Il calcio in tv: Italia e Inghilterra a confronto
Sessanta anni fa iniziava un programma di culto della BBC in un paese sempre molto cauto a trasmettere le partite in tv per paura di disincentivare le persone ad andare allo stadio.
Berlino, 22 agosto 2024
In tv si vede un altro sport, mica il calcio. La tv è un preservativo: annulla e mistifica. (Renzo Ulivieri)
Il primo programma televisivo regolare di calcio trasmesso in Inghilterra si chiamava (e si chiama) Match of the Day ed iniziò il 22 agosto 1964, all'inizio della stagione 1964-65. Esattamente 60 anni fa.
La partita – Liverpool contro Arsenal – fu tenuta segreta fino alle 16:00, per evitare che i tifosi potendola vedere in tv non si recassero allo stadio. Gli highlights, della durata di un'ora, mostrarono la vittoria del Liverpool per 3-2, con commento di Kenneth Wolstenholme e Walley Barnes.
La lunghezza delle immagini di sintesi fa somigliare il programma più al celebre “secondo tempo” trasmesso integralmente da Rai Due alle 19 negli anni 80 e 90 più che alla nostra Domenica Sportiva, più orientata al dibattito e non solo alle immagini. Ma è evidente che la DS è l’equivalente storico di Motd, pur in un paese dalla cultura tele-calcistica diversa.
Match of the Day soddisfò il desiderio di più sport in TV in un paese storicamente restio a questo tipo di trasmissioni e preparò il personale tecnico della BBC per la Coppa del Mondo del 1966. Il successo del calcio dopo il Mondiale spinse il programma su BBC One, dove continua ancora oggi, affiancato da Match of the Day 2.
A inizio anni 50 il Buchan’s Football Monthly, un mensile fondato dall’ex calciatore Charlie Buchan, poi diventato giornalista, assai popolare dal 1951 quando venne lanciato fino ai primi anni 70, avvertiva sui rischi che anche le dirette radiofoniche potevano creare rispetto all’affluenza allo stadio, a causa dell’immediatezza delle informazioni.
Nel 1960 venne inoltre introdotta una legge, la "blackout rule" che tutt’oggi vieta la trasmissione in diretta di partite di calcio tra le 14:45 e le 17:15 di sabato sul territorio Britannico. Le partite di Serie A delle 18 (le 17 di Londra) sono infatti trasmesse a partire dalle 17.15 con i paradossi del caso quando viene segnato un gol precoce.
La regola venne introdotta per proteggere l'affluenza agli stadi, evitando che i tifosi preferiscano guardare le partite da casa anziché recarsi allo stadio. Fu sostenuta da molti club anche per preservare il calcio locale, specialmente nelle leghe minori, mantenendo gli spettatori sugli spalti.
A tutt’oggi io credo che sarebbe bene in Italia se anzichè fare lo spezzatino campionati come la Serie B e la C chiedessero alla A di avere una fascia oraria a loro dedicata, magari le 14.30 della domenica, ricreando volutamente quell’affezione allo stadio che potrebbe valorizzare i loro spettacoli meglio di qualsiasi altra cosa.
Non stupisce, tornando nel Regno Unito, se anche negli anni 90 l’apertura televisiva della Premier League è sempre avvenuta in modo graduale. La copertura domestica toccherà il 70% solo nel prossimo triennio. Il mega contratto da 2 miliardi l’anno del 2016-19 prevedeva solo il 44% di partite visibili sul territorio britannico. L’aumento successivo al 50% non ha fatto crescere proporzionalmente i ricavi, a dimostrazione che esiste un punto di saturazione e inflazionamento del mercato.
L’Italia al contrario non ha praticamente mai preso alcuna precauzione. Già nel 1995 tutta la Serie A era in tv ed oggi i tifosi considerano un loro diritto poter vedere tutte le partite su un’unica piattaforma. In Inghilterra l’unico modo per vedere 38 partite su 38 del proprio club è avere ad oggi 3 sottoscrizioni tv (Sky, Tnt e Amazon) ma anche i biglietti per le partite che non saranno trasmesse (poche, nel caso dei top club, ma pur sempre qualcosa).
Da noi la Domenica sportiva è iniziata l’11 ottobre 1953 (11 anni prima rispetto a Match of the day) e Novantesimo minuto il 27 settembre 1970. Un bambino come me cresciuto a pane e calcio aveva almeno 3 possibilità di vedere i gol prima di mezzanotte: novantesimo alle 18, domenica sprint alle 20, domenica sportiva (ma a quell’ora mi avevano già mandato a letto che il lunedi si andava a scuola).
Una cosa, poi, mi ha sempre intrigato: le sintesi trasmesse dalla BBC sono molto ampie rispetto ai servizi italiani, di fatto ribaltando i tempi del racconto (dibattito nel caso della nostra DS) e delle immagini calcistiche, che in Inghilterra a occhio e croce l’80% dell’intero minutaggio, anche quando in tempi più recenti ex calciatori come Gary Lineker (conduttore) o Alan Shearer (opionista) hanno animato il dibattito in studio.
Oggi tutti abbiamo la possibilità di vivere i gol in presa diretta, e la prossima frontiera saranno le notifiche sul cellulare che ci avvertiranno in caso di gol della nostra squadra (le ho viste in Portogallo, ad esempio, dove sono già un must per molti tifosi) con la possibilità di vedere subito il gol sintetico.
Nonostante questa ridondanza televisiva da noi nella scorsa stagione (come ho scritto e raccontato qui) abbiamo visto una affluenza agli stadi che non si vedeva da decenni.
Rimane, forse, il rammarico di non aver saputo opportunamente valorizzare i nostri diritti tv, inflazionando subito il mercato con il dogma del 100% in diretta, che non ha giovato ai club (stando ai bilanci) e nemmeno alle piattaforme (stando al risiko di inizio anni 2000 coi fallimenti di Telepiù e Stream poi fuse in Sky).
Oggi il divario è incolmabile, ma la narrazione sportiva italiana e inglese continua ad essere fortemente influenzata dalle abitudini dei pionieri del calcio in tv. Più chiacchiere da noi, più gol e azioni da loro, con tutti i limiti del caso per valorizzare il mercato, a differenza che in Italia.
Note a margine
San Siro. Nel numero di martedi ho parlato dell’approfondimento de Il Riformista sul futuro di San Siro. Nel frattempo Calcio e Finanza ci ricorda che Comune di Milano ha incluso nel Documento Unico di Programmazione 2025-2027 un piano per il monitoraggio e la manutenzione dello stadio San Siro, con particolare attenzione agli eventi futuri come la finale di Champions League 2026/27 e le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. Il documento sottolinea l'importanza di rispettare le normative di sicurezza e agibilità, coordinandosi con i concessionari e la UEFA. L'assegnazione della finale, del resto, dipende dai lavori necessari per aggiornare l'impianto alle richieste organizzative. San Siro, insomma, è più vivo che mai, ed ha piani di breve e medio periodo.
Youtube. Siccome ci stiamo occupando molto di Tv e dintorni in questi giorni di inizio stagione, vale la pena menzionare gli ultimi dati diffusi da YouTube sul consumo di sport sulla sua piattaforma, che ha visto una crescita del 45% nell'ultimo anno, con oltre 35 miliardi di ore guardate su tutti i dispositivi. La visione su TV connesse è cresciuta del 130% negli ultimi tre anni. L'amministratore delegato di YouTube, Neal Mohan, ha evidenziato l'importanza della piattaforma per i contenuti sportivi, con una crescente transizione dalla visione su smartphone a quella su televisori. Il 34% della visione di YouTube ora avviene su TV, con punte del 45% tra i giovani.
Circo Tennis. Sul caso Sinner-antidoping preferisco che a parlare sia qualcuno più dentro ai fatti e vi consiglio per intero l’ultimo Warning di Claudio Giuliani. Che tra le altre cose dice anche questo, che vorrei scolpire nella pietra e applicare a tutto lo sport, perché al di là del fatto che io mi occupo degli aspetti di business mi interessa sottolineare di essere pur sempre un appassionato di sport, di tutti gli sport.
Alla fine, noi amanti di questo sport, vorremmo solo vedere delle belle partite di tennis. E vorremmo un racconto più sobrio di questo sport, scevro da questa enfatizzazione non necessaria di altri aspetti che non siano fare dei bei punti e vincere delle belle partite. Tutto ciò che non è tennis, gioco del tennis, è circo. E di paese, neanche di città.
Outro
Nelle scorse settimane fra i vari temi ho parlato di pirateria e del perché sarebbe bene cambiare la narrazione su questo fenomeno (criminale senza se e senza ma) per il bene del calcio italiano. Un interessante contributo è arrivato a commento del mio video su Youtube e lo voglio ripubblicare qui per intero per offrire un punto di vista interessante.
Scrive Daniele Barbagallo:
Un parallelo carino fra pirateria e successo è la PLAYSTATION, nel finire degli anni '90 NINTENDO 64 (non piratabile per via delle cartucce) SEGA SATURN evoluzione del SEGA CD e infine PLAYSTATION, in Giappone e USA in realtà si divisero equamente il mercato, il fenomeno della pirateria fu' prevalentemente Europea creando un mercato fino ad allora inesistente a livello numerico, con la pirateria (ostacolata da Sony in più sistemi) diede un POWER UP pazzesco alla nuova casa produtrice, che piazzo consolle in tutto il mondo, ora la pirateria sì è spenta grazie al mercato digitale e gli abbonamenti, rimane il fatto che Sony, grazie ad un ottimo prodotto, leggermente inferiore a NINTENDO 64 ed appena più accattivante di SEGA SATURN ha modificato il mercato dei video game casalinghi facendo diventare PLAYSTATION sinonimo di consolle, tutto questo grazie ai CD venduti in spuaggia a 5 euro.
That’s all folks. A presto!
Giovanni