[55] Vincono sempre gli stessi
A fine stagione, PSG permettendo, saranno 20 anni esatti dall'ultimo successo in Champions League di una squadra non italiana, spagnola, tedesca o inglese. Cosa significa per il calcio europeo?
UnHerd - un interessante sito inglese il cui nome è un gioco di parole che sta per “inascoltato” e “fuori dal gregge” - questa settimana ha pubblicato un articolo di Jonathan Wilson che dice: l’ineguaglianza sta corrodendo quello che una volta era un gioco democratico, riferendosi naturalmente al calcio.
Incontestabile il dato sull’ineguaglianza, ma per il resto la vedo in modo un po’ diverso.
Il calcio non è mai stato particolarmente democratico, anzi. Quel che oggi si osserva è una piramidizzazione sempre più accentuata sul livello internazionale (iniziata con la Legge Bosman e continuata con il Fair Play Finanziario), con ricadute potenzialmente distruttive su dinamiche che un tempo erano nazionali.
Se il PSG non dovesse vincere la Champions League a fine stagione saranno passate 20 edizioni dall’ultima volta che una squadra non proveniente dall’Italia (3), dalla Germania (2), dall’Inghilterra (6) o dalla Spagna (9) si è aggiudicata il massimo trofeo continentale. Ed in finale sono andate solo 5 nazioni: oltre alle 4 suddette la Francia (col PSG nel 2020).
Nei 20 anni precedenti le nazioni vincenti erano state 9, aggiungendo Francia, Olanda, Jugoslavia, Romania e Portogallo.
E qui secondo me va aggiunto un altro dato: la Coppa Uefa prima dell’allargamento della Champions nel 2000 non aveva le squadre campioni ma presentava comunque le seconde, terze e quarte degli attuali paesi dominanti, ma in semifinale ci arrivavano comunque 15 paesi diversi mentre in finale 7 (l’Inghilterra mai, tra il 1985 anno della squalifica per l’Heysel) ovvero Italia, Spagna e Germania oltre a una presenza per Ungheria, Svezia, Francia e Scozia.
Le avvisaglie della disparità c’erano già, a testimonianza del fatto che il fattore economico sul calcio non è una variabile dell’ultimo ventennio. Quel che è cambiato appunto è la piramidizzazione.
L’ultima vittoria extra Big4 in Champions è quella del Porto di Mourinho nel 2004, ma è chiaro che un successo del PSG nel 2024 suonerebbe soprattutto come una conferma e non certo come un ritorno in auge del calcio del popolo.
Wilson dice che questa è la Belle Epoque del calcio, intendendo con questo un periodo di lusso e decadenza.
E qui, invece, difficilmente possiamo dargli torto.
Io li amo gli inglesi: hanno tutti gli strumenti per capire ma sbagliano sempre l’analisi.
Ma Wilson dice soprattutto una cosa che dev’essere fissata, ed è per questo che l’ho voluto utilizzare per questa newsletter:
Il calcio è un'impresa curiosa dal punto di vista finanziario, in quanto mentre ogni club si sforza di avere il maggior successo possibile, ciò che in realtà viene venduto non è la sua eccellenza, ma una serie di gare tra club.
…
È vero che il numero di spettatori è aumentato per il golf e l'atletica quando Tiger Woods e Usain Bolt erano nel loro periodo migliore, ma c'è una differenza tra osservare un atleta supremo che spinge i confini delle possibilità umane quando sembra che l'avversario sia meno di altri golfisti o velocisti. della natura stessa; gli sport con la palla sembrano inutili se l'avversario sono solo altri esseri umani assemblati in modo meno costoso che sono ovviamente meno bravi in questo sport.
Il punto è tutto lì ed è quello che io cerco di spiegare dicendo che il mio auspicio è veder passare il centro degli interessi del calcio europeo dai club alle leghe.
È per questo che sostengo la necessità di un Campionato Europeo per club.
Non nutro grande fiducia nei ricchi presidenti dei club, ma credo che solo un momento costituente, capace di varare un nuovo sistema, possa portarci fuori da un mondo ad oggi irriformabile se non rivisto alla radice.
E so benissimo che farlo è estremamente complicato.
Per questo dico che oggi il calcio soffre dello stesso problema dell’Unione Europea: un’incapacità di visione prospettica soffocata dai particolarismi.
Tutti sappiamo quanto l’UE si gioverebbe di un suo sistema sportivo interno! Eppure i Paesi trascinati dalla Francia qualche mese fa hanno detto che il sistema sportivo va costruito sui particolarismi nazionali.
Anche la CNN americana ha dedicato un articolo a questo tema risultando ancor più esplicita:
“Contadini contro Maria Antonietta”: ciò che fa la Premier League con i suoi miliardi di dollari sta irritando altri 72 club di calcio
Dalla Belle Epoque alla Rivoluzione Francese. Si sprecano le citazioni storiche.
Della situazione in Premier League, che ho citato nelle ultime due settimane in Fubolitix (qui e qui), ho deciso di occuparmi in forma più approfondita nelle prossime settimane.
Lunedì ci sarà il voto sul nuovo salary cap all’inglese, ovvero il sistema dell’ancoraggio, che dovrebbe prevedere un tetto di spesa per ingaggi pari a 5 volte il valore di diritti tv ricevuto dalla squadra che riceverà meno.
Battaglia aperta, ma anche tante perplessità che rimangono, anche perché una rottura (molto probabile) tra grandi e piccoli club, potrebbe ulteriormente inasprire i rapporti in un sistema in cui il dopo Superlega sta legando sempre di più le mani dei proprietari delle società più ricche. Con conseguenze al momento imprevedibili.
Questa settimana
Sul mio canale Youtube
La miglior lega calcistica al mondo (anche su Fubolitix)
L’affare Apple TV - FIFA e le sue implicazioni (che riprendo nell’Outro di quest’oggi)
Tutto al contrario
Forse ricorderete il numero 49 di Fubolitix in cui criticai apertamente la regola delle “quote” ovvero gli obblighi che le squadre dilettantistiche hanno nello schierare i giovani. Ebbene, siccome non c’è limite al peggio, il Comitato Regionale Lombardia ne ha pensata una ancora più grossa. Attraverso un comunicato ha infatti creato un sondaggio a cui dovranno rispondere tutte le società, sulla possibile introduzione, a partire dalla prossima stagione, dei campionati Under 21 Regionali e Provinciali, o in alternativa un torneo sperimentale dedicato alle squadre "B". Si, avete capito bene: squadre di Eccellenza che creano “seconde squadre” in Seconda categoria.
Opinione: quando capiremo che il calcio ad ogni livello ha le sue logiche e dinamiche sarà sempre troppo tardi… (fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti). In questo video ho spiegato quel che penso delle seconde squadre, per me un concetto antisportivo già nei professionisti (che infatti gli anglosassoni rifuggono, a meno di non avere categorie bloccate).
Gli USA hanno un problema scommesse
Un giocatore NBA è stato radiato per scommesse. Avviene subito dopo l’apertura del mercato americano e a tal proposito vale la pena di leggere Linee di Matteo Serra che ne parla approfonditamente qui, affermando tra le altre cose:
Tutte le Leghe sportive, che siano nel calcio, nel basket o nel football, non perdono occasione per sottolineare quanto le scommesse siano pericolose e quanto sia importante sensibilizzare le persone sul rischio di dipendenza dal gioco, ma al tempo stesso fanno la fila per andare dalle agenzie di scommesse e stipulare nuovi accordi. La parola chiave è Ipocrisia!.
Punti di vista sulla maratona
Si è tenuta qualche giorno fa la maratona di Londra, e il dibattito in Inghilterra ha toccato diversi punti interessanti. Secondo il Guardian bisogna andare oltre, perché gli standard di vita moderna fanno sì che quella distanza, un tempo considerata irraggiungibile (lo stesso Fidippide, che l’epica vuol essere stato il primo maratoneta della storia nell’antica Grecia, morì per lo sforzo), è ormai alla portata di tutti, mentre Nick Harris su Sporting Intelligence dice “non credo più a quello che vedo” facendo notare l’esplosione di casi di doping, che riguardano soprattutto gli atleti africani, ma che fin qui tutti stanno ignorando.
Julia Ituma, un anno fa
A Istanbul, dopo una partita di Champions League, un anno fa Julia Ituma si è tolta la vita. Lo hanno successivamente certificato dalle indagini chiuse nel novembre scorso. A Milano un parco giochi la ricorderà (La Stampa). È stato uno dei pochi articoli su una campionessa che rischia di essere dimenticata, temo per il fatto che si faccia fatica ad affrontare il problema seriamente. Intanto uno studio americano ci dice che il tasso di suicidio tra i giovani atleti dei college è raddoppiato negli ultimi anni.
Influencers e giornalisti
Nuove e vecchie narrazioni: il team statunitense Dude Perfect ha portato a casa un investimento da oltre 100 milioni di euro per un canale Youtube sullo Sport. Attualmente solo su Youtube conta oltre 60 milioni di utenti. Avviene, curiosamente, nei giorni in cui si ritira il radiocronista degli Yankees, John Sterling, che ha seguito ininterrottamente la squadra dal 1989 al 2019. Nel frattempo SportsProMedia si interroga su un tema sempre più d’attualità: personaggi sportivi che diventano più popolari dei club nei quali giocano, cosa che personalmente mi ricorda molto la dinamica fra giornalisti e testate, con il rapporto diretto tra i primi ed i loro lettori sempre più marcato negli ultimi 20 anni a discapito del valore delle testate.
Investimenti in Serie A
Calcio e Finanza ha documentato che dalla pandemia in poi i proprietari dei club di Serie A hanno iniettato 1,93 miliardi in tutto in aumenti di capitale ed altri 440 milioni in sponsorizzazioni da parti correlate (aziende direttamente riferibili a loro o sotto la loro influenza). L’impressione è che non sempre il ruolo principale di questa necessità sia stato giocato dall’imprevedibile pandemia. La triste conclusione è che la sostenibilità nel calcio (stante questo sistema) è ben lungi dall’essere raggiunta.
Outro
Il New York Times ha rivelato la trattativa in corso tra la FIFA e Apple Tv per i diritti mondiali del Mondiale per club della prossima stagione.
Molti hanno ripreso la notizia, alcuni ne hanno evidenziato gli aspetti critici.
Qui voglio provare a mettere in fila le criticità emerse, perché se l’interesse di Apple Tv è certamente suggestivo, perché riprende il modello dell’”esclusiva mondiale” che la piattaforma della mela ha inaugurato con la MLS nel 2023, ci sono alcuni temi critici che non possono essere ignorati.
ridimensionamento: la FIFA stimava 4 miliardi di introiti. Qui stiamo parlando di 1,2 miliardi sul tavolo per l’edizione 2024.
formato: chi si occupa di diritti tv sa da tempo che i tornei estivi muovono praticamente nulla in quello che è il vero interesse delle piattaforme a pagamento, ovvero il numero di abbonati. È successo per Mondiali ed Europei e non fa eccezione in nessun posto al mondo. In questo senso qualcuno legge l’operazione Apple quasi come una mossa di marketing (peraltro ad un anno esatto dall’approdo di Leo Messi all’Inter Miami) per il pacchetto MLS più che come operazione redditizia in sé.
distribuzione: fin qui si era parlato di 50 milioni garantiti ad ogni club partecipante, al momento le stime parlano di meno della metà.
saturazione: che il mercato dei diritti tv calcistici negli ultimi anni non brilli è sotto gli occhi di tutti, ma se a fare flop fosse questo torneo la crisi da inflazionamento del calendario emergerebbe in tutta la sua portata. Recentemente del resto anche gli appetiti della NBA sono stati rimandati a miglior offerente…
Difficile spingersi oltre alla luce delle indiscrezioni e senza conoscere i contorni esatti dell’accordo. I diritti potrebbero ad esempio essere rivenduti in tutto o in parte a livello locale. Ma il quadro che emerge è estremamente interessante per capire gli scenari futuri.
E forse anche per far capire ai burocrati che non basta inventare un nuovo torneo per fare cassa.
È tutto anche per questa settimana. Io sono in partenza per Antalya, dove nel fine settimana prossimo andrò a vedere le SuperFinals di Pallavolo.
A presto!
Giovanni