Manchester United, tutti i piani di Ratcliffe
Chi mai può accettare di vendere una quota di minoranza lasciando comandare il socio entrante? Da qualche settimana abbiamo un nome: la famiglia Glazer ha dato carta bianca al proprietario di INEOS
Berlino, 31 luglio 2024
Allo United è come se il tempo si fosse fermato. A livello tecnologico, di strutture, non è cambiato niente. Nemmeno la palestra o la jacuzzi, nemmeno i cuochi. Ho trovato le stesse cose di quando avevo 22-23 anni. (Cristiano Ronaldo)
Spesso quando si parla di cessione di quote di un club sportivo, ci si chiede chi mai possa accettare di acquistare una quota di minoranza senza poter comandare, o al contrario chi sarebbe il proprietario capace di accettare un socio minoritario dando lui pieni poteri.
La situazione, anomala in quanto inusuale, si sta verificando al Manchester United che alla fine del 2023 ha annunciato l’ingresso in società di Sir Jim Ratcliffe in una operazione da 1,2 miliardi di sterline totali.
Alla vigilia di Natale, infatti, il club ha ufficializzato di aver stipulato un accordo in base al quale il presidente di INEOS, Sir Jim Ratcliffe:
ha acquisito il 25% delle azioni di Classe B del Manchester United e fino al 25% delle azioni di Classe A del club;
fornirà altri 300 milioni di dollari destinati a consentire futuri investimenti. Stando a quanto scritto da Sky Sports la cifra spesa è 1,2 miliardi di sterline.
Sul piano tecnico l’operazione si inserisce nel quadro di quanto ho raccontato nell’articolo sui rapporti controversi tra fondi di investimento e calcio, in cui tra le altre cose dicevo:
Generalmente gli investitori hanno l'obiettivo di vendere le loro partecipazioni per trarne un profitto entro 3-7 anni. (cut)
Lo sport tuttavia ha le sue regole, e ci sono due cose che sarebbero del tutto controproducenti, se riprodotte tout court dalle aziende alle società. (cut)
Non è un caso se negli ultimi anni club come Manchester United e Liverpool hanno provato ad andare sul mercato per cambiare proprietà ma hanno dovuto alla fine accontentarsi di vendere quote di minoranza per incassare - intanto - la certificazione dell’esponenziale aumento di valore nel tempo delle società stesse.
Ora, nel caso del Manchester United, Ratcliffe - che peraltro si è potuto presentare alla piazza come uomo della città, essendo nato proprio lì - ha acquisito anche una grossa autonomia operativa sul piano sportivo.
Ufficialmente si parla solo di “lato sportivo”, ma è un fatto che il Manchester United sia oggi sottoposto ad un restyling aziendale (col benestare della famiglia Glazer) a 360 gradi e su 3 temi principali:
ridimensionamento aziendale e del personale
ridimensionamento dell’Academy
piani per un nuovo stadio.
Old Trafford
In nuovo azionista di minoranza del Manchester United, spinge per la costruzione di un nuovo stadio con una capacità di 100.000 posti, che costerebbe oltre 2 miliardi di sterline, richiederebbe circa sei anni per essere completato e sarebbe costruito accanto all’Old Trafford, permettendo l'uso dell'attuale stadio fino al completamento del nuovo impianto.
Un’opzione alternativa è la ricostruzione dell’Old Trafford, ma comporterebbe una significativa riduzione delle entrate a causa della chiusura parziale dello stadio o la necessità di giocare altrove durante i lavori.
Colette Roche, Chief Operating Officer dello United, ha guidato il progetto visitando numerosi stadi e consultando i loro responsabili, inclusi i dirigenti del Real Madrid per la riconfigurazione del Santiago Bernabéu e i responsabili dello sviluppo del SoFi Stadium a Los Angeles.
Quest’ultimo, inaugurato nel 2020, è stato un punto di riferimento importante per il progetto del nuovo stadio dello United: ha una capacità espandibile fino a 100.240 posti, è costato oltre 5 miliardi di dollari e include un ampio complesso di intrattenimento, offrendo spunti su come utilizzare al meglio l’area dell’Old Trafford.
L’azienda United
Il Manchester United ha registrato una perdita di £76,9 milioni fino alla fine di marzo, con perdite pre-tasse di £89,2 milioni, spingendo ulteriormente la necessità di ridurre i costi per rispettare le regole di sostenibilità e redditività della Premier League.
Il Manchester United prevede di tagliare 250 posti di lavoro come parte delle misure di riduzione dei costi/ Il CEO ad interim del club, Jean-Claude Blanc (ex Juventus), ha informato il personale dei tagli a inizio luglio.
L'attuale forza lavoro del Manchester United è la più grande della Premier League, con 1.144 dipendenti a marzo.
INEOS ha mirato inizialmente a una riduzione del 20% della forza lavoro, offrendo inizialmente pacchetti di dimissioni volontarie, ma pochi dipendenti hanno accettato.
Tutti i dipartimenti, eccetto la Fondazione Manchester United, sono interessati dai tagli, che seguono una revisione da parte di una società di consulenza.
INEOS ha implementato altre misure di risparmio, tra cui la cancellazione delle carte di credito aziendali e il far pagare al personale le proprie spese per la finale della FA Cup.
I tagli ai posti di lavoro fanno parte di una strategia più ampia di Ratcliffe per creare un'organizzazione più snella ed efficiente, nota come "right-sizing", ovvero ridimensionamento (letteralmente “giusto dimensionamento”).
Ratcliffe ha una storia di aggressiva riduzione dei costi, come si è visto nella precedente acquisizione di Innovene, dove INEOS ha speso milioni in indennità di licenziamento e pensionamenti anticipati per ridurre i costi e il suo approccio spesso include la revisione e la modifica delle pratiche lavorative, come la fine dei programmi flessibili e la disincentivazione del lavoro a distanza.
L’Academy
Quel che maggiormente ha stupito è invece l’intervento previsto sull’Academy, vero fiore all’occhiello del club, da sempre, forte di una leggenda come quella della classe del ‘92 che ha creato parte della identità del brand Manchester United.
Il Manchester United ha infatti informato diversi allenatori e membri dello staff di lunga data del settore giovanile che i loro ruoli potrebbero non essere più necessari a causa delle drastiche misure di riduzione dei costi annunciate dal regime di Sir Jim Ratcliffe.
Almeno sette persone del settore giovanile del club, inclusi tre membri dello staff con 20-35 anni di servizio, sono stati informati di essere tra i primi a rischio di licenziamento.
Il direttore Nick Cox, insieme al personale delle risorse umane del club, ha comunicato la notizia, suscitando disappunto e sconforto tra molti membri dello staff.
Tra i membri dello staff a rischio ci sono alcune vere e proprie leggende del club:
Stuart Leicester ha allenato i giovani del club per due decenni e ha ricevuto un riconoscimento ai UK Coaching Awards nel 2020.
Neil Harris, oltre 20 anni di servizio, è stato informato che i suoi servizi potrebbero non essere più necessari.
Graham Buckingham, che ha iniziato come talent scout nel 1990, ha ricoperto diversi ruoli, ha vinto un premio "Outstanding Staff" votato dai giocatori lo scorso febbraio.
Chi certamente non è felice è il Nizza, club francese che con INEOS è approdato alla prossima Europa League: stessa competizione del Manchester United, a cui teoricamente due club con influenze correlate non dovrebbero far parte, ma che l’UEFA ha volontariamente disatteso.
Il Nizza ha sofferto nella seconda metà della stagione, coincidente con l'acquisto da parte di INEOS del 25% del Manchester United. Il tecnico italiano Francesco Farioli ha portato la squadra dal nono al quinto posto, garantendo un posto in Europa League dopo di che ha lasciato per andare all’Ajax.
Giocatori chiave come Khephren Thuram hanno lasciato il club, mentre Jean-Clair Todibo potrebbe trasferirsi, con West Ham e Juventus interessati.
Ratcliffe ha confermato l’impegno di INEOS nel progetto ma ora il piano è chiaro: utilizzare il Nizza come canale per ingaggiare giovani talenti europei, ostacolati dalle regole post-Brexit per il Regno Unito. Il futuro - con l’avvallo dell’Uefa - è quello di diventare un club satellite per Manchester United, riducendo l'investimento diretto e priorizzando gli interessi del club inglese.
Note a margine.
Le Geolimpiadi. Su Il Riformista parlo del progetto per Berlino 2040, la candidatura della capitale tedesca che vuole così celebrare i 50 anni dalle prime elezioni libere dopo la distruzione del muro e dei risultati economici del CIO, che ha generato un fatturato di 902 milioni di dollari per l'anno finanziario 2023, il 90% del quale distribuito a atleti e federazioni.
Real 2. Sempre su Il Riformista un mio approfondimento sul tema di ieri, il fatturato record del Real Madrid, questa volta in una ottica comparativa: perché i club italiani sono così in ritardo?
Vendesi Premier. Dopo Man United e Liverpool anche il Tottenham è alla ricerca di un investitore di minoranza. L’obiettivo dichiarato è quello di vendere una quota del 10% che porti la valutazione tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. I fondi sarebbero destinati al mercato, allo sviluppo di un’Academy per la squadra femminile e la costruzione di un hotel vicino allo stadio.
Outro
Diktat
L’Uefa ha un modo sempre più curioso di “governare” il calcio europeo. Nei giorni scorsi è arrivato il diktat: niente gare di campionato durante le coppe europee.
Fa nulla se la federazione europea ha previsto 4 date in più per le partite europee, in un calendario già affollato: gli altri devono eseguire perché loro sono loro. Buffi questi burocrati.
Il calcio? Chi se ne frega.
Peccato che l’accordo precedente sia decaduto nel 2022/23 e mai rinnovato.
L’intasamento prodotto dal nuovo calendario internazionale è la prima ragione dietro a questa decisione. Ma apre anche un modo, a livello televisivo, per le leghe nazionali di cercare di andare ad erodere interesse e spettatori verso le gare di Champions League, in un nuovo scontro particolarmente rilevante tra i campionati e la UEFA di Aleksander Ceferin.
Inqualificabile, poi, il tono usato. Si legge nel comunicato:
la programmazione di partite di campionato o di coppa nazionale in concomitanza diretta con le competizioni UEFA per club partite, o viceversa, non è nell’interesse dei tifosi ed è dannoso per il calcio
Un modo davvero surreale di aprire al dialogo.
A presto!
Giovanni