Se RedBird sbaglia, Harvard non ha colpe [IVC #18]
Analisi del Milan di Paulo Fonseca alla luce degli xG e di sei mesi di scelte sbagliate: il problema non è la strategia ma la sua esecuzione. Provate a far guidare una Ferrari ad un bambino...
Brescia, 31 dicembre 2024
Buon Capodanno a tutti!
Fubolitix rimane in edizione ridotta. Oggi analizziamo la 18esima giornata di campionato, pronti a tuffarci nella Supercoppa Italiana che aprirà il nuovo anno in maniera spettacolare.
Dal 20 maggio 2024 ad oggi questa newsletter vi ha tenuto compagnia ogni giorno dal martedì al sabato, con grandi soddisfazioni mie in termini di contatti e di crescita (i lettori sono praticamente triplicati nella seconda parte del 2024) ed il nuovo anno porterà grandi novità.
Noi ci risentiamo il 7 gennaio per una analisi doppia dedicata prevalentemente alla Supercoppa Italiana ma anche alla 19esima di Serie A.
Non sapevo cosa scrivere in questa newsletter, ed allora avevo pensato di pubblicare il mio Top 11 di Serie A 2024.
Poi fortunatamente il Milan ha esonerato Paulo Fonseca.
Dico fortunatamente da un punto di vista giornalistico. Io considero sbagliato l’esonero. Ma appunto, a volte queste notizie riempiono un vuoto di contenuti e lo riempiono.
Sul Milan di RedBird ho una convinzione: l’errore non è nella strategia, ma nella la sua esecuzione.
Di RedBird avevo parlato in “La surreale narrazione su Milan e RedBird”.
Mi spiego.
Se provate a discutere con un milanista e lo provocate, dicendo che in fondo questa proprietà con le sue strategie finanziarie ha vinto uno scudetto nel 2022, egli probabilmente vi risponderà: “No! Quello era il Milan di Elliott”.
Come se Elliott avesse una strategia diversa da quella di RedBird.
Qui bisogna dividere l’orizzonte finanziario da quello operativo.
Il primo è rimasto inalterato.
Sul secondo, invece, Gerry Cardinale ha ampia discrezionalità.
Per realizzare quella visione lo stesso Cardinale ha assunto e fatto assumere in due momenti diversi due persone al loro esordio nel ruolo assegnatogli: Giorgio Furlani e Zlatan Ibrahimovic.
Il primo non aveva esperienza gestionale di club calcistici.
Il secondo non ne ha di direzione sportiva.
L’errore dei tifosi sta nel pensare che se Furlani e Ibrahimovic sbagliano sia sbagliata la strategia e non la sua applicazione.
Lo semplifico con un esempio: il primo titolo che mi è comparso su Google ieri mattina è di Milannews.it:
Ad Harvard non ci sarà nessun case study su come è stato gestito l'esonero di Fonseca
Fanzine come queste sono rilevanti per capire lo stato d’animo dei tifosi. E questo è un titolo perfetto per capire il cortocircuito che si è creato.
I milanisti oggi sono divisi in due:
quelli che accettano acriticamente la narrazione americana della finanza al potere e degli algoritmi come metodo (la stessa che ha portato lo scudetto 2022);
quelli che la criticano apertamente a prescindere da qualsiasi cosa voglia dire il punto precedente.
Ma quando si va a sbattere, raramente il problema è di chi ha costruito l’auto.
Qui mi fermo perché, purtroppo, entrare dentro tutte le cose sbagliate, volutamente in malafede, poco informate o distorte, che si leggono sul Milan (da Moneyball in avanti, ma anche indietro) è oggettivamente impossibile.
Oggi peraltro i milanisti rappresentano bene il sentimento di una nazione - l’Italia - che da anni si fa dire (e un po’ ci crede) che i problemi si risolvono con i governi tecnici, come se i tecnici e le soluzioni fossero sempre neutri.
E quindi, invece di prendersela con le soluzioni e quindi con i tecnici prescelti, si finisce nel cortocircuito del prendersela con la tecnica tout court, che in termini calcistici significa: spiegare a gran voce che gli analisti servono a poco e sono molto meglio le pure intuizioni.
Mi soffermo allora sui numeri di questa squadra, che secondo me è semplicemente incompleta e costruita male.
La colpa di Fonseca, dice la Gazzetta, è che il Milan vale più della sua classifica. È vero?
Understat ci dice che la squadra, ottava in classifica - e in debito di uno scontro diretto con la settima - meriterebbe, in base ai punti attesi, il sesto posto.
Il Milan, insieme alla Juve (32 anziché 36.08) è una delle due squadre nelle prime 8 posizioni a pagare almeno 4 punti effettivi alla classifica dei punti attesi (27 contro 31.25).
Restiamo sugli xG, che esprimono il potenziale delle finalizzazioni, ovvero di quello che il tuo atteggiamento ti porta a costruire a uno a tombola dal gol (quell’uno è il tiro, che è pura tecnica individuale).
I risultati, banalizzando, sono la risultante di due componenti: la tattica, di cui risponde l’allenatore, e la tecnica di cui non possono che rispondere i calciatori.
In questa logica l’allenatore risponde per i gol attesi a favore e contro mentre i giocatori rispondono della traduzione di questo potenziale in gol reali a favore e contro.
Ebbene, il Milan è quarto per produzione offensiva in Serie A (sempre dati Understat): ha fatto 26 gol ma era lecito attendersene almeno 5 in più (31.36), quindi ha prodotto (grazie a Fonseca) più di quanto ha concretizzato per limiti tecnici dei suoi finalizzatori, variamente distribuiti nei reparti (infatti è solo settimo per gol fatti).
Difensivamente è sesto per occasioni concesse (20.20 xG contro) ma si è difeso meglio (subendo solo 17 gol, quinta difesa) di quanto era lecito aspettarsi.
In entrambi i casi, quindi, il gioco espresso dalle tattiche di Fonseca è superiore alla traduzione tecnica in termini di risultati e classifica.
Ovviamente se si pensa che questa rosa sia meglio di quella di altre tre in Serie A e deve fare di più l’esonero può apparire giusto. Opinioni.
L’attenzione passa quindi all’attacco, dove i problemi nascono sulle punte, perché tutti gli interpreti (Abraham, Morata, Chukwueze e Okafor) hanno realizzato meno di quanto il gioco espresso attorno a loro gli abbia messo a disposizione.
Tra gol e assist (Understat):
Abraham ha fatto 2+1 quando era lecito aspettarsi almeno un 6.38 + 1.15;
Morata ha fatto 4+0 ed è sostanzialmente in linea (3.83 + 0.87), solo leggermente in difetto matematico, ma siamo li;
Questi primi due ci dicono una cosa:
il primo non è da Milan e se le scelte sui giocatori avessero la velocità di quelle fatte per gli allenatori andrebbe cambiato a gennaio;
il secondo invece è da sempre un attaccante che non fa reparto ma diventa utilissimo in un contesto funzionante.
Sottotono anche Okafor e Chukwueze (vi rimando a questa tabella), che purtroppo sono inconsistenti in un contesto come quello rossonero.
Se volete fare un esercizio interessante, poi, potete andare a vedere i risultati relativi di indice di correttezza del risultato, esposti da xGscore.
La colpa, insomma, è molto più di chi la squadra l’ha fatta che di chi l’ha assemblata.
Lo sapete, ho da tempo una convinzione: “I direttori sportivi contano più degli allenatori”.
Una cosa è certa: non ha colpa chi ha enunciato i principi strategici a cui dicono di essersi ispirati i dirigenti milanisti, il problema sta nella loro traduzione pratica.
Moneyball (lo chiamo così per banalizzare) è sempre la stessa cosa, ma è lo strumento non la soluzione. E come tutti gli strumenti sortisce effetti opposti in base all’utilizzatore.
La giornata in numeri
Statistiche Opta prese da SportMediaset.
La capolista (virtuale). L’Atalanta ha conquistato 41 punti nei primi 18 turni di questa Serie A: almeno quattro in più rispetto a qualsiasi altra stagione disputata dalla dea in massima serie a questo punto del torneo. Una delle cose che mi convincono sulle possibilità dei bergamaschi di vincere lo scudetto è la panchina lunga, ed infatti con la rete di Marco Brescianini sono salite a otto le reti dei giocatori subentrati dell'Atalanta in questa Serie A, meno solo della Lazio (10).
Inter. I nerazzurri rispondono con la solidità: infatti hanno vinto senza subire gol cinque gare esterne consecutive in un singolo campionato per la terza volta nella sua storia, la prima dal 1966/67. L’Inter inoltre ha segnato con 15 giocatori diversi in questo campionato, nessuna squadra dei maggiori cinque campionati europei ha fatto meglio.
Napoli. Con questo successo contro il Venezia il Napoli ha raggiunto quota 13 successi dopo le prime 18 giornate di campionato; solo in tre occasioni i partenopei ne hanno registrati di più a questo particolare punto nella competizione (15 nel 2022/23, anno della conquista dello scudetto, e 14 nel 1987/88 e nel 2017/18) – 13 anche nel 2018/19. L’importante è non far tirare i rigori a Romelu Lukaku, che ha sbagliato due degli ultimi tre rigori calciati nei maggiori cinque tornei europei, tanti errori dal dischetto quanti nei precedenti 21 calciati in queste competizioni.
Juventus. La Juventus (7V, 11N) è la prima squadra di Serie A capace di restare imbattuta dopo le prime 18 partite di un singolo campionato dalla stessa Juventus nel 2018/19 – più in generale, nella storia della Serie A a girone unico solo l’Inter e il Milan (quattro ciascuna) sono riuscite ad arrivare imbattute a questo punto del torneo più volte rispetto ai bianconeri (tre). Per approfondimenti vedere l’Outro, del resto la Juventus ha pareggiato 11 delle 18 partite disputate in questo campionato, record di gare impattate in questa stagione nei cinque principali campionati europei nonché record di pareggi per il club bianconero a questo punto di un singolo torneo di Serie A. Khéphren Thuram - alla prima marcatura multipla in carriera - è il primo centrocampista della Juventus a segnare una marcatura multipla contro la Fiorentina in Serie A da Angelo Alessio il 2 dicembre 1990 (doppietta). Il livello è quello.
Milan. Con il gol odierno (vs Roma), Tijjani Reijnders ha stabilito il proprio record di marcature stagionali nei maggiori 10 tornei internazionali (cinque in 16 gare con il Milan): superate le quattro messe a segno nel 2021/22 in 33 gare con l’AZ. Al contempo, tre degli ultimi quattro gol del Milan contando tutte le competizioni sono stati propiziati dagli assist di Youssouf Fofana; in aggiunta, il francese è il centrocampista di Serie A che ha fornito il maggior numero di passaggi vincenti tra tutte le competizioni in questa stagione: sei. Il che dimostra che la mediana del Milan (come detto nei dati sopra) è ottima se attacchi ma non se ti difendi.
Azzurri 1. Con la rete segnata al Torino, Lorenzo Lucca ha segnato una rete per tre presenze di fila in campionato per la prima volta dal periodo tra settembre e ottobre 2021, quando vestiva la maglia del Pisa in Serie B. Tra i giocatori che hanno preso parte a più di 15 gol nelle ultime due stagioni di Serie A, solo Kvaratskhelia e De Ketelaere (entrambi 2001) sono più giovani di Lorenzo Lucca (classe 2000): 19 partecipazioni per l’attaccante (15 reti e quattro assist).
Azzurri 2. Nella gara contro il Lecce, Patrick Cutrone ha sia segnato che fornito un passaggio vincente in un singolo match di Serie A per la prima volta dalla sfida contro il Lecce del 15 luglio 2020, con la Fiorentina. È il suo secondo assist in questo campionato e non ha mai fatto meglio in termini di passaggi vincenti in un singolo torneo di Serie A (due anche nel 2017/18 e nel 2018/19 con il Milan).
Crollo. A Bologna, l’Hellas Verona ha vinto due delle ultime tre partite (una persa) di campionato: tante quante nelle precedenti 12 (10 perse), contro una squadra che non perdeva al Dall'Ara dal 9 marzo scorso (0-1 vs Inter).
Giovani. Il Bologna - tuttavia - è la squadra che conta il maggior numero di giocatori nati dal 2003 in avanti ad avere trovato il gol in questo campionato: cinque, ovvero Giovanni Fabbian, Benjamín Domínguez, Samuel Iling-Junior, Kacper Urbanski e Santiago Castro.
Mito. Con il successo interno contro il Lecce, Pepe Reina ha disputato la sua 200ª gara in Serie A ottenendo la 350ª vittoria nei maggiori cinque tornei e diventando l’ottavo giocatore a tagliare questo traguardo negli anni 2000 dopo Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Karim Benzema, Sergio Ramos, Gianluigi Buffon, Sergio Busquets e Thomas Müller.
Big5.
Nottingham Forest. Il Nottingham Forest non gioca certo un calcio “europeo” come lo intenderebbero i belgiochisti nostrani. Ed a tal proposito Stefan Bienkolwski ha scritto “The Red Wall: perché il Nottingham Forest sta prosperando questa stagione con un calcio intelligente e difensivo”. È l’ennesima testimonianza che smonta la bolsa retorica che ha ammantato il nostro calcio in questi anni. Il Nottingham Forest, sorprendentemente quarto in Premier League, deve il suo successo a una solida difesa e una strategia ben eseguita. La squadra di Nuno Espírito Santo eccelle nel proteggere la porta, concedendo poche occasioni di alta qualità agli avversari. Nonostante dipenda molto dai gol di Chris Wood (di cui segnalo questo bell’articolo di Michele Tossani), ha valide alternative offensive e un centrocampo fondamentale per l’equilibrio. Riuscendo a mantenere la compattezza difensiva, il Forest ora può realisticamente ambire alla Champions League.
Top 11. Ecco il mio top 11 dell’anno solare 2024 prima di qualche pensiero sui rossoneri. 4-2-3-1: De Gea (Fiorentina) - Di Lorenzo (Napoli), Buongiorno (Napoli), Bastoni (Inter), Tavares (Lazio) - Reijnders (Milan), Chalanoglu (Inter) - Lookman (Atalanta), De Ketelaere (Atalanta), Leao (Milan) - Thuram (Inter). Fatemi sapere cosa ne pensate mettendo il vostro personalissimo top 11 nei commenti.
Nulla. "2024: A year that demonstrated nothing lasts forever" di Game of the People riflette sugli eventi calcistici del 2024, che ha avuto tra i principali sviluppi, l'addio di Jürgen Klopp al Liverpool, il periodo difficile di Pep Guardiola al Manchester City e la nomina di Thomas Tuchel come commissario tecnico dell'Inghilterra. Oltre all'assegnazione dei Mondiali 2034 all'Arabia Saudita. L'articolo sottolinea come il calcio sia sempre più dominato da denaro e potere, con l'ingresso di investitori nordamericani, mediorientali e celebrità. Questo ha portato a una crescente elitizzazione del gioco, lasciando molti club a lottare per le briciole. Il caso del Luton Town, promosso in Premier League ma con scarse possibilità di permanenza, illustra le sfide affrontate dai club minori. Infine, l'articolo evidenzia come i giocatori siano diventati vere e proprie aziende, non certo dal 2024, ma gli inglesi la raccontano bene.
Outro.
Quello che non va nella Juve.
Lo ha detto in maniera molto diretta ed esplicita Giancarlo Padovan, direttore con delega allo sport dei giornali di Nord Est Multimedia, nella sua rubrica “La Palla Quadrata” uscita lunedì 30 dicembre 2024.
Ve lo copincollo qui, perché questa è la schiettezza che mi piacerebbe trovare più spesso sui giornali.
Anche per oggi è tutto. Ci sentiamo tra una settimana per l’analisi della Supercoppa Italiana!
Giovanni
Hey Giovanni, I’ve sent you a DM with a great proposal for your newsletter. Would love for you to take a look when you get a chance!
Mi spiace ma l'articolo di Pavan per me è solo irritante (di lui mi ero fatto un'idea positiva perché se non ricordo male anni fa aveva preso il patentino da allenatore, presumo per approfondire ciò di cui scrive per professione); in questo articolo costruisce una frase contorta ("Kean ... abbia realizzato il suo undicesimo goal stagionale, mentre Vlahovic è rimasto a zero (sette complessivi)") con l'unico intento di mettere la cifra "zero" accanto al nome di Vlahovic (per denigrarlo ?) - se è "grigio" il gioco di Motta, il gioco della juve negli ultimi anni cos'era ? cosa si dicevano sottovoce Allegri e Chiellini qualche anno fa sotto l'occhio indiscreto della telecamera ? Anche sotto Sarri abbiamo vinto il campionato grazie al covid che ci ha fatto rifiatare nel momento in cui la Lazio volava - "borioso della prima ora Giuntoli sta dimostrando tutta la sua incompetenza" ?!? La Juve era un magazzino in cui c'era da fare l'inventario delle cose buone e dei rottami, magari è stato ceduto anche qualche gioiellino di famiglia ma (purtroppo) nell'ottica di scelte da fare con la spada di Damocle del bilancio; la juve di Allegri l'anno scorso aveva la "mentalità vincente" e "l'ostilità agonistica" ? eppure basta vedere nelle cronache di pochi mesi fa, marzo 2024 "... Lo 0-0 col Genoa segna la terza partita di fila senza successi per la Juventus: 7 punti raccolti nelle ultime 8 giornate, ..." ?!?