Per anni elemento di attrazione dei giornali, da sempre figlio di un dio minore, spesso più epico che fattuale, è stato inglobato da social e mondi digitali: non resta che constatarne la metamorfosi
La prima parte dell'articolo è incredibilmente esplicativa: siamo tutti vittime, chi più o meno coscientemente, di un crimine silenzioso che è la scomparsa della realtà. Stessa cosa nel mondo dell'informazione e dei media. Però: io sono del 95, perciò personaggi come Montanelli e Terzani li ho conosciuti solo a posteriori, ma oggi mi pare che ci siano molti progetti editoriali e giornalistici interessanti e di alto livello, sia per capacità di analisi, che di scrittura: Fubolitix in primis, ma anche Ultimo Uomo e Rivista Undici (che riesce nella non banale operazione di avere sponsor come Eni e altri brand di livello e al tempo stesso manenere un ottimo stile senza eccedere nelle markettate), The Athletic, The Ringer, Lowe Post ecc ecc. E non solo nello sport: il principale sito di informazione della mia città (Reggionline) è un ottimo esempio di giornalismo di qualità (non sportivo) e di analisi, così come TP24 a Trapani in tema di giornalismo d'inchiesta o Storie Sport di Spiezia. Ora: io sono un topo di biblioteca e leggo tanto di e da tanti, ma altri leggeranno qua e la a seconda dei propri interessi, alzando il numero di persone che, evidentemente, non si accontentano del contenuto urlato di IShowSpeed. C'è speranza.
Ciao Matteo, inconsciamente sei arrivato al punto a cui ci vuole portare Baudrillard. Il delitto non sarà perfetto finché conserveremo la memoria e la capacità di raccontare quel che è stato e insegnare un metodo. Una sorta di pillola di Matrix, se mi passi il paragone di cui sicuramente spesso si abusa.
Come sempre molto interessante, ma in particolar modo oggi mi sento vicino al tema discusso e purtroppo cosciente di quanto esposto con estrema precisione. Contenuto molto apprezzabile e che dovrebbe far riflettere, soprattutto sul passaggio virgolettato legato al reclutamento dei giovani. Se il metro di giudizio diventa la quantità, non possiamo stupirci che la qualità sia destinata a essere nascosta e confusa nel marasma. Problema allargabile a tantissimi altri settori, soprattutto quelli artistici.
vero, anni fa mi accorsi di una cosa: una volta si scriveva un libro di successo e si andava al Maurizio Costanzo show. Da un certo punto in poi i libri di successo li ha scritti solo chi andava abitualmente al Maurizio Costanzo show. Mi pare la stessa cosa in chiave web.
mi piacerebbe tornare nel passato e sentire cosa disse il telecronista sportivo durante l'ultimo combattimento dentro al colosseo a Roma quando l'ultimo gladiatore mori e finirono i giochi...
argomento molto complesso. io che sono cresciuto nell'epoca di Maurizio Mosca e il processo di Biscardi sono sempre stato un pò affiscinato da quel tipo di entertaiment ma a quei tempi la percezione era che fosse un teatro dove i personaggi fossero più "autentici" o comunque aggiungevano pepe senza togliere nulla all'aspetto sportivo. oggi in Italia il mass media va dietro gli impulsi più basici esasperando solo gli aspetti più teatrali, come insegna d'altra parte la politica. personalmente sono anni che non guardo 1 minuto di prepartita e postpartita, insopportabili che non aggiungono niente, ma leggo volentieri la tua newsletter o seguo con piacere i ragazzi di ultimo uomo. C'è spazio per rendere questi progetti editoriali moderni e di qualità economicamente interessanti per chi li propone? io voglio sperare di sì, il pubblico è talmente ampio che anche una nicchia può diventare sufficiente. Dopo di che io mi sono sempre chiesto perchè gli sportivi italiani, in particolare i calciatori, siano veramente personaggi banali rispetto ai loro colleghi spagnoli, francesi, inglesi, tedeschi (non tutti, ma spesso è così)
Ciao Marco e grazie per il commento. Ti rispondo sulle 3 questioni che poni:
1. ai tempi di Mosca giornalisti più autentici: probabilmente si, esattamente nella misura in cui il sassolino all'inizio non ha la proporzione della valanga finale
2. io credo che ci sia spazio per rendere certi progetti "sostenibili", ma servono tempo e coraggio degli investitori oltre all'impegno di chi ci lavora. Ed al momento mancano.
3. non sono cosi sicuro che gli sportivi esteri siano tanto meglio avendo vissuto in Inghilterra e Germania. Non so di Francia e Spagna ma ti dico la mia impressione: in Italia tendiamo a giudicare la media (anche da noi qualcuno si distingue per qualità ed originalità) mentre altrove giudichiamo più distrattamente e con maggiore attenzione ai migliori.
La prima parte dell'articolo è incredibilmente esplicativa: siamo tutti vittime, chi più o meno coscientemente, di un crimine silenzioso che è la scomparsa della realtà. Stessa cosa nel mondo dell'informazione e dei media. Però: io sono del 95, perciò personaggi come Montanelli e Terzani li ho conosciuti solo a posteriori, ma oggi mi pare che ci siano molti progetti editoriali e giornalistici interessanti e di alto livello, sia per capacità di analisi, che di scrittura: Fubolitix in primis, ma anche Ultimo Uomo e Rivista Undici (che riesce nella non banale operazione di avere sponsor come Eni e altri brand di livello e al tempo stesso manenere un ottimo stile senza eccedere nelle markettate), The Athletic, The Ringer, Lowe Post ecc ecc. E non solo nello sport: il principale sito di informazione della mia città (Reggionline) è un ottimo esempio di giornalismo di qualità (non sportivo) e di analisi, così come TP24 a Trapani in tema di giornalismo d'inchiesta o Storie Sport di Spiezia. Ora: io sono un topo di biblioteca e leggo tanto di e da tanti, ma altri leggeranno qua e la a seconda dei propri interessi, alzando il numero di persone che, evidentemente, non si accontentano del contenuto urlato di IShowSpeed. C'è speranza.
Ciao Matteo, inconsciamente sei arrivato al punto a cui ci vuole portare Baudrillard. Il delitto non sarà perfetto finché conserveremo la memoria e la capacità di raccontare quel che è stato e insegnare un metodo. Una sorta di pillola di Matrix, se mi passi il paragone di cui sicuramente spesso si abusa.
Come sempre molto interessante, ma in particolar modo oggi mi sento vicino al tema discusso e purtroppo cosciente di quanto esposto con estrema precisione. Contenuto molto apprezzabile e che dovrebbe far riflettere, soprattutto sul passaggio virgolettato legato al reclutamento dei giovani. Se il metro di giudizio diventa la quantità, non possiamo stupirci che la qualità sia destinata a essere nascosta e confusa nel marasma. Problema allargabile a tantissimi altri settori, soprattutto quelli artistici.
vero, anni fa mi accorsi di una cosa: una volta si scriveva un libro di successo e si andava al Maurizio Costanzo show. Da un certo punto in poi i libri di successo li ha scritti solo chi andava abitualmente al Maurizio Costanzo show. Mi pare la stessa cosa in chiave web.
mi piacerebbe tornare nel passato e sentire cosa disse il telecronista sportivo durante l'ultimo combattimento dentro al colosseo a Roma quando l'ultimo gladiatore mori e finirono i giochi...
argomento molto complesso. io che sono cresciuto nell'epoca di Maurizio Mosca e il processo di Biscardi sono sempre stato un pò affiscinato da quel tipo di entertaiment ma a quei tempi la percezione era che fosse un teatro dove i personaggi fossero più "autentici" o comunque aggiungevano pepe senza togliere nulla all'aspetto sportivo. oggi in Italia il mass media va dietro gli impulsi più basici esasperando solo gli aspetti più teatrali, come insegna d'altra parte la politica. personalmente sono anni che non guardo 1 minuto di prepartita e postpartita, insopportabili che non aggiungono niente, ma leggo volentieri la tua newsletter o seguo con piacere i ragazzi di ultimo uomo. C'è spazio per rendere questi progetti editoriali moderni e di qualità economicamente interessanti per chi li propone? io voglio sperare di sì, il pubblico è talmente ampio che anche una nicchia può diventare sufficiente. Dopo di che io mi sono sempre chiesto perchè gli sportivi italiani, in particolare i calciatori, siano veramente personaggi banali rispetto ai loro colleghi spagnoli, francesi, inglesi, tedeschi (non tutti, ma spesso è così)
Ciao Marco e grazie per il commento. Ti rispondo sulle 3 questioni che poni:
1. ai tempi di Mosca giornalisti più autentici: probabilmente si, esattamente nella misura in cui il sassolino all'inizio non ha la proporzione della valanga finale
2. io credo che ci sia spazio per rendere certi progetti "sostenibili", ma servono tempo e coraggio degli investitori oltre all'impegno di chi ci lavora. Ed al momento mancano.
3. non sono cosi sicuro che gli sportivi esteri siano tanto meglio avendo vissuto in Inghilterra e Germania. Non so di Francia e Spagna ma ti dico la mia impressione: in Italia tendiamo a giudicare la media (anche da noi qualcuno si distingue per qualità ed originalità) mentre altrove giudichiamo più distrattamente e con maggiore attenzione ai migliori.
Grazie ancora.