Netflix rivoluzionerà anche lo sport in tv
In un contesto di mercato influenzato dai dazi, le azioni di Netflix sono aumentate del 6% nell'ultima settimana e quasi del 10% dall'inizio dell'anno, alcuni analisti lo considerano un bene rifugio.
Dopo la crisi del 2022 che aveva messo in discussione la situazione (in particolare la redditività) di Netflix, la società si è rialzata anche e soprattutto grazie allo sport e nel primo trimestre del 2025, ha registrato risultati finanziari eccezionali, con un fatturato di 10,54 miliardi di dollari (+12,5% rispetto all'anno precedente) e un utile netto di 2,89 miliardi di dollari (+24%), superando le aspettative degli analisti.
Nonostante l'interruzione della comunicazione regolare del numero di abbonati, l'azienda ha dimostrato una crescita solida, attribuibile in parte all'espansione nel settore degli eventi sportivi dal vivo.
In un contesto di mercato influenzato negativamente dai dazi imposti dal presidente Trump, le azioni di Netflix sono aumentate del 6% nell'ultima settimana e quasi del 10% dall'inizio dell'anno, raggiungendo oltre 1.020 dollari per azione.
Gli analisti considerano sempre più Netflix un "bene rifugio" per gli investitori, grazie alla sua resilienza economica e all'espansione dei contenuti sportivi.
Tra gli eventi sportivi di successo, la trasmissione di "WWE Raw" ha ottenuto posizioni di vertice in 29 paesi, mentre il match tra Katie Taylor e Amanda Serrano è stato definito da Netflix come l'evento sportivo femminile professionistico più visto nella storia degli Stati Uniti .
Inoltre, l'azienda prevede di trasmettere una doppia partita NFL il giorno di Natale, rafforzando ulteriormente la sua presenza nel settore degli eventi sportivi dal vivo.
Questi risultati evidenziano la strategia di Netflix di diversificare i contenuti e le fonti di ricavo, puntando su eventi sportivi dal vivo per attrarre nuovi abbonati e aumentare le entrate pubblicitarie.
Dove arriveremo?
I movimenti opportunistici di Netflix potrebbero essere emulati da altri.
La strategia della società ci dice alcune cose che sapevamo ma andrebbero ribadite.
Ai media interessano gli eventi molto più che la quantità di partite. Il tempo in cui bisognava accaparrarsi il 100% delle trasmissioni è finito (e in generale quasi mai ha portato utili a chi vi investiva): il futuro è sempre più legato a valutazioni specifiche.
Prendete la Coppa Italia, una semifinale Inter Milan macina record, non altrettanto Bologna Empoli. Potete scandalizzarvi in nome dell’FA Cup e del calcio del popolo ma è così. Non significa sia giusto, significa solo che la controparte fa i suoi calcoli d’interesse e non è obbligata a riempire le casse dei club di quattrini (che peraltro non bastano mai).
Chi si attendeva un arrivo dei vari Amazon, Apple e Netflix in linea con i comportamenti visti in passato da parte dei broadcaster rimane deluso. Il loro approccio al mercato sportivo è totalmente diverso: non lo considerano loro business principale e non lo faranno mai nel breve medio periodo, per loro si tratta di una commodity, di un prodotto di marketing del tipo “ti piace la borsina gialla, compra quella blu”, che permette di avvicinare la fanbase ad un prodotto che è altro dal puro streaming sportivo.
Terzo ma non ultimo, questo tipo di approccio rischia di mandare definitivamente in crisi i calendari (non solo calcistici) per come li abbiamo conosciuti. E’ un percorso lungo e non imminente, ma se a comandare sono le verticalità e l’acquisto emozionale, difficilmente il futuro vedrà emergere realtà come la piattaforma di Sky, che negli anni ha consolidato una clientela variata di poco dopo la perdita della Serie A. E la maggior volatilità dei ricavi imporrà un ripensamento dei modelli. Anche sportivi.
Note a margine.
CryptoJuve. Il 24 aprile 2025, Tether, azienda leader nel settore delle criptovalute ha annunciato di aver aumentato la propria partecipazione nel capitale della Juventus Football Club S.p.A. al 10,12%, corrispondente al 6,18% dei diritti di voto, consolidando la posizione di Tether come secondo maggiore azionista del club bianconero. Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, rimane il principale azionista con il 65,4% del capitale e il 78,9% dei diritti di voto. Al terzo posto si trova Lindsell Train, società di investimento fondata nel 2000, con l'8,7% del capitale e il 5,3% dei diritti di voto. La quota di flottante in Borsa rappresenta il 15,8% del capitale del club e il 9,7% dei diritti di voto. È da questa porzione che Tether ha acquisito le azioni che le hanno permesso di diventare il secondo azionista della Juventus.
Agenti vs FIGC. Gli agenti sportivi protestano contro il nuovo regolamento pubblicato dalla FIGC perché lo ritengono ingiusto e in contrasto con le normative nazionali ed europee. Le principali novità introdotte includono: requisiti più stringenti per operare, una definizione dei compensi (che non sono previsti in caso di apprendistato), la nuova figura dell’agente domiciliato, e l’eliminazione delle clausole penalizzanti che obbligano atleti a firmare solo con l’intermediazione dell’agente. Queste disposizioni sono state adottate in linea con le normative FIFA (FFAR), sebbene alcune parti del regolamento FIFA – come il tetto alle commissioni e il divieto di rappresentanza multipla – siano attualmente sospese e oggetto di esame da parte della Corte di giustizia dell’UE.
Le associazioni di categoria (ALACS, Assoagenti, IAFA) contestano duramente la modalità e il contenuto del regolamento, accusando la FIGC di aver agito in modo irrituale, irragionevole e in violazione delle leggi sovranazionali. Hanno deciso di interrompere ogni dialogo con la Federazione e di affidarsi a legali per tutelare i diritti della categoria. Inoltre, chiedono un intervento governativo urgente e mirano a proporre una riforma che li emancipi definitivamente dall’ordinamento sportivo attuale.
Stronzate. Quest’estate in tanti vi racconteranno che il diesse XY farà la squadra in base al modulo di gioco dell’allenatore ZZ. Ebbene, il sempre puntuale CIES ci informa che confrontando 65 campionati calcistici nel mondo il 75,3% degli allenatori è in carica da meno di un anno. In alcune leghe, come quelle di Costa Rica, Ecuador e Messico, questa percentuale arriva addirittura al 100%. La Serie A italiana registra il dato peggiore tra i campionati europei: 19 allenatori su 20 sono in carica da meno di un anno. L’unica eccezione è Simone Inzaghi dell’Inter. All’opposto, l’Eredivisie olandese vanta una maggiore stabilità, con 7 allenatori su 18 in carica da almeno un anno. Questo a fronte di contratti dei giocatori da 3 a 5 anni. Fossi un presidente non assumerei mai un dirigente che fa scelte di medio periodo, ovvero con impatti economici dai 3 ai 5 anni (i giocatori), basandosi su una scelta che tre quarti delle volte si rivelerà di brevissimo periodo, ovvero meno di 1 anno (l’allenatore).
Outro.
Il mondo è un grande wrestling
Uno degli autori che mi fanno riflettere maggiormente, come sapete e come cito spesso, è Andrew Petcash di Profluence, che in un recente post riflette su come il mondo stia sempre più somigliando a un copione della WWE, soprattutto dopo che Pat McAfee (ex giocatore NFL diventato personaggio mediatico) è stato messo KO in diretta durante "Monday Night Raw" su Netflix.
L'autore suggerisce che la realtà stia diventando intrattenimento puro: politici che partecipano a podcast comici, influencer che lanciano marchi da milioni di dollari, giovani donne su OnlyFans, nuove leghe sportive e fondi di investimento che spuntano ogni settimana, e creator che contano più delle star di Hollywood. È un mondo dominato dallo spettacolo — proprio come quello della WWE.
La WWE, infatti, non è mai stata solo wrestling: è una macchina dell’intrattenimento, con storie scritte, eroi e cattivi ben definiti, colpi di scena, coinvolgimento del pubblico e un’estetica teatrale. Dal 1982, sotto Vince McMahon Jr., ha costruito un impero mediatico da 5 miliardi di dollari.
Il recente debutto di WWE Raw su Netflix ha avuto un enorme successo, con 4,9 milioni di spettatori globali, dimostrando che la fusione tra narrazione e intrattenimento è oggi più potente della semplice competizione. La conclusione è chiara: tutto sta diventando intrattenimento, secondo lo stile WWE.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Gasperini è all’atalanta da 7 anni.