L'ingresso dei sauditi in DAZN: scenari e prospettive
Un peso superiore alla pura percentuale nel capitale. Come per il mondiale club FIFA, Pif potrebbe essere ago della bilancia nel decidere il valore dei diritti tv nei principali campionati nazionali
Padova, 20 febbraio 2025
Il fondo saudita PiF ha acquisito per 1 miliardo una quota di Dazn che stando ai rumors dovrebbe essere del 10%.
Nonostante le proiezioni su conti e investimenti voluti dal piano Vision 2030 voluto dal regime saudita non siano rosee la marcia non sembra arrestarsi, e questa volta mi pare che sia stato compiuto un passo il cui significato va ben oltre il valore dell’investimento in sé.
Conta ben poco, del resto, la percentuale della quota. Non sappiamo al momento quali siano i patti sulla governance connessi all’ingresso (difficile immaginare non ce ne siano), ma possiamo già dire qualcosa sugli scenari.
Da tempo è chiaro che c’è la mano saudita anche nell’accordo saudita da 1 miliardo che ha salvato la faccia alla FIFA e al mondiale per club voluto da Gianni Infantino quest’estate negli USA, e che permetterà di vedere in tutto il mondo, ed in chiaro, il torneo.
I sauditi sono già oggi l’ago della bilancia che può diventare decisivo sugli importi e le modalità degli accordi sui diritti tv dei campionati nazionali più importanti d’Europa.
Dazn al momento detiene quote dei diritti tv dei campionati in Italia, Spagna e Germania.
Non è un caso se i tedeschi avevano favorito Sky nella corsa ai diritti di inizio 2024, salvo poi perdere in tribunale per il ricorso di Dazn e dover rifare la gara.
Non potevano certo sapere che sarebbe arrivato Pif, questo è ovvio. Ma potevano di sicuro immaginare che una società endemicamente in perdita poteva essere esposta a rischi simili, e complessivamente imprevedibili nei loro esiti.
Tra le leghe europee, è bene dirlo, serpeggia un certo pessimismo sul prossimo ciclo di diritti tv.
E non potrebbe essere diversamente.
Oltre alle difficoltà di mercato, di cui già o parlato in “La fine dei diritti tv” c’è ora questo aspetto: a fare il prezzo saranno anche i sauditi.
Questi inizialmente potrebbero lasciar andare le cose, ovvero lasciare che le prime offerte siano in effetti parametrate al mercato (quindi a proiezioni attese e utili delle piattaforme interessate).
Potrebbero, ben sapendo che questo potrebbe generare presto un panico legato a quotazioni in forte ribasso. A quel punto potrebbero far capolino come salvatori della patria.
E del resto basta vedere quanto successo in Francia. L’arrivo dei qatarioti nel PSG ha portato un campionato come quello francese (più simile ai campionati portoghese e belga, che sono tornei di formazione, che a quelli italiano, spagnolo e tedesco, che sono tornei d’investimento) ad essere accostato ai primi della classe.
Ma era chiaro a tutti che finito il supporto dello sugar daddy qatariota (attraverso BeIn Sport) il ridimensionamento sarebbe stato doloroso.
Ed infatti la Ligue 1 ha recentemente sottoscritto un accordo sui diritti tv a perdere ed ora rischia di finire in tribunale perché Dazn stessa non è contenta dei numeri che sta facendo.
Il rischio di un calcio europeo sostanzialmente in mano a Pif e alla sua necessità di influenza è concreto.
Significa, in buona sostanza, che il fondo saudita può decidere di agire (come del resto sta facendo) fregandosene delle logiche di mercato quando gli conviene, e far pagare a caro prezzo (politico) il suo posizionamento.
Cosa possono fare i club per reagire?
I grandi potrebbero ad esempio tornare ad un’idea di Superlega, stavolta alternativa a campionati nazionali sempre meno remunerativi. A quel punto Pif, che non opera tipicamente secondo logiche di mercato pure, potrebbe svolgere il suo ruolo tenendo in vita i campionati ed esercitare il suo potere. Oppure essere essa stessa la partner di un nuovo torneo, se questo dovesse politicamente essere vantaggioso per il fondo stesso anche in chiave rapporti con l’Uefa.
Sono scenari. Ipotesi. Che magari non si verificheranno per come descritti, ma che rappresentano una proiezione verosimile di quelli che stanno diventando i rapporti di forza nel calcio europeo.
Ogni qual volta un mercato che fa da riferimento per un intero settore industriale (in questo caso i diritti tv ed il calcio) viene portato fuori dal perimetro della libera concorrenza legata alla domanda e all’offerta, finendo non già in mano di un ente regolato dalle leggi di uno stato democratico, ma in quelle di un regime autoritario, qualcuno, da qualche parte nel mondo, deve iniziare a preoccuparsi dei possibili esiti di breve, medio e lungo periodo.
E anche questa vicenda non fa eccezione.
Note a margine.
Investimenti. La Baller League, una nuova competizione calcistica a sei giocatori (simile alla Kings League), ha recentemente completato un round di finanziamento da 23 milioni di euro, guidato da EQT Ventures e con la partecipazione di Apex e di noti calciatori come Diogo Dalot, Diogo Jota e Mason Mount. Dopo il successo in Germania, con una media di oltre 3 milioni di spettatori per giornata su Twitch, la lega prevede di espandersi nel Regno Unito e negli Stati Uniti nel 2025. Per coinvolgere maggiormente il pubblico digitale, sono stati nominati presidenti di lega per i rispettivi mercati britannico e statunitense le star di YouTube KSI e IShowSpeed. Questa iniziativa mira a competere direttamente con la Kings League di Gerard Piqué, adottando un approccio focalizzato su un pubblico giovane e nativo digitale.
Plusvalenza Osimehn. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per il reato di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021. Attenzione alle parole: è stato chiesto, il rinvio a giudizio. Non siamo ancora al rinvio a giudizio, ma alla sua richiesta, poi spetterà ai giudici decidere se andare a processo assecondando gli inquirenti. Io sono convinto da tempo che ai tifosi, in quanto tali, alla fine, interessino solo gli effetti sportivi di quel che accade. E in questo senso l’unico effetto è che la procura della Figc ha chiesto le carte da esaminare. Nell’aprile 2022 aveva archiviato. Se dovesse ravvedere novità sostanziali potrebbe riaprire e andare a giudizio. Vedremo. Nel caso della Juventus ad esempio fu così. Ma i due casi sono molto diversi. Di sicuro lo sono per il clamore mediatico, ma anche per come i calciatori direttamente interessati hanno raccontato il percorso della loro carriera. Non resta che attendere, col consueto spirito garantista che si deve a tutti.
Un libro. A proposito di giustizia sportiva non posso non consigliarvi quello che è stato il primo libro da me acquistato e letto nel mese di gennaio al mio ritorno in Italia. Si tratta di Ingiustizia Sportiva - Il libro nero del sistema che condiziona la Serie A. Edito da Mondadori, non fa sconti a nessuno, dal caso Paolo Rossi al processo plusvalenze alla Juventus, passando per Calciopoli e Passaportopoli. I due autori, Federico Ruffo e Jacopo Ricca, hanno il merito di attenersi ai fatti e sfuggire per questo a qualsiasi categoria prefigurata. Fanno per questo un lavoro meritorio e giornalisticamente necessario. Anni fa mi chiedevo “quando si potrà scrivere una storia laica di Calciopoli” al di fuori delle fazioni tifose. Ecco, forse ci siamo. Di sicuro sul piano del metodo, non so se i lettori, i tifosi in particolare, sono pronti a mettere in gioco le proprie categorie dello spirito. Buona lettura.
Outro.
Distretti industriali sportivi.
Il team svizzero Sauber di Formula 1 si trasferirà nel Regno Unito in vista dell’ingresso di Audi nella competizione nel 2026. La nuova sede sarà collocata nella cosiddetta "motorsport valley", un'area lungo l'autostrada M40 tra Londra e Birmingham che ospita già giganti come Red Bull e Mercedes, garantendo l’accesso a un bacino di talenti ed esperti senza pari. Il trasferimento è stato motivato dalla volontà di sfruttare le competenze locali e creare una piattaforma per attrarre ingegneri qualificati per il progetto Audi F1.
La "motorsport valley" - di cui parla il professor Simon Chadwick nel suo recente post su GeoSport “Perché i paesi competono per essere all'avanguardia nello sviluppo degli ecosistemi sportivi” - rappresenta un settore strategico per l’economia britannica, con un impatto annuo di 9 miliardi di sterline, 4.500 aziende attive, 41.000 lavoratori e un livello di investimenti in ricerca e sviluppo superiore a quello delle industrie farmaceutiche e IT del Regno Unito.
Inizialmente concepito come un distretto industriale specializzato, oggi il concetto di "motorsport valley" è assimilabile a un ecosistema economico, in cui interagiscono produttori, fornitori, concorrenti e altri stakeholder, creando valore ed esportando competenze.
Questo modello dimostra come lo sviluppo di ecosistemi sportivi possa favorire la crescita economica, l’occupazione e le entrate fiscali, spingendo molti paesi a investire in strategie simili.
Esempi di successo includono il dominio della Corea del Sud negli eSports, il Singapore Sports Hub per la tecnologia dell'abbigliamento sportivo e la strategia saudita basata su eventi sportivi globali. Nel motorsport, il Regno Unito continua così a mantenere un vantaggio competitivo a lungo termine grazie alla sua capacità di innovare e attrarre investimenti.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Interesting!