[66] Sport 2024, un privilegio dei ricchi
FUBOLITIX - Il sobborgo di Manchester che produce campioni in serie - Club improvvisamente milionari - Graphic designers che spostano gli equilibri - Pubblico del tennis e altre storie.
Berlino, 13 luglio 2024
Prologo
The Mill Manchester (uno dei casi di giornalismo locale di maggior successo di questo decennio) ha raccontato il caso di una piccola area fuori Manchester, Mayfair Road (Wythenshawe) dove è cresciuto Cole Palmer, mentre Kobbie Mainoo e Phil Foden hanno tirato i primi calci pochi chilometri più a est, a Cheadle Hulme e Edgeley. Se tutti e tre giocassero la finale di domani, il 27% dei titolari inglesi arriverebbe da una piccola area di Manchester. Lì negli anni 2000 i tornei di calcio giovanile sono esplosi quando Joe Makin dei Reddish Vulcans ha centralizzato i tornei in un'unica sede, aumentando l'attrazione per scout e club giovanili. Inoltre la concorrenza tra i club di Manchester, sempre più organizzati nello scouting, è stata decisiva. I tre calciatori non provenivano da famiglie ricche, ma hanno avuto un'infanzia stabile e supporto familiare per seguire la loro passione per il calcio. Infine va riconosciuto il ruolo della comunità locale, con volontari che mantengono i campi e promuovono l'attività sportiva, gioca un ruolo fondamentale e la storia dimostra che l'infrastruttura e l'impegno locale possono creare condizioni favorevoli per la crescita dei talenti calcistici. Ho citato questa storia perché nei giorni scorsi parlando di creazione del talento in relazione alla crisi italiana ho detto chiaramente che non esiste un modello. Ma il fatto che non si abbia una ricetta non esclude che non si conoscano gli ingredienti (scouting professionistico, organizzazione comunitaria, sostenibilità economica, educazione, ma anche fortuna, che non guasta mai) che ogni volta in dosi diverse possono portare al successo.
Ricchi e poveri. Questa settimana ho registrato quattro dichiarazioni simili, di diversa estrazione e legate non solo al calcio, sul tema dei costi dell’attività sportiva. La prima é del presidente dell’Inter Beppe Marotta che ha detto: “Il calcio non è più alla portata di tutti i ceti sociali, mancano strutture e forniture sportive. Questa è la denuncia che faccio da sempre. Ormai da anni lo sport non è più gratuito e mi auguro nel tempo si riesca ad affrontare questo aspetto”, la seconda di Novak Djokovic: “Non rendiamo il tennis accessibile alle masse, non è alla portata di tutti”. Entrambi si riferiscono alla pratica sportiva (non quindi, ad esempio, ai prezzi televisivi che sono altra cosa). La terza è - se possibile - stata ancor più pubblicizzata, soprattutto per il profilo di colui che l’ha pronunciata. Il CT dell’Uruguay, Marcelo Bielsa, ha infatti detto: “Il calcio è una delle poche cose che i poveri possiedono, ma ormai non ce l’hanno più. Perché, ad esempio, già a 17 anni uno come Endrick se ne va”. Commentando un mio post, in un commento che fossi in voi mi andrei a rileggere per intero, Nicola Piacentini (un allenatore di calcio giovanile) scriveva qualcosa di molto simile: “Il mio primo maestro diceva: "Giocare a calcio è facile, basta essere capaci". Oggi a calcio ci gioca non chi è capace, ma chi paga per giocare. Sta diventando purtroppo uno sport per benestanti”.
Vi chiedo una riflessione: mi raccontate la vostra esperienza? È davvero così ovunque? Che ne pensate? Me lo dite nei commenti?
Poveri diventati ricchi. Questa invece è una storia deliziosa: quando il Maidenhead United ha venduto Max Kilman ai Wolves nel 2018 per £40,000, è stata inclusa una percentuale sulla futura rivendita. Ne ha scritto l’Independent in questi giorni. La dimensione di questa percentuale non è mai stata divulgata, ma Kilman è stato ora venduto al West Ham per £40 milioni e secondo il presidente del Maidenhead United, Peter Griffin (no, non quel Peter Griffin), il "club beneficerà di uno dei pagamenti di trasferimento più grandi, se non il più grande, che un club non di lega inglese abbia mai ricevuto." Il Maidenhead è uno dei pochi club nella National League (la quinta divisione del calcio inglese) che è ancora semi-professionale (ovvero non ha mai giocato tra i pro). Attualmente, 15 delle 24 squadre nella divisione hanno una storia nella English Football League (una, l'Oldham Athletic, giocava addirittura in Premier League quando questa è stata istituita nel 1992). Speriamo che ne facciano tesoro.
Il pubblico del tennis. La polemica innescata da Novak Djokovic contro il pubblico di Wimbledon ha fatto tornare d’attualità il dibattito sulla storica compostezza del pubblico del tennis. Che secondo alcune ricostruzioni storiche fu tale in relazione all’origine aristocratica della disciplina. Nel 1923 lo Spalding’s Lawn Tennis Annual parlava di questa compostezza dandole un significato ben preciso: i giocatori erano spesso della stessa classe sociale - e razza - del pubblico, al contrario di molti altri sport professionistici. La compostezza quindi sarebbe stata una sorta di ostentazione classista di egualitarismo. Gli esclusivi club tennnistici, tra cui il Marylebone Cricket Club di Londra e il West Side Tennis Club di New York, esercitavano un'influenza incredibile su come appariva lo sport, chi lo praticava e come. Le organizzazioni tennistiche che organizzavano i tornei non permettevano la discriminazione, erano piuttosto i club a farlo, escludendo di fatto gli atleti neri e ebrei dai livelli più alti. Ci vollero il sindaco di New York City ed Eleanor Roosevelt per costringere il West Side Tennis Club a porre fine alle sue politiche discriminatorie negli anni '50. Ma era per queste politiche che il tennis era rimasto ciò che era stato: un'attività, non uno sport, per persone bianche e mediamente benestanti, senza alcuna discriminazione, tuttavia, per le donne, accettate e divenute star della disciplina, come Suzanne Lenglen negli anni '20, ben prima che in altri sport.
Spostare gli equilibri. FOS ha analizzato come i graphic designers stiano acquistando notevole potere nel mondo degli influencers sportivi riportando la storia di Joe Tipton e Hayes Fawcett, due creativi che lavorano per On3, una società di media sportivi. Tipton si occupa di basket e Fawcett di football, creando grafiche personalizzate per annunci di trasferimenti e impegni dei giocatori. Entrambi hanno iniziato la loro carriera creando grafiche per atleti locali e sono cresciuti fino a diventare influenti nel mondo del reclutamento sportivo. Dal loro ingresso in On3 nel 2021, Tipton e Fawcett hanno migliorato le loro reputazioni come creatori di grafiche e "breaking news" nel mondo del reclutamento sportivo. La loro abilità di creare grafiche personalizzate e di mantenere relazioni autentiche con gli atleti ha reso On3 un punto di riferimento nel settore.
Fox Sports ha vinto. All’inizio della Copa America ho fatto un approfondimento su interesse e interessi intorno al torneo. Ora a poche ore dalla finale possiamo dire che abbiamo già un vincitore, e che i numeri gli danno ragione. L'investimento di Fox Sports nei tornei internazionali di calcio ha dato i suoi frutti, soprattutto con le semifinali di Copa América e Euro 2024 che attirano un notevole numero di spettatori. I punti salienti includono un pubblico da record per la partita tra Stati Uniti e Uruguay e il quarto di finale dell'Argentina contro l'Ecuador. Inoltre, gli ottavi di finale degli Europei hanno avuto una media di quasi 2 milioni di spettatori per partita. La strategia di Fox di assicurarsi tornei internazionali di primo piano la afferma come emittente leader nel calcio statunitense, preparando il terreno per un interesse continuo degli spettatori e potenziali guadagni in crescita negli anni a venire.
Cosa ci siamo persi. Se ricordate due anni e mezzo fa la Serie A rifiutò l’ingresso dei capitali di CVC Partners ed allora il fondo americano virò sulla Liga spagnola. Ma che ne è di quell’accordo da 2 miliardi di euro che si prefiggeva di accelerare lo sviluppo dei club partecipanti fino a 20 anni. I club devono destinare il 70% di quei fondi a infrastrutture, sviluppo internazionale, acquisizione di talenti, strategie di comunicazione, innovazione e sviluppo dei contenuti digitali. Il 15% può essere utilizzato per firmare giocatori e il restante 15% per ridurre il debito e migliorare la competitività. LaLiga ha aperto un "Clubs’ Office" per fornire consulenza ai club e assicurarsi che gli investimenti siano utilizzati correttamente. L'ufficio aiuta i club a raggiungere obiettivi di crescita in 11 diverse aree di business. I progetti infrastrutturali e digitali sono i più seguiti dai club. Esempi includono la creazione di un business club da parte dell'SD Eibar e il miglioramento delle strutture di allenamento del Villarreal CF e della Real Sociedad. LaLiga e i club stanno lavorando per aumentare l'appeal internazionale, con piani strategici per attirare fan stranieri e promuovere i club all'estero. L'iniziativa mira a rendere i club più grandi e a incrementare i ricavi e l'interesse globale.
Vince Wiki. James Breiner nei giorni scorsi nella sua newsletter affermava: Wikipedia è il servizio online più grande e affidabile creato nell'era di Internet. E non è in vendita. Ho messo la storia di Wikipedia in parallelo con quella di due siti che mi fanno da riferimento per quanto riguarda pallavolo e calcio giovanile e dilettantistico: Volleybox (che per chi non lo conoscesse è il più affidabile database di schede su squadre, giocatori e competizioni di pallavolo) e Tuttocampo, di cui avevo già parlato qui. Ebbene, come Wikipedia, anche questi due siti hanno costruito un valore notevole di dati, storie e contenuti di valore, partendo da un modello collaborativo. In un periodo in cui i social sono ingolfati di spazzatura e i giornali cercano una loro ragione d’esistere io credo che i modelli aperti (stile wiki, ma anche stile Il Post, in abbonamento ma senza paywall) ci stiano dicendo qualcosa su quali dinamiche governeranno l’informazione del futuro.
Gli argentini lo fanno meglio. The Athletic (o come dicono quelli che ne vogliono enfatizzare il linguaggio: il New York Times) faceva notare in questi giorni come nella Copa America 2024, sette delle 16 nazioni partecipanti sono allenate da tecnici argentini. Gli allenatori argentini sono apprezzati per le loro sofisticate filosofie di gioco e la capacità di adattarsi alle diverse culture calcistiche del Sud America. Sono visti come leader capaci e tattici raffinati.
Lo stato del calcio. Mercoledi si sono tenute in Commissione Senato le audizioni di alcuni rappresentanti delle principali emittenti impegnate sul mondo del pallone in Italia sul tema “Prospettive di riforma del calcio italiano”. Interessante tra gli altri interventi quello di Federico Ferri direttore di Sky Sport, uno che in genere riesce sempre ad offrire spunti originali e non il solito sentito dire. Tra le varie cose Ferri ne ha dette sostanzialmente 2 interessanti e 2 abbastanza tendenziose. Le due condivisibili: troppi stranieri in Serie A? “Dobbiamo anche dire che in Premier League la possibilità di attingere a calciatori per Southgate è il 32% inferiore all’Italia. A fare la differenza è il livello di talento, ma soprattutto l’esperienza all’estero che per gli italiani è di poco conto”. Emulazione: i campioni degli altri sport “sono stati in grado di creare un meccanismo ispirazionale che il calcio in questo momento difficilmente riesce a creare”. Le due tendenziose: “questi campioni creano praticanti e affezione nei confronti di altri sport. Basti pensare agli ascolti televisivi. A Sky, per esempio, se andate a vedere i titoli di Sky Sport 24 sugli altri sport, questi sono cresciuti in maniera esponenziale”. Ni, ovvero: da sempre le pay tv danno priorità agli eventi di cui detengono immagini e diritti e Sky non fa eccezione, l’aumento dei titoli sugli altri sport è proporzionale alla perdita dei diritti della Serie A. Infine: “Togliere strumenti a club e broadcaster attraverso il parassita della pirateria è drammatico per il sistema calcio italiano”. E qui sarebbe bene secondo me uscire dalla solita narrazione unilaterale sulla pirateria, ad esempio chiedendosi se i pubblicitari di Sky raccolgono in base al solo numero degli abbonati o anche in base alle stime sugli abusivi. Tema ampio su cui voglio tornare presto.
Epilogo
Questa settimana ho chiuso con gli ultimi 3 episodi la serie sulla presunta Crisi del calcio Italiano. Ecco l’intera serie di articoli.
Il calcio italiano è davvero in crisi?
Euro 2024, Gravina è responsabile?
Autonomia nello sport, un valore da difendere
La sostenibilità aiuta a vincere?
I giovani e il calcio: un problema nazionale?
Club e nazionali, due mondi opposti.
Come sempre se volete attendo i vostri commenti, nei prossimi giorni tornerò sul tema proprio a partire dalle vostre domande / riflessioni.
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