[79] Gli infortuni a raffica costano miliardi
E tra gli Under 21 incremento catastrofico: +187% - Eppure c'è chi continua a difendere l'indifendibile dando la colpa ai calciatori esosi - La NBA discute il Salary Cap con un argomento sorprendente.
Berlino, 31 agosto 2024
Prologo
Negli ultimi quattro anni, gli infortuni dei giocatori nelle cinque grandi leghe europee hanno comportato un costo sorprendente di 2,77 miliardi di euro. Secondo l'Howden Men’s European Football Injury Index, sono stati registrati 14.292 infortuni dal 2020-21 al 2023-24, con un incremento del 4% rispetto alla stagione precedente e un 37% rispetto al 2020-21. Nella sola scorsa stagione, il costo delle lesioni ha raggiunto 732 milioni di euro in stipendi. Ogni infortunio ha comportato una spesa media di €172.975 a partita, con i club della Premier League che hanno registrato costi di 318 milioni di euro. Inoltre, i giocatori sotto i 21 anni hanno subito un incremento del 187% nel numero di giorni di assenza per infortuni. Le statistiche evidenziano un aumento generale della gravità degli infortuni, contribuendo a preoccupazioni crescenti sul benessere dei giocatori e sulla saturazione del calendario calcistico. Lo studio Howden è di fatto il più autorevole in grado di fotografare una situazione sempre più emergenziale, che tuttavia pare non interessi a nessuno. Lo avevo ripreso anche in “I calciatori sciopereranno davvero?”.
Questa settimana. Su Fubolitix ho parlato di:
Esiste ancora il mito di Wembley? La nazionale inglese ha perso 5 partite in casa in questo decennio: il doppio del solito, oltre alla finale di Euro '20 contro l'Italia, che nell'immaginario collettivo pesa più di tutte.
Klopp e la nuova era del business RedBull. L'ex allenatore del Liverpool sarà Head of Global Soccer, i soliti duri e puri nostalmagici gli fanno la morale ma dietro c'è una evoluzione delle strategie sportive del gruppo degli energetici.
Prestiti dei proprietari, come i club di Premier aggirano le loro stesse regole. Rinviata l'assemblea di oggi: la vittoria del City in tribunale ha aperto lo scontro. I vertici avevano detto di aver vinto loro, ma non sanno che pesci pigliare. È la più grave crisi dalla fondazione.
L'Uefa del popolo ignora i piccoli club. La federazione (così come la FIFA) disconosce l'UEC che la pensa diversamente ed ha l'ECA come interlocutore unico. Intanto la Juve rientra (ma con diritti limitati) e la Superlega non fa più rumore.
Rummenigge. Ad ogni studio che dice che non si può andare avanti così c’è qualche protagonista del mondo del calcio che dà la colpa ai calciatori esosi. E così dopo Simone Inzaghi e Luciano Spalletti anche Karl-Heinz Rummenigge ha ripetuto la filastrocca sottolineando che l'aumento delle partite nel calcio è legato alle richieste dei calciatori per stipendi sempre più elevati e proponendo un incontro tra tutte le parti coinvolte per discutere modi per rendere il calendario più razionale ed economico. Come si dice nella politica italiana quando non si sa che pesci pigliare: “Facciamo un tavolo!”.
Betting. Sul tema delle scommesse sportive e della loro evoluzione, che spesso purtroppo sconfina nella piaga delle combine, questa settimana è bene soffermarsi per due notizie.
The Athletic fa il punto sulle nuove regole approvate dai club di Premier League che porteranno all’eliminazione dal 2026-27 degli sponsor di gioco d'azzardo sulle maglie. Questa decisione potrebbe creare problemi finanziari, specialmente per i club più piccoli, che dipendono maggiormente da queste sponsorizzazioni, poiché le aziende di scommesse pagano fino al 20% in più rispetto ad altri settori. Teoricamente settori come tecnologia, criptovalute e turismo potrebbero sostituire il gioco d'azzardo, ma non è garantito che offrano gli stessi guadagni. I timori sono legati al fatto che le aziende di scommesse potrebbero spostarsi sulle maniche o sfruttare altri asset come kit da allenamento. Inoltre, potrebbero emergere scappatoie con marchi secondari per aggirare le nuove regole. Della situazione italiana - e di come spesso la legge venga disattesa con l’approvazione del legislatore - avevo invece parlato in “Lo sponsor dell’Inter fra populismo e realtà”.
Nel frattempo in Germania si è dovuti correre ai ripari. Interwetten, partner di scommesse della federazione tedesca (DFB), ha smesso di quotare le partite dilettantistiche in Germania dopo la notizia del mese scorso che la polizia tedesca ha confermato di essere in corso un'indagine sulle partite truccate legate alle scommesse in 17 partite di livello inferiore. Le partite oggetto di indagine provenivano dalla terza divisione professionale tedesca (3. Liga), dalla quarta divisione semi-professionistica (Regionalliga) e dalla quinta divisione dilettantistica (Oberliga). Le autorità hanno dichiarato di essere alla ricerca di decisioni arbitrali sospette e di comportamenti insoliti da parte di portieri e difensori.
Salary Cap e dinastie. Sulla newsletter Linee - che peraltro mi aveva ospitato qui per parlare di Champions League nel suo podcast - nell’ultimo numero uscito venerdì mattina Matteo Serra fa il punto sul dibattito che si sta sviluppando nel basket americano a proposito di Salary Cap. I presidenti valutano se sia il caso o meno di modificare le regole stringenti che per la stagione in corso hanno fissato il tetto a 188,9 milioni di dollari. E il dibattito è interessante perché sposta del tutto l’attenzione, identificando uno storico vantaggio del sistema addirittura come un limite. Scrive Serra:
Tra chi vuole mantenere le cose così come sono c’è il Commissioner Adam Silver, che sostiene che questo sistema garantisca alla Lega una sanissima competizione e fa s’ che ci siano molte squadre in grado di vincere il titolo. D’altronde, negli ultimi 6 anni ci sono stati 6 campioni differenti.
I General Manager delle squadre invece vorrebbero rivedere questo limite, e come principale tesi hanno detto che se è bello che tutte possano vincere, tuttavia i tifosi si appassionano quando ci sono delle dinastie, ovvero periodo dominati sportivamente da poche squadre. Con questo sistema, dicono i GM, è quasi impossibile arrivare a situazioni del genere.
Replica di Silver: può essere vero, ma si possono creare anche nuove dinastie basate sulla capacità di valutare e scambiare i giocatori rimanendo dentro certi paletti economici.
Autonomia a rischio. In settimana c’è stato un incontro tra il presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin e il presidente della Federazione calcistica della Macedonia del Nord Muamed Sejdini, nella sede dell'UEFA a Nyon, in Svizzera, che ha riguardato l'interferenza del governo macedone nella gestione della federazione calcistica. Ceferin ha espresso il suo sostegno alla FFM e alla sua integrità. Di autonomia dello sport rispetto ai regimi politici ho parlato varie volte negli ultimi mesi. In particolare sul perchè l’autonomia dello sport è importante in “Autonomia dello sport, un valore da difendere“. Recentemente Inghilterra, Spagna e Italia sono state - tutte per ragioni diverse - sotto osservazione Uefa su questo tema, che rappresenta forse il più importante sul quale la federazione deve rimanere (e fortunatamente lo è) attiva di questi tempi. Ne avevo parlato anche in “2024: calcio e nazionalismo, binomio solido“.
IA per lo scouting. Eyeball Club è una startup con quartier generale a Praga che offre software di scouting basato sull'intelligenza artificiale, e che recentemente ha raccolto 5 milioni di euro di finanziamenti per espandere le sue attività negli Stati Uniti e in America Latina. Ciò segue un precedente round di pre-seed di soli nove mesi prima. La piattaforma, che - in base a quanto dichiara l’azienda - è già utilizzata da oltre 100 club (“il 50% della Serie A lavora con noi”, dichiara l’azienda) mira a migliorare il processo di scouting attraverso l'analisi dei dati, migliorando l'identificazione dei talenti da regioni sottorappresentate. Il tema dell’IA rimane probabilmente il più interessante per chi vuole seguire l’evoluzione tecnologica che la ricerca sta imprimendo allo sport. Io ne ho parlato in “Come l'IA cambia lo sport che vediamo“ e “Il connubio tra sport e intelligenza artificiale“.
La crisi dei diritti tv. Secondo uno studio di PTI Digital, il valore dei diritti televisivi sportivi nel Regno Unito è destinato a rimanere stabile nei prossimi cinque anni. Solo il 2% degli intervistati si aspetta una crescita significativa in questo ambito. Le maggiori opportunità di guadagno risiedono invece nel direct-to-consumer (DTC) e nelle sponsorizzazioni, che stanno diventando fonti di entrate più promettenti. La crescita della tecnologia digitale e delle piattaforme streaming sta quindi ridefinendo il panorama dei diritti sportivi e delle opportunità di monetizzazione. La notizia benchè settoriale e limitata al mercato britannico, conferma lo scenario descritto in “La fine dei diritti tv (per come li abbiamo conosciuti)”, su cui è bene precisare che con tutta probabilità ci troviamo davanti ad una crisi non congiunturale (ovvero passeggera, legata alle condizioni di mercato) ma strutturale, ovvero legata alle dinamiche stesse del mercato, che probabilmente sono destinate nel medio periodo ad essere ridisegnate.
Pure Zangrillo. Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, ha parlato apertamente per la prima volta della crisi del Genoa, evidenziando che, sebbene non abbia un ruolo attivo nel mercato delle entrate e delle uscite, si assume la responsabilità delle difficoltà attuali, evidenziando il ruolo dell'amministratore delegato Andres Blazquez nel superare le difficoltà strutturali e amministrative. Zangrillo ha poi toccato il tema della possibile cessione del club, sottolineando che questa dipenderebbe da un cambiamento nel controllo della società. Ha confermato le difficoltà dell’azionista di riferimento, 777 Partners, e il ruolo di un advisor finanziario che sta collaborando con la dirigenza. Quando nel giugno 2024 tutti erano certi che il Genoa fosse in una botte di ferro, io scrivevo “777 Partners e il Genoa, ombre sul futuro?“, che alla luce di quanto sta accadendo merita una ripassata per capire lo scenario più generale.
Epilogo
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Ultimamente, soprattutto scrivendo questa lettera del sabato, che fa un po’ il punto sui temi caldi del momento (mentre nelle note a margine quotidiane cerco di andare più sulle notizie quotidiane a mio giudizio più rilevanti), mi accorgo di come in queste settimane - in particolare da quando a fine maggio ho intensificato le pubblicazioni - Fubolitix abbia costruito una base di contenuti che tornano spesso d’attualità, essendomi focalizzato sui temi economico politici del momento senza fare sconti a nessuno. E quindi sempre più spesso finisco per andare a riprendere vecchi articoli. L’intento non è quello di autocitarmi all’infinito, ma di offrire costantemente punti di vista e approfondimenti che potrebbero essere sfuggiti in passato, o comunque di provare a tenere ordine nella trama di una tela che a volte può essere difficile da ricostruire. Il risultato è che mi rendo sempre più conto che il reale valore, in Fubolitix, finisce per essere lo storico, ovvero l’archivio dei vecchi numeri. Ed è una soddisfazione maggiore pensarlo, visto che attualmente la tendenza è soprattutto quella di produrre contenuti online che, al contrario, esauriscono il loro valore informativo in poche ore, e non ne hanno alcuno sul piano analitico. Su questo, naturalmente, ogni consiglio e suggerimento a migliorare è sempre bene accetto.
Mi piacciono molto i tuoi contenuti perché sono sempre molto obiettivi e mai di parte … ti ritengo una delle persone più preparate e colte in questo mondo sportivo fatto di falsi ed incompetenti !!