bel tocco di amarezza... Grazie Giovanni, sempre analisi lucide e dettagliate. L'unica cosa che mi viene da pensare è che, in 'virtù' dei dettami del capitalismo, sempre meno avranno sempre più, e quindi ad un certo punto magari ci ritroveremo la LVMH league con una decina di squadre appartenenti tutti allo stesso fondo...
P.S. mi pare di capire che nel 2007 Mitchell anticipava temi che di lì a qualche anno sarebbero stati di Andrea Agnelli...