Il miglior campionato al mondo
L'eliminazione di tutte le squadre inglesi ai quarti di finale delle prime due competizioni europee riapre il dibattito: qual'è la miglior lega nazionale? È solo una questione di punti di vista?
Berlino, 24 aprile 2024
Dopo l’eliminazione di Manchester City, Arsenal, Liverpool e West Ham dalle coppe europee 2023/24 il Guardian ha provocatoriamente chiesto: possiamo continuare a considerare la Premier League come miglior lega del mondo?
La prima considerazione da fare mi pare ovvia: guardare ad una singola stagione può risultare fuorviante.
Balza subito all’occhio il concetto molto ampio di migliore. Cosa si intende?
Un primo tema potrebbe riguardare i singoli giocatori, piuttosto che le squadre ed il loro valore. E qui forse ci possono venire in aiuto i numeri relativi all’ultimo mondiale.
A Qatar 2022 sono andati 136 giocatori della Premier League, 83 della Liga, 75 della Bundesliga e 68 della Serie A. Dato puramente tecnico-individuale, che non rende onore alla tattica ed al contributo di idee che certamente il nostro campionato ancora dà (e che nelle ultime due stagioni, quindi post-Qatar, ci ha visto stabilmente nelle prime due posizioni stagionali del ranking Uefa).
Ragionando invece su squadre e competizioni si ottiene un quadro variegato.
Spettacolo
Il migliore è il più spettacolare? Quindi quello in cui si segna di più o si dribbla di più o si fanno meno falli?
Terreno scivoloso: segnare tanto vuol dire anche avere difese scarse, e i dati tecnici sono molto legati al contesto, e come sappiamo un giocatore o una squadra di terzo o quarto livello possono avere numeri ottimi che poi non si confermano crescendo.
I campionati alla fine sono sistemi, e qualsiasi parametro interno (i gol, i punti) varia da stagione a stagione e potrebbe anche capitare di avere ad esempio campionati di livelli inferiori con dati particolarmente brillanti, che tuttavia difficilmente potremmo a quel punto considerare “miglior lega al mondo”.
Un concetto troppo soggettivo in definitiva.
Economia
E che ruolo hanno gli aspetti economici?
Il miglior campionato dev’essere anche il più ricco? Non c’è dubbio del resto sul fatto che poter spendere porta a schierare giocatori migliori.
E che ruolo hanno eventualmente i conti dei club nel concetto di migliore? Possiamo ad esempio dire che un torneo come la Bundesliga che chiude con 44 milioni di utile aggregato è meglio dell’Italia che ne perde 400 all’anno a fronte di risultati europei che negli ultimi 5 anni hanno visto primeggiare la Bundesliga 2 volte su 5 (con 2 titoli vinti contro la sola Conference della Roma per l’Italia)?
O ancora, qual’è l’effetto della spesa complessiva, se ad esempio campioni del mondo come Enzo Fernandez o Julian Alvarez finiscono per essere relegati a metà classifica o al ruolo di comprimari in squadroni fatti da altrettanti fuoriclasse.
Competizione
Ampio ma più intuitivo è il tema sulla competizione interna. Quindi ad esempio possiamo guardare al campionato in cui i vincitori si alternano maggiormente, oppure in cui si alternano maggiormente le squadre che si piazzano nelle prime 4 o 8 posizioni.
Se guardassimo solo all’alternanza dei campioni nazionali il dato sarebbe certamente più limitante.
L’Italia ha avuto 4 diversi vincitori della Serie A negli ultimi 5 anni: può bastare a dire che è diventata la migliore? Forse no, ma di certo qualcosa sul piano competitivo è accaduto dopo l’implosione della Juventus, in parte causata da errori gestionali in parte da un processo sportivo che ha clamorosamente anticipato quello della giustizia ordinaria.
Da una semplice ricerca sugli ultimi 5 anni scopriamo che l’Inghilterra ha mandato 12 diverse squadre in Europa in tutte le coppe, come la Spagna, ma solo 3 (Manchester City e United più il Liverpool) sono sempre presenti (e solo 2, le squadre di Pep Guardiola e Jurgen Klopp) sempre in Champions, contro 4 spagnole (Real e Atletico Madrid, Barcellona, Siviglia, le prime 3 delle quali sempre in Champions).
La Germania ne ha qualificate 11 (e 4 al 100% di cui 3 sempre in Champions: Bayern, Lipsia e Dortmund) mentre l’Italia solo 9 squadre di cui 4 sempre presenti e solo l’Inter sempre in Champions, con l’anomalia delle esclusioni a tavolino di Juventus e Milan, che avrebbero portato a 6 il dato del 100% di presenze con 2 squadre sempre in Champions.
Tutti hanno poi dei limiti.
Per anni la Premier League si è considerata migliore perché diverse squadre la vincevano, ma il Manchester City viene da 4 successi in 5 anni (2019, 2021, 2022, 2023), cosa che storicamente è successa solo al Manchester United e al Liverpool. Vincesse quest’anno sarebbe il primo club nella storia a vincere 4 titoli di fila in Inghilterra, ed a fare 5 su 6.
Basta per dire che la Premier League non è più il migliore? Forse no, ma di certo questo non aiuta a distinguerla da Italia (la Juve è arrivata a 9) e Germania (il Bayern ha il record: 11 di fila).
In Spagna il problema pare non porsi, per lo meno non negli stessi termini.
La Liga è sempre stata caratterizzata da un duopolio Real Madrid - Barcellona addirittura voluto sul piano legislativo visto che gli aiuti di Stato sono stati puniti nel luglio del 2016 dalla Corte UE (gli effetti della sentenza furono, invero, assai risibili). L’Atletico Madrid (2021, 2014) ha messo ulteriore sale alla competizione.
Anche per questo negli anni tra il 2013 e il 2020 (che hanno visto il paese iberico in vetta al ranking UEFA, con ben 7 vittorie in Europa League tra il 12 e il 21 e 5 consecutive in Champions fra il 2014 e il 2018) mi ero convinto di una cosa: l’Inghilterra è il campionato più ricco e meglio organizzato, ma il miglior calcio e quindi il miglior campionato lo si stava giocando in Spagna, dove i club si imponevano poi a livello europeo. Peraltro dal 2012 ad oggi nessun club spagnolo ha vinto la Liga per tre anni di fila il che aiuta questa teoria.
C’è stato un momento a metà di questo periodo, in cui la Spagna sarebbe stata prima nel ranking anche senza i risultati di Real e Barcellona. Di contro, tuttavia, il declino del Barcellona è poi coinciso anche con risultati generalmente meno convincenti nelle altre due competizioni, soprattutto in Conference League dove il Villareal è uscito ai quarti lo scorso anno e l’Osasuna addirittura prima dei gironi quest’anno.
Il criterio del computo delle qualificate è sicuramente valido.
Il ranking
Ma per fare un raffronto tra le leghe - come forse avete già capito - a mio giudizio l’unico campo ancor più affidabile - ma non per questo in grado di darci una risposta univoca - è quello in cui squadre di diverse leghe si affrontano, ovvero le Coppe Europee. Che hanno una loro classifica, il ranking, che altro non è che la media dei risultati ottenuti dalle squadre partecipanti, corretta dai bonus Champions League per partecipanti e qualificate ai playoff.
Iniziamo andando per esclusione: se il PSG non dovesse vincere la Champions league quest’anno, per la 20esima stagione consecutiva - dopo lo storico successo del Porto di Josè Mourinho nel 2004 - a vincere sarà una squadra tra Italia (3), Germania (2), Inghilterra (6) o Spagna (9). Quindi il migliore va ricercato tra questi 4 campionati.
C’è un curioso parallelo tra la Premier League e la Serie A delle sette sorelle.
Tra il 1998/99 e il 2001/02 non vi era dubbio sul fatto che il miglior campionato al mondo fosse il nostro.
Ma in quel periodo i nostri risultati europei calarono: solo la Juventus (98/99) arrivò in semifinale di Champions League, torneo che per 7 anni consecutivi aveva visto una nostra squadra in finale.
Dopo la Coppa delle Coppe 1999 (Lazio) e la Coppa Uefa 1999 (Parma, con Bologna semifinalista) avremmo rivisto solo nel 2002 due semifinaliste italiane nel secondo torneo continentale.
Quel che accadde in quel momento è noto: nel primo decennio del 2000 vincemmo 3 titoli con Milan (2003, 2007) e Inter (2010), ma scomparimmo totalmente nel livello medio. L’esatto opposto di quanto accade oggi.
Proprio nel 2000 perdemmo (a favore della Spagna) la prima posizione nel ranking, che era stata nostra dal 1991 in poi quando l’avevamo tolta alla Germania. L’Inghilterra (riammessa alle coppe dopo l’Heysel nel 1990/91 ottenendo subito il miglior score stagionale) in quel momento era quinta, sarebbe salita al terzo posto nel 2001, al secondo nel 2004 ed al primo nel 2008.
In sostanza quel che voglio dire è che l’alta competizione interna può diventare uno svantaggio a livello europeo, anche perché è in campo nazionale che ci si conquista l’Europa per la prossima stagione, mentre i risultati europei in prospettiva sono rilevanti solo per chi vince una delle tre coppe. Quindi sostanzialmente irrilevanti e poco programmabili.
Dicevo all’inizio che guardare alla singola stagione può risultare fuorviante.
L’Italia ad esempio ha un dato curioso: quest’anno fa il miglior score in assoluto ai fini del Ranking per nazioni ma non manda alcuna squadra nei quarti di Champions e guadagna solo il 50,4% dei punti dalle due competizioni minori (come fatto notare da Calcio e Finanza).
Fa peggio l’Inghilterra (46,4%) ma i flop di Manchester United e Newcastle possono facilmente essere derubricati alla voce casualità stagionali. Mentre la Spagna in Champions fa l’80% dei punti e la Bundesliga il 60%.
Guardiamo quindi al ranking complessivo, ovvero alle ultime 5 stagioni, che ci dice che le squadre inglesi hanno collezionato 104.303 punti, che Italia e Spagna sono vicinissime in classifica (88,74 gli spagnoli e 88.71 gli italiani alla vigilia delle semifinali dell’edizione 23/24 che vedrà in campo 3 italiane e una sola spagnola) davanti alla Germania (85.2).
Lontanissime Francia, Olanda e Portogallo in un contesto che va ricordato, non vede più la partecipazione delle squadre russe.
Il ranking insomma ci dice che gli ultimi 5 anni incoronano ancora la Premier League come miglior campionato d’Europa.
La Premier League è balzata al comando nel 2020, anno in cui il Real Madrid si fermò agli ottavi di Champions eliminato dal Manchester City, il Barcellona venne surclassato dal Bayern Monaco nello scontro diretto post-covid dei quarti e l’Atletico Madrid uscì contro il Lipsia.
Da allora la Spagna ha perso una delle sue ammiraglie, il Barcellona, fuori agli ottavi nel 2021 e addirittura ai gironi nel 2022 e 23, eliminato quest’anno dallo stesso Psg che lo giustiziò nel 2021 (nulla accade per caso).
L’Italia dal canto suo lo scorso anno ha avuto una stagione esaltante ma del tutto in controtendenza rispetto al quinquennio. La Juve è scomparsa dai radar (ultimo Quarto nel 2019) e in 3 anni su 5 non ha avuto alcun club tra i primi 8.
È questa la dimensione di un campionato che come detto ha conquistato la quinta squadra grazie a Europa e Conference League e che manca di “ammiraglie”.
Tagliamo la testa al toro e guardiamo quindi a chi primeggia nel ranking nell’era post Heysel.
1986-89: Italia
1990: Germania
1991-99: Italia
2000-2007: Spagna
2008-2012: Inghilterra
2013-2020: Spagna
2021-presente: Inghilterra
A quali conclusioni possiamo arrivare?
La Spagna ha un lotto di squadre di primissimo livello ma l’impressione è che il valore tenda a scendere quando ci si avvicina alla settima ottava posizione, e che comunque ci sia una flessione rispetto al decennio scorso.
La Germania ha una presenza molto equilibrata, dietro l’ammiraglia Bayern ci sono Lipsia e Dortmund
L’Italia ha una bassa rotazione di squadre in Europa, una sorta di “nobiltà consolidata” per così dire, con una qualità stabile fino all’ottavo posto in classifica, che le sta garantendo risultati ottimi sul medio livello (simile a quel che accade alle top portoghesi che lucrano sulle retrocessioni in Europa League e potrebbero non giovarsene in futuro, in seguito all’abolizione delle stesse) ma mancano i grossi calibri, ed ha un tema di equilibrio economico che le preclude al momento i risultati più importanti: dove potevano arrivare la Juve e l’Inter se avessero avuto rispettivamente una diversa strategia e una diversa proprietà.
La Francia è one man show, dietro Parigi niente. Un campionato di sviluppo e valorizzazione più simile a Portogallo e Olanda che a Italia, Spagna e Germania.
L’Inghilterra vanta il torneo più ricco e meglio organizzato. In Premier League non mancano i problemi, soprattutto in prospettiva (ne ho parlato negli ultimi due numeri di Fubolitix qui e qui) legati al Fair play finanziario, ai costi esorbitanti e alla difficile quadratura del cerchio con regole che mostrano tutti i loro limiti.
Certo, il Manchester City ha dominato l’ultimo quinquennio, ma in quali altri paesi avrebbe trovato un competitor come il Liverpool arrivato secondo una volta a 92 e una volta a 97?
La Premier League, a mio giudizio, al momento sembra confermarsi come miglior campionato al mondo, con il maggior numero di giocatori chiamati al mondiale ed una competitività che dietro al City rimane assai marcata: 12 squadre nelle coppe, di cui 7 almeno una volta nei primi 4 posti.
Forse non basta, ma questi sono i parametri più affidabili tra quelli a disposizione. E voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti.