Lo scudetto del Napoli non avrebbe nulla di straordinario sul piano economico sportivo
Ha fatto un instant team, offrendo a Antonio Conte una squadra già pronta per vincere, e ne ha raccolto i frutti. Rispetto al passato ha cambiato modello, ora capiremo quanto durerà.
Nei giorni scorsi Off The Pitch, un sito di analisi economico sportiva danese, ha pubblicato "Player Valuation: Beyond the Big Five – Where Europe's Real Value Creation Is Happening" di Magnus Holmark Andersen, che analizza l'evoluzione del valore di oltre 7.500 calciatori nei campionati europei al di fuori dei "Big Five" (Premier League, La Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1).
Dall’analilsi emergono:
Crescita del valore in Portogallo: Quattro dei cinque giocatori con il maggiore incremento di valore appartengono alla Primeira Liga portoghese. Questo sottolinea l'efficacia dei club portoghesi nel reclutare e sviluppare talenti grezzi, trasformandoli in asset di alto valore.
Strategie vincenti: I club che si concentrano sull'identificazione, l'acquisizione e lo sviluppo di giovani talenti emergenti tendono a ottenere i maggiori ritorni economici, anche se operano in campionati con risorse finanziarie limitate.
Opportunità per investitori: Le leghe minori europee offrono significative opportunità di creazione di valore, spesso trascurate dai media focalizzati sui principali campionati. Una comprensione approfondita di queste dinamiche può fornire vantaggi strategici a club e investitori.
In sostanza si evidenzia come, al di fuori dei campionati più ricchi, esistano ambienti fertili per la crescita del valore dei giocatori. Club con strategie mirate allo sviluppo del talento possono ottenere vantaggi competitivi significativi, sia in termini sportivi che economici.
Da anni si parla di Big 5 del calcio europeo, un termine che personalmente utilizzo per farmi capire, ma che - come già ho avuto modo di scrivere qui - contesto nella sostanza.
A mio modo di vedere esistono almeno 3 livelli di vertice.
la Premier league fa gioco a sé, non ha rivali sul mercato a parte Real, Barça, Psg e Bayern
poi vengono i campionati d’investimento: Italia, Spagna e Germania. Con strategie e modelli diversi, ma allo stesso livello europeo per ranking e sostanzialmente più orientati alla spesa che al ricavo (anche se la Germania ad esempio chiude in netto utile e l’Italia, comunque, no);
infine ci sono i cosiddetti “Campionati di formazione”. Che per me includono Francia, Belgio e Portogallo su tutti (l’analisi di OTP invece va in direzione diversa, secondo me ampiamento contestabile, pur confermando quel che vado dicendo).
Dico questo per tornare su quello che a mio giudizio è il tema cardine per capire come approcciare i vari campionati.
In Elogio degli instant team giorni fa scrivevo:
Tra le più rumorose supercazzole della narrazione calcistica italica vi è il giovanilismo. Fortunatamente Antonio Conte nei giorni scorsi ci ha aiutato a superare la retorica: “Servono giocatori pronti” ha detto commentando l’addio di Khvicha Kvaratskhelia.
…
Oggi in testa alla Serie A ci sono le due squadre con la media di giocatori schierati mediamente più vecchi: 29 anni esatti di media i nerazzurri e 28 tondi i partenopei.
Lo scorso anno l’Inter ha vinto il campionato sempre con la squadra mediamente più “esperta”, per usare un sinonimo.
Non mancano per onestà intellettuale le eccezioni (il Milan 2022 era quindicesimo, il Napoli 2023 tredicesimo) ma negli ultimi 10 anni la squadra campione d’Italia aveva normalmente una squadra tra le cinque più vecchie.
La Juve, per dire, nei 9 anni del dominio non andò mai sotto il quinto posto (ma in genere era seconda o terza).
Sono tutti dati che è bene ripetere per dire una cosa: in Italia si vince con l’esperienza.
Non esiste giovanilismo che tenga (nell’outro di oggi uso un caso piuttosto eclatante).
Per questo il Napoli, che quest’estate ha puntato su giocatori nettamente più esperti rispetto all’anno scorso ed all’anno dello scudetto spallettiano, non ha fatto nulla di speciale nel primeggiare quest’anno (immaginando che chiuda al primo posto come sembra).
Il Napoli - e lo dicevo in estate - ha cambiato radicalmente modello. Da squadra di sviluppo, capace di competere sempre ad altissimi livelli, ad instant team costruito per ri-vincere subito.
Non sorprende quindi che un club già campione nel 2023 si sia giovato di innesti d’esperienza e sia tornato ai fasti di due anni fa.
Esserci riuscito nell’anno in cui si è privato di Kvicha Kvaratskheila è un merito, ma era al contempo inevitabile che il Napoli facesse cassa. Ora dovrà sostenere costi importanti per gente che di anno in anno potrebbe non rendere come in questa stagione. E la stessa folle operazione ventilata su De Bruyne è la conferma di questa strada intrapresa.
De Laurentiis merita certamente un plauso per il titolo, ma non sono così certo che la macchina sia performante come in passato. Il problema degli instant, del resto, è il ricambio generazionale, che inevitabilmente deve essere gestito con altrettanti giocatori pronti. E non è facile come vediamo pressoché ovunque.
Note a margine.
Monaco. Inter e PSG avranno 18 mila tagliandi a testa per la finale di Monaco di Baviera. Personalmente resto convinto che - anche alla luce dello spettacolo che spesso vediamo nelle sfide sui 180’ - una doppia finale sarebbe più rispettosa dei tifosi affezionati (e abbonati) e creerebbe maggiore spettacolo.
La Russia a USA 26. Simon Chadwick su Substack analizza le dichiarazioni di Donald Trump riguardo alla partecipazione della Russia al Mondiale di calcio del 2026. Chadwick evidenzia come Trump utilizzi lo sport come strumento politico, proponendo la reintegrazione della Russia nel torneo nonostante l'invasione dell'Ucraina. Questa posizione contrasta con le sanzioni internazionali e solleva interrogativi sull'uso dello sport per fini geopolitici.
Il papa e lo sport. Papa Leone XIV, nato Robert Francis Prevost a Chicago, è un appassionato di tennis e tifoso delle squadre sportive della sua città natale. In particolare, è noto per il suo sostegno ai Chicago Cubs (baseball) e ai Chicago Bears (football americano) . La sua elezione ha suscitato entusiasmo tra i fan dei Cubs, con molti che sperano in una "benedizione papale" per la squadra.
Outro.
Giuntolismo
Dicevo prima che vi avrei regalato una pillola su giovanilismo e squadre vincenti.
Scopro da una ricerca del CIES che
La Juventus quest’anno è la squadra che ha il più alto minutaggio di calciatori Under 18
Nella stessa fascia d’età Napoli e Inter hanno lo 0%
La Juventus ha, di contro, lo 0% sugli over 30
Napoli e Inter sono le prime 2 per impiego di over 30 (oltre il 40%).
La stessa Atalanta (1,6% di U18 e 32.8% di O30) è la squadra che più somiglia a Napoli e Inter. Altro che vivaio e formazione…
Unite i puntini di questi dati con quel che dicevo sopra sulla media di età delle squadre (e della stessa Juve, nei suoi anni) che vincono lo scudetto.
Capirete perché la squadra di Giuntoli fatica. Potrebbe avere un futuro, ma rischia anche di logorarsi lungo il cammino e di non vederlo mai questo futuro.
In Italia non si fa così.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Grazie Giovanni.
In merito alla tua chiosa:
"Unite i puntini di questi dati con quel che dicevo sopra sulla media di età delle squadre (e della stessa Juve, nei suoi anni) che vincono lo scudetto.
Capirete perché la squadra di Giuntoli fatica. Potrebbe avere un futuro, ma rischia anche di logorarsi lungo il cammino e di non vederlo mai questo futuro."
Mi chiedo se tale strategia non risponda anche a motivi economici: garantirsi una maggiore possibilità di vendere più o meno giovani promesse e non più tali, in primis, e dall'altra snellire i monti ingaggi, il tutto per contribuire a quel risanamento societario necessario. Vendere, non svendere, ovviamente...
Grazie