Serie A, dal '19 triplicato il valore degli acquisti in Premier League
L'interesse del Milan per Kyle Walker e Marcus Rashford è solo l'ultimo esempio di una tendenza che vede i grandi club attratti dalle occasioni in arrivo dal campionato più ricco del mondo.
Brescia, 23 gennaio 2025
Quale è il nostro obiettivo? Rendere l'Inghilterra un paese adatto agli eroi che lo abitano. (David Lloyd George)
C’è un flusso di mercato di cui, forse, ci siamo resi poco conto, che è praticamente triplicato negli ultimi 6 anni, e riguarda il crescente interesse dei club italiani per i giocatori che militano in Premier League.
Negli ultimi 6 anni la Serie A ha speso verso l’Inghilterra 634 milioni di euro contro i 215,95 delle 6 stagioni precedenti. Tre volte in più.
Nel solo 2019/20 - anno record grazie al passaggio di Romelo Lukaku per 74 milioni di euro all’Inter - la Serie A investì ben 176,5 milioni di euro in giocatori provenienti dalla Premier league. Praticamente la stessa cifra che era stata spesa sommando le quattro stagioni precedenti (2015-2019) mentre nelle 5 tra il 2010 e il 2015 il totale era stato del 60% circa (110 milioni).
Citiamo qui i 10 acquisti più onerosi dei club italiani in Premier League secondo i dati Transfermarkt:
Romelo Lukaku (estate 2019) Man Utd » Inter 74 mln (7° più caro di sempre)
Douglas Luiz (estate 2024) Aston Villa » Juventus 51,5 mln (11°)
Tammy Abraham (estate 2021) Chelsea » Roma 41 mln (24°)
Danilo (estate 2018) Man City » Juventus 37 mln (37°)
Fikayo Tomori (estate 2021) Chelsea » Milan 35,3 mln (44°)
Romelo Lukaku (bis) (estate 2024) Chelsea » Napoli 30,5 (60°)
Scott McTominay (estate 2024) Man Utd » Napoli 30,5 mln (61°)
Moise Kean (estate 2023) Everton » Juventus 30 (62°)
Christian Eriksen (estate 2019) Tottenham » Inter 27 mln (84°)
Jaap Stam (estate 2001) Man Utd » Lazio 25,75 mln (93°)
È una graduatoria che dice molto, e da cui Gianluca Scamacca sta fuori per un centinaio di migliaia di euro nel suo passaggio dal West Ham all’Atalanta un anno fa per 25,6 milioni di euro.
E secondo me è interessante riflettere su alcuni dati che emergono da quanto ho evidenziato fin qui.
Il passaggio di Stam alla Lazio nel 2001 è stato l’acquisto top dall’Inghilterra all’Italia per ben 18 anni, fino a Danilo alla Juve. Ere geologiche nelle quali di fatto gli equilibri si sono ribaltati.
Inoltre:
ben 6 su 10 sono acquisti fatti dopo il 2020;
ad acquistare in Premier sono solo i top club, ma nelle ultime due stagioni si sono affacciate Napoli e Atalanta che per competere con i grandi devono somigliare sempre più ai grandi (anche sul mercato);
ben 6 su 10 sono acquisti fatti dal Chelsea e dal Man United: l’Italia si sta giovando di una certa “fretta a vendere” dei club inglesi maggiori nei momenti in cui cala il loro livello competitivo;
il tema degli Instant Team a cui sto dedicando attenzioni particolari recentemente rimane: acquista in UK chi vuole spendere per gente pronta.
Anche le ultime vicende di mercato che hanno visto protagonisti Kyle Walker e Marcus Rashford, a prescindere dalla loro onerosità, confermano che l’evoluzione competitiva della Premier League ha aperto opportunità per l’Italia da un mercato che precedentemente praticavamo poco (per lo più per prestiti, e prevalentemente con affari in uscita).
La Premier League rimane una boutique costosa per i più, ma mentre verso la Germania si muovono soprattutto giocatori in formazione, l’Italia guarda maggiormente a gente pronta all’uso. Un dato che riflette la filosofia generale di Bundesliga e Serie A evidenziandone differenze e distanze.
Ho la certezza che questo trend non sia destinato ad esaurirsi - e i rumorsi più importanti di mercato lo confermano -, e sono altresì convinto (torno ancora al concetto degli Instant Team) che una marcata attenzione bilaterale (sia in uscita che in entrata) alle opportunità della Premier League non vada trascurata da alcuno tra i grandi club di Serie A.
Note a margine.
Groenlandia. Il desiderio di Donald Trump di acquisire la Groenlandia ha riportato l'attenzione sull'indipendenza dell'isola che anche a livello calcistico vive un momento imporrtante, visto che la nazionale di calcio groenlandese cerca il riconoscimento internazionale, nonostante le sfide climatiche che limitano la pratica del calcio all'aperto a soli due mesi all'anno. Sebbene sport indoor come pallamano e futsal siano popolari, il calcio rimane lo sport principale. Attualmente, la Groenlandia sta tentando di aderire alla CONCACAF, poiché l'UEFA richiede il riconoscimento da parte dell'ONU, che la Groenlandia non possiede. Il commissario tecnico della nazionale, Morten Rutkjaer, ha recentemente parlato dell'importanza di offrire ai giovani groenlandesi (56 mila abitanti) l'opportunità di sognare in grande e di aspirare a diventare calciatori di alto livello nel loro paese.
Cento! Cento! Negli ultimi anni, il mercato dei trasferimenti nel calcio ha visto una tendenza verso una spesa più moderata, con una diminuzione dei trasferimenti superiori ai 100 milioni di euro. Ne parla Gabriele Marcotti su ESPN spiegando che questo cambiamento è attribuibile a diversi fattori, tra cui l'impatto finanziario della pandemia di COVID-19, che ha costretto molti club a rivedere le proprie strategie di spesa. Inoltre, le normative sul fair play finanziario hanno imposto restrizioni più severe, limitando la capacità dei club di spendere somme ingenti senza adeguate entrate. Di conseguenza, i club stanno adottando approcci più sostenibili, concentrandosi sullo sviluppo dei talenti interni e su acquisti più oculati, riducendo così la frequenza di trasferimenti con cifre astronomiche.
Money league femminile. Deloitte ha pubblicato la terza edizione della sua Money league dedicata al calcio femminile. E nessuno si sorprende se nella top ten non c’è nessuna squadra italiana. È un dato non secondario che ci dice molto sulla cultura aziendale del nostro calcio. Da anni ci diciamo che nell’evoluzione delle strategie di sponsorizzazione e marketing siamo in ritardo, probabilmente per una idea storica del modello di business dei club (di cui ho parlato in “Il peccato originale del calcio italiano”) che ci fa concentrare su altro. Ma c’è anche un secondo aspetto, ed è la scarsa propensione dei nostri club a strutturarsi - ovvero assumere gente - e portare in organico professionisti capaci di dare sostanza alle strategie e lavorare per far crescere i ricavi. Da noi i club rimangono mediamente sottostrutturati se paragonati ai competitor europei, e finiamo quindi per pagare il gap dimensionale anche in ambiti (come il femminile) che pure gli altri hanno iniziato a strutturare ieri. Rimango convinto che quando ci chiediamo “Quanto vale davvero il calcio italiano?” dobbiamo distinguere la parte aziendale da quella sportiva, e riconoscere che il vero gap lo paghiamo nella prima mentre la seconda tutto sommato ottiene risultati apprezzabili se parametrati al contesto.
Outro.
Gli Eurofurbetti.
Uno dei temi poco pubblicizzati del sostegno alla Superlega è il superamento della partecipazione su base federale alle Coppe europee. E recentemente c’è stato un dibattito in Galles che ha evidenziato tutti i limiti dell’attuale sistema.
La English Football League (EFL) ha sollevato obiezioni riguardo alla richiesta di partecipazione dei club gallesi Cardiff City, Swansea City, Newport County e Wrexham alla Coppa di Lega gallese.
Come noto i vincitori del torneo ottengono un posto nei turni di qualificazione della UEFA Europa Conference League, ed è per questo - ovvero per tentare la gloria continentale - che i club hanno chiesto questo status “ibrido”: inglesi per i campionati e gallesi per la coppa domestica.
Tra i club più interessati c’è il Wrexham, dei proprietari hollywoodiani Ryan Reynolds e Rob McElhenney, già protagonisti della serie tv “Welcome to Wrexham” che vogliono così allargare il proprio perimetro commerciale e il blasone del club in caso di partecipazione alla Conference league.
La decisione finale spetterà alla Football Association (FA), che consulterà l'EFL e la Premier League in una riunione del Professional Game Board prevista per la prossima settimana. Ma fonti vicine alla decisione indicano che la proposta sarà probabilmente respinta, deludendo le speranze dei club di generare fino a 3 milioni di sterline all'anno in entrate aggiuntive.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
PS: Fubolitix rimane in edizione ridotta ancora per questa settimana. Noi ci sentiamo sabato per il consueto appuntamento di fine settimana. Dalla prossima si torna a pieno regime. Se ci sono temi interessanti che vi piacerebbe venissero trattati potete chiederlo nei commenti.
Ciao Giovanni, al solito analisi super interessante. Non credi che al contempo ci sia anche un potenziale mercato degli esuberi pronto ad esplodere? In Inghilterra ci sono rose ipertrofiche e sempre meno sostenibili anche per loro (vedi numerosi prestiti a condizioni iperfavorevoli, Chelsea docet). Personalmente credo che ds / scout esperti possano trarre vantaggi notevoli da questa "bolla", si tratta di un mercato potenziale che sta iniziando a venir fuori; rimane tuttavia la barriera ingaggi (ma se sei fuori rosa puoi scendere anche a più miti consigli)
Mi piacerebbe leggere un articolo su come è cambiata la narrazione sportiva da brera ad oggi, perchè non sentiamo più parlare di miti: stile gigi riva ecc. Magari è solo una mia percezione, ma a parte la narrazione su messi e cristiano ronaldo... non percepisco più la miticizzazione dei calciatori