La pirateria è un reato, ma va capita e contenuta
Trasformare i pirati in novelli Robin Hood è eccessivo, ma le dinamiche all'origine del fenomeno vanno capite per definire il perimetro della prevenzione e le azioni più efficaci per contenterlo.
Berlino, 29 luglio 2024
Un pirata deve avere la vista acuta. Altrimenti non navigherà a lungo.
(Kingdom Hearts II)
Partiamo da un punto fermo, inequivocabile, senza se e senza ma: la pirateria è un reato e come tale va affrontata, prevedendo azioni deterrenti e pene in caso di colpevolezza.
Detto questo, per debellare qualsiasi condotta criminale o criminogena, il fenomeno (qualsiasi fenomeno) va affrontato per quella che è la sua natura, con azioni mirate e proporzionali.
Nell'era digitale, comprendere tutti gli aspetti della pirateria è cruciale non solo ad esempio per un campionato come la Serie A e per i suoi finanziatori, primi tra tutti i broadcaster, ma per chiunque, anche noi tifosi, al fine di mettere nella giusta luce il fenomeno, perché la pirateria, se analizzata in profondità, rappresenta un tema controverso e complesso.
Questa complessità spesso fa vestire al pirata i panni del Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, in particolare quando aumentano l'accessibilità ai contenuti.
E ad esempio le leghe e i broadcasters, che sono indubbiamente danneggiate dai pirati, dovrebbero chiedersi se non ci sia nel loro atteggiamento un qualcosa di distorto che le porta a sembrare dalla parte del torto su un terreno in cui dovrebbero avere ragione su tutta la linea.
Inoltre non bisogna mai dimenticare:
la perdita di entrate per i creatori,
la riduzione della qualità delle future produzioni,
i rischi legali per gli utenti,
i problemi di sicurezza,
la compromissione dei diritti di proprietà intellettuale,
l'impatto negativo sull'occupazione e sulla crescita economica.
Voglio allora provare a fornire una analisi completa deve dare una visione equilibrata.
Faccio una premessa: io considero la pirateria al pari di tanti altri fenomeni criminali distinti e distanti come un qualcosa di endemico, inestirpabile, contro la quale il proibizionismo spesso non è la migliore soluzione.
Nel numero 39 di Fubolitix avevo parlato di pirateria come fenomeno endemico e mondiale provando a chiarire che al contrario di quanto si tende a pensare l’Italia non è messa peggio di paesi come la Germania e l'Inghilterra, il calcio paga il prezzo più alto ma il problema è una proiezione del successo: non va dimenticato ma nemmeno usato come alibi.
Andiamo con ordine.
Cos'è la Pirateria?
La pirateria è un furto: è l'uso o la riproduzione non autorizzata del lavoro di qualcun altro senza permesso.
Coinvolge il download, la condivisione o la distribuzione di contenuti protetti da copyright – come film, musica, libri o software – attraverso vari canali internet senza permesso legale.
Con una differenza: se ti rubo la bici non hai più la bici, se ti rubo un video tu quel video continui a vederlo. Differenza subdola, ma non irrilevante.
Questo atto non solo viola le leggi sul copyright ma mina anche gli sforzi e i diritti dei creatori e dei proprietari di queste opere.
Di contro la pirateria ha alcuni effetti non negativi.
Vediamone alcuni.
Aumenta l'accessibilità a varie forme di contenuti digitali, ad esempio in regioni dove tali contenuti sono troppo costosi o non disponibili tramite mezzi legali.
Ad esempio, in alcuni paesi, i film più recenti, i materiali didattici o le applicazioni software, ma anche tornei sportivi minori che non godono di audience internazionale, per stare al tema di questa newsletter, potrebbero essere inaccessibili a causa di restrizioni geografiche o costi elevati.
La pirateria, in questo contesto, funge da ponte, fornendo accesso a queste risorse.
Questa maggiore accessibilità contribuisce a una forma di uguaglianza digitale su cui è bene riflettere.
La pirateria paradossalmente spinge all'innovazione nella protezione dei contenuti perché, ironia della sorte, spesso serve da catalizzatore, specialmente nelle tecnologie di gestione dei diritti digitali e protezione dei contenuti.
Le aziende e i creatori di contenuti sviluppano metodi più sofisticati per proteggere il loro lavoro: crittografia, migliori sistemi di gestione dei diritti digitali (DRM) e piattaforme di distribuzione innovative e più sicure.
Tali avanzamenti portano a un miglioramento complessivo della qualità e della distribuzione dei servizi digitali.
La pirateria può anche agire come forma di marketing per artisti, creatori e persino grandi società di produzione.
La distribuzione porta a una maggiore visibilità e popolarità, in nuna forma di pubblicità gratuita che può talvolta tradursi in un aumento delle vendite, del branding.
Chiediamoci ad esempio perché tanti creator non perseguono chi riutilizza i loro sketch. Semplicemente perché quell’atteggiamento fa gioco alla loro popolarità fornendo loro un pubblico che potrebbero non aver raggiunto attraverso i canali di marketing tradizionali.
La pirateria spesso riflette le esigenze dei consumatori e le richieste del mercato che non vengono soddisfatte dalle offerte attuali.
E su questo sono molto netto: se la pirateria non avesse dimostrato che lo streaming era possibile e che la visione mobile era praticabile oggi tante piattaforme non esisterebbero.
Infine la pirateria gioca un ruolo nello scambio culturale e nella globalizzazione dei media. Permette alle persone di diverse parti del mondo di accedere a contenuti non disponibili nella loro regione, promuovendo la comprensione culturale e la connettività globale.
L’atteggiamento di Netflix alle sue origini è evidente in questo senso: non esisteva in Italia eppure nessuno ne contrastava l’accesso perché, ancora una volta, piratare faceva il gioco della piattaforma nella sua futura diffusione.
Ovviamente l’azione dei pirati crea diversi svantaggi significativi che impattano creatori, industrie e persino consumatori.
Si innesca così un circolo vizioso.
L'impatto più diretto della pirateria è la perdita di entrate per i creatori, inclusi artisti, registi, musicisti e sviluppatori di software e si estende all'intera industria, colpendo tutti, dal personale di produzione ai network di distribuzione.
I ricavi ridotti a causa della pirateria possono portare a budget inferiori per i progetti futuri.
Questa pressione finanziaria può risultare in una diminuzione della qualità di film, musica, software e altre opere creative o a un minor numero di produzioni.
In altre parole erode poi il concetto di diritti di proprietà intellettuale. Crea una cultura in cui il lavoro e la creatività degli individui non vengono rispettati e valorizzati.
La pirateria espone ci espone in quanto utenti a rischi legali.
Molti paesi hanno leggi severe: le conseguenze servono da deterrente, evidenziano anche i rischi per gli utenti.
I contenuti piratati spesso nascondono pericoli come malware, virus e spyware che possono portare a violazioni della sicurezza, compromettendo i dati personali e l'integrità dei dispositivi degli utenti, alzando il rischio di scaricare file corrotti o cadere vittima di truffe.
Questo indebolimento dei diritti di proprietà intellettuale può avere:
effetti a lungo termine sull'innovazione e la creatività
impatto negativo sull'occupazione legati ai profitti inferiori
un campo di gioco diseguale dove le attività legittime che investono nella creazione e distribuzione di contenuti devono competere con alternative illegali e gratuite.
L'effetto cumulativo della pirateria sulle industrie può avere implicazioni economiche più ampie. I ricavi ridotti nelle industrie dell'intrattenimento, del software e dell'editoria, ad esempio, possono portare a minori entrate fiscali.
Come spesso mi accade non riesco a prendere una posizione netta a favore o contro l’esistente. Fermo restando il diritto dei broadcaster di fare i prezzi (senza dimenticare che questi sono l’incontro della domanda e dell’offerta, e che quest’ultima va ascoltata) io credo che ci siano alcune azioni utili ad aprire un dialogo soprattutto con quegli utenti che vorrebbero usufruire dei prodotti in maniera legale.
In particolare credo sia utile superare l’attuale narrazione anti pirateria a senso unico e introdurre riflessioni di fondo.
Ne propongo quattro:
Interrogarsi sul reale valore dei diritti tv. Potrà essere doloroso ma non aiuta nessuno avere un’industria come il calcio italiano che perde 400 milioni all’anno di fatturato aggregato e fatica sempre di più a raccogliere il famoso miliardo di diritti tv domestici. La logica di una reale sostenibilità deve essere la stella polare.
Rivedere le politiche dei prezzi. Le scelte fatte fin qui sono risultate particolarmente controproducenti: è inutile offrire maxi sconti all’entrata e poi aumentare del 500% in pochi mesi il valore delle sottoscrizioni.
Ragionare in prospettiva. A metà dicembre 2023 il Parlamento Europeo ha votato a favore della rimozione del geoblocking (ne parlai nel numero 41 di Fubolitix). Confini e tempi ancora incerti, ma la porta è aperta e la strada tracciata, il futuro anche per lo sport dovrà essere ripensato. La logica è la seguente: se oggi vedere la Serie A in Germania costa meno che in Italia, perché nella sola logica del compratore i due valori sono diversi, in futuro questo difficilmente sopravviverà perché il prodotto che io tifoso acquisto a Roma come a Berlino è il medesimo.
Aprire ad un livello di gratuità. Come dicevo l’accessibilità ai contenuti (ad esempio gli highlights) porta creatività ed un riutilizzo che finisce per fungere da promozione e marketing. Spesso, poi, la creatività di influencers, video editor, content creators, porta a nuove idee originali da cui anche gli stessi campionati attingono. Aprire le maglie di questi utilizzi non danneggia nessuno e può creare un circolo virtuoso tra i contenuti online sulle principali piattaforme video e la promozione dei campionati.
Sono solo alcune idee. Potete commentare per aggiungere le vostre. Io credo di aver messo parecchia carne al fuoco.
Note a margine.
Giocare in Arabia Saudita. La Saudi Pro League è diventata la 12ª lega con il maggior numero di giocatori nel torneo, superando anche la Liga portoghese. Ne ha scritto Panenka evidenziando tra le altre cose come giocatori del calibro di Cristiano Ronaldo, N’Golo Kanté e Aymeric Laporte hanno mantenuto un alto livello di performance nelle loro selezioni nazionali durante la Eurocopa smentendo chi pensa che questa emigrazione fosse l’anticamera del pensionamento.
Sedie musicali. Gabriele Gravina e Antonio Tajani affrontano critiche interne ai loro rispettivi ruoli. Gravina è criticato per la gestione della FIGC, mentre Tajani è sotto pressione per le sue posizioni politiche e le dinamiche interne al governo italiano. Ne scrive Michele Spiezia su Storiesport che racconta come i destini dei due sembrino paralleli anche a causa della collaborazione passata visto che un anno fa, Gravina e Tajani hanno intrapreso una missione segreta in Turchia per ottenere un accordo di co-organizzazione con la Turchia per Euro 2032. L'incontro con il presidente turco Erdoğan, facilitato da Tajani, è stato cruciale per garantire una collaborazione che ha ricevuto critiche e suscitato dibattiti, soprattutto per il contesto politico della Turchia e le questioni sui diritti umani.
Eldorado. Il giornale francese SoFoot ha analizzato la situazione stranieri in Serie A scrivendo che il nostro campionato è diventato un paradiso per calciatori oltre i trent'anni, evidenziando vari aspetti di questa tendenza. Secondo SoFoot la Serie A è diventata una destinazione attraente per giocatori esperti grazie al suo ritmo di gioco più lento e alla minore intensità fisica rispetto ad altri campionati europei. Questo permette ai calciatori di prolungare la loro carriera in un ambiente competitivo ma meno esigente dal punto di vista fisico.
Outro
Liverpool Hi-Tech
Come sapete, anche grazie ai miei trascorsi lavorativi (in particolare lavorando qui e qui) sono appassionato di nuove tecnologie applicate allo sport. Non poteva quindi sfuggirmi come Arne Slot, il nuovo allenatore del Liverpool, si stia focalizzando molto sui metodi utilizzati per migliorare le prestazioni dei portieri.
In questi giorni di ritiro, i portieri del Liverpool sono stati visti indossare occhiali speciali, chiamati Swivel Vision goggles, e cuffie antirumore durante le sessioni di allenamento.
Questi occhiali limitano la visione periferica, costringendo i giocatori a migliorare il tracciamento visivo e a fare maggiore affidamento sui segnali audio (Yen.com.gh - Ghana news.) (anfieldindex.com).
L'obiettivo di queste tecniche è migliorare i tempi di reazione, la coordinazione e le capacità decisionali dei portieri in condizioni di gioco normali, simulando situazioni più difficili durante l'allenamento.
Questo approccio innovativo è supportato da Fabian Otte, il nuovo allenatore dei portieri, che ha una solida formazione accademica e pratica, con un dottorato in acquisizione delle competenze e una licenza UEFA Goalkeeping A (anfieldindex.com).
Le tecniche di Slot non si limitano solo agli occhiali e alle cuffie. La sua strategia di allenamento generale include un'integrazione di scienza dello sport e metodi creativi per mantenere i giocatori in forma e pronti per le partite, con l'obiettivo di ottenere un vantaggio competitivo (Tribuna) (Tribuna).
A presto!
Giovanni
Ciao Giovanni
ti seguo sovente su youtube, dopo aver letto il tuo articolo , ti porto la mia visione come commento personale. Premetto sono un pirata , come utilizzatiore finale per vedere le partte della juve . che strano quando per vedere la tua squadra del cuore diventa un "delinquente" ma lo sport non dovrebbe essere condivisibile ?? mi spiego , vivo su un isola pressoche bannata dal resto del mondo , per circa 3 anni sono riusciuto "PAGANDO" a vedere le partite della serie A su elta Tv un canale TV e internet in Taiwan. peccato che dopo 3 anni non si sia rinnovato il contratto e cosi ritorno a fare il pirata. non che non voglia pagare un abbonamento..lo farei ..ma sai che se metti il naso fuori dall'europa.. tutti i canali italiani sono oscurati?la RAI come mediaset non hanno un servizio estero o almeno non in tutto il mondo...! che strano sentirsi ITALIANO tirato dalla manica quando dobbiamo essere utili e poi ritorniamo ad essere di serie B ... quindi viva i PIRATI almeno vedo le partite!! un saluto