[95] La vera natura delle seconde squadre
Dai settori giovanili non escono solo i Beckham e i Messi: ecco quali sono i club che hanno piazzato più giocatori dei loro vivai in giro per l'Europa, e come ragionano le società di successo.
Prologo
Il CIES Football Observatory ha celebrato il suo ventesimo anniversario con uno studio sui club che hanno formato il maggior numero di giocatori impiegati nei cinque principali campionati europei negli ultimi vent'anni. Al vertice della classifica si trovano Real Madrid (166 giocatori), Barcellona (156) e Paris Saint-Germain (111). Seguono Olympique Lione e Manchester United (entrambi con 103 giocatori), Stade Rennais e Atalanta (94). Tra i club al di fuori dei top-5 campionati, Ajax (73 giocatori), Sporting CP (64) e River Plate (51) guidano la lista. Questo studio è stato pubblicato come 99° Rapporto Mensile del CIES Football Observatory, includendo dettagli sui calciatori formati da ciascun club e una mappa dei club dei top-5 campionati in cui hanno giocato. Analizzando questi numeri vediamo come ci siano sostanzialmente tre modelli chiari: quelli delle squadre (francesi e portoghesi) che da sempre basano il loro business sulle Academy e che dalla compravendita dei giocatori formati in casa traggono le risorse per vivere, quelli delle squadre sudamericane, che hanno obiettivi ambiziosi a livello di prima squadra e che finanziano questa attività cedendo i migliori giocatori da loro formati fuori dal proprio continente, ed infine quelle dei top club storici del calcio europeo: Real Madrid, Barcellona e Manchester United. Queste tre realtà prima di tutte hanno lavorato a livello di settore giovanile e di seconda squadra per creare un brand che viene ciclicamente celebrato per sottolineare i successi generazionali come quelli della Classe del 92 del Manchester United o della cantera di Messi - Xavi - Iniesta (e non solo) per il Barcellona, ma che in sostanza sanno di non poter primeggiare sempre grazie ai loro sistemi di formazione, ma che hanno in settori giovanili e seconde squadre una fondamentale risorsa attraverso la quale distribuire giocatori in giro per l’Europa e quindi monetizzare l’attività senza l’assillo di produrre continuamente campioni. Ed è significativo - ma anche per nulla sorprendente - che la prima italiana in classifica sia l’Atalanta, club che storicamente possiamo assimilare a quelli “di formazione” e che oggi si affaccia alle prime posizioni proprio grazie al proprio brand di grande club di settore giovanile che le ha riservato risultati importanti sul piano delle plusvalenze, di gran lunga superiori al contributo tecnico che i giocatori da lei venduto hanno fornito ai club acquirenti.
Questa settimana. Su Fubolitix ho parlato di:
L'importanza del bomber [IVC #26] La classifica di Serie A in questo momento è anche specchio dello stato di forma degli attaccanti principali e di come questi pesano dentro le dinamiche delle proprie squadre.
Le alternative olimpiche di Putin e Trump. Il Comitato Olimpico internazionale sotto attacco: il ministro degli esteri russo promuove i Giochi dell'Amicizia mentre Donald jr. figlio del presidente USA sostiene gli Enhanced Games.
Questa settimana inoltre per ilNordEst.it ho intervistato il presidente della federazione italiana di pallamano, Stefano Podini, e il ct della nazionale italiana di pallavolo maschile, Ferdinando De Giorgi.
La crisi che arriverà. Il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, è intervenuto al Financial Times Business of Football Summit a Londra, affrontando temi come la pirateria e l'impatto dei nuovi tornei sul valore dei diritti televisivi dei campionati nazionali. Tebas ha espresso preoccupazione per il fatto che, alla scadenza dei contratti attuali, il valore dei diritti potrebbe diminuire rendendo le emittenti meno disposte a pagare le cifre attuali. Il presidente della Liga attribuisce la colpa alla pirateria, punto sul quale mi trovo abbastanza critico come ho avuto modo di scrivere qui e qui. Il problema, dal mio punto di vista, è che i prezzi pagati per i diritti tv in questi anni non hanno mai garantito alle aziende acquirenti (le piattaforme satellitari e streaming) utili proporzionati all’investimento. Insomma, parlare di pirateria è semplicemente un alibi. Riguardo ai nuovi tornei, come il Mondiale per Club e la nuova Champions League, Tebas ha poi evidenziato che potrebbero rappresentare un problema sia a livello di calendario sia per il valore dei diritti televisivi delle leghe nazionali, prevedendo una possibile diminuzione dei ricavi per campionati come la Bundesliga nei prossimi cinque anni.
La Juve va bene. No, non sto parlando della squadra di Thiago Motta, ma del risultato borsistico a dimostrazione del fatto che campo e azienda hanno due andamenti non paralleli, e che forse è un bene così. Nella settimana dell’uscita dalla Coppa Italia la Juventus ha pubblicao i conti semestrali in cui emerge che il club ha registrato un utile di 17 milioni di euro nel primo semestre dell'esercizio 2024/2025, invertendo la perdita di 95 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. Questo risultato positivo è attribuito principalmente al ritorno in UEFA Champions League, che ha incrementato i ricavi da diritti audiovisivi e proventi media di 60,1 milioni di euro, e i ricavi da gare di 12,5 milioni di euro. Nonostante l'utile semestrale, il club prevede di chiudere l'anno fiscale in perdita, ma mira a raggiungere il pareggio operativo nell'esercizio 2024/2025 e un ritorno all'utile netto entro il 2026/2027. Risultati positivi che sono stati accolti allo stesso modo anche a Piazza Affari.
Questione di confini. Il 27 febbraio 2025, il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha accolto il ricorso della Federazione Calcistica Algerina (FAF) contro la Confederazione Africana di Calcio (CAF), la Federazione Calcistica Reale Marocchina (FRMF) e il club marocchino RS Berkane riguardo alle maglie che mostravano una mappa del Marocco includente il territorio conteso del Sahara Occidentale. Il TAS ha stabilito che tale rappresentazione costituisce un messaggio politico, violando le normative calcistiche che proibiscono simboli politici sulle divise. Di conseguenza, la decisione della CAF di approvare queste maglie è stata annullata. Tuttavia, questo verdetto non influisce sui risultati della CAF Confederation Cup 2023/24, mantenendo intatti i successi ottenuti da RS Berkane in quella competizione.
Fallimento VAR. Il Post ha dedicato un long form al VAR spiegando come il VAR, introdotto in Serie A per ridurre errori arbitrali e polemiche, non ha raggiunto pienamente il suo scopo. Sebbene abbia limitato gli errori evidenti, ha aumentato le discussioni sulle decisioni arbitrali, specialmente su falli e tocchi di mano. Alcuni episodi recenti hanno evidenziato problemi nell'applicazione del protocollo, con errori non correggibili. In Italia il VAR viene usato molto, ma spesso criticato per interpretazioni incoerenti. Le trasmissioni come Open VAR cercano di spiegare le decisioni, ma vengono percepite più come difese d’ufficio che strumenti di trasparenza. Su Fubolitix sto parlando da settimane di questo problema, in particolare in Var a chiamata si o no? con l’intervento di Luca Marelli e Giampaolo Calvarese e I puntini sul Var
Torna la luce. La FIFA sta valutando una modifica alla regola del fuorigioco basata sulla "luce" tra attaccante e difensore, ispirata alla proposta di Arsène Wenger. Il giocatore sarà considerato in gioco se almeno una parte del corpo è allineata con il difensore. La riforma potrebbe entrare in vigore da luglio 2025. Inoltre, si discute l'introduzione del "challenge" per il VAR e il possibile stop del tempo effettivo in alcune situazioni. Proprio in I puntini sul var, pezzo citato sopra, scrivevo:
Io piuttosto sarei per il cambio radicale di questa regola, da “è fuorigioco dal momento in cui un millimetro viene rilevato oltre il penultimo difendente” a “è fuorigioco fino a che un millimetro dell’attaccante è tenuto in gioco dal penultimo difendente”. Le casistiche diminuirebbero, aumentando lo spettacolo perché il vantaggio di essere oltre sarebbe molto più effettivo di adesso.
Ancora su FM. Sul tema della mancata pubblicazione di Football Manager 2025 è tornato in questi giorni SportsProMedia che spiega il momento dell’industria dei videogiochi sportivi in questo modo: La cancellazione evidenzia le difficoltà crescenti nello sviluppo di giochi sportivi annuali, poiché l’aumento della complessità e delle aspettative dei giocatori rende il modello insostenibile. Alcuni sviluppatori stanno esplorando alternative, come abbonamenti o aggiornamenti periodici, per garantire prodotti di alta qualità senza le pressioni di un ciclo di rilascio annuale.
YouTube. Ci sono due notizie interessanti questa settimana a proposito della più grande piattaforma video al mondo, che fa parte del mondo Google. La prima la riporta Lelio Simi nel suo Mediastorm: Il televisore è oggi il dispositivo principale negli Stati Uniti per la visione di YouTube. La seconda invece riguarda Cristiano Ronaldo il cui canale Youtube punta a diventare il principale al mondo a trasmettere partite di padel, annuncio arrivato in parallelo con un investimento di CR7 da 5 milioni in strutture di padel portoghese. Sono solo due accenni alla rivoluzione copernicana a cui stiamo assistendo a tutti i livelli nel mondo media.
Epilogo
.
Trovo inconcepibile l’atteggiamento di Sergio Conceicao, da gennaio allenatore del Milan. L’ex tecnico del Porto dopo la sconfitta contro il Bologna ha affermato “Se non servo più, faccio le valigie e vado via”. Una dichiarazione di una ipocrisia unica. A Conceicao, che già dalle prime partite ha sparato a zero sullo spogliatoio e la società, andrebbe ricordato che esistono ancora le dimissioni. Troppo facile rimanere a certe condizioni aspettando qualcuno che ti paghi lo stipendio per non lavorare ed ancor più facile dire “non prendo un euro in più”. Bisogna presentarsi dimissionari e dimostrare questa volontà, quelle sono le condizioni per discutere, se si è disponibili a rimetterci. Altrimenti sono solo chiacchiere, così come è pura chiacchiera lo sfogo contro presunti “attacchi personali”. Di quelli deve rispondere il club, evidentemente incapace di fare quadrato attorno ad un allenatore scelto solo due mesi fa. E dire che lui doveva essere il normalizzatore dopo i mesi del troppo mite Paulo Fonseca.
Sono d accordo sullo spettacolo che aumenterebbe cambiando il fuorigioco, purtroppo sai anche tu che non cambierebbe nulla riguardo le polemiche 😁