Juventus 2023/24, fine di un ciclo
Proprietà, guida sportiva e tecnica, Under 23, brand e comunicazione: analisi sportivo aziendale del club che ha chiuso il triennio allegriano con la vittoria in Coppa Italia
Berlino, 23 maggio 2024
Uno scudetto vinto da altre è sempre perso dalla Juventus: e proprio questo è il fascino del campionato. (Gianni Brera)
Già il fatto che lo si possa chiamare “triennio allegriano” fa capire gran parte delle problematicità di quanto accaduto alla Juventus in questi ultimi anni.
L’identificazione con l’allenatore è stata la polarizzazione di giudizi sempre più estremi sul suo ruolo dentro un contesto in cui le altre componenti erano assenti per scelta, incapacità o calcolo.
Viviamo in un mondo estremizzato in cui anche la politica torna a conoscere pagine buie legate a queste continue contrapposizioni incapaci di sfumature.
Rivendicare la complessità come metodo oggi è necessario perché non tutto può finire nel calderone dei giudizi tranchant dentro/fuori, giusto/sbagliato, bianco/nero.
Dicotomie inutili e polarizzanti che non danno merito alle questioni d’insieme.
Iniziamo dalla fine.
La vittoria della Coppa Italia ha chiuso il triennio della Juventus iniziato nel 2021 con il ritorno di Massimiliano Allegri in panchina.
L’ultimo trofeo era stata la Coppa Italia 2021 e chiuse l’era di Cristiano Ronaldo.
In quell’estate Allegri probabilmente non si aspettava di allenare una squadra senza il portoghese.
Le società sono fatte di tante componenti e non c’è dubbio che lui sia stato l’unico elemento di continuità dal 2021 ai giorni nostri, Coppa Italia 2023/24.
L’allenatore sta nel pacchetto, è una parte importante, ma una grande società è tale perché tutti remano nella stessa direzione.
Il giudizio migliore e più completo su Allegri secondo me lo ha dato il ct della pallanuoto, Sandro Campagna, in una intervista a Guido Vaciago di Tuttosport:
Quali sono i meriti e quali le responsabilità di Allegri?
«Gli sarò sempre grato per i primi cinque anni e anche per gli ultimi tre, in cui ha dimostrato una grande solidità. Nessun altro allenatore, me compreso, in un momento di totale cambiamento societario, con le penalizzazioni e tutto il caos intorno, sarebbe stato solido come lui. Ha dimostrato di essere una grande persona e un educatore, curando l’aspetto morale, e i giocatori lo hanno riconosciuto. Un allenatore non è solo tattica, è anche questo. Nel bilancio complessivo bisogna mettere qualche errore e io gli imputo soprattutto il primo dei tre anni dopo il suo ritorno. Aveva staccato troppo e quando è tornato si è visto: quando non studi, anche gli avversari, non stai sul pezzo, non segui l’evoluzione, alla fine qualcosa paghi e secondo me, in quella stagione in cui la squadra era forte, ha sottoperformato. Poi, certo, è arrivato in un momento in cui la disciplina difettava un po’ e lui ha dovuto riportarla».
Ed allora iniziamo dalla proprietà.
La Juventus in questo triennio ha dato l’impressione di non essere cosi monolitica.
I bianconeri ripartono da una proprietà solida che ha garantito 700 milioni di aumenti di capitale negli ultimi anni (ne ho parlato in questo video nello specifico).
La proprietà Elkann ha sempre supportato una società che prima e dopo i 9 anni di trionfi ha sempre avuto bisogno di iniezioni di denaro.
Due gli aspetti e i piani di valutazione:
inappuntabile dal punto di vista economico
disattenta dal punto di vista di brand e comunicazione perché non è possibile che una proprietà rilevante a livello internazionale come Exor lasci che ciclicamente il suo club sia investito da scandali. A prescindere da cosa ne pensiamo (innocentisti o colpevolisti). E forse qui la lontananza fisica è stata anche una lontananza di attenzione: è preoccupante e non va trascurato.
Se la Juve dopo questo triennio si ritrova al punto zero anche la proprietà, che in Italia si è impegnata come nessun altro in termini finanziari, ha delle colpe.
Allegri è il tema centrale ma non va caricato eccessivamente.
La sua reazione scomposta e multipla nei minuti finali della finale del 15 maggio 2024, che ha portato all’esonero, è deprecabile.
Cos’è successo? I suoi gesti sembrano il sintomo di una solitudine al centro di un sistema che stava crollando: un puntello diventato bersaglio.
L’Allegri che sbaglia è un Allegri che arriva dopo tre anni, anche di un ingaggio importante che gli dà chiaramente degli obblighi, ma poi iniziano le sfumature.
Sul piano tecnico tattico è stata una squadra difficile da decifrare perché nemmeno chi pensa il calcio in un determinato modo, allegriano, all’italiana, ha potuto accontentarsi della qualità di quanto espresso.
È mancata una programmazione efficace.
La Juve dei 9 scudetti era capace di inserire giocatori gradualmente, a volte avevi l’impressione che nei primi 5-6 mesi non giocassero per partito preso.
Quando il nuovo acquisto o la giovane promessa diventano titolari per necessità sia la squadra che il club che il giocatore interessato ci perdono qualcosa.
In questi anni abbiamo visto una Juventus delle necessità più che delle grandi opportunità.
La stagione 2022/23 può essere un alibi, mai io credo che un allenatore con minore esperienza e una differente attitudine personale avrebbe potuto avere ben maggiori problemi e più modesti risultati.
Quel che non si può negare è che la Juventus in questi tre anni si è impaludata tra 70 e 72 punti. Mi aspettavo un avanzamento netto che non c’è stato e mi pare che queste siano le ragioni di fondo, prima del dettaglio tecnico sul singolo giocatore, che hanno finito per influire.
Non so quale sarà la scelta migliore. Il nome è Thiago Motta ma qui è poco importante.
Mi piace molto un articolo di Grace Robertson che ho già citato qui che parla della sostituzione di Jurgen Klopp col metodo Moneyball.
In sostanza: Klopp ha rappresentato così tanto che il Liverpool non può pensare di trovare uno come lui immediatamente. Ne deve ricostruire i pezzi in diverse funzioni.
Per questo è tornato a Michael Edwards, che scelse Klopp a fine 2015 ed oggi guarda oltre rimanendo fedele al metodo prima di tutto.
Credo che la Juve debba fare qualcosa di simile perché la figura di Max Allegri dentro e fuori è stata totalizzante.
Andiamo oltre: Under 23.
In linea di principio considero le seconde squadre la formalizzazione di una disparità di fatto che esiste e viene ratificata (ne ho parlato in questo video).
Ma stante queste regole, l’Under 23 in questi anni è stata una salvezza che ha permesso alla Juventus di contenere i costi schierando giocatori quantomeno pronti a ben figurare se non ancora a vincere.
Un discorso è inserire il canterano predestinato del Real Madrid che poi costruisci progressivamente, un altro è quando devi puntarci perché non hai alternativa.
Questa è la doppia faccia di una cosa che alla fine non era Juventus.
Abbiamo visto i frutti dell’Under 23 nel momento peggiore.
Non so cosa sarebbe stato in alternativa l’esperimento Seconda Squadra, se un centro plusvalenze come sembrava dover diventare ad un certo punto o cosa, ma di certo la lezione è chiara: l’Under 23 deve essere una opportunità, non una necessità.
L’eredità.
La Juventus continua ad avere il brand più forte d’Italia e credo che valgano le valutazioni di lungo periodo sulla storia della Juventus dalla fine degli anni ‘90.
Ne ho parlato anche nel pezzo sull’Atalanta di ieri.
Se la Juventus, squadra passata dal terzo posto nella Money League al tredicesimo dopo la penalizzazione con la Serie B 2006/207, pur dominando dal 2011/12 in Italia non è riuscita a schiodarsi da posizioni a ridosso della decima, è perché dietro vi era una società:
consolidata nel metodo
patrimonializzata (con lo stadio e il sostegno della società)
da ricalibrare per tornare a vincere
Oggi si riparte da Cristiano Giuntoli e da un’idea di direzione sportiva delineata. Scopriremo solo dal 24/25 qual’è nei contenuti questo metodo applicato ad un ambiente come quello bianconero.
A Giuntoli riconosciamo grandi meriti ma dobbiamo vederlo all’opera nel “vincere è l’unica cosa che conta”.
Non è un dettaglio.
Ora deve spostare gli equilibri.
Un errore da non commettere sarà quello di non lasciare un solo uomo al comando con una narrazione che diventa tossica e genera allontanamento e disinteresse che si è creata intorno ai tanti corto circuiti (non solo quelli del gioco attribuibili a Max Allegri).
Si può fare una analisi sul triennio Juve senza per forza parlare esclusivamente di Max Allegri? Io ci ho provato. Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Note a margine
Alle 10.16 di ieri l’Inter è ufficialmente passata da Suning a Oaktree. Domani farò una analisi più puntuale ed approfondita della situazione.
C’è un bel profilo di Oaktree su Calcio e Finanza, in particolare coi rapporti con Brookfield. Nel 2019 infatti il fondo canadese (sede a Toronto) ha acquisito il 62% di Oaktree, che potrebbe presto diventare proprietario dell’Inter.
Sempre sulla vicenda Inter sono tutte da decifrare le parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi: “L’ente terzo che vogliamo istituire serve a prevenire anche situazioni così”. Di questo tema ho parlato nell’ultima newsletter del sabato. Non si capisce bene cosa vorrebbe fare: impedire ai club di finanziarsi? Intervenire d’ufficio nei rapporti di pura natura finanziaria tra due libere aziende? Di cosa parla?
Sulle convocazioni di Gareth Southgate nella nazionale inglese che giocherà Euro 24 dal 14 giugno in Germania c’è un’interessante valutazione da fare: solo Jude Bellingham ed Harry Kane giocano all’estero. Alcune esclusioni fanno pensare ad una strategia (se non sei in Premier non vieni chiamato) che ci ricorda quello che spesso accade anche in Italia (eccezion fatta per le stelle indiscusse).
È scontro tra FIFA, FIFPRO (il sindacato mondiale calciatori) e la WLA (World Leagues Association) riguardo al futuro del calendario calcistico mondiale. FIFPRO e la WLA hanno chiesto alla FIFA di riprogrammare il Mondiale per Club a 32 squadre, accusando la FIFA di abusare della sua posizione dominante e sostenendo che l'elevato numero di partite influisce sul benessere dei giocatori. La FIFA ha reagito furiosamente alle minacce. Fossil Free Football ha anche avanzato i problemi di ordine ambientale derivanti dall’impatto del calcio.
Outro
Se ti è piaciuto questo numero di Fux+…
Breve storia buffa per finire il post odierno.
Nei giorni scorsi il Como Calcio è stato promosso in Serie A e mi ha lasciato un po’ basito l’intervista al direttore sportivo Carlalberto Ludi che ha dichiarato:
A livello finanziario, il sistema calcio è tecnicamente fallito. Abbiamo bisogno di proprietà solide e con grande progettualità.
È merito della solidità della famiglia Hartono: prima ha lavorato sulla comunità, poi ha investito.
Appena arrivato e già in vena di lezioni? Pare.
Morale: il Como ha un problema stadio.
Progettualità at his best.
A presto.
Giovanni
Sempre ottimo ! Intanto vediamo domani cosa esce dal CDM con Abodi deciso sulla propria posizione. Grazie di cuore per tutto quello che condividi !
Analisi perfetta. Ora la Juventus riparte con uomini nuovi nella dirigenza, in panchina e in campo. Speriamo che la rivoluzione porti bene!!