Il Chelsea tra campo e finanza
Enzo Maresca sta riportando i club a lottare ai massimi livelli del calcio inglese, ma risulta praticamente impossibile scindere i risultati dall'amministrazione passata e presente del club londinese.
Brescia, 11 dicembre 2024
Alcune persone usano metà della loro ingegnosità per mettersi nei debiti, e l'altra metà per evitare di pagarli. (George D. Pretience)
Risulta praticamente impossibile, di questi tempi, celebrare un club per quello che fa sul campo senza pensare a cosa invece accade fuori, a livello economico finanziario, dentro i club.
Questo è particolarmente vero soprattutto in Premier League, il campionato più ricco del mondo, che negli ultimi anni è al centro di tensioni tra club e lega sulle regolamentazioni finanziarie.
Durante i quasi due decenni di proprietà di Roman Abramovich (2003-2022), il Chelsea Football Club ha vissuto un’epoca d’oro in termini di successi sportivi, vincendo 21 trofei, tra cui 5 Premier League e 2 Champions League.
Tuttavia, questo periodo è stato caratterizzato da un modello finanziario altamente insostenibile, reso possible solo grazie alle immense risorse personali del magnate russo, che ha erogato oltre 1,5 miliardi di sterline sotto forma di prestiti al club. Tali somme erano fornite senza interessi, una rarità nel mondo del calcio, ma hanno anche mascherato problematiche economiche strutturali.
Ne avevo parlato in particolare nel video “Chi acquista il Chelsea fa un affare?”.
In sintesi:
Debiti accumulati: Alla fine del periodo di gestione Abramovich, il Chelsea aveva accumulato un debito lordo di circa 1,8 miliardi di euro, il più alto tra i club di Premier League.
Elevati costi operativi: Il club ha registrato perdite operative significative, pari a circa 1,62 miliardi di euro, aggravate da stipendi eccessivi e spese eccezionali per licenziamenti di manager e rescissioni contrattuali. Tra questi, oltre 250 milioni di dollari sono stati spesi in indennità per allenatori e sponsor.
Ricavi stagnanti: Stamford Bridge, con una capacità di circa 41.000 posti, ha generato entrate da matchday limitate rispetto ai principali rivali. Inoltre, il club non ha effettuato aggiornamenti significativi all’impianto durante l’era Abramovich, aggravando ulteriormente questa situazione.
Con la cessione forzata del club a causa delle sanzioni legate alla guerra in Ucraina (di cui ho parlato in quest’altro video), il consorzio guidato da Todd Boehly ha preso le redini del Chelsea nel 2022. Nonostante l’obiettivo dichiarato di migliorare la sostenibilità finanziaria, il Chelsea continua a confrontarsi con sfide economiche:
Impatto delle nuove regole: Il club è ora vincolato da limiti più stringenti sul debito e sui dividendi, introdotti come parte delle condizioni per l’acquisizione da parte del nuovo gruppo.
Necessità di conformarsi al fair play finanziario: L’assenza dalle competizioni europee nella stagione 2023/24 ha esacerbato i problemi di liquidità, inoltre il mercato aggressivo degli ultimi anni ha imposto una revisione delle strategie e numerose cessioni.
Prospettive di crescita: Nonostante le difficoltà, il consorzio Boehly sta esplorando strategie per aumentare i ricavi, incluso un potenziale ampliamento di Stamford Bridge, sebbene i costi stimati per tali lavori superino i 2 miliardi di dollari.
L'era Abramovich ha offerto un modello di gestione che ha massimizzato i successi sportivi, ma ha creato una struttura finanziaria insostenibile a lungo termine. La nuova proprietà affronta la sfida di riportare il club su una strada economicamente sostenibile senza sacrificare le ambizioni sportive.
Nel frattempo l’arrivo di Enzo Maresca ha portato ad una situazione nuovamente promettente sul campo (e ben analizzata qualche giorno fa da ESPN) con la squadra ora seconda in Premier League e potenziale concorrente del Liverpool per il titolo.
I nomi di Maresca e di Arne Slot (Liverpool) sono del resto due di quelli che stanno definendo quello che pare essere un momento di passaggio sulle panchine europee come ho scritto in “Allenatori, siamo alla fine di un’era?”.
E non si può dimenticare, rimanendo sul Chelsea, quel che Maresca diceva in estate a proposito di una rosa sproporzionata che contava fino a 42 giocatori.
La vera svolta del Chelsea è la solidità difensiva.
Gol concessi per partita: Il Chelsea è passato da un adjusted rating difensivo di 1,49 nella stagione 2023-24 a 1,04 nella stagione attuale (2024-25).
Tiri subiti: Ridotti da 14,5 a 11,8 per partita.
Qualità dei tiri avversari: Il valore medio dell'xG (expected goals) dei tiri subiti è sceso da 0,10 a 0,09. Non solo concedono meno tiri, ma anche quelli concessi sono meno pericolosi.
L’età media della squadra (23,8 anni) è la più bassa della Premier League.
Il Chelsea ha puntato su giovani di grande prospettiva che stanno migliorando rapidamente:
Levi Colwill (21 anni): Ha giocato quasi ogni minuto quest'anno, dimostrandosi un pilastro difensivo.
Moisés Caicedo (23 anni): Considerato uno dei migliori centrocampisti difensivi della lega. Oltre a eccellere in fase di interdizione, ha contribuito in attacco con assist decisivi.
Cole Palmer: Leader in expected goals assisted (xGA) e tra i primi dieci per xG senza rigori.
Nicolas Jackson: Ha migliorato la finalizzazione; l’anno scorso ha segnato 4,6 gol in meno rispetto all’atteso, mentre quest’anno è sopra le aspettative (+0,4).
Ovviamente non va dimenticato che il Chelsea ha speso oltre 1 miliardo di dollari dal 2022.
Inoltre una cosa ha cambiato le prospettive ovvero l’approccio a lungo termine nella contrattualizzazione dei giocatori: la maggior parte della rosa è sotto contratto per i prossimi 5-7 anni, garantendo da una parte continuità e potenziale crescita e dall’altra una dilazione dei costi a bilancio (attraverso gli ammortamenti più lunghi).
Nonostante le critiche iniziali alla nuova proprietà, quindi sta mostrando un miglioramento tangibile:
Adjusted goal rating (xG + gol): +0,79 in questa stagione, rispetto a +0,24 nella scorsa.
La combinazione di un miglioramento difensivo, giovani talenti e un progetto di squadra a lungo termine rende il Chelsea competitivo.
Tuttavia, permangono dubbi sulla sostenibilità finanziaria e sulla gestione a lungo termine di contratti e risorse.
E insomma, come detto all’inizio, le attuali regole finanziarie della Premier League non sembrano la miglior garanzia di equità e tempismo in grado di garantire tutti i club in corsa dalle strategie aggressive come quella dei Blues.
Note a margine.
Un saudita che vende. Lo Sheffield United, attualmente al vertice della Championship e in corsa per tornare in Premier League dopo la retrocessione della scorsa stagione, è stata venduta per 105 milioni di sterline (circa 135 milioni di dollari) a un consorzio americano guidato da Steven Rosen e Helmy Eltoukhy. Rosen è fondatore di Resilience Capital Partners, mentre Eltoukhy presiede Guardant Health, una società biotech. L'acquisizione include anche lo stadio Bramall Lane e un hotel adiacente. Il precedente proprietario, il principe saudita Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud, aveva tentato di vendere il club nel 2022 a Dozy Mmobuosi per circa 90 milioni di sterline, ma l'accordo non era stato approvato dalla English Football League (EFL). Questa nuova transazione ha invece ricevuto il via libera necessario dall'EFL.
Spettatori Serie A. Il consueto aggiornamento settimanale sull’affluenza alle partite della massima serie italiana, curato da Calcio e Finanza, evidenzia che quest’anno si sta ottenendo la media spettatori è la più alta dal 92/93: Inter al primo posto.
Il calcio in Siria. Lo sport più seguito al mondo al solito si sposa con le vicende politiche e inevitabilmente questo accade anche nel paese tornato in queste ore sulle prime pagine dei giornali. Karim Zidan sul suo Sports Politika racconta come nel calcio siriano, l’Associazione calcistica ha adottato simboli della bandiera dell’indipendenza, legati all’opposizione. La caduta del regime ha portato celebrazioni sui social da parte di calciatori siriani, con la speranza di un futuro libero per il Paese e il suo sport.
Outro.
City verso la sentenza.
Le accuse al Manchester City per presunte violazioni delle regole di Fair Play Finanziario della Premier League, commesse in un arco di 14 anni sono salite da 115 a 130.
Ne ha scritto ieri Calcio e Finanza riferendo contestualmente che il procedimento, conclusosi recentemente dopo mesi di udienze a porte chiuse, vede la decisione ora nelle mani di una commissione indipendente.
Le sanzioni potrebbero includere multe, penalizzazioni di punti o persino la retrocessione, ma il club nega ogni addebito. La sentenza è attesa nei prossimi mesi e probabilmente sarà soggetta ad appello.
Del caso Manchester City ho scritto in diverse occasioni su Fubolitix, in particolare in “Manchester City, tutti i dettagli del nuovo caso“, un pezzo del febbraio 2023 e più recentemente in “Manchester City: non uno ma due processi. E un incredibile precedente“, mentre il 6 giugno scorso ho posto un interrogativo a proposito dell’intero impianto regolamentare del Fair play finanziario, che salvo divergenze meno che sostanziali è identico in ogni ordinamento sportivo dall’Uefa alle federazioni affiliate: “Sponsorizzare il proprio club è reato?“.
A differenza che in passato, quando nel 2020 anticipai chiaramente che mi aspettavo una sostanziale assoluzione del club al TAS, questa volta la materia mi pare molto più complessa e sfuggente ad ogni previsione.
A prescindere da chi vincerà rimango convinto che serva un percorso netto di uscita da questo sistema, che va totalmente rivisto affinché le certezze sulle competizioni arrivino a priori e non dopo processi di anni.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni