Cosa ci insegna il successo del Liverpool [IVC #34]
Dietro il passaggio da Klopp a Slot c'è il ritorno di Michael Edwards, diesse fino al 2022 richiamato nel 2024 quando il tedesco decise di andarsene: questioni di managerialità, questa sconosciuta.
Il Liverpool ha conquistato il suo 20º titolo di campione d'Inghilterra con quattro giornate d'anticipo, segnando un trionfo significativo nella stagione 2024/25. Sotto la guida dell'allenatore olandese Arne Slot, subentrato a Jürgen Klopp, la squadra ha adottato un approccio più riflessivo e organizzato, mantenendo l'intensità del pressing ma con un maggiore controllo del possesso palla.
Slot ha implementato una "rivoluzione dolce", come l’ha definita Rivista Undici, apportando piccoli ma significativi cambiamenti tattici, come l'impiego di Ryan Gravenberch nel ruolo di regista, e ha valorizzato giocatori chiave come Salah, van Dijk e Alisson.
Nonostante le iniziali perplessità, Slot è riuscito a conquistare il titolo nella sua prima stagione in Premier League, un'impresa riuscita solo a pochi allenatori prima di lui. Il successo è stato suggellato da una vittoria per 5-1 contro il Tottenham (quello dei fenomenali Kulusevski e Bentancur, di cui non è più di moda parlare), con gol di Luis Díaz, Mac Allister e Gakpo. Questo trionfo rappresenta una nuova era per il Liverpool, caratterizzata da un equilibrio tra innovazione tattica e continuità con il passato.
La stessa Rivista Undici nei giorni scorsi ha scritto un pezzo dal titolo “Cosa sta facendo esattamente Jürgen Klopp alla Red Bull?”. In cui dice tra le altre cose:
Secondo le indiscrezioni trapelate al momento del suo arrivo in Red Bull, Klopp si occuperebbe di supportare i direttori sportivi dei singoli club della multiproprietà, di supervisionare lo scouting globale del gruppo e di seguire lo sviluppo degli allenatori. Da queste parole non sembrano venire fuori dei messaggi chiari…
…Klopp si è manifestato pochissime volte accanto alle squadre Red Bull.
In ogni caso, non tutti sono felici che Klopp abbia “solo” questo tipo di compiti: il quotidiano Salzburger Nachrichten, tanto per fare un esempio, ha pubblicato un articolo in cui l’assunzione dell’ex allenatore del Liverpool viene definita «niente di più che una pubblicità, visto che Klopp non ha nulla a che fare con la ricostruzione del Salisburgo».
Forse come affermazione è un po’ forte, però c’è anche da dire che, oltre l’esonero di Rose e l’assunzione di Löw come allenatore pro-tempore, non è che Klopp abbia fatto grandi cose. O quantomeno non ne abbiamo notizia.
…insomma, forse è il caso di aspettare prima di emettere una sentenza definitiva sulla nuova carriera dirigenziale di Klopp, sul senso della sua avventura con Red Bull.
Questo, però, possiamo dirlo: non è ancora avvenuta alcuna rivoluzione.
La premessa doverosa è che io considero Undici una delle poche cose da leggere che veramente danno spunti interessanti quando si parla e scrive di calcio in italiano.
Qui tuttavia emergono tutti i problemi che spesso gli italiani hanno nel capire la managerialità, i suoi tempi, i suoi compiti, i suoi effetti nel tempo.
In generale la mentalità italiana è operaista, in tutto e per tutto. Non si riescono a concepire ruoli aziendali di pensiero e indirizzo, di definizione dei processi, di ricerca e sviluppo.
Ruoli di responsabilità che più funzionano bene e più non li vedi.
L’esempio è nelle parole usate: “Klopp che si è manifestato pochissime volte accanto alle squadre Red Bull” (spruzzata di paternalismo che serve sempre: l’allenatore che non urla da bordocampo e non esce dalla sua zona è un debole in fondo) o lo stesso titolo “Cosa fa esattamente…”.
Funziona così nella mentalità delle gerarchie piatte. Se il tuo lavoro non ha qualcosa di misurabile in ore e sforzo fisico forse non è veramente qualcosa che vale.
E pur tuttavia il gruppo Red Bull aveva individuato un problema: la crescente complessità del calcio andava governata da qualcuno che conoscesse la catena di comando in una società di calcio. Qualcuno di sufficientemente pesante e vincente da poter mettere tutti d’accordo col blasone prima ancora che con le idee.
Qualcuno - e qui torno al Liverpool - la cui opera è così determinante che si sta ancora manifestando nei suoi effetti positivi nella società in cui ha operato.
Paragoniamo Jurgen Klopp a Sir Alex Ferguson ed ai loro successori.
Prima dell’addio di Klopp il Liverpool richiama il diesse che se ne era andato nel 2022, Michael Edwards. Il tecnico tedesco era andato avanti 2 anni da solo a fare da one man band.
Il club ha capito che per sostituire l’allenatore Klopp (ruolo operativo divenuto anche manageriale), serviva un diesse (ruolo manageriale) che già conoscesse l’ambiente.
Undici parla di “rivoluzione dolce” perché guarda solo al ruolo operativo (Slot) e non al ruolo manageriale (Edwards) tornato a dettare le linee guida per non deragliare.
Se ne è accorto il Fatto Quotidiano che giustamente racconta con Stefano Boldrini (ex corrispondente della Gazzetta dello Sport dall’Inghilterra che ben conosce gli aneddoti delle società d’oltremanica) del ruolo del diesse.
Ma lo fa anche qui con la tendenza italiana: non è la managerialità la chiave, ma l’uso dei dati. “A kind of magic” direbbero i Queen. Una specie di magia.
Che poi è il modo che gli italiani hanno per spiegare le cose che non capiscono.
Del Manchester United anni fa un diesse italiano contattato dal club mi disse: “Non ci vado perché non capiscono il ruolo del diesse”. Infatti lo United ha poi continuato a promuovere in quella posizione gente dall’interno, ed ha continuato a fare gli stessi errori dei dieci anni precedenti.
A volte gli outsider servono a farvi vedere cosa sbagliate, ma se continuate a dire loro che tutto dev’essere fatto allo stesso modo cosa li assumete a fare?
Torniamo al Liverpool. Ci viene in aiuto The Athletic che spiega alcuni passaggi.
Il vero elemento chiave della stagione è stata la transizione impeccabile da Jürgen Klopp ad Arne Slot. Sebbene Slot abbia portato alcuni cambiamenti — come l'uso intensivo dell'analisi video, una comunicazione calma (con rare eccezioni) e piccoli aggiustamenti tattici — il suo principale merito è stato non stravolgere l'eredità di Klopp.
Invece di rivoluzionare il Liverpool, Slot ha mantenuto l'anima del gioco di Klopp (gegenpressing), rendendolo però più controllato e gestito con maggiore equilibrio.
Klopp, annunciando la sua partenza con largo anticipo, ha permesso una transizione ordinata: lui e Slot hanno avuto il tempo di confrontarsi e preparare il passaggio di consegne. Slot ha dimostrato intelligenza e umiltà, scegliendo di valorizzare il lavoro precedente senza voler imporre subito la propria impronta personale.
In sostanza, il successo del Liverpool è stato costruito sulla continuità e sulla capacità di Slot di integrare il suo stile senza rompere con il passato, portando così il club a un'altra stagione memorabile.
Manca solo un nome, a questa transizione: Michael Edwards. La managerialtà al potere.
Colui che ha scelto oculatamente di puntare su Slot, parlando con lui non su basi empatiche, ma con parametri e punti di vista sui processi aziendali, e capendo che era la persona giusta per mettere in atto questa transizione per come ci è stata infine descritta da The Athletic.
Managerialità. Questa sconosciuta.
Note a margine.
Statistiche Opta prese da SportMediaset.
Ca-te-go-ri-e. Scott McTominay è diventato il protagonista assoluto del Napoli nella corsa scudetto 2024/25. Con una doppietta decisiva nel 2-0 contro il Torino, ha portato gli azzurri in vetta alla Serie A, tre punti sopra l'Inter a quattro giornate dalla fine. Lo scozzese ha segnato 5 gol nelle ultime 3 partite, raggiungendo 12 reti stagionali e superando il record di Denis Law come miglior marcatore scozzese in una singola stagione di Serie A ma facendo anche il suo record personale: in precedenza (giocava anche in posizione più difensiva era arrivato al massimo a 7 gol e 1 assist, Premier League 23/24). Inoltre contro il Torino ha iniziato la 29esima partita da titolare: nessuno gli aveva mai dato tutta questa fiducia, dal 21/22 (28 dall’inizio) il massimo era stato lo scorso anno (18).
Tartarughe ninja. Secondo un'analisi di ESPN, l'arrivo di Kylian Mbappé al Real Madrid ha coinciso con un peggioramento delle prestazioni della squadra, mentre il Paris Saint-Germain (PSG) ha mostrato miglioramenti dopo la sua partenza. Questo fenomeno è stato paragonato alla "Ewing Theory", secondo cui una squadra può migliorare dopo la perdita di una stella. Al Real Madrid, l'integrazione di Mbappé ha creato sovrapposizioni tattiche con Vinícius Jr., riducendo l'efficacia offensiva. Nel frattempo, il PSG (non so se a ESPN mi leggono ma ne ho scritto qui)ha adottato un approccio più collettivo sotto la guida di Luis Enrique, ottenendo successi senza dipendere da una singola superstar.
Calo fisico. Riprendo quello che ho scritto sabato sull’Inter qui:
…se si giocasse solo un'ora a partita ne avrebbe 5 (punti) più del Napoli, nei 90' ne avrebbe 3 di vantaggio e invece suo malgrado deve stare in campo anche nel recupero e per questo ha 71 punti come i partenopei.
Se contassero solo i secondi tempi sarebbe dietro a Bologna e Atalanta (Napoli quarto, l'età pesa per tutti) mentre contando solo l'ultima mezz'ora (più recupero) sarebbe decima in classifica.
Risultato? Gol nel primo tempo da una squadra forte e organizzata tatticamente: niente rimonta.
Outro.
Il Milan, quest’anno
La squadra rossonera in questa stagione è la dimostrazione plastica di quel che Pep Guardiola va spesso dicendo: non conta che tu valga 100 in assoluto, conta quante volte in una stagione tu ti puoi avvicinare a quel 100.
Il tecnico catalano ha sempre avuto questo potere, far rendere al meglio nel lungo periodo ed ai livelli massimi. Sulla base dei suoi metodi e della sua filosofia.
Per questo ci sono squadre che vincono le coppe ed altre che vincono più facilmente i campionati.
Per questo esistono i Carlo Ancelotti plurititolati in Champions League, e gli Antonio Conte che risultano non pervenuti a quel livello ma che sono perfetti quando vuoi cavare sangue dalle rape e competere per lo scudetto.
Non sono dettagli. Sono attitudini.
E non conta tanto il vincere o perdere, ma il come arrivi alla possibilità di vincere.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Caro Paolo il passaggio non è stato da Slot a Klopp ma viceversa!