[112] Pirateria nel calcio: l'UE contesta lo scudo italiano. Viola alcuni diritti degli utenti online.
I guai del Barça - Le sanzioni del FPF - I sauditi tra successi e paure - Il canale di Lega francese - Il ruolo di Wimbledon - Quando i cinesi provarono a prendere il Tour - Il rinnovo di Nico.
Prologo
La Commissione Europea ha inviato una lettera al governo italiano, in particolare al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, esprimendo preoccupazioni sulla conformità di Piracy Shield al Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo che disciplina i servizi digitali e tutela i diritti fondamentali degli utenti online. Sul tema da tempo questa newsletter suggerisce un atteggiamento un po’ diverso tra la condanna costi quel che costi e un facile lassismo, in particolare ne ho scritto il “La pirateria fenomeno endemico e mondiale” e “La pirateria è un reato ma va capita e contenuta”.
Piracy Shield è la piattaforma italiana introdotta nel 2024 per contrastare la pirateria online, in particolare la diffusione illegale di eventi sportivi, film e serie TV tramite IPTV e altri canali digitali. Il sistema consente ai titolari dei diritti d’autore di segnalare rapidamente i siti sospettati di diffondere contenuti piratati, imponendo agli Internet Service Provider (ISP) il blocco dell’accesso entro 30 minuti dalla segnalazione. L’Unione Europea non si oppone alla lotta contro la pirateria, anzi riconosce l’importanza degli sforzi italiani per proteggere i settori creativi e sportivi. Tuttavia, chiede che Piracy Shield venga modificato per garantire maggiore trasparenza e possibilità di ricorso per i soggetti coinvolti, introdurre controlli indipendenti e procedure di verifica prima dell’oscuramento dei siti e allineare le procedure di blocco alle garanzie previste dal Digital Services Act, in particolare per quanto riguarda la proporzionalità e la tutela dei diritti fondamentali. L’Ue sottolinea che il sistema non garantisce adeguatamente la salvaguardia della libertà di espressione e informazione, principi fondamentali sanciti dal DSA e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Le specifiche tecniche e i criteri di accesso al comitato tecnico di Piracy Shield non sono pubblici, rendendo difficile la verifica delle procedure e la possibilità di ricorso per chi subisce un blocco. Sono stati segnalati casi in cui il sistema ha bloccato servizi legittimi come Google Drive e Cloudflare, penalizzando utenti e aziende non coinvolti nella pirateria. Questo perché il blocco dei siti avviene in modo automatico e senza una verifica preventiva da parte di AGCOM, lasciando poco spazio a un controllo indipendente o a un ricorso tempestivo. Inoltre l’UE contesta l’estensione extraterritoriale visto che la piattaforma prevede la possibilità di rimozione di contenuti anche in altri Stati membri, sollevando dubbi sulla compatibilità con i meccanismi di cooperazione previsti dal DSA. Nonostante la difesa d’ufficio (inevitabile) dell’Agcom, la richiesta dell’Ue rappresenta un passaggio cruciale per il futuro di Piracy Shield e della lotta alla pirateria digitale in Italia. Il governo dovrà ora valutare come modificare la piattaforma per renderla conforme al Digital Services Act, bilanciando la tutela dei diritti d’autore con la salvaguardia delle libertà fondamentali degli utenti e la trasparenza delle procedure.
Questa settimana. Su Fubolitix ho parlato di:
Il futuro di Wimbledon. C'è un dibattito aperto sul futuro del club tennistico più famoso al mondo tra interessi sportivi, ambientali e sociali: un equilibrio sempre più difficile da mantenere in qualsiasi paese democratico.
L’ondata dello sport femminile anche in Europa. Un trend interessante che si vede bene a Euro 2025, per chi organizza eventi e chi fa marketing: oggi investire nello sport non è più una strategia mono-targettizzata, i profili sono assai variegati.
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I guai del Barça. A volte si tende a dimenticarsi del dissesto finanziario che riguarda il Barcellona, bene quindi registrare che nei giorni scorsi il club blaugrana ha rifinanziato €424 mln di debito legati al progetto Espai Barça tramite bond emessi con Goldman Sachs, estendendo il rimborso dal 2028 al 2050 e posticipando i pagamenti dal 2033 (tasso medio 5,19%, circa €22 mln/anno). In base a quanto emerso l’operazione non è garantita da asset del club, il che rappresenta un segnale di fiducia per investitori, ma anche un successo della difesa dei brand messa in atto dalla Liga spagnola, che evidentemente suggerisce che i club “too big to fail” hanno una dimensione (e un interesse politico) che va oltre il loro valore economico corrente.
FPF. Nel frattempo l’UEFA ha multato Chelsea con 31 milioni € (20 M€ per perdite e 11 M€ per spese eccessive sullo stipendio e trasferimenti), cifra record, più una possibile sanzione aggiuntiva fino a 60 M€ nei prossimi 4 anni (ne avevo già parlato in Coppe fasulle e dove trovarle). Il club ha firmato un accordo triennale per rientrare nei parametri stabiliti. Il Barcellona dovrà versare 15 M€ ora e rischia altri 45 M€ se le violazioni dovessero persistere nei due anni di monitoraggio. Anche i catalani hanno siglato un accordo per adeguare il bilancio al Fair Play Finanziario entro il periodo stabilito. Tra i club sanzionati c’è anche la Roma.
Canale di Lega francese. A quanto pare la Ligue 1 si farà il suo canale di Lega, una scelta che conferma in pieno quel che dicevo in Perché nessuno si fa un canale di lega? ovvero che i canali di lega sono una scelta estrema da percorrere solo quando tutte le altre strade (con le loro certezze) sono divenute impercorribili.
Insomma, gira e rigira su un punto tutti sembrano convenire: nessuno fa i Canali di Lega perché i canali di lega: costano troppo; non garantiscono ritorni immediati e inoltre perché l’attuale struttura dei ricavi di club e leghe è troppo dipendente da quanto garantito dai broadcaster.
Intanto i sauditi. Rivista Undici ha dedicato la sua ultima newsletter Futuro alla vittoria dell’Al Hilal contro il Manchester City, affermando che la sconfitta del Manchester City contro l’Al-Hilal al Mondiale per Club ha scioccato il calcio inglese e segnalato i progressi sauditi. L’Arabia Saudita, grazie a campioni, tecnici, dirigenti e al progetto PIF, punta ora a consolidare una legacy calcistica credibile, oltre lo sportswashing, con ambizioni a lungo termine e investimenti strutturali. Un punto di vista sicuramente condivisibile a cui tuttavia, allargando lo scenario, non si può non ricordare quel che raccontavo in L’ondata saudita sta già finendo?. I prezzi del petrolio infatti restano una variabile critica. Attualmente, il prezzo del Brent si aggira intorno ai 65-75 dollari al barile, ben al di sotto dei circa 96 dollari necessari per l’equilibrio di bilancio saudita secondo il FMI, o addirittura 112 dollari secondo Bloomberg Economics, che tiene conto anche della spesa interna del fondo sovrano. Questo gap ha costretto il governo a ridimensionare alcuni piani di spesa e a dipendere in larga misura dai dividendi di Saudi Aramco, la compagnia petrolifera statale, che nel 2024 dovrebbe versare circa 124 miliardi di dollari al governo, contribuendo a contenere il deficit fiscale.
Euro femminile. Per avere contezza del momento del calcio femminile, di cui ho parlato nell’ultima newsletter, non si deve tacere quel che dice questa settimana SportsPro: nonostante i traguardi raggiunti, l'aumento degli investimenti e la crescita dei ricavi, l'Uefa registrerà una perdita netta compresa tra 20 milioni di euro (23,6 milioni di dollari) e 25 milioni di euro (29,5 milioni di dollari) sugli Europei femminili 2025, ricordando che ci sono ancora molti altri record da battere per il torneo. Non si tratta di una cifra insignificante, ma di una cifra che un'organizzazione che ha un budget di 5,2 miliardi di euro (6,1 miliardi di dollari) di entrate per il 2025/26 è pronta a sostenere per contribuire alla crescita del suo principale torneo nazionale femminile. Giusto quindi registrare quel che ha detto la responsabile del calcio femminile in seno all’Uefa, Nadine Kessler:
Stiamo migliorando enormemente perché sappiamo quanto sia importante il montepremi, il suo impatto in termini di sensibilizzazione del pubblico, ma anche in termini di promozione dello sviluppo. Stiamo investendo di più, anche se non stiamo guadagnando nulla con gli Europei, perché è semplicemente la cosa giusta da fare.
A questa riflessione io aggiungo la mia, che è la seguente: se vuole veramente affermare un modello sostenibile per il calcio femminile l’Uefa deve convincersi che esattamente come la redistribuzione delle risorse nel maschile avviene dalle principali competizioni nazionali alle categorie inferiori, nel femminile sarebbe bene pensare al più presto ad una competizione continentale che valorizzi la disciplina e poi favorisca la sua diffusione, con meccanismi di redistribuzione, a livello nazionale. Il rischio è che qualcuno ci pensi prima, lo faccia, e si dimentichi di questo non banale aspetto di solidarietà verso i livelli più bassi.
Wimbledon, politicamente. Il torneo di tennis più importante al mondo, dal punto di vista politico, rappresenta un luogo dove si manifesta una forma di influenza culturale non coercitiva, che contribuisce a consolidare l’immagine e il prestigio delle nazioni e dei brand coinvolti, come Rolex e Emirates, veicolando un messaggio di stabilità, tradizione e modernità. Culturalmente, Wimbledon agisce come un nodo raffinato nel circuito globale del lusso e dello stile, unendo tradizioni britanniche a influenze americane e internazionali, e fungendo da strumento di diplomazia culturale che rafforza il dialogo interculturale e la coesione delle élite globali. In sintesi, Wimbledon è un esempio di come eventi culturali e sportivi possano essere usati come leve di politica internazionale e diplomazia culturale, influenzando percezioni, identità e relazioni tra potenze e comunità globali, in linea con le dinamiche moderne di soft power e governance culturale internazionale. Ne ha parlato anche il prof. Simon Chadwick sulla sua newsletter.
Il Tour (non) è Giallo. Nel 2015 Dalian Wanda tentò invano di comprare il Tour de France, simbolo politico e globale. Oggi la corsa - che inizia proprio oggi - riflette tensioni geopolitiche, greenwashing, sportwashing e proteste climatiche. Sponsorizzazioni internazionali e controversie (Israele, Total Energies) mostrano come il Tour superi i confini francesi, incarnando sfide contemporanee. Ne ha scritto GeoSport tornando su un tema che io avevo approfondito in Il fallimento calcistico della Cina e le strategie future.
Nota a margine. Se non siete appassionati i 10 consigli per iniziare a seguire il ciclismo su strada di Flavio del Fante possono aiutarvi.
Epilogo
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Quando bisogna prendere decisioni, per me ciò che conta di più è il cuore. Sono dove voglio essere, con i miei, questa è casa mia. Aupa Athletic! Con queste parole Nico Williams ha commentato la sua decisione di rimanere all’Athletic Bilbao, dopo un rinnovo di dieci anni. Una decisione comunicativa che ovviamente immagino sia coerente con quel che accadrà nei prossimi anni, ma che dice soprattutto che un altro modo di vedere il calcio è possibile. Nico aveva una importante offerta del Barcellona ma il suo rinnovo ci dice che nel calcio di oggi è ancora possibile sognare di essere una bandiera a prescindere dalle prospettive preconfezionate di carriera. Insomma, un giocatore “lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia” come diceva De Gregori e non dai trofei vinti. Io personalmente lo penso da sempre, oggi forse Nico aiuta a vedere i giudizi individuali in una diversa ottica. Ne ha scritto, con il consueto acume, anche Rivista Undici.
Argomenti interessanti. Grazie!
Sulla scelta di Williams ci stanno anche semplici calcoli contabili, credo concordati con l‘Atletico. Il club può alzare di più la pista nei prossimi per lasciar partire un giocatore con contratto non scaduto.