L'importanza del bomber [IVC #26]
La classifica di Serie A in questo momento è anche specchio dello stato di forma degli attaccanti principali e di come questi pesano dentro le dinamiche delle proprie squadre.
Padova, 25 febbraio 2025
Statistiche Opta prese da SportMediaset.
Una domenica che non ha certo deluso le aspettative, con sorprese fin dalla partita di mezzogiorno. L'Atalanta stravince a Empoli, la Juventus fa un boccone del Cagliari. Ma fa rumore soprattutto la sconfitta del Napoli a Como, con relativo psicodramma: la squadra partenopea ha perso quattro delle ultime sei gare giocate alle 12.30 in Serie A ottenendo solo una vittoria e un pareggio, e tra le squadre presenti nella competizione nelle ultime due stagioni solo l'Empoli (che ne ha perse sei) conta più sconfitte in questo orario nel periodo.
La classifica in questo momento è specchio dello stato di forma dei bomber e di come questi pesano dentro le dinamiche delle loro squadre. Il Milan ha cambiato la scelta fatta in estate (Alvaro Morata) e continua a tentennare, la Juventus ora che può alternare Dusan Vlahovic e Kolo Muani si issa al quarto posto, mentre il Napoli nel mese di febbraio ha dovuto incassare l'involuzione di Romelo Lukaku, che dopo un gennaio super (3 gol e 2 assist) al contrario dell'Inter che supera il momento difficile proprio ora che Lautaro Martinez è tornato al gol dopo un mese difficile per lui che non segnava da inizio mese, e per la squadra
Rimane aperto invece il caso Ademola Lookman a Bergamo, che va ben oltre le due reti segnate nella goleada all'Empoli. Non è il primo attaccante che va in rotta di collisione con l'esigente Giampiero Gasperini, tutti ricordano certamente lo scontro con il Papu Gomez, ma fa rumore la sua reazione davanti ai microfoni di Sky, quando gli viene chiesto se i problemi con il tecnico che lo aveva redarguito per il rigore sbagliato in settimana, dopo aver preteso di tirarlo contro le gerachie, siano superati. «È finita l'intervista?» chiede chiaramente contrariato senza aggiungere altro ma col classico silenzio che vale molto più di mille parole. Anche per l'attaccante di Wandsworth vale il discorso fatto per gli altri sul suo peso specifico: intanto sono 12 gol in 20 presenze quest'anno, il suo record di 13 nel 22/23 (quando fece 31 presenze) è nel mirino e verrà quasi certamente migliorato.
E può certamente sorridere pure Luciano Spalletti, perchè il campionato presto gli riconsegnerà un Mateo Retegui mai così forte. Nei maggiori cinque campionati europei in corso, come evidenziano le statistiche Opta, solo Mohamed Salah ha segnato più gol in trasferta (16) rispetto al centravanti della nazionale che ne ha fatte 13, di cui ben sette nelle ultime tre partite fuori casa: uno all'Empoli, ben quattro all'Hellas Verona e doppietta contro il Como.
Ultima ma non ultima la Juventus, che batte il Cagliari grazie a Dusan Vlahovic in gol nel primo tempo e scopre che può giovarsi in questo finale di stagione di un dualismo tra lui e Kolo Muani che potrebbe essere addirittura motivante per entrambi, ma soprattutto per il serbo che ora deve conquistarsi la maglia da titolare ma che proprio per questo deve convivere con una condizione nuova che può farlo ulteriormente crescere e maturare.
La settimana scorsa ero a Juventibus (a proposito, ne approfitto: se avete piacere e volete invitarmi ad un vostro podcast fatevi sentire, ne sarei lieto, queste partecipazioni sono il miglior modo per far conoscere e crescere Fubolitix) e ho sostanzialmente detto questo: dopo l’arrivo di Kolo non è più la Juve a dover gestire Dusan (che a fine campionato con tutta probabilità sarà messo sul mercato con Cambiaso, come ho detto in Il progetto Juve è sulla strada giusta?) ma è piuttosto il serbo a dover sfruttare le occasioni che avrà per mostrare il suo valore e lasciare il segno. In un grande club funziona così.
Nota finale sul rigore non dato a Vlahovic al 31' st. La spinta ai suoi danni è plateale, lui prova lo stesso a tirare e conferma una idea sempre più evidente: gli attaccanti in area si devono buttare altrimenti i falli non vengono rilevati né dagli arbitri né dal Var. Paradossi di un protocollo che lascia molto a desiderare e di una applicazione ancor più enigmatica.
Note a margine
Fuori dalla Champions. Milan e Juventus hanno fallito per motivi diversi, ma con un filo conduttore comune: errori tattici, difficoltà nel gestire le partite e scelte discutibili dei loro allenatori. Se vogliono tornare competitivi in Europa, servirà un cambio di marcia netto. Due analisi interessanti se volete leggerle sono quelle di Michele Tossani sulla sua newsletter e di Giancarlo Padovan, molto più tranciante in Un calcio che non studia e non esporta più: Il livello dei nostri club è medio, la qualità della proposta modesta e il modello sportivo fortuito per non dire inesistente.
La corsa Premier. Dopo la vittoria per 2-0 contro il Manchester City, i Reds hanno consolidato il loro vantaggio, dimostrando maturità, qualità e una determinazione feroce. Con Salah in stato di grazia, una difesa solida guidata da Van Dijk e un centrocampo ben orchestrato, la squadra di Slot ha costruito un margine di sicurezza difficile da colmare. Il Liverpool ha già affrontato il periodo più intenso del calendario e ha 7 delle ultime 11 partite ad Anfield, dove è quasi imbattibile dal 2017. Anche con un leggero calo, la loro marcia sembra inarrestabile. Slot predica cautela, ma la realtà è che, a meno di un crollo imprevisto, il titolo sembra sempre più vicino a Merseyside.
Egoisti di squadra. Ieri ho intervistato il CT della pallavolo, Ferdinando De Giorgi, sullo stato attuale del movimento italiano, con un focus particolare sui due club di massima Serie che seguo direttamente per il gruppo NEM, per il quale lavoro da inizio febbraio. La potete leggere in Conegliano e Padova, esempi diversi ma egualmente virtuosi nel volley nazionale.
Outro.
Koopmeiners come categoria.
Kyle Boas ha scritto su Tactics Journal una cosa, in termini generali e di ruolo, che secondo me spiega perfettamente il problema di Teun Koopmeiners alla Juventus.
Provo a sintetizzare qui.
I trequartisti che devono aspettare il passaggio giusto devono trovare nuovi modi per smarcarsi. Se ricevono il pallone, sanno come rendersi pericolosi, ma dipendere dal passatore ne limita l’efficacia e fa perdere tempo.
Immagina una squadra in attacco: il trequartista osserva, si muove, aspetta, si avvicina al pallone, aspetta ancora e infine chiede il passaggio con la mano tesa, posizionandosi spalle alla porta.
A quel punto, il passatore ha una scelta: fidarsi delle capacità del trequartista nel gestire quello spazio o ignorarlo e giocare altrove. Il trequartista ha bisogno di quel passaggio per girarsi e creare gioco, ma deve contare sulla prontezza del passatore. Se quest’ultimo esita, la difesa legge la situazione, chiude lo spazio e limita l’efficacia della giocata. Il trequartista non dovrebbe dover chiedere il pallone: il passaggio dovrebbe arrivare immediatamente.
Questa intesa richiede tempo per svilupparsi e, nel frattempo, il trequartista deve trovare altri modi per incidere sulla partita. Se il pallone non arriva – e non arriverà senza il giusto feeling tra i giocatori – rischia di sprecare tempo in movimenti inutili, anziché aiutare a creare spazi per chi sa generare occasioni da solo.
Almeno i centravanti possono giustificare la loro posizione avanzata, ma anche loro devono trovare altri modi per rendersi utili se il passaggio non arriva.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Great Insights again!