Yildiz, Juve revival e i pregiudizi di Boban [EuroIVC #1]
Allo Stadium aleggiano i ricordi del '95 mentre a Sky l'opinionista critica il turco con un vecchio cliché: “non alza mai la testa”. Italiane: vincono solo i bianconeri, Milan ko e ben tre 0-0
Berlino, 20 settembre 2024
Malgrado la storia, la leggenda vince sempre. (Sarah Bernhardt)
Benvenuti a questo primo numero di Io li ho visti così edizione europea, dedicato al primo turno di Champions League nella nuova formula a girone unico. In questo format approfondiamo il tema della settimana, analizziamo le partite con spunti statistici e annotiamo alcuni approfondimenti tecnico - tattici su quel che sta accadendo nel calcio europeo. Mi fate sapere cosa ne pensate? Un feedback è sempre ben venuto, e spesso è fonte di idee e ispirazioni.
La Juve di Thiago Motta ha rievocato per alcuni record statistici la mitica squadra di Marcello Lippi all’esordio della stagione 1995-96 (ne parlo nelle pillole di questo IVC). Ma merita un approfondimento soprattutto la critica rivolta a Kenan Yildiz da Zvonimir Boban dagli studi di Sky.
Boban - che continuo a considerare uno dei migliori ex calciatori opinionisti - è stato protagonista assoluto della serata televisiva di martedì. Nella sua posizione di ex può essere condivisibilmente schietto con Zlatan Ibrahimovic, ma va fuori giri quando rispolvera (forse spiegandosi male, ma onestamente non pare) un vecchio stereotipo che speravo fosse finito nel dimenticatoio.
Chiesa lo avrei tenuto. Yildiz non alza mai la testa e non ha lo scatto per giocare sulla fascia, meglio dietro la punta.
Non è questione di essere d’accordo o meno, mancano proprio le basi per accettare questo vecchio cliché spesso venduto come verità dogmatica.
La critica ad un giocatore “perché non alza mai la testa” ce la portiamo dietro da decenni ma le conoscenze scientifiche hanno ampiamente smentito queste dicerie.
In questo video di qualche anno fa trovate la spiegazione.
Ad offrirla è Adriano Bacconi, uno che magari non ha le presenze in Serie A (ha allenato ma mai giocato) ma ha i titoli di studio per spiegare con competenza il concetto ottico-neurologico di dominanza, ovvero qualcosa di innato in ogni persona.
In sostanza, oltre ad avere un occhio dominante (destro o sinistro) tutti noi abbiamo anche una dominanza alta o bassa e siamo quindi portati a guardare oggetti vicini e percepire quelli lontani oppure viceversa tenere la testa alta per vedere gli oggetti lontani potendo più facilmente percepire quelli vicini.
Giocatori come Riccardo Montolivo e Andrea Pirlo giocano a testa alta, mentre altri - uno su tutti? Leo Messi -, giocano con gli occhi incollati al pallone.
Sentir dire “il giocatore x non alza la testa” in uno studio tv, non come constatazione di dominanza ma come critica tecnica, è desolante. E questo assurdo pregiudizio viene spesso trasmesso ai ragazzini nelle scuole calcio con arroganza dogmatica.
Alla fine sui social si finisce per fare discussioni campate in aria su chi tra Chiesa e Yildiz alza di più la testa. Ma la sostanza è che il tenere la testa bassa guardando il pallone non è e non sarà mai un problema tecnico in sé.
Si conferma una cosa: per fare decine di partite in Serie A non serve essere scenziati e studiare, bisogna essere atleti tecnicamente dotati, senza necessità di conoscere i perché delle proprie doti; allo stesso tempo per spiegare il perché di certe attitudini fisiche e atletiche, o allenarle, o analizzarle per raccontare il calcio in senso giornalistico, aver giocato serve ma non basta, se non si ha l’umiltà di implementare le proprie esperienze con altre conoscenze analitiche.
Questo con buona pace di quelli che hanno plaudito al Divincodino quando in un eccesso di divinità redarguì gli ex diventati opinionisti “che non sapevano fare due palleggi di fila”, a prescindere dal fatto che quegli ex magari vi siano più o meno simpatici nel loro integralismo calcistico. Come se fare i famosi due palleggi possa spostare l’asticella dell’autorevolezza di un’opinione.
Battaglia contro i mulini a vento? Lo so.
Lui è Boban e ha fatto 178 presenze in Serie A. E poi se sei così bravo perché non alleni? E se sai tutto perché non hai mai vinto lo scudetto e la Champions League e il Mondiale della FIFA!?1? E poi non sapevi fare due palleggi di fila… ça va sans dire.
Questione per nulla diversa da quello che scrivevo qualche giorno fa a proposito della polemica Di Canio - Leao, riflettendo sulla composizione degli studi tv che fanno la narrazione del nostro calcio:
…sarebbe interessante chiedersi se la formula della narrazione calcistica nazionale, fatta in questo modo, con una presenza dilagante di ex calciatori ed ex allenatori a scapito di altre figure professionali, non possa essere migliorata.
E questo non perché la presenza di più giornalisti in studio migliori il racconto (siamo una categoria variopinta, per edulcorare il concetto), ma perché una narrazione a più voci, con più sensiblità e retaggi culturali diversi e background formativi più variegati crea sempre un prodotto migliore, più rappresentativo, inclusivo e con più sensibilità coinvolte.
Juventus - PSV 3-1. Sullo Stadium martedì sera aleggiava lo spirito di Juventus - Borussia Dortmund, gara d’esordio della Champions 1995 ovvero di una stagione trionfale per i bianconeri. Alcuni spunti:
prima di Thiago Motta, l'unico allenatore capace di far segnare tre gol alla Juventus all’esordio con i bianconeri in Champions League era stato Marcello Lippi, il 13 settembre 1995 contro il Borussia Dortmund;
a 19 anni e 136 giorni, Kenan Yildiz è diventato il più giovane giocatore a segnare con la maglia della Juventus in Champions League, superando Alessandro Del Piero (20 anni e 308 giorni contro il Borussia Dortmund il 13 settembre 1995);
prima di Nicolás González, l'unico giocatore ad aver segnato e servito un assist nella sua prima partita di Champions League con la Juventus era stato Alessandro Del Piero, nel settembre 1995 contro il Borussia Dortmund (anche in quel caso era il suo esordio assoluto nella competizione).
Milan - Liverpool 1-3. Il vantaggio di Christian Pulisic (30 gol propiziati in rossonero di cui 18 segnati e 12 assistiti, nessuno meglio di lui da quando è arrivato) non mi aveva minimamente illuso. Il Liverpool ribalta con due gol su calcio piazzato: Paulo Fonseca a fine gara ha chiaramente spiegato che aveva chiesto marcature a uomo e queste sono saltate. Ma soffermarsi sul dettaglio tattico in una partita in cui il Milan ha subito 11 tiri nello specchio, eguagliando il suo record negativo (11 anche contro Man United nel 2007 e Ajax nel 2010) in una gara di Champions League, con Mo Salah che ha colpito due legni, mi pare una pretestuosa perdita di tempo. Il Liverpool ha vinto tutte le quattro gare di Champions League giocate a San Siro: 1-0 nel 2008 e 2-0 nel 2022 contro l'Inter e 2-1 nel 2021 e 3-1 martedi contro il Milan. Il divario c’è e non lo scopriamo oggi.
Opinione personale. Intorno alla squadra rossonera regna un clima tra lo scettico e l’ostile (testimoniato anche dal pubblico: meno di 60 mila persone a San Siro, non accadeva da prima del Covid): una società attenta non può non prenderne atto e soprattutto non può derubricare questo ad un problema di allenatore.
Bologna - Shakhtar 0-0. I rossoblù tornano nella massima competizione europea a 60 anni di distanza dalla precedente partecipazione (il più largo lasso di tempo tra le partecipanti) quando pareggiò 0-0 nella gara di spareggio contro l’Anderlecht e venne eliminata per sorteggio. Lo fa mantenendo una imbattibilità interna che dura da 34 partite consecutive (qualificazioni incluse): la miglior serie tra chi non ha mai perso in casa a livello europeo, davanti all’Ipswich Town (31). Merito tra gli altri del suo portiere Lukasz Skorupski che al 4’ battezza l’angolino giusto e para il rigore (terzo più veloce della Champions) a Heorhij Sudakov: per lui 13 rigori parati dal 2014/15 in avanti, tra Serie A e competizioni europee, nel periodo considerando queste competizioni ha fatto meglio solo Andrea Consigli (14).
Manchester City - Inter 0-0. Contro l’Inter, il Manchester City - che segnava da 18 partite europee di fila - ha stabilito il proprio record di tiri senza segnare in una singola partita di Champions League. Degli anni a Manchester ricordo più volte in sala stampa Pep Guardiola dire che ciò che invidia alle squadre italiane è la capacità di difendere a lungo aumentando con ciò la propria sicurezza anziché perderla come conseguenza del mancato possesso palla. Mi pare che nello 0-0 contro i nerazzurri si siano materializzati tutti i suoi incubi, e poco consola che ora la squadra sia ad una partita dalle 25 senza sconfitte consecutive del Manchester United, record assoluto della competizione. Giusto tuttavia dire che nel primo tempo i nerazzurri arrivano al tiro ben 10 volte (una in più del Manchester City, nessuno ha mai fatto meglio in 45’ contro di loro), mentre nella ripresa il conto è 11-3 per i Cityzens. Simone Inzaghi ha impostato una squadra difensiva ma reattiva e merita una menzione di merito per un punto conquistato all’italiana, coi denti, ma senza sfigurare e senza rinunciare alla controffensiva.
Atalanta - Arsenal 0-0. L’Atalanta sbatte sul muro Arsenal in una serata comunque positiva. David Raya para a Retegui il suo quarto degli ultimi otto rigori che ha subito da portiere dell’Arsenal in tutte le competizioni.
Bomber. Non poteva passare inosservato Harry Kane che segna il suo primo poker in Champions League nel 9-2 del Bayern contro la Dinamo Zagabria e con 32 reti totali diventa l’inglese più prolifico nella storia del torneo superando Wayne Rooney (30).
Wonderkids.
Il Borussia Dortmund (3-0 a Bruges) è sempre una fucina di talenti e mercoledì sera Amie Gittens è diventato il secondo giocatore più giovane ad aver segnato 2+ gol partendo dalla panchina in una partita di Champions League (20 anni e 41 giorni), dopo David Trézéguet per il Monaco nell'ottobre 1997 (20 anni e 7 giorni contro il K. Lierse SK).
A 18 anni e 194 giorni, Warren Zaïre-Emery è diventato il secondo giocatore più giovane ad aver raggiunto le 15 presenze in Champions League dopo Jude Bellingham (a 18 anni e 148 giorni). Il suo PSG ha battuto il Girona dopo aver tirato 20 volte in totale nella ripresa (il record è di 22, sempre il PSG di Luis Henrique contro il Borussia Dortmund nei playoff lo scorso anno) ed aver concesso solo 1/3 tiri dentro (tutti nella ripresa).
Cantera. Merita un capitolo a parte il Barcellona, dove - fortunatamente per lui - Lamine Yamal è diventato solo il secondo più giovane marcatore a segnare in Champions League, lasciando il record ad Ansu Fati, a cui la cosa non pare abbia portato fin qui benissimo. Yamal è comunque diventato il giocatore con più presenze nella storia della Champions da 17enne. Ma un dato su tutti spicca nella partita d’esordio contro il Monaco: si è trattato del 13esimo teenager che ha segnato per i blaugrana in Champions League, solo l’Ajax con 14 ha fatto meglio. E questo fa venire ancor più rabbia per come questo club - battuto dal Monaco 2-1 ieri e finito in 10 - si é ridotto, rifuggendo la propria identità negli ultimi anni e inseguendo mercati assurdi.
Prima volta. Il Celtic ha vinto la sua gara d’esordio nel torneo per la prima volta nella storia del torneo. Un netto 5-1 allo Slovan Bratislava: non faceva 4 gol in Champions dal 4-3 alla Juventus del 2001.
Il debutto. L’Aston Villa (che nel corso del torneo incontrerà anche la Juventus) è solo la quarta squadra inglese a vincere la propria partita di debutto europeo nella Champions League da quando è stata riformata nel 1992. Prima di loro ci sono riusciti solo il Manchester United nel 1994, il Newcastle nel 1997 e il Leicester nel 2016.
Note a margine.
Gegenpressing. Interessante rilevazione di Soccerment su X. Il Liverpool sembra aver ridimensionato il suo contropressing con l’arrivo di Arne Slot. Per chiarezza analitica il gegenpressing di Soccerment è l’indice che misura la % di recuperi palla avvenuti entro 6 secondi in rapporto a tutte le perdite di possesso palla nel 40% offensivo del campo. Sebbene sia probabilmente troppo presto per valutare le prestazioni complessive della squadra per il 2024/25, le metriche possono già fornire spunti interessanti. I Reds hanno un valore di Gegenpressing Intensity (GPI) in linea con la media della Premier League finora, dopo essersi classificati al 1° posto in questa metrica sei stagioni su sette dal 2017/18. Questo nuovo approccio non ha avuto ripercussioni sull'inclinazione del campo del Liverpool, che è praticamente invariata: i Reds stanno ottenendo livelli simili di dominio territoriale nell'ultimo terzo, ma lo stanno facendo con un approccio più controllato.
Segnare da fuori. La BBC ha fatto un’ampia analisi sulla “morte del gol da fuori area”. Il tema torna ciclicamente ed anche recentemente abbiamo letto analisi e approfondimenti come quello di Rivista Undici o di The Athletic. Alla base del fatto che si segna meno ci sono, come si può intuire, i minori tiri dalla distanza e la distanza mediamente inferiore dei tiri. E probabilmente queste soluzioni hanno molto a che vedere con l’analisi dati che porta a preferire tiri da zone più proficue. Tuttavia, proprio l’analisi dati portò anni fa Roberto Martinez - allora tecnico del Wigan - a scegliere i tiri dalla distanza come soluzione tattica controintuitiva per fare più gol. “Tiriamo di più e il prima possibile - pensò Martinez - perché le nostre qualità tecniche non sono sufficienti per giocare in profondità”. Qui potete leggere un’analisi di quella squadra.
Power ranking. Come ogni anno Opta ha stimato il valore delle squadre che partecipano alla Champions League. Si tratta di un sistema di classificazione globale delle squadre che assegna un punteggio di abilità a quasi 13.500 squadre di calcio nazionali su una scala da zero a 100, dove zero è la squadra peggio classificata al mondo e 100 è la squadra migliore al mondo. Le Power Rankings vengono aggiornate quotidianamente e attualmente classificano squadre di 183 paesi diversi e 413 campionati nazionali unici, fornendo un sistema di classificazione globale. Nella sua classifica il Manchester City è favorito davanti al Real Madrid con l’Inter terza. Nelle top 20 tra le italiane anche l’Atalanta (14) e la Juve (15).
Outro.
Pre-giudizi.
L’esordio tv della nuova Champions League ha fatto registrare un successo televisivo, ma se l’Uefa voleva convincerci che l’allargamento a 36 squadre è cosa buona non ha certo aiutato la goleada del Bayern Monaco: 9-2 alla Dinamo Zagabria, prima squadra a farne ben 9 in Champions League alla ripresa con il nuovo format.
Crescono le disparità, e poco conta che la DZ in Champions ci gioca da anni: quest’anno avremo 144 partite nella prima fase anziché 96 (+48). Sono pronto a scommettere che vedremo una crescita percentuale esponenziale delle vittorie da 3 gol di scarto in su, e probabilmente di quelle con nulla in palio.
Ne riparliamo a fine gennaio.
Quello che è chiaro - e che ho detto anche nella newsletter di ieri - è questo:
…la sfida della Superlega europea ha rivelato la vulnerabilità della UEFA, ed è stata legittimamente riconosciuta dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ma ad oggi ha solo rafforzato il dominio della Champions League.
Del resto non si può non far notare che nonostante le richieste della UEFA, alcune partite di campionato e coppa nazionale sono state programmate in contemporanea con le competizioni europee.
Questa pratica è resa possibile dalla mancata estensione di un accordo tra le leghe europee e la UEFA dal 2022/23.
Le leghe nazionali, infatti, puntano a sfruttare il sovraffollamento del calendario per aumentare l'interesse e l'audience, ratificando quindi il conflitto in atto con la UEFA.
Anche per oggi è tutto. A presto!
Giovanni
Grazie Giovanni per le tue newsletters sempre molto interessanti che quando riesco leggo volentieri
Per quanto riguarda Yldiz creo sia ancora presto per valutarlo a fondo, ma sembra molto cresciuto e maturato rispetto allo scorso anno. Per la Juve come dice Motta, uno step alla volta cercando di divertirsi . Molto interessante anche la tua analisi su mc-Inter … forse il calcio italiano sta crescendo e maturando ?? Ai posteri l’ardua sentenza
Giovanni quando hai detto che il psg ha fatto 20 tiri in porta nel secondo tempo mi sono detto: com’è possibile che nn abbiano fatto 4/5 gol. E invece erano tiri verso la porta e nn in porta (solo 5). Forse usare tiri in porta se sono finiti fuori o bloccati è un po’ fuorviante. Saluti.