La stagione dei processi somari [EuroIVC #3]
I fischi a Leao, le critiche al gioco di Motta: tutto dentro un dibattito marcato da giudizi un tanto al chilo. Un integralismo senza sfumature che conosce solo l'oggi e non pensa mai in divenire.
Berlino, 27 agosto 2024
A differenza di quanto pensano i tifosi, in campo ci vanno sempre due squadre, e conta poco se chi guarda la partita non conosce l’avversario. Dall’altra parte c’è sempre qualcuno che si attrezza per non farti vincere. E a volte ci riesce.
Se poi hai di fronte una squadra che nella scorsa stagione è arrivata seconda in Bundesliga facendo più punti di quelli che erano serviti l’anno prima per vincere il titolo beh, non conoscere l’avversario è una colpa.
Parlo di chi dibatte di calcio, naturalmente, non di addetti ai lavori, non di chi il calcio lo fa ma di chi lo racconta nel blob quotidiano che mette giornalisti e tifosi nello stesso calderone.
Thiago Motta ha perso la prima partita della stagione e apriti cielo!
Secondo alcuni, addirittura, questa sconfitta dovrebbe cancellare il senso epico di quello che la Juve seppe fare col Lipsia, come in un eterno presente senza memoria e apprendimento.
E pur tuttavia, le difficoltà sono evidenti. Non vanno negate, ma pesate e contestualizzate.
Lunedì parlavo del peso dei gol in zona Cesarini come elemento distintivo delle grandi. Ebbene: la Juventus ha subito due gol dopo il 90’ minuto su quattro totali in questa UEFA Champions League, tanti quanti nelle precedenti 21 reti incassate nella competizione.
E guardacaso nei minuti di recupero ha vinto la ben più esperta (anche anagraficamente) e rodata Inter.
Dopo di che è chiaro che contro le squadre che sanno difendere e contrattaccare la Juve fa fatica, che non vuol dire giocare in contropiede, ma saperlo fare ed in virtù di questo impostare una partita che poi può finire per essere dominata anche territorialmente.
La Juventus nel primo tempo ha fatto un tiro e ne ha concessi 12, la peggior prestazione in questo fondamentale negli ultimi anni di Champions League.
E non possono passare inosservati i due cartellini rossi in tre partite in questa UEFA Champions League, tanti quanti nelle precedenti cinque edizioni della competizione disputate.
Manca la proverbiale “halma” allegriana? In realtà sono tutti fatti e dati che stanno dentro un percorso di crescita che non può in alcun modo essere giudicato oggi, se non ricorrendo a pregiudizi som(m)ari.
Nel comun denominatore dei giudizi (e pregiudizi) sommari mettiamo pure Leao.
Il portoghese è il giocatore di maggior rendimento del Milan in Serie A, insieme a Christian Pulisic, secondo gli indici whoscored (7.47). Il suo rendimento scende in Champions League a 6.98 dove troviamo Mike Maignan davanti a tutti e poi ancora Pulisic e Tijjani Reijdners.
E insomma, lo abbiamo capito che non è uno da 40 azioni vincenti tra gol e assist a stagione, ma a 25 ci arriva serenamente, e in Europa ce ne sono pochi così. Lo scorso anno fece 14+12 tra campionato e coppe, l’anno prima 16+12.
Ora è in ritardo ma ciò che non è concepibile è il clima di sfiducia che aleggia intorno a lui, come il fatto stesso che Paulo Fonseca debba spiegare il suo cambio.
Il tutto nella sera in cui realizza 9 dribbling, record per un giocatore in una singola gara di Champions quest’anno, che non sono gol e assist ma sono pur sempre elementi tecnici fondamentali nella valutazione della prestazione di un calciatore.
Di questo passo, ancora una volta, si finisce sempre a parlare dei 3/4 migliori, non di cosa possa servire intorno a loro per alzarne le percentuali. Perché parliamoci chiaro, nemmeno il Real Madrid sarebbe il Real Madrid se i giovani campioni non li inserisse in un contesto collaudato.
Milan - Bruges 3-1. Continua il momento d’oro di Christian Pulisic: il giocatore di Serie A che ha preso parte attiva a più gol in tutte le competizioni in questo anno solare: 24, frutto di 15 reti e nove assist. Resta invece sempre sotto osservazione la fase difensiva, perché il Milan è la formazione che ha concesso più tiri totali (29, seguono Lipsia e Stella Rossa a 23) e nello specchio (16) nel primo tempo di gioco in questa Champions League.
Juventus - Stoccarda 0-1. Rimaniamo sul tema delle difficoltà per dire che non è mai positivo quando il tuo portiere è il migliore in campo. Mattia Perin ha effettuato nove parate contro lo Stoccarda, un primato (negativo) per un portiere della Juve in Champions, ovvero 2 in meno di quante ne ha fatte Michele Di Gregorio quest’anno in tutte le competizioni (11).
Aston Villa - Bologna 2-0. Troppo Villa per questo Bologna, il club di Birmingham ha eguagliato la sua serie più lunga di vittorie consecutive in Coppa dei Campioni/Champions League nel periodo compreso tra settembre e ottobre 1981 e da quando la competizione è stata denominata Champions League nel 1992/93, l'Aston Villa è soltanto la terza squadra a vincere le prime tre partite di un’edizione del torneo senza subire gol, dopo il Málaga nel 2012/13 e il Leicester City nel 2016/17. Menzione di merito naturalmente per Unai Emery che ha collezionato 25 vittorie in Champions League, diventando il quinto allenatore spagnolo a tagliare questo traguardo nella competizione, dopo Pep Guardiola, Rafael Benítez, Vicente del Bosque e Luis Enrique.
Atalanta - Celtic 0-0. Voleva sicuramente di più l’Atalanta, che si consola con il terzo clean sheet consecutivo in Champions League per la prima volta nella sua storia, ma senza dimenticare che al contempo non ha trovato la rete in due match casalinghi consecutivi nel torneo, altra prima volta.
Young Boys - Inter 0-1. Decide Marcus Thuram, che tra i giocatori di Serie A, è uno dei due, insieme a Mateo Retegui, ad aver segnato più gol in tutte le competizioni in questa stagione (otto). Ma Simone Inzaghi può anche giovarsi di un dato assai più interessante: da quando è alla guida dell’Inter (2021/22), i nerazzurri sono la formazione che ha ottenuto più clean sheet in Champions League (18). È accaduto in una serata in cui non tutto è andato per il verso giusto: per la prima volta negli ultimi 20 anni l'Inter ha concesso almeno 10 tiri (11) nel corso dei primi 30 minuti di gioco di una partita di Champions League e lo Young Boys aveva pure fatto il proprio record di tiri nel primo tempo (14).
Troppo Brazil. Breve incursione in Sud America per dire che le semifinali di Copa Libertadores hanno visto una doppia vittoria brasiliana: l’Atletico Mineiro ha battutto il River Plate 3-0 e il Botafogo ha surclassato il Penarol per 5-0. Si va verso una finale - il 30 novembre prossimo al Monumental di Buenos Aires - tutta brasiliana, che peraltro assegnerà l’ultimo posto per il Mondiale per club 2025 negli USA. Le squadre brasiliane hanno vinto 5 titoli di fila (la miglior serie di sempre) ottenendo 8 dei 10 posti in finale delle ultime 5 stagioni, contrastate solo da Boca Juniors e River Plate, che poi persero le rispettive finali, ma che saranno negli USA grazie ai due posti concessi alle migliori del ranking sudamericano.
Orange. Nella terza giornata di Champions League sei gol sono stati segnati da giocatori olandesi, il numero più alto dalla quarta giornata della stagione 2004-05 (anche in quell’occasione 6). Da sottolineare in particolare la doppietta del milanista Tijjani Reijnders.
Wonderkids.
All'età di 16 anni e 226 giorni, Francesco Camarda è l'esordiente più giovane nella storia del Milan in Champions League, oltre ad essere l'italiano più giovane a scendere in campo nella competizione, avendo superato il record di Moise Kean con la Juventus vs Siviglia (16 anni e 268 giorni).
A 20 anni e 75 giorni, Jamie Gittens è il secondo giocatore più giovane della Bundesliga ad aver segnato contro il Real Madrid in UEFA Champions League, dopo Leroy Sané dello Schalke 04 negli ottavi di finale del 2015 (19 anni e 58 giorni).
Con 24 anni e 185 giorni, l'undici titolare del Barcellona contro il Bayern Monaco è stato quello ha l'età media più bassa in Champions League per il club da novembre 2011 contro il BATE Borisov (23 anni e 93 giorni).
Evoluzione. Prima o poi bisognerà riflettere su cosa è diventato il PSG dalla fine del mondiale 2022 ad oggi. Nel frattempo registriamo che Luis Enrique ha solo il 40% di vittorie sulla panchina del Paris SG in Champions League (6/15 – 3 pareggi, 6 sconfitte), il rapporto più basso per un allenatore del club durante l'era qatariota. La sua squadra non ha segnato gol negli ultimi 94 tiri in Champions League, la serie più lunga senza segnare degli ultimi 20 anni. Prima impressione: c’é una questione ambientale e progettuale che trascende il fatto tecnico.
Risultati bugiardi. Uno sguardo all’indice di correttezza del risultato per dire che la gara meno rispondente alle attese (52%) è quella in cui il PSV (2.27 - 0.35 dal PSG) per la terza volta nell’ultimo ventennio non ha perso una partita di Champions nonostante aver subito più di 26 tiri: accadde contro il Milan nel 2005 (27) e l'Atlético Madrid nel 2016 (26).
Note a margine
Analisi Juve. Ed a proposito di analisi equilibrate (e dove trovarle) ovvero di analisi sulla Juve mottiana che produce poco ci corre in aiuto CalcioDatato che nell’ultimo numero approfondisce proprio questo tema. Merita di essere letta per intero, mentre qui vi propongo quello che secondo me è il punto saliente:
...la gestione del pallone della Juve, al di fuori del terzo offensivo, è migliorata (rispetto alla stagione scorsa, ndr), ma gli avversari evitano di farsi attrarre dalle esche del possesso bianconero.
Non è quindi un caso se la percentuale di distanza progressiva ha toccato i picchi più alti in Champions League, quando la maggior aggressività di Lipsia e PSV ha permesso alla Juve di andare più spesso in verticale.
Come sta José. Mourinho è stato assunto dal Fenerbahce nel tentativo di vincere il primo titolo dal 2014, dopo aver perso il campionato scorso contro il Galatasaray, nonostante i 99 punti. Finora, la sua stagione è stata turbolenta: eliminato dalla Champions League, sconfitte in partite chiave e tensioni con i media e i tifosi. Giovedi sera ha pareggiato in casa con la sua ex squadra, il Manchester United (1-1), in Europa League. The Athletic ha raccontato la situazione spiegando che Mourinho ha ricevuto critiche per lo stile di gioco difensivo, poco in linea con la tradizione offensiva del Fenerbahce, e per la sua incapacità di adattarsi ai tempi moderni. Su questo punto avevo scritto una nota proprio lunedì riferendomi ad un articolo di SoFoot sugli effetti dell’età negli allenatori. A Mourinho per ora basta la fiducia presidente del club, Ali Koç. L'ingaggio di Mourinho è stato visto come una mossa politica per garantire la rielezione di Koç, ed il successo dei due pare ora legato a doppio filo, ma l'avventura turca del tecnico di Setubal finora non ha dato i frutti sperati, con il Galatasaray ancora dominante.
Paradossale. Provo a sviluppare qui un concetto da me espresso in un tweet.
Il calcio moderno vive tra le altre cose dentro ad un paradosso: per imporre tattica di possesso e occupazione spazi serve un alto tasso tecnico. Senza questo si finisce per sterilizzarsi agevolando l'avversario che si chiude e viene aiutato in fase difensiva anche dalla densità.
L'organizzazione al contrario di quello che si tende a pensare non basta.
Se la qualità tecnica scende è meglio non occupare ma creare spazi da attaccare, giocando più bassi. I due aspetti sono concorrenti e la scelta di quale privilegiare presuppone una grande consapevolezza di sé e del valore dell’avversario.
Outro.
Newsletter geniali (e dove trovarle).
Come sapete sono un appassionato di newsletter, che spesso è sinonimo di contenuti di qualità. Ed allora oggi a proposito di calcio giocato in Europa vi voglio segnalare una cosa a mio modo di vedere geniale, che si chiama “Match Brulè” e che l’autore descrive così:
Quando ho voglia guardo partite di calcio estero di secondo piano. Ne scrivo qua mettendoci delle gif fatte al volo. Il nome viene dai "CD Brulè" degli EELST che registravano i loro concerti live per poi venderli subito dopo la loro performance.
Io l’ho trovata assolutamente geniale anche solo nel concept: se un giorno dovesse finire rimarrebbe comunque una collezione di pezzi unici e introvabili che proprio perché storicamente (forse) irrilevanti avrebbero un senso ancora più profondo. Narrazione fine a se stessa.
Se siete appassionati di birra (o di vino, fa lo stesso) sapete ad esempio che spesso si va a caccia di novità di nicchia, di cose difficilmente trovabili, di pezzi unici.
L’autore è una sorta di sommelier del calcio che prova a farvi assaporare qualcosa di ricercato e introvabile. Con dovizia di particolari.
Peraltro vi consiglio pure un suo podcast: Tunnel.
La cosa che trovo fantastica è proprio il fatto che lui faccia una cosa del genere per pura passione. È del tutto evidente il piacere che trae nel ricercare, guardare la partita, raccontarla per parole e immagini-gif.
E ovviamente aggiungo il fatto che non si aspetti certo numeri, fama e gloria, ma solo un piacere intrinseco nel guardare e scrivere di calcio.
Tutto rigorosamente fine a se stesso. O quasi.
A me solo l’idea di ricevere occasionalmente, quando gli pare a lui, un racconto random su una partita di calcio che altrimenti non sarebbe praticamente mai esistita nel mio orizzonte, provoca una sorta di piacere intellettuale calcistico.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Grazie mille per la citazione. Hai colto perfettamente lo spirito della newsletter. Confermo che non ho nessuna ambizione, ho una pessima memoria e di fatto la sfrutto come archivio per non dimenticare le cose che ho visto.
Grazie Giovanni.
Sta tutto in quel "eterno presente senza memoria e apprendimento" che contraddistingue questi tempi (per me) oscuri...
Io mi ricordo ancora i primi mesi di Platini, e questo fa capire quanto mi possa sentire oramai fuori luogo e fuori tempo...