[89] Serie A, un 2025 (ancor più) made in USA
Con il passaggio di proprietà a Verona, la Serie A diventa ancor più americana, nell'anno del Mondiale per club negli USA che fa da preludio a quello delle nazionali tra un anno.
Brescia, 18 gennaio 2025
Prologo
Il 2025 sarà l’anno degli Stati Uniti. Non solo perché l’elezione di Donald Trump ha acceso come non mai i riflettori su tutto quel che accade a Washington e si riverbera nel mondo, con un ruolo che si preannuncia molto attivo dell’Italia stessa. Anche dal punto di vista della politica economico sportiva dovremo essere molto sensibili a quel che si decide laggiù. Già il 16 novembre scorso ho avuto modo di raccontare Trump come il presidente americano con più interessi nello sport (dal golf alla NFL fino alle discipline di combattimento). Ma naturalmente va sottolineata la crescente presenza diretta e indiretta degli investitori nel calcio. L’Hellas Verona è diventato nei giorni scorsi americano, in seguito all’acquisizione da parte di Presidio Investors, un fondo texano che ha portato a 11 su 20 i club di Serie A in mano a proprietà straniere. Di questi, 8 sono americani: Inter, Milan, Atalanta, Fiorentina, Parma, Roma, Venezia ed, appunto, Hellas. A loro vanno aggiunti il Bologna del canadese Joey Saputo, il Genoa del romeno Dan Sucu - anche se l'assicuratore statunitense A-Cap, che ha fornito finanziamenti alla fallita 777 Partners, ha contestato legalmente la vendita nel tentativo di proteggere il suo investimento - mentre il Como è degli indonesiani Robert e Michael Hartono.
Il direttore di Calcio e Finanza, Luciano Mondellini, nella sua rubrica del 5 gennaio scorso, evidenziava che mezza Serie A è in vendita ed è quindi plausibile immaginare che i numeri citati in precedenza possano aumentare. Inoltre, se guardiamo la classifica attuale di A e B vediamo due proprietà italiane (Cagliari e Monza) a rischio retrocessione e due “straniere” (Pisa e Spezia) indiziate a salire. Non stupirebbe se a fine stagione il conto salisse da 11 a 13 o più società.
Il tema delle proprietà porta poi con sé un aspetto strategico fondamentale per chi investe: quello degli asset immobiliari. Non è un caso se poco dopo l’acquisizione si è ricominciato a parlare dei piani del Verona sul Bentegodi e se sempre CF riferisce di piani da 1,5 miliardi di euro per Inter e Milan su San Siro che passano da JP Morgan e Bank of America. Di patrimonio immobiliare avevo parlato esplicitamente in “In cosa investe, chi investe nello sport”, provando ad andare oltre la retorica degli stadi di proprietà, come ho fatto anche di recente in “Miracolo in Serie A, stadi brutti ma pieni”. Ed ecco quindi che l’influenza americana assume ulteriori e più ramificati contorni.
Rimane invece sullo sfondo un tema più squisitamente politico di cui parlavo invece il 17 agosto scorso in “Serie A a stelle e strisce” e in cui scrivevo:
Ed allora cosa dobbiamo augurarci dal campionato 2024/25, che inizia in questo weekend e sarà il primo con ben 10 proprietà straniere (di cui 8 dagli Stati Uniti) su 20? Fin qui non ci sono state, dal punto di vista collettivo, novità rilevanti. La vera svolta sarebbe se questi investitori facessero cartello ed iniziassero a darsi delle linee guida imprenditoriali per gestire il nostro calcio.
Ma ecco, per tornare al titolo e fare un passo oltre, troverei curioso che queste proprietà prima o poi non provino ad incidere pesantemente anche sul piano culturale e organizzativo, lasciando (come accaduto di recente in occasione dell’elezione del nuovo presidente di Lega) il pallino delle nomine e delle maggioranze in mano agli italiani, passando quindi dalla fase di investimento a quella di un più attivo controllo della massima serie italiana, anche da un punto di vista culturale, strategico e in definitiva politico, trasformando in un potere effettivo la loro influenza per ora “solo” economico finanziaria.
Questa settimana… e oltre. Solitamente dedico questo passaggio della newsletter del sabato a rilanciare i temi affrontati nei giorni precedenti. Stavolta, visto che nei giorni scorsi mi sono preso una pausa in parte voluta, ma in parte anche forzata dagli eventi (non avevo la wifi nel mio nuovo appartamento), ne approfitto per fare il punto della situazione attorno a Fubolitix ed alle sue (e mie) prospettive.
Il mio 2025 è iniziato con grosse novità e nuovi progetti lavorativi che ufficializzerò nei prossimi giorni.
A prescindere da ciò, Fubolitix continuerà ad uscire nei formati che conoscete, dal martedi al sabato:
1. Io li ho visti così del martedì e del venerdì dedicato all’analisi della giornata di Serie A e di Champions league (quando si gioca);
2. il Diario del mercoledì e del giovedì (e nei giorni senza Io li ho visti così) su temi di sport business come accade dal 20 maggio scorso;
3. la newsletter del sabato (che state leggendo) - che esce da ottobre 2022 - con una panoramica di tutti gli sport.
Si tratta sicuramente di uno sforzo importante ma che mi sta dando soddisfazioni. Giovanniarmanini.com invece inizierà ad ospitare alcuni contenuti in inglese.A livello social, a far da riferimento, saranno la pagina LinkedIn e il canale Youtube, che tornerà in una veste diversa ed aggiornata, ma che rimane un riferimento anche personale visti i tanti contenuti da me pubblicati in particolare dal 2021 al 2023, spesso ancora di grande attualità.
Il profilo X (come quello Facebook), invece, è stato disattivato. Il motivo è presto detto: la qualità delle interazioni, ma soprattutto la conversione delle stesse in un apprezzabile seguito di questa newsletter, è diventato nell’ultimo anno irrilevante quando non addirittura controproducente.
Ora l’auspicio è quello di continuare a crescere e mantenere il bellissimo dialogo con i lettori che è nato in questi anni.
MLS all’europea. La MLS ha annunciato due importanti cambiamenti che vanno nella direzione di una maggiore europeizzazione del calcio americano: innanzitutto la lega si allineerà al calendario internazionale (agosto - maggio) nel 2026. Le altre novità riguarderanno invece il suo sistema di trasferimenti per la stagione 2025. La novità principale è l'introduzione di un mercato interno con trasferimenti in denaro reale tra i club, un cambiamento significativo rispetto al passato quando gli scambi potevano avvenire solo attraverso altri asset come giocatori, scelte al draft o slot per giocatori internazionali. Le nuove regole prevedono alcune limitazioni: ogni squadra può effettuare solo due acquisti e due cessioni in denaro per stagione; le spese per l'acquisto di un giocatore incideranno sul salary cap della squadra; se un giocatore acquistato occupa uno slot da Designated Player o U22 Initiative Player, deve mantenere questa designazione per tutta la durata del contratto. La MLS Players Association ha specificato che le regole copriranno un periodo di prova di due anni, con l'obiettivo di allineare il mercato interno MLS agli standard internazionali e creare migliori opportunità di movimento per i giocatori. Le finestre di mercato saranno due: dal 31 gennaio al 23 aprile e dal 24 luglio al 21 agosto.
Chi paga la polizia. Il 14 gennaio 2025, un tribunale tedesco ha emesso una sentenza che stabilisce che i club calcistici sono responsabili della copertura dei costi della polizia durante le partite. La decisione riguarda le spese sostenute per garantire la sicurezza durante gli eventi, che in precedenza erano a carico delle autorità locali. La corte ha accettato il ricorso del governo tedesco contro una sentenza precedente che esonerava i club dal pagamento di queste spese. Con questa sentenza, si stabilisce che i club devono ora farsi carico delle risorse impiegate per il mantenimento dell'ordine pubblico durante le partite, un tema che solleva discussioni sulla sostenibilità economica per i club, in particolare quelli con minori risorse. Un precedente da tenere in grande considerazione e che potrebbe fare scuola.
VAR e futuro. A volte fare un passo indietro denota saggezza. Sul suo Substack “Sporting Intelligence”, Nick Harris scrive che bisognerebbe avere il coraggio di buttare il VAR nel cestino e scrivere da capo il capitolo su tecnologia e moviola (due termini volutamente distinti). Il tema è presto spiegato, facendo riferimento a quanto io stesso ho scritto qualche settimana fa, coinvolgendo peraltro nel dibattito i due varisti televisivi piú noti in Italia: Giampaolo Calvarese e Luca Marelli, e in precedenza nell’Outro: “I puntini sul Var”. La sostanza è che cresce (soprattutto Oltremanica) l’impressione che sia utile tornare ad una distinzione netta: sì alla tecnologia che dà oggettività alle decisioni, no alle valutazioni che per loro natura non hanno spostato di una virgola le polemiche e, peggio ancora (quoto Harris) hanno: “rovinato l'esperienza dei tifosi e portato a conseguenze indesiderate che sono tutt'altro che salutari, non da ultimo la diminuzione dell'autorità - e, soprattutto, della fiducia - degli arbitri in campo”.
Pallamano e servizio pubblico. In Danimarca la nostra nazionale di Pallamano è tornata da protagonista ad un mondiale dopo l’unica partecipazione che risale al 1998, qualificandosi alla seconda fase grazie alle vittorie contro Algeria e Tunisia. I diritti del torneo sono detenuti da SkySport che trasmette le partite in chiaro su Youtube (se siete appassionati come me le altre partite sono invece su Pallamano Tv). Con la trasmissione in chiaro la piattaforma satellitare si sostituisce alla RAI nel fornire un servizio pubblico, inserendosi nell’annoso dibattito su quale sia la vera mission della tv di stato in materia sportiva. Un tema, quello della definizione di cosa sia “servizio pubblico” a cui questa newsletter aveva accennato ai suoi albori.
Pallavolo femminile. Il 14 gennaio scorso, è stato annunciato un progetto rivoluzionario per il volley femminile a partire dalla stagione 2026/27: tutte le partite di Serie A femminile saranno trasmesse gratuitamente, anche sui social. L'iniziativa vuole incentivare la crescita del movimento, e fa seguito all’accordo tra LVF e il fondo NJF, che nelle prossime settimane costituiranno una società per la gestione del marketing di Lega (dalla prossima stagione) e dei diritti tv (dal 26/27). È una evoluzione interessante e da monitorare che pare andare in una direzione nuova e inesplorata. L’impressione preliminare, in base a quanto annunciato dalle realtà interessate, è che LVF e NJF considerino finita l’era dello sport a pagamento (quantomeno nello sport che devono gestire loro) e preferiscano rivolgersi al mercato pubblicitario tout court immaginando così di poter riscuotere somme più alte di quelle incassate in questi anni, magari sfruttando il forte seguito social che spesso si indirizza prioritariamente alle atlete più che agli stessi club. Ma chiaramente la finestra rimane aperta per tantissimi attori, e sarà interessante capire come il prodotto verrà distribuito superando probabilmente le esclusive ma evitandone il possibile inflazionamento.
Tennis, oltre a Sinner. Non potevo non iniziare l’anno senza un riferimento al tennis. Nel 2025 i riflettori saranno puntati naturalmente su Jannik Sinner, ma per chi vuole andare più in profondità ci sono due interessanti focus sui tennisti azzurri - a caccia peraltro del terzo titolo di Coppa Davis consecutivo - come raccontato da Warning, newsletter di Ubitennis scritta da Claudio Giuliani, ovvero il potenziale approdo di Lorenzo Musetti nella top ten e il ritorno al miglior tennis di Matteo Berrettini.
Combat. Il prof. Simon Chadwick, nel suo ultimo post (e anche in uno di dicembre), ha raccontato come gli sport di combattimento sembrano essere sempre più utilizzati come strumenti politici da paesi di tutto il mondo. Dall'investimento dell'Arabia Saudita nella boxe e nella WWE, al ruolo delle MMA nella rielezione presidenziale di Donald Trump negli Stati Uniti ed il coinvolgimento della Russia, con i significati politici che assume il prossimo incontro UFC tra Umar Nurmagomedov (collegato a Vladimir Putin) e Merab Dvalishvili. Gli sport da combattimento sono molto popolari soprattutto tra i Millennial, la Generazione Z e alcuni membri della Generazione Alpha. Per chi ha un interesse politico o commerciale in questi sport - dice il professore - si tratta di un piano a lungo termine, poiché la fedeltà e il tifo duraturo si formano solitamente nei primi anni di vita di una persona. Inoltre questi sport hanno connotazioni militaristiche che offrono ulteriori risvolti culturali interessanti.
Epilogo
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Quali saranno i paesi da tener d’occhio nel 2025 dal punto di vista politico sportivo? Ne scrive sempre Chadwick sul suo GeoSport. L’attenzione cade sul Marocco, che a fine anno ospiterà la Coppa d’Africa mettendo il primo tassello della sua strategia di affermazione politica attraverso lo sport, sull’Arabia Saudita che continuerà a investire nonostante qualche ombra emersa ultimamente e Stati Uniti, a cui ho fatto più volte riferimento in questa newsletter. Ma Chadwick suggerisce anche di guardare a Cina, Messico e Corea del Sud. Nel 2025, la Cina si preparerà per il suo quindicesimo Piano Comunista, con sfide interne (economia in difficoltà) ed esterne (sanzioni USA) che potrebbero portare a un rinnovato impegno nel settore sportivo. L'incertezza riguarda come la Cina intenda riorganizzarsi nello sport, dato il contesto critico e i problemi già esistenti nel settore dopo il fallimento del precedente focus sul calcio emerso dal 2015 in poi. In vista dei Mondiali di calcio 2026, il Messico deve invece affrontare problemi significativi come crimini legati ai cartelli della droga e violenze politiche. La domanda è se riuscirà a risolvere questi problemi entro il 2025, per garantire la sicurezza durante l'evento. Chi invece è in una posizione molto delicata è la Corea del Sud. A lungo citata come esempio di successo di affermazione della propria immagine attraverso l’industria dell’intrattenimento (interessante l’interrogativo posto da Avvenire), dopo il recente tentativo di colpo di stato il paese si trova in difficoltà politiche e sociali. Questo ha avuto un impatto sullo sport ed ora ci si chiede come questo possa aiutare a ripristinare la fiducia internazionale.
In quanto riguarda il Marocco e paesi da tener d'occhio nel 2025, consiglio questo articolo di Simon Hughes sul NY Times: https://www.nytimes.com/athletic/5989079/2024/12/22/morocco-world-cup-superpower/