[62] L'Albania non é un avversario qualunque
Inizia Euro 2024 e gli azzurri giocano contro una squadra che i numeri danno come debole e abbordabile, fortunatamente Spalletti ha proibito la playstation e quindi sarà vittoria sicura e rotonda.
Berlino, 13 giugno 2024
Migliaia di anni fa, le religioni furono inventate perché non esisteva ancora il calcio.(Landeyves, Twitter)
Ci siamo.
Domani sera all’Allianz Arena di Monaco di Baviera si gioca Germania - Scozia, match di apertura di Euro 2024.
Parlerò del torneo in questi giorni cercando di dare un punto di vista originale su quanto mi accade intorno visto che mi trovo nel paese ospitante.
Sabato ad esempio proverò a tracciare un quadro economico di cosa rappresenta Euro in un paese, la Germania, che sta reagendo a modo suo alla recessione, ai venti di guerra e al riemergere di fantasmi a lungo sepolti nella memoria.
Il traffico a Berlino, tuttavia, in questi giorni é ingolfato più dalla presenza di Volodymyr Zelenski che dai tifosi che inizieranno ad arrivare numerosi nei prossimi giorni.
La mia attenzione di italiano é invece orientata all’esordio degli azzurri contro l’Albania, sabato sera al Westfalenstadion di Dortmund.
Nell’Italia aleggia un clima da gerontocrazia paternalista e dopo la boomerata dell’invito a Antognoni, Baggio, Del Piero e Totti a spiegare alla squadra come si vince (ce lo vedete Anastasi che va in ritiro dagli azzurri nel 1982 a fare lo stesso?) il CT ha deciso di togliere i videogiochi che distraggono, signora mia!
E dire che Andrea Pirlo sulla finale 2006 aveva raccontato: "non ho dormito il pomeriggio, giocare alla PlayStation era un modo per perdere tempo e togliere un po' di pensieri. Aiuta a rilassarsi e ha portato bene. Giocavamo io e Nesta, Barcellona contro Barcellona ad armi pari".
E qui dichiaro chiusa la polemica tra me e il sottoscritto.
Degli aspetti tecnico tattici, con l’analisi dei nostri avversari, ho parlato nel video sul canale Youtube.
Ho sempre avuto grande interesse per il percorso storico, politico, socio-culturale e sportivo del Paese delle aquile. L’Albania ha rappresentato nella mia vita una tappa adolescenziale fondamentale.
Nel 1994 e nel 1996, su iniziativa di mio zio don Giampietro Forbice, andai per ben due estati a lavorare come volontario nei campi Caritas in Albania a Korthpule, distretto di Puke.
Fu la mia prima esperienza di viaggio all’estero.
Negli anni in cui gli amici andavano a Formentera io festeggiavo il compleanno sul traghetto per Durazzo.
Era un periodo turbolento in cui di tanto in tanto si percepivano i problemi che da lì a poco avrebbero portato alle insurrezioni.
Dell’Albania ho portato nella vita con me tanti ricordi.
I viaggi in jeep, per rifornire i campi in cui ogni giorno venivano accolti bambini, che facevano anche 3 ore di cammino per un piatto di pasta.
Le giornate di libertà, aspettando sotto un albero un pullmann senza orari di viaggio per andare al lago di Scutari.
Le persone incontrate, che quando hai 16 anni pensi rimarranno sempre nella tua vita, ed invece poi spariscono senza che tu riesca nemmeno a ricordare i loro nomi.
Tra tutti i ricordi, uno in particolare.
La riapertura di una chiesa cattolica ridotta a granaio dal regime, le richieste di somministrazione del sacramento del battesimo di famiglie che ci raccontavano di aver avuto paura per anni che questo atto di libertà religiosa potesse portare a delazioni e detenzioni.
Negli anni ho rielaborato quell’episodio pensando che per gli albanesi quella non fosse una ardente richiesta di testimonianza religiosa, ma più che altro fame di libertà, da manifestare a prescindere dal come e dal cosa.
Il calcio in Albania è un'ossessione nazionale. Racconta Phil Harrison nel suo libro “Inside The Hermit Kingdom, Football stories from the Stalinist Albania”
Tra la fine degli anni '60 e la lenta morte dello stalinismo nel 1991, divenne più di una semplice fissazione.
Pochi albanesi conoscevano il calcio al di fuori dei confini ermeticamente sigillati del paese. Qualcosa si sapeva del calcio jugoslavo e italiano, ma il calcio era soprattutto il campionato albanese.
Il giorno della partita in Albania catturava lo spirito latente di un popolo che si era abituato a fare ciò che gli veniva detto.
Figli di una repubblica che, una volta a settimana, permetteva di uscire a giocare, di essere una versione genuina di se stessi. E questo accadeva ogni singola domenica.
In un paese in cui la riscrittura della costituzione nel 1967 negava alle persone la libertà di fede, il calcio divenne la nuova religione.
Pellegrini da Gjirokastër a Shkodër, Lezhë a Sarandë riempivano gli stadi ogni domenica pomeriggio in adorazione dei loro nuovi dèi ausiliari.
In quei momenti di caos ordinato, gli albanesi sembravano liberi dalle prove e dalle ingiustizie delle loro vite legate al regime.
A differenza della Germania Est, dove la Stasi volle monopolizzare il gioco imponendo il dominio della Dinamo Berlino, in Albania il calcio era libero.
E la gente lo ha sempre ricordato e raccontato come competitivo, tattico, avvolto in una atmosfera magica, benché non particolarmente tecnico o qualitativo.
Per il tifoso che viveva a Tirana, i preparativi per il giorno della partita iniziavano il mercoledì pomeriggio. Giorno di paga e quindi di spese extra.
Il chiosco di Gimi, un partigiano dei giorni della rivoluzione, delle dimensioni di una cabina telefonica, vendeva quotidiani ed era la biglietteria approvata dal governo per la Federazione Calcistica Albanese.
I tifosi acquistavano i loro biglietti giorni prima. Spesso in blocco, solitamente cinque alla volta, alcuni per sé e per gli amici, altri da rivendere… con l'aggiunta di una commissione di cinque Lek.
L'impresa libera, sebbene su piccola scala, era ancora viva nell'Albania stalinista. Dovevi solo assicurarti di non farti prendere.
Gli ultimi biglietti andavano letteralmente a ruba e generavano spesso disordini. Gli unici disordini tollerati, perché la polizia preferiva non intervenire sapendo che non vi era matrice ideologica dietro quelle zuffe.
La gente poteva andare in curva o gradinata, chiamata njëzet, che significa venti, poiché i biglietti costavano 20 Lek. Nella Tribuna centrale, coperta, stavano solo l’esercito, la polizia e i membri del Partito.
Non mancava il rito della radiolina, come in Italia. Negli archivi video dell'epoca, si può vedere una legione di antenne in posizione verticale che brillano nel sole del primo pomeriggio.
Le notizie sugli sviluppi delle altre partite in altre città e paesi passavano rapidamente intorno allo stadio; piccoli gruppi di celebrazione erano un'indicazione che una squadra rivale aveva subito un gol in qualche lontana municipalità.
Nel 2016 l’Albania di Gianni De Biasi, ex capitano del mio Brescia, alla prima presenza in un torneo internazionale é uscita nella fase a gironi.
Non so se l’Albania si sarebbe mai qualificata se l’Europeo fosse rimasto un torneo a 16 o a 8, come quando ero adolescente.
La sconfitta 0-1 contro la Svizzera venne vissuta male. Gli svizzeri schieravano gli albanesi naturalizzati Behrami, Xhaka, Shaqiri.
Degli anni ‘90 ricordo che mentre noi facevamo i campi Caritas, gli svizzeri iniziavano a finanziare le cave ed a mandare mezzi da lavoro su per le colline. Noi li vedevamo dalla scuola di Kortphule dove eravamo accampati.
Da noi il tema erano la sicurezza che l’immigrazione dall’Albania sembrava mettere a repentaglio, per gli elvetici erano le opportunità che quel paese poteva offrire.
La Svizzera non avendo il mare non ha mai dovuto chiedersi cosa sia il mare. Noi con l’80% di coste lo abbiamo sempre vissuto come un confine, non comprendendo che il Mediterraneo è il più incredibile mercato della storia dell’umanità.
La questione albanese non ha fatto differenze.
Noi per gli albanesi siamo gli amici un po’ stronzi da battere. Siamo quello che volevano essere e in cuor loro qualcuno che un giorno supereranno. Gli svizzeri sono da sempre visti come i saccheggiatori.
Dopo la sconfitta con la Francia quel girone si chiuse con l’1-0 alla Romania, che non bastò per la qualificazione. Ma creò un moto d’orgoglio, sopito per 8 anni.
Molti dati statistici (tra cui il power ranking che propongo alla fine di questo numero 62 di Fubolitix) dicono che l’Albania è la squadra meno attrezzata del torneo.
L’Italia costruì il successo del 2021 soprattutto sulle rotonde vittorie nel girone.
Sarà così anche quest’anno, perché se dovessimo iniziare soffrendo, il nostro cammino potrebbe rivelarsi clamorosamente in salita (anche se in un torneo a 24, mia formula preferita, uscire ai gironi é quasi impossibile se ti chiami Italia).
La partita contro l’Albania sarà già il termometro del nostro torneo.
Pensare di andare a giocare semplicemente contro i valori in campo, quando si parla di una nazionale così, di un paese con questo rapporto con il calcio, e con l’Italia stessa, sarebbe semplicemente fuoriluogo e fuorviante.
Buon divertimento.
Questa settimana
Su Fubolitix e sul mio canale Youtube:
LUNEDI Niente Everton per 777 Partners (Genoa) La società d'investimento americana che detiene già quote in 6 club calcistici nel mondo non ha fornito bilanci certificati. E all'orizzonte c'é già un altro compratore.
MARTEDI La crescita del business nel calcio africano La Coppa d'Africa ha raggiunto le dimensioni commerciali della Copa America, i club hanno modelli di business originali, ma permane la debolezza delle leghe nazionali VIDEO
MERCOLEDI Napoli 2023/24, ritorno alla normalità Prosegue la serie dedicata al bilancio economico sportivo delle top5 di Serie A di fine stagione. Per il Napoli dopo la miglior stagione degli ultimi 30 anni la peggior difesa del titolo di sempre VIDEO
GIOVEDI
Tutti i numeri del business di Euro 24 Il torneo viene annunciato come "il più sostenibile di sempre" dall'UEFA che in questo mese incasserà il 36% dei suoi ricavi annuali, stadi pronti da tempo, la Germania si è fatta trovare pronta.
un VIDEO sulla polemica Ancelotti - FIFA a proposito del Mondiale per Club in seguito ad una intervista del tecnico a Il Giornale.
Highlights.
Chi paga i giocatori all’Europeo? La UEFA ha stanziato 240 milioni di euro per il Club Benefit Programme (2020-2024), di cui 140 milioni andranno ai club che prestano giocatori per la competizione. Secondo le ultime linee guida stabilite nella relativa Circolare FIFA. La UEFA si baserà in linea di principio sulla categoria del club indicata nel Sistema di Trasferimento FIFA (TMS) entro il 1° luglio 2024 (questa dipende dal contesto in cui il club gioca). I club riceveranno pagamenti basati su giorni di partecipazione dei giocatori e categorie FIFA: Categoria 1: €10,000/giorno; Categoria 2: €6,670/giorno; Categoria 3: €3,330/giorno. Solo i club UEFA possono ricevere i fondi.
Paramount ha annunciato una serie su Christian Pulisic (lo seguirà nella stagione 2024/25). E io continuo a pensare che magari faranno una roba da Oscar, ma qui si sta esagerando e per lo più queste serie sono spazzatura. Onestamente, chi ha tutto sto tempo da perdere?
Il Brentford come noto è un club sempre originale nel suo approccio al calcio (tempo fa avevo scritto un articolo su Matthew Bentham, il suo presidente). Recentemente ha annunciato il completo rinnovamento della sua Academy che era stata chiusa nel 2016 (mantenendo solo la squadra B). Tra le novità ci sarà quella di ridurre i gruppi di età da 8 a 4, mantenendo lo stesso livello di investimento ma con un personale di qualità superiore. Un programma strategico di lungo periodo che potremo valutare solo tra qualche anno.
Mercato allenatori. L’Independent sembra concordare su quanto scrivevo nei giorni scorsi a proposito del mercato allenatori. Mentre io evidenziavo come le scelte tendano ad allenatori “d’azienda” che non costino troppo e siano allineabili ai programmi dei club, la testata inglese parla di “lento declino dei manager di grido” menzionando in particolare le scelte di Mourinho e Antonio Conte a far da contraltare alle scelte di Enzo Maresca per il Chelsea e Vincent Kompany per il Bayern Monaco.
Cambiando sport: Tennis.com ci regala un bel racconto della rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz destinata a segnare i prossimi annni del circuito ATP. E sempre a proposito di Sinner e tennis leggetevi Warning, che é sempre un bel leggere:
Il torneo parigino è un dominio azzurro: Sinner, Paolini, Errani, Bolelli e Vavassori, giovani e vecchi che arrivano in fondo tra singoli e doppio. Un gran momento per il tennis azzurro, diremmo che è l’ora di salutare gli anni ‘70, senza polemica, e di goderci questo momento.
Outro.
Power ranking
Quando esprimo giudizi mi piace sempre tararli sulla base di alcuni dati per cercare di dare quantomeno un profilo di oggettività alle mie analisi.
Per questo ad ogni torneo internazionale chiedo a Goalimpact di fornirmi i valori rilevati dal loro sistema sul valore delle squadre in gara.
Goalimpact è un algoritmo che valuta i giocatori solo in base alla loro influenza sulla differenza reti della loro squadra. Poiché l'algoritmo corregge per i giocatori della squadra e degli avversari in campo, Goalimpact consente di confrontare i giocatori a livello globale senza pregiudizi in pochi secondi.
Il dato è riferito al miglior 11 schierabile dalla squadra.
Da tenere conto che il dato della Germania è aumentato dal fatto che gioca in casa il che vale +9 (calcolato su tutte le partite in database). Altrimenti sarebbe 166.1 con 4 nazionali davanti a quella tedesca.
Questi dati non vanno chiaramente presi come oro colato ma ci dicono molto.
Innanzitutto che la Spagna si conferma favorita del nostro girone, e che la Croazia pur non essendo ai fasti di Russia 2018 schiera una squadra che per valore non si discosta troppo dagli azzurri.
Poi che c’é un lotto di nazionali: Spagna, Francia, Portogallo e Inghilterra che staccano nettamente sulle altre.
La Germania come detto ha il “fattore campo” ma questo peserà se la squadra partirà bene e con entusiasmo battendo la Scozia. Dovesse soffrire ed andare sotto pressione quel valore finirebbe per ribaltarsi e diventare addirittura un ostacolo.
Buon Europeo a tutti!
A presto.
Giovanni