Il Tar rimette il ricorso di Agnelli alla Corte UE, cosa significa?
Il presidente della Juventus ha contestato la legittimità della sanzione comminata dalla giustizia sportiva ai suoi danni lamentando che sarebbe del tutto estranea all'ambito della giustizia sportiva.
Berlino, 17 giugno 2024
“Gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché aborrano di commetterla” (Platone)
Il 6 giugno 2024 il Tar del Lazio ha deciso di interpellare la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a proposito del ricorso di Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, contro l'inibizione di 24 mesi a svolgere attività in ambito FIGC, con richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA comminata dalla giustizia sportiva italiana.
Lo stesso Agnelli ha chiesto anche il risarcimento dell’eventuale danno.
È stata una notizia che si é di fatto risolta nel giro di poche ore, con pochissimo approfondimento da parte dei giornali sportivi, ma cui credo sia bene tornare.
Mi sono preso la briga di approfondire per capire e provo a dare un quadro, prima di andare al significato di questo passaggio.
Agnelli chiede una valutazione di compatibilità dell’ordinamento di giustizia sportiva italiana con la normativa UE dopo la sentenza sul caso plusvalenze. E quindi nel dettaglio chiede
di annullare la sanzione
di essere risarcito
Facciamo un passo indietro.
Agnelli quando si dimette spiega di voler «escludere in radice qualsiasi dubbio di condizionamento nella gestione da parte della società». Vuole separare sé stesso e la sua onorabilità da quello che accadrà alla Juventus.
Il ricorso lamenta violazioni per eccesso e straripamento di potere oltre che difetto di motivazione.
I suoi legali rilevano: «contrasto della legge nazionale e delle deliberazioni del giudice sportivo con i principi e le disposizioni» dell’UE.
Secondo loro il potere FIGC non sarebbe “trasparente, determinato e preciso”, “privo di criteri sostanziali” e “privo di limitazioni”.
Agnelli sostiene che le violazioni contabili e di bilancio a lui imputate non appartengono all’ambito sportivo.
Il Tar quindi chiede alla CGUE se rientri nel suo potere di giudice amministrativo un eventuale pronunciamento.
In estrema sintesi Agnelli ha chiesto che il Tar in quanto giudice amministrativo possa annullare o sospendere la sanzione per:
estraneità all’ordinamento sportivo e ai suoi poteri
in contrasto con i principi europei di libera concorrenza, circolazione e giurisprudenza
arbitrarietà, perché fondata su clausole generali stabilite caso per caso tramite regole morali e di costume generalmente accettate
E qui sta il vero punto su cui concentrare l’attenzione di tifosi e sportivi. Perché ad essere sotto attacco è l’articolo 4 dell’ordinamento sportivo, quello che disciplina la lealtà sportiva.
Secondo il giudice sportivo la Juventus andava sanzionata per averlo violato, quindi per essere stata sleale.
Secondo Agnelli e i suoi legali l’articolo non stabilisce nel dettaglio cosa sia o non sia leale o sleale, non vi sarebbero due principi chiave: la tassatività e la determinatezza.
Cosa significa?
La prima grande novità è che mai in questi anni la Juventus o i suoi dirigenti erano riusciti a portare i loro casi a Bruxelles.
La CGUE può a questo punto:
respingere, dando ragione a FIGC e CONI
accogliere, e spiegare in che misura ci sia qualcosa di non regolare.
In questo secondo caso ci possono essere varie sfumature.
Ed é a quel punto che verrebbe chiamata in causa l’autonomia dell’ordinamento sportivo.
Ho avuto modo di scrivere più volte (qui ad esempio un mio articolo del 10 maggio scorso) come questa autonomia sia assai discussa al momento con casi non solo in Italia ma anche in Spagna e Inghilterra, e come in Italia oltre al ricorso Agnelli vi sia anche la Commissione voluta dal Governo sui conti delle società a incombere su un altro aspetto di autonomia, ovvero i poteri della Covisoc.
Sostanzialmente ci sono due possibili esiti in caso di “ragione riconosciuta” ad Agnelli:
la CGUE dice che il giudice ordinario ha competenza sugli esiti del processo sportivo, viene meno l’autonomia, si stabilisce che il giudice ha:
diritto risarcitorio
può addirittura entrare nel merito e rivedere il processo
la CGUE dice che il giudice ordinario non ha competenza ma che la giustizia sportiva deve rivedere l’articolo 4
riscrivendolo e rendendolo determinato e tassativo
oppure specificando che questo non ha valore se non collegato alla violazione di un altro articolo (nel caso della Juventus ad esempio l’articolo 31 del codice di giustizia sportiva che disciplina le violazioni in materia economica, su cui tuttavia la società era stata giudicata innocente nel primo procedimento archiviato e poi riaperto).
Dal niente al tutto, il pronunciamento potrebbe generare a sua volta altri ricorsi qualora lo scenario dovesse cambiare.
Cosa augurarsi?
Ovviamente che giustizia sia fatta, nel rispetto dei principi.
Da sportivi, onestamente, viene da augurarsi un respingimento.
Se questo non accadesse, se vincesse Agnelli, un’ombra lunga si abbatterebbe su tanti giudizi emessi in questi anni.
E il movimento sportivo, calcistico in primis, italiano, non ne uscirebbe di certo rafforzato.
Note a margine
Mercato allenatori. Rimane aperto il dibattito sul come molti club abbiano scelto i loro tecnici quest’estate. Statsbomb individua un ruolo degli algoritmi e della matematica. Io li ho definiti “allenatori d’azienda”. Sarà interessante nella prossima stagione verificarne la tenuta.
Softpower. L’Independent scrive che la Russia sta diventando calcisticamente irrilevante in seguito all’esclusione da Euro. Io mi limito a sottolineare come i tempi sono cambiati: nel 1980 e 1984 erano gli stati a boicottare le Olimpiadi. Oggi invece conta essere dentro a prescindere. Scrive saggiamente Rivista Undici:
Le squadre nazionali sono diventate la quarta dimensione della forma di uno Stato, ormai imprescindibili come avere un territorio, un popolo e una forma di governo.
Derby Roma - Everton. La famiglia Friedkin proprietaria del club giallorosso sarebbe ad un passo dall’acquisizione dell’Everton per mezzo miliardo di euro. Della situazione di 777 Partners, che non ha fornito sufficienti garanzie per acquistare il club di Liverpool, ho parlato nei giorni scorsi.
Outro
L’Italia s’é desta
La nazionale di Luciano Spalletti sabato sera ha vinto 2-1 contro l’Albania svolgendo il compitino con diligenza.
Intorno a questa squadra tuttavia sento un tono epico decisamente fuoriluogo, che rende tutto mieloso e indigeribile.
È un problema generale della narrazione sportiva italiana: se già la vittoria nel girone ha toni epici cosa ti rimane quando arrivi ad un’eventuale final four?
Ho provato a riassumere la partita, con tanto di pagelle, in un video sul mio canale Youtube.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
A presto!
Giovanni
Buongiorno Armanini, ottimo articolo, una domanda: la frase "Da sportivi, onestamente, viene da augurarsi un respingimento." va letta come un suo personale giudizio sulla vicenda (cioè slealtà sportiva di Andrea Agnelli e Juventus) o va letta alla luce di quanto scrive subito dopo ("...se vincesse Agnelli, un’ombra lunga si abbatterebbe su tanti giudizi emessi in questi anni.") e cioè la speranza che non si apra un vaso di Pandora di polemiche tra tifoserie in Italia e di percezione dell'Italia all'estero ?