La nuova realtà del calcio europeo [105]
Lo scorso decennio fu caratterizzato dal dominio di pochi club e molti di noi avevano l'impressione che quella realtà fosse destinata a cristallizzarsi. Ed invece questo decennio sta cambiando tutto.
Prologo
Periodicamente su Fubolitix riprendo quanto scrive Roger Mitchell su Substack e sul suo blog, e questa settimana in “Papa’s Got a Brand New Bag”, il manager scozzese che risiede in Italia da anni, propone un’analisi innovativa del futuro del calcio, trattandolo non solo come sport ma come ecosistema culturale e mediatico in trasformazione. La sua riflessione parte da una constatazione chiave: i grandi club non sono più gli unici protagonisti.
Gli anni ‘10 del calcio, dobbiamo ammetterlo, furono piuttosto noiosi. Il gotha europeo sembrava cristallizzato in eterno. Ed invece dopo il Covid lentamente qualcosa è cambiato. Club medi, agili e tecnologicamente avanzati, stanno emergendo come attori strategici in grado di attrarre attenzione, raccontare storie e creare engagement globale. Questa è una rottura netta con il passato. Il calcio si sta progressivamente smarcando dalla sua struttura tradizionale, gerarchica e televisiva, per assomigliare sempre di più a una piattaforma di contenuti, in stile Netflix o YouTube, dove vince chi sa coinvolgere, innovare e raccontarsi in tempo reale. L’intrattenimento sportivo, in quest’ottica, non è più ancorato al risultato sul campo, ma alla capacità di attrarre pubblico, investimenti e valore attraverso strategie narrative e digitali. Per i club, questo significa che il successo non passa solo dai risultati sportivi o dalle vendite di biglietti, ma dalla costruzione di un’identità fluida, fortemente legata alla cultura e ai nuovi linguaggi. È un invito a diventare brand culturali, non solo entità sportive. Per gli investitori, il messaggio è chiaro: i rendimenti più interessanti potrebbero non arrivare dai club blasonati, ma da quelli capaci di innovare il modello di business, costruendo valore attorno al contenuto e alla community. Secondo Mitchell chi non si adegua resterà irrilevante in un panorama dove l’attenzione è frammentata e il valore si crea attorno alla capacità di generare significato, connessione e contenuti “always on”. Il calcio deve quindi ripensarsi non solo come sport globale, ma come linguaggio culturale, adattabile, partecipativo, decentralizzato. In definitiva, “Papa’s Got a Brand New Bag” è una chiamata a un cambio di paradigma: abbandonare il vecchio modello lineare e chiuso, per abbracciare una logica di piattaforma, dove ogni club può essere editore, attrattore e innovatore. Una prospettiva estremamente rilevante per chi guarda al futuro dello sport come spazio d’innovazione culturale, economica e sociale.
Questa settimana. Su Fubolitix ho parlato di:
Il Chelsea potrebbe presto battere il record di cui la Juventus va più fiera [IVC #35] Se dovesse vincere la Conference League, esattamente 40 anni dopo, potrebbe diventare il primo club europeo a vincere tutti i titoli possibili compresa la neonata Conference.
Lo stadio di proprietà non farà ricco il vostro club (e tantomeno la vostra città). In un recente articolo il Guardian ha sostenuto che, anziché favorire una rinascita collettiva, i nuovi impianti assorbono soldi pubblici senza creare vantaggi comunitari ma solo profitti di pochi.
Calcio in diretta su EA Sports, la rivoluzione che non ti aspetti. I giochi di simulazione calcistica si sono trasformati da redditizio prodotto per il tempo libero in un canale chiave di coinvolgimento per l'industria sportiva, un passo nel futuro dei diritti tv
Lo scudetto del Napoli non avrebbe nulla di straordinario sul piano economico sportivo. Ha fatto un instant team, offrendo a Antonio Conte una squadra già pronta per vincere, e ne ha raccolto i frutti. Rispetto al passato ha cambiato modello, ora capiremo quanto durerà.
Tendenze. Il sempre attento The Athletic in questi giorni fa notare come nella Premier League 2024-25 si osserva un ritorno ai lanci lunghi e a uno stile di gioco più diretto, in contrasto con il dominio del "positional play" di Guardiola. Squadre come Bournemouth (analizzato da The Times), sotto la guida di Andoni Iraola, adottano un pressing alto aggressivo e transizioni rapide, utilizzando i lanci lunghi per creare caos e sfruttare le seconde palle. Questo approccio - che comprende anche le lunghe rimesse laterali verso il centro dell’area - mira a destabilizzare le squadre che seguono schemi tattici rigidi, evidenziando una tendenza verso una maggiore varietà tattica nel calcio moderno.
Il dato. Vincendo la finale di Champions League l’Inter salirebbe al secondo posto nel ranking Uefa che già la vede al momento terza. Si tratta di un aspetto non secondario, che ci dice molto sull’attuale valore del gotha calcistico europeo, e dell’Inter stessa. Nelle ultime tre stagioni gli interisti sono alla loro seconda finale, dopo l’eliminazione agli ottavi dello scorso anno. Si tratta fin qui di un risultato identico a quello della Juventus del triennio 2015-2017. Ma quella Juventus arrivò al massimo al quinto posto del ranking, a testimonianza di una gerarchia ai tempi molto più strutturata. A Cardiff, nella sera del clamoroso tracollo, i bianconeri persero con un Real Madrid che aveva 36 punti più di loro. L’Inter, invece, a Monaco trova il PSG, posizionato 15 punti sotto. Questo a mio giudizio la dice lunga sui valori in campo e sui favori del pronostico.
Canale di lega. DAZN e la Ligue de Football Professionnel (LFP) hanno concordato la risoluzione anticipata del contratto quinquennale per i diritti televisivi della Ligue 1, firmato nel 2024. La decisione segue il fallimento della mediazione avviata a marzo 2025, dopo che DAZN aveva sospeso un pagamento da 35 milioni di euro, accusando alcuni club di non rispettare gli obblighi di produzione di contenuti. L'accordo prevede che DAZN versi 100 milioni di euro come penale per la rescissione e altri 140 milioni per le ultime due rate stagionali. La LFP sta ora valutando la creazione di un proprio canale di streaming per trasmettere le partite della Ligue 1. Di calcio francese, e della situazione di crisi che attraversa, avevo parlato tra l’altro in
Pordenone. Sul Messaggero Veneto abbiamo analizzato come diversi ex calciatori del Pordenone abbiano raggiunto la Serie A, testimoniando la qualità del settore giovanile del club friulano. Patrick Ciurria, ora capitano del Monza, ha militato nel Pordenone dal 2017 al 2021. Michele Di Gregorio, portiere della Juventus, e Tommaso Pobega, centrocampista in prestito al Bologna dal Milan, sono altri esempi di giocatori che hanno fatto il salto nella massima serie. Alessandro Vogliacco, difensore del Parma in prestito dal Genoa, e Nicolò Cambiaghi, attaccante del Bologna, completano il gruppo di ex neroverdi attualmente in Serie A. Questi successi evidenziano l'efficacia del Pordenone nel formare talenti destinati ai palcoscenici più prestigiosi del calcio italiano.
Gianni e Donald. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha anticipato la riunione del Consiglio FIFA, prevista in presenza ad Asunción, Paraguay, per partecipare a un tour in Medio Oriente con il presidente statunitense Donald Trump, comprendente tappe in Qatar e Arabia Saudita. La riunione si è tenuta virtualmente il 9 maggio. Infantino ha giustificato la collaborazione con Trump come cruciale per il successo dei prossimi eventi FIFA negli Stati Uniti, tra cui il Mondiale 2026. La relazione tra i due si è rafforzata dopo l'inaugurazione del secondo mandato di Trump. Critiche sono emerse riguardo alla trasparenza e alla governance della FIFA sotto la guida di Infantino.
Enhanced Games. I cosiddetti giochi dei dopati, di cui ho parlato nelle scorse settimane, annunceranno sul loro canale Youtube il 21 maggio prossimo date e eventi della loro prima edizione. Si tratta dell’ennesimo attacco diretto al potere del Cio (al di là delle condivisibili o meno opinioni sul tema doping). Tra le altre cose gli organizzatori annunciano di voler fare chiarezza sulla loro posizione ufficiale a proposito di quello che chiamano “il potenziamento”.
Sfidare Nike e Adidas. Castore, fondata nel 2015 dai fratelli Tom e Phil Beahon, è un marchio britannico di abbigliamento sportivo nato per sfidare giganti come Nike e Adidas. Nonostante una rapida crescita e una valutazione vicina al miliardo di sterline, l'azienda ha affrontato sfide legate alla qualità e alla distribuzione, perdendo alcune partnership calcistiche. Attualmente, Castore gestisce 21 accordi con club europei e mira all'espansione globale, incluso un primo contratto con un club della Saudi Pro League. La strategia dell'azienda si basa sull'innovazione di prodotto e sull'uso di dati e canali digitali per aiutare i club a incrementare i ricavi.
Epilogo
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Torniamo indietro un passo, alla situazione accennata sopra sulla Ligue 1, per riprendere l’opinione di SportsPro, che evidenzia come la LFP (Ligue de Football Professionnel) ha affrontato gravi sfide dopo il fallimento dell’accordo con Mediapro, che ha portato a una crisi finanziaria, aggravata dalla pandemia di Covid-19. Nonostante i tentativi di recupero con accordi a breve termine, la LFP non è riuscita a trovare una soluzione stabile, con l'arrivo di DAZN che non ha portato ai risultati sperati in termini di abbonamenti. SportsPro suggerisce che la LFP potrebbe non avere altra scelta che sviluppare un proprio servizio di streaming diretto al consumatore (DTC), che consentirebbe di aumentare i margini, mantenere il controllo editoriale e stabilire un rapporto più diretto con i tifosi. Tuttavia, questo comporta significativi rischi finanziari, poiché i ritorni non sono garantiti. Inoltre, la concorrenza, la pirateria e la difficoltà di raggiungere gli abbonamenti necessari per la sostenibilità rendono incerta la riuscita di un tale modello, che potrebbe però rappresentare l'unica via percorribile, data l'incapacità di negoziare accordi tradizionali con broadcaster. Di fatto è quello che raccontavo mesi fa in “Perché nessuno si fa un canale di Lega”.
Secondo me sono 2 i fattori che hanno rotto il dominio di poche squadre nel post covid:
A) problemi di bilancio più per i grandi club che per i piccoli
B) con 5 sostituzioni gli allenatori delle squadre meno titolate possono chiedere ai loro giocatori più aggressività rispetto a 10/20/30 anni fa, compensando il minore tasso tecnico; quando c'erano meno sostituzioni le squadre più titolate spesso raggiungevano il loro obiettivo quando l'avversaria era stanca, ora spesso sono le squadre meno titolate che finiscono le partite in attacco.
Per quanto riguarda il punto A i grandi club potrebbero recuperare i problemi di bilancio entro la fine del decennio, mentre per quanto riguarda il punto B potrebbe essere un po' più difficile perché più aggressività = più infortuni il che significa dover utilizzare riserve con un tasso tecnico più basso rispetto al titolare, quindi il livello della squadra più titolata si livella a quello dell'avversaria meno titolata.
Parere personale.