[100] Il futuro di questa newsletter
Siamo arrivati alla centesima edizione di Fubolitix nel suo format settimanale del sabato. E' un traguardo importante che mi fa riflettere sulla direzione da prendere.
Prologo
Con questo numero Fubolitix, nel formato del sabato, è arrivata alla sua edizione numero 100. Voi siete 3.080, praticamente quadruplicati da quando a fine maggio dello scorso anno ho iniziato pubblicare con cadenza quotidiana. La metà di voi legge questa newsletter ogni giorno.
Fubolitix è probabilmente il progetto giornalistico della mia vita in cui mi rispecchio di più. E come me a volte è incostante, a volte stanco, a volte sorprendente: spesso le vostre reazioni sono molto più marcate a fronte di un articolo che io considero secondario o irrilevante, mentre al contrario spesso edizioni che secondo me dovrebbero fare molto rumore passano inosservate.
Sto dicendo questo perché è inevitabile che progetti come questo, ad un certo punto, si interroghino sul proprio futuro e sulla propria sosteniblità. E quindi il numero 100 è anche l’occasione per dire alcune cose che ho in mente, e che vedrete in atto già nei prossimi giorni.
La prima è che Fubolitix continuerà ad uscire come l’avete conosciuta nelle sue varie edizioni, e che rimarrà gratuita per tutti.
Sono convinto che come primo livello la conoscenza vada condivisa e debba essere gratuita. Sempre.
Ad un livello più avanzato, invece, credo sia cura di coloro che si riconoscono in un prodotto giornalistico sostenerne il percorso nella forma e nella misura che ritengono più opportuna, ad esempio - come da sempre chiedo a voi lettori - condividendo la newsletter con chiunque possa essere interessato.
Un ulteriore passo, infine, riguarda la possibilità di contribuire economicamente alla crescita del progetto.
A tal proposito, nei prossimi giorni aprirò ufficialmente alla possibilità di sottoscrivere un abbonamento a Fubolitix.
L’abbonamento permetterà agli abbonati di partecipare ad attività di confronto, dibattito e formazione. Le scoprirete strada facendo.
Nei prossimi giorni, quindi, troverete dentro le mail e i post di Fubolitix l’invito ad abbonarvi.
Naturalmente nulla vi vieta di continuare a leggere gratuitamente.
Non si tratta solo di retribuire il mio lavoro, ma di partecipare ad una community con dei valori di fondo condivisi.
Inoltre, possi dirvi fin d’ora che quello che pagherete verrà da me in gran parte reinvestito in diverse attività:
Intanto iniziamo col dire che il 10% va a Substack che lo trattiene sugli incassi;
Dopo di che una parte del totale verrà reinvestito nel promuovere la newsletter per farla crescere attraverso campagne marketing volte ad aumentarne la circolazione;
un ulteriore 10% - e qui ci tengo particolarmente - sarà destinato ad acquistare abbonamenti a pubblicazioni che ritengo meritorie, altre newsletter Substack o testate da cui attingo spesso. Se tutti reinvestissero i loro ricavi la qualità dell’informazione se ne gioverebbe moltissimo. Se lo facessero altre dieci newsletter sostenibili potrebbero farne crescere un’altra a sua volta sostenibile…
Infine potrete retribuire il mio tempo, da dedicare non solo alla newsletter ma a tutte le attività aggiuntive di community per far crescere le possibilità di confronto, dibattito e formazione (reciproca). Tempo che da quando sono tornato in Italia è soprattutto notturno…
Intanto vi ringrazio per i tanti stimoli che sempre mi arrivano in varie forme da molti di voi.
Questa settimana. Su Fubolitix ho parlato di:
Pesi e contrappesi nella corsa scudetto [IVC #30] Il Napoli nel prossimo mese gioca la metà delle partite che invece toccheranno all'Inter. Ecco perché il peso della corsa scudetto è soprattutto sulle spalle dei nerazzurri.
L'era dello sport intrattenimento fast food Tornei come Baller, Icon e Kings league, sono creazioni fast food con una cosa profondamente diversa dallo sport tradizionale, l’identità che crea identificazioni, la radice culturale della passione
Da global a local, il Mondiale 2026 al tempo dei dazi La minaccia protezionista rappresenta una nuova sfida commerciale per il Mondiale FIFA 2026. Il torneo si prospetta essere tanto una questione di dinamiche economiche quanto di calcio.
Ted Lasso. Non mi pare che la serie di Apple Tv, Ted Lasso, storia di un allenatore di Football americano ingaggiato da un club di Premier league, abbia avuto in Italia il (meritato successo) che ha avuto nei paesi anglosassoni. nata nel 2020, ha conquistato il cuore di molti (me compreso) in un periodo buio segnato da pandemia e caos politico. La premessa era assurda: un allenatore americano di football chiamato a gestire una squadra di Premier League inglese. Con il suo ottimismo forzato e gag prevedibili, ha diviso il pubblico: o lo si ama o lo si odia. Nonostante le critiche, è diventato un fenomeno globale, premiatissimo e persino oggetto di discussioni alla Casa Bianca per il suo focus sulla salute mentale. Detto questo la quarta stagione è in lavorazione e Sporting Intelligence si chiede se abbia un senso. Cosa che peraltro tutti ci chiediamo, credo, ad un certo punto delle nostre serie preferite. Vale per Ted Lasso e in fondo, per rimanere al tema d’apertura, vale per questa newsletter.
Calcio e AI. Soccerment e SICS, aziende italiane specializzate nell'intelligenza artificiale applicata al calcio, hanno annunciato una fusione strategica per diventare un polo di riferimento europeo nel settore, in crescita del 30% annuo e stimato valere 30 miliardi di euro entro il 2032. Soccerment, nota per i parastinchi intelligenti XSEED e la piattaforma XVALUE, e SICS, leader nella video analisi calcistica, mirano a democratizzare l'accesso alle analisi avanzate, estendendole a vivai e club dilettantistici. L'integrazione delle loro tecnologie consentirà la raccolta automatica e sincronizzata di dati atletici e tecnici con i video delle partite, riducendo significativamente il lavoro manuale degli staff tecnici.
Evangelios. La vicenda di Evangelos Marinakis, proprietario del Nottingham Forest e dell’Olympiacos, è un intreccio di successi sportivi e gravi accuse giudiziarie, colmo di paradossi. Da un lato, Marinakis guida il Forest verso una storica qualificazione in Champions League e una semifinale di FA Cup, incarnando l’immagine del patron vincente. Dall’altro, è tra oltre 140 persone che in Grecia rischiano un processo per aver favorito un'organizzazione criminale e incitato alla violenza sportiva, in un caso legato alla morte di un poliziotto durante scontri tra tifosi. Il paradosso maggiore: un presunto promotore di violenza nel mondo dello sport è al contempo figura centrale di una delle favole calcistiche inglesi del momento. Inoltre, Marinakis denuncia un uso politico della giustizia, accusando il primo ministro greco di ricattarlo, pur essendo egli stesso figura influente nel mondo economico e mediatico del paese. L’ulteriore contraddizione emerge dai regolamenti della Premier League: se condannato a più di 12 mesi, Marinakis potrebbe perdere il controllo del Forest — proprio mentre il club vive il suo apice sportivo. In sintesi: un uomo accusato di fomentare il caos è simbolo di ordine e successo sportivo; un miliardario che denuncia persecuzioni; un club in ascesa con un futuro appeso a una vicenda giudiziaria internazionale.
Gli autogol dei dazi. Il “Giorno della Liberazione” proclamato da Trump, con l’introduzione massiccia di dazi doganali, rappresenta un ulteriore colpo all’ordine economico globale del dopoguerra e segna un ritorno all’interventismo statale. Ma può avere anche effetti controproducenti per le stesse aziende americane. Un esempio proprio nello sport business: Nike, che produce 600 milioni di scarpe l’anno (metà in Vietnam), sarà fortemente colpita: i dazi USA sul Vietnam salgono al 46%, su Cina e Indonesia al 34% e 32%. Il possibile reshoring negli USA avrebbe impatti su occupazione e prezzi, ma anche costi maggiori. Intanto, la Cina potrebbe rispondere favorendo marchi locali, danneggiando Nike.
L’impatto. I dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump sono naturalmente il tema del momento - ne ho parlato anche io su questa colonna due giorni fa - e vale la pena leggere anche l’analisi di Calcio e Finanza, su come questi potrebbero avere ripercussioni significative sul mondo dello sport, influenzando sia le sponsorizzazioni che l'organizzazione di grandi eventi. Aziende straniere, come il produttore automobilistico coreano Hyundai, potrebbero riconsiderare gli investimenti in sponsorizzazioni negli USA, ad esempio per i Mondiali del 2026, a causa delle nuove barriere commerciali. Inoltre, marchi di abbigliamento sportivo come Nike, Adidas e Puma, che producono in Asia, potrebbero affrontare aumenti dei costi di importazione, con possibili ricadute sui prezzi al consumo. Queste tensioni commerciali sollevano interrogativi sull'atmosfera dei prossimi eventi sportivi negli Stati Uniti, come la Ryder Cup e i Mondiali del 2026.
Il movimento 1%. Molti di voi forse conoscono Common Goal, la fondazione a cui aderiscono molti calciatori che devolvono l’1% dei loro incassi in azioni di solidarietà, beneficienza, sviluppo e promozione dello sport. Meno nota ma altrettanto meritoria è l’equivalente iniziativa nel mondo della pallavolo: Let's Keep The Ball Flying (LKTBF) è una fondazione globale che utilizza la pallavolo per promuovere un impatto positivo, creando comunità vivaci e ispirando un movimento mondiale di giocatori e appassionati. La loro missione è rendere la pallavolo accessibile a tutti, favorendo l'uguaglianza, l'inclusione, l'empowerment e l'educazione attraverso lo sport. Anche LKTBF promuove il "Movimento 1%", che invita individui e aziende a donare l'1% del loro reddito per aumentare l'accessibilità alla pallavolo nelle aree svantaggiate. Molti i nomi noti che hanno aderito: Bruno Rezende, Wilfredo Leon, Yuki Ishikawa, Robertlandy Simon, Zehra Gunes, Gabriela Guimaraes, Tijana Boskovic e Jordan Thompson. LKTBF organizza anche progetti come "Volley Beyond Borders" e "Adopt A Team" per sostenere le comunità attraverso la pallavolo, offrendo campi di allenamento, supporto tecnico e donazioni di attrezzature.
Tennis paradossale. Nell’ultimo numero di Warning, Claudio Giuliani evidenzia una crescente frattura economica nel mondo del tennis. Mentre i giocatori fuori dalla top 100 lottano nei tornei minori per sopravvivere economicamente, molti top player preferiscono esibizioni ben pagate a tornei ufficiali, come dimostra il caso UTS. Paradossalmente, sono proprio alcuni ricchi top 20 – tra cui Sinner, Djokovic e Swiatek – a chiedere più soldi agli Slam, invece di promuovere una redistribuzione più equa verso i tennisti meno noti.
Epilogo
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Questa settimana vi lascio con un consiglio di lettura, ovvero quello che Matteo Serra ha raccontato sulla sua newsletter a proposito della nuova presidente del CIO. Kirsty Coventry, ex nuotatrice olimpica dello Zimbabwe, è la nuova presidente del CIO (la notizia l’ho data anche su Fubolitix in questo numero): prima donna e prima africana a guidare il Comitato Olimpico Internazionale in 131 anni. Con un passato sportivo glorioso (7 medaglie olimpiche) e un presente controverso in politica, ora dovrà affrontare sfide complesse: promuovere lo sport femminile, gestire tensioni geopolitiche (Trump, Putin), assegnare le Olimpiadi 2036 (l’India favorita), affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi sportivi e difendere il ruolo del CIO da nuove minacce come gli Enhanced Games. Il suo incarico durerà 8 anni e, tra luci e ombre del suo passato, sarà giudicata per ciò che riuscirà a fare, in un mondo dove lo sport ha un ruolo sempre più cruciale nelle dinamiche politiche e culturali globali.
Congratz to the 100th edition! Its great ti see the Newsletter growing and evolving. Very interesting topics today! Thank you 🙏🏼